San Pietro al Natisone
Friuli - Venezia Giulia

San Pietro al Natisone è un comune della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia. Sorge fra i colli del Friuli orientale, sulle sponde del Natisone, a 23 chilometri dal capoluogo provinciale. È il 77° comune della provincia di Udine per numero di abitanti. La particolare collocazione geografica conferisce al paese una posizione di grande pregio paesaggistico, in un ampio paesaggio collinare. Il comune ha una superficie di 24,05 km² ed un'altitudine che varia dai 140 m s.l.m. del fondovalle agli 866 metri della cima del monte San Giorgio. È attraversato dalla Strada statale 54 del Friuli, che è la via di comunicazione più agevole tra l'Italia e la Slovenia per chi deve raggiungere il tratto mediano dell'Isonzo. Nella parte settentrionale del comune ha inizio il sentiero n°749 "Sentiero naturalistico del monte Roba" che conduce, dopo essersi congiunto con il "Sentiero Italia" n°725, sulla cima del monte Matajur. San Pietro al Natisone confina a nord con Pulfero, ad est con Savogna e San Leonardo, ad ovest con Cividale del Friuli e Torreano, a sud con Prepotto. Il territorio comunale è formato dalla parte inferiore della val Natisone (il tratto compreso tra le vicinanze del paese di Perovizza e la frazione di Ponte San Quirino), dalla porzione inferiore della valle dell'Alberone e dai contrafforti occidentali del monte Matajur. Tali contrafforti comprendono il già citato monte San Giorgio (Svet Jur in dialetto sloveno), il monte San Canziano/Svet Kocjan alto 723 metri s.l.m., il monte San Bartolomeo/Svet Arnej alto 624 metri s.l.m., il monte Jezera alto 315 metri s.l.m., il monte Barda/Bardo alto 249 metri s.l.m. ed il monte Roba alto 301 metri s.l.m. San Pietro al Natisone è bagnato dal fiume Natisone, che per un tratto segna anche il confine con il comune di Pulfero, e dai suoi affluenti quali l'Alberone, il Cosizza, il Mamula, il Klacinca. Nei pressi di Vernasso e Ponte San Quirino il Natisone, per la notevole erosione prodotta nel conglomerato che ne forma l'alveo, ha dato luogo ad una profonda e pittoresca forra. Contrariamente a quanto avviene negli altri comuni della Slavia friulana, a San Pietro al Natisone la popolazione residente è in continuo, anche se limitato, aumento. Ciò grazie alla sua felice collocazione geografica (è posizionato quasi tutto in pianura) che rende facili i collegamenti col resto del Friuli ed al polo industriale sorto nei pressi del paese di Azzida. Il censimento del 1971 riscontrava che l'87,8% della popolazione del comune si dichiarava appartenente alla minoranza linguistica slovena. Nel comune, accanto alla lingua italiana, è ufficialmente tutelata la lingua slovena. San Pietro al Natisone, invece, non rientra fra i comuni in cui vige la legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana", con la quale la Regione Friuli Venezia Giulia stabilì le denominazioni ufficiali in friulano standard e in friulano locale dei comuni in cui effettivamente si parla il friulano.

MANIFESTAZIONI
29 e 30 giugno: a San Pietro al Natisone si celebra la sagra paesana per festeggiare il santo patrono con saggi culturali, musicali ed artistici, con la rievocazione storica delle riunioni dell'Arengo Grande della Slavia e con la mostra mercato dell'artigianato artistico e dei prodotti tipici delle Valli del Natisone;
in agosto: a Vernasso si tiene la festa su fiume Natisone, sagra con chioschi, ballo, musica, manifestazioni sportive e culturali;
fine di agosto a San Pietro al Natisone ha luogo la festa rurale del paese con degustazione di strucchi e gubane;
ad ottobre a San Pietro al Natisone si svolge la mostra mercato delle castagne e della frutta locale;
ai primi di dicembre a San Pietro al Natisone si effettua la premiazione del concorso dialettale per ragazzi "Moja vas";
a dicembre a San Pietro al Natisone si tiene la mostra mercato dell'artigianato artistico delle Valli del Natisone e della valle dell'Isonzo.

GASTRONOMIA
Nel capoluogo di San Pietro al Natisone è ubicato un ristorante che propone piatti tipici locali della valle del Natisone, apprezzato anche fuori dall'ambito regionale. Fra i piatti caratteristici di San Pietro al Natisone vi sono:
la Gubana: un tipico dolce delle valli del Natisone, a base di pasta dolce lievitata con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, liquore, scorza grattugiata di limone, dalla forma a chiocciola e cotto al forno
il Frico: un piatto a base di formaggio, considerato la preparazione culinaria più tipica del Friuli. Si presenta in due versioni: friabile o morbido.
la Brovada: un piatto a base di rape usato per accompagnare carni arrosto o bollite, abbinabile con il vino.
il formaggio Montasio ed il formaggio Latteria del Friuli

EDIFICI RELIGIOSI
Nei pressi di Vernassino venne costruita, nel 1607, la chiesetta di San Canziano; della stessa rimangono oggigiorno solo parte dei muri perimetrali;
a Clenia si può visitare la chiesa di San Antonio Abate, eretta nel secolo XIV con all'interno un altare in legno dorato (zlati oltar) risalente al 1600;
a Ponteacco si può ammirare la chiesa di Santa Dorotea, la cui costruzione risale al secolo XV, ed è caratterizzata dal campanile con la cupola in rame del 1790;
nei pressi di San Pietro al Natisone si può osservare la chiesetta di San Quirino; la costruzione, che si suppone sia eretta sulle rovine di un antico tempio di Diana, è attorniata da una necropoli preistorica risalente all'età del ferro. La chiesetta è ricordata in documenti del 1250 ed è stata ristrutturata nel 1493 in stile tardo gotico sloveno della scuola di Škofia Loka. Presso la chiesetta, sotto i tigli, si riuniva il Grande Arengo per eleggere i propri rappresentanti e trattare gli interessi comuni delle convalli di Antro e Merso. L'ultima riunione si tenne il 2 maggio 1804;
a Sorzento è visitabile la chiesa di San Nicolò fondata nel 1498 e completata nel 1703 con la costruzione del campanile; l'altare originale in legno fu sostituito con uno in marmo verso la metà del 1700;
a Tiglio è ubicata la chiesa di San Luca Evangelista, fondata, in stile gotico, nel 1400 e ristrutturata dopo i terremoti del 1511 e 1513 mantenendo le sue peculiarità originarie; al suo interno è visibile un altare ligneo di età barocca;
a Vernasso si può ammirare la chiesa di San Bartolomeo risalente alla seconda metà del 1400; all'interno è conservato un altare ligneo dorato zlati oltar costruito nel 1689 ad opera del maestro Bartolomeo Ortari.

FRAZIONI
Altovizza/Atovca, Azzida/Ažla, Becis/Becja, Biarzo/Bjarc, Cedron, Chiabai/Cabaji, Clenia/Klenje, Cocevaro/Kocebar, Correda/Koreda, Costa/Kuosta, Macorins/Mohorin, Mezzana/Mecana, Oculis/Nokula, Podar, Ponteacco/Petjag, Ponte San Quirino/Muost/Puint, Puoie/Puoje, Sorzento/Sarženta, Tarpezzo/Tarpec, Tiglio/Lipa, Vernassino/Gorenj Barnas, Sotto Vernassino/Pod Barnas, Vernasso/Dolenj Barnas.

ORIGINI E CENNI STORICI
La regione fu abitata sin dai tempi più antichi: nei pressi della chiesetta di San Quirino è stata portata alla luce una necropoli protostorica, con tombe ad incenerazione dotate di corredo funebre, utilizzata anche in epoca romana e longobarda. Nel riparo di Biarzo sono stati rinvenuti strumenti ed armi risalenti al paleolitico superiore, mesolitico e neolitico; alcune analisi effettuate con carbonio-14 su alcuni reperti del livello 3A hanno indicato la data del 3650 +/- 300 A.C.. Sulla cima del monte Barda sono ancora visibili i resti di un castelliere risalente al periodo paleolitico (ritrovamento di manufatti litici dell'eneolitico, falci e di uno spillone dell'età del bronzo) e riutilizzato in epoca romana per il controllo degli sbocchi delle valli verso la pianura friulana. Dai monti Barda e Roba provengono un denario di M. Metello (174 A.C.), monete d'argento di Fabio Labeo (109 A.C.) ed un cospicuo numero di monete repubblicane databili secondo/primo secolo A.C. Nel secolo VII popolazioni slave entrarono in Italia, al seguito degli Avari, ed occuparono e colonizzarono le Valli del Natisone. Ebbero diversi scontri, con alterne fortune, con i Longobardi, che dopo il 568 avevano occupato quasi tutta la penisola. Le azioni bellicose terminarono dopo la stipula di un trattato che definiva i confini tra le due comunità e lasciava le terre della zona collinosa alle popolazioni slave. Successivamente la popolazione della Benecija (Slavia veneta), dal periodo del Patriarcato di Aquileia sino alla caduta della Repubblica di Venezia, godette di un notevole autonomia amministrativa e giudiziaria come riconoscenza dell'azione di controllo e difesa dei confini nord-orientali del Friuli svolta dalle milizie all'uopo costituite. Il termine Benecija, in italiano Slavia veneta, deriva dal toponimo sloveno per la città di Venezia: Benetke. La società era organizzata in due Zupe (Merso ed Antro) chiamate anche Banke, che saltuariamente si raggruppavano nel Zbor staresin o "Arengo". Il territorio comunale faceva parte della Banka di Antro che riuniva i propri eletti, per il disbrigo degli affari amministrativi e giudiziari di prima istanza relativi alla popolazione della val Natisone e della valle dell'Alberone, intorno alla lastra di pietra posta sotto i tigli che crescevano nei pressi dell'abitato di Biacis. Le due Banke di Antro e Merso formavano, insieme, il Grande Arengo che si riuniva, ordinariamente una volta l'anno, nei pressi della chiesetta di San Quirino e trattava gli interessi generali di tutta la Slavia veneta. Le banke amministravano in particolare i propri armati posti in guardia dei confini di Venezia. Nel caso di una invasione, non riuscendo le truppe locali a sostenere l'assalto, il zbor staresin chiamò in aiuto le altre zupe dell'Istria, formate da Uscocchi (Uskoci), accerrimi nemici di Venezia. Da questo periodo derivano certi ritrovamenti ed il nome dato ad un paese vicino a Idrija, chiamato Perat (derivazione da "Pirat - o pirata", gli Uscocchi erano infatti noti come pirati per Venezia). Successivamente, l'arrivo delle truppe di Napoleone e la conseguente imposizione del sistema amministrativo francese, portò alla soppressione di ogni forma di autonomia locale ed alla suddivisione del territorio in "Comuni" previa abolizione delle "Vicinie" esistenti. In particolare, le Valli del Natisone, come tutti i territori compresi tra i fiumi Tagliamento ed Isonzo, fecero parte del Dipartimento di Passariano. Detto Dipartimento era diviso in 4 Distretti, tra i quali figurava anche quello di Cividale. Il Distretto di Cividale era, a sua volta, frazionato in 2 Cantoni, oltre a quello di Cividale vi era quello di San Pietro degli Schiavoni. Questo Cantone era ripartito in 9 Comuni (San Pietro, Savogna, Rodda, Tarcetta, San Leonardo, Stregna, Grimacco, Drenchia e Luico/Livek), ognuno amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. Nel 1797, con il Trattato di Campoformio, la Benecija (Slavia veneta) venne assegnata in amministrazione all'Austria; successivamente, dopo la pace di Presburgo passò, per un breve periodo, al Regno d'Italia. Nel 1815, dopo la stipula della convenzione di Schiarino-Rizzino tornò all'Austria come parte integrante del Regno Lombardo Veneto. Infine nel 1866, a seguito della terza guerra d'indipendenza, dopo la pace di Vienna ed un referendum popolare, si staccò dai domini asburgici per passare sotto il Regno d'Italia sabaudo. In epoca più recente, il territorio del comune fu interessato dai tragici avvenimenti legati alla prima guerra mondiale. Nella circostanza, sulla cima del monte Matajur e sulla dorsale del Colovrat passava l'estrema linea difensiva approntata dalla 2ª Armata per la difesa della pianura friulana in caso di ritirata delle truppe combattenti nelle linee avanzate. La mattina del 24 ottobre 1917 il territorio comunale venne sottoposto ai bombardamenti che diedero inizio alla battaglia di Caporetto; successivamente, dopo la conquista della cima del Matajur da parte delle compagnie guidate dal tenente Erwin Rommel ed alla rottura del fronte, venne interessato dalla veloce invasione delle truppe nemiche che, dai valichi di Stupizza e Luico/Polava, si riversarono nelle vallate del Natisone e dell'Alberone e proseguirono l'avanzata sino alla linea del Piave.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 2.207 (M 1.077, F 1.130)
Densità per Kmq: 91,8
Superficie: 24,05 Kmq

CAP 33049
Prefisso Telefonico 0432
Codice Istat 030103
Codice Catastale I092

Denominazione Abitanti sampietrini
Santo Patrono SS. Pietro e Paolo
Festa Patronale 29 giugno

Il Comune di San Pietro al Natisone fa parte di:
Area Geografica: Bacino Idrografico del Fiume Isonzo
Comunità Montana Torre, Natisone, Collio
Unione Comuni Valli del Natisone
Regione Agraria n. 7 - Colline tra Tagliamento e Iudrio
Area Minoranza Linguistica Slovena

Località e Frazioni di San Pietro al Natisone
Azzida, Clenia, Ponteacco, Vernassino, Vernasso

Comuni Confinanti
Cividale del Friuli, Prepotto, Pulfero, San Leonardo, Savogna, Torreano.

.
Latteria Sociale di Cividale del Friuli e Valli del Natisone (UD)
Conservatorio Statale di Musica Jacopo Tomadini - Udine (UD)
CENTRO STUDI ALESSANDRO VOLTA - ERSAS - UDINE (UD)
cONSORZIO SERVIZI TURISTICI - FORNI DI SOPRA (UD)