Maddaloni
è un comune in provincia di Caserta, la cittadina
è situata a sud-est del capoluogo, ai piedi
del monte San Michele. È uno dei centri abitati
più popolosi della provincia di Caserta dalla
quale dista 5 km. La città di Maddaloni è
uno dei maggiori centri religiosi della Provincia
di Caserta infatti in passato era chiamata "la
città delle venti cupole", date le sue
numerose chiese. Ciò testimonia che la stragrande
maggioranza dei cittadini sia Cattolica, ma sono molto
attive anche comunità di Testimoni di Geova
e di Evangelici. La maggior parte della popolazione
è dedita al Terziario, ma molte persone lavorano
in fabbriche dislocate in zona o nelle prossime vicinanze.
Da citare è la grande presenza di industrie
agricole nelle zone più esterne del comune
.
ETIMOLOGIA
Il nome Maddaloni secondo gli studiosi non ha ancora
una fonte certa ma le ipotesi più accreditate
sono due. La prima ipotesi è che il nome sia
ispirato alla Maddalena, assumendo che esso fosse
tradotto in dialetto come Matalune. La seconda ipotesi
è il nome della città derivi da un nome
longobardo: Matalo o Madalo. Un'ultima ipotesi vorrebbe
che il nome derivi, dal medioevo, da "Mezza Luna",
descrivendo così la forma che è andata
assumendo l'espansione del centro abitato rispetto
alla collina che sorge dietro di esso.
DA
VEDERE
Santuario
Di San Michele
All'altezza di 427 m si trova questo magnifico Santuario
che è anche uno dei luoghi più suggestivi
della città ; secondo fonti accertate il santuario
era presente già nel 1113 .
Basilica
Minore Del Corpus Domini
Una delle testimonianze del florido periodo maddalonese
. Da citare sono le splendide opere che si trovano
all'interno della Chiesa , ma l'opera di maggior rilievo
è il campanile disegnato dall'architetto Luigi
Vanvitelli .
Convitto
Nazionale G.Bruno
La più antica istituzione scolastica della
provincia casertana , il Convitto nasce grazie a Giuseppe
Bonaparte che emana una legge nel 1807 . La struttura
trova residenza a Maddaloni nel soppresso monastero
dei Conventuali . Tra i suoi allievi piu famosi è
da citare Luigi Settembrini che frequentò l'istituto
dal 1821 al 1827 .
Museo
degli Antichi Mestieri e della Civiltà Contadina
In questo museo sono raccolti i maggiori attrezzi
da lavoro e riproposti alcuni laboratori d'epoca del
sellaro, del ferraro, del mannese, del carzularo,
del sergerellaro, dello spurtellaro, del conciapiatti
e del contadino. http://www.museoantichimestieri.it
Museo
civico Di Maddaloni
Importante museo della provincia di Caserta , raccoglie
per la maggior parte reperti dell'antica Calatia.
Il museo ha una superficie utile di circa 650 mq distribuita
su tre livelli e precisamente piano terra, primo e
secondo piano. Il piano terra ha una funzione polivalente
che varia dall'utilizzo dell'ambiente a sala per conferenze,
proiezioni, laboratorio didattico e, all'occorrenza,
anche come spazio espositivo per mostre.
Museo
Archeologico Calatino
E situato allinterno del Casino ducale
dei Carafa della Stadera, che fu una delle
residenze principali di questa famiglia. La mostra
riguarda tre temi principali:il territorio, la città,
e la necropoli, nelle quali le varie vetrine espongono
numerosi e preziosi oggetti utili a ricostruire la
vita quotidiana che si svolgeva nellantica città
calatina.
Chiesa
di S.Margherita
Castello
Simbolo della città , domina da ogni strada
della cittadina . Risale al periodo normanno fu costruito
per la sua posizione strategica . L'edificio è
situato a 170 metri sul livello del mare, ha una forma
irregolare e nel corso degli anni ha subito molte
trasformazioni, come si possono notare ancora oggi.
Il complesso della fortificazione è sviluppato
intorno alla grande torre rettangolare che è
alta più di venti metri. Essa si sviluppa su
due livelli: il primo è composto da due stanzoni,
separati da un muro centrale, traforato da due archi
a tutto sesto, che mantiene le due volte a botte;
il secondo è formato da un unico ambiente,
attualmente scoperto, ma tempo fa coperto da una volta
a crociera.
Calatia
Nel suo territorio comunale, ai limiti con quello
di San Nicola la Strada,le fonti antiche ricordano
la presenza di un centro abitato dal nome di Calatia.
Caduto in errore, il Cluviero identificava Calatia
nell'attuale Caiazzo (all'epoca Caiatia): conoscendo,
dalle fonti, l'ubicazione del piccolo centro campano
a cavaliere dell'Appia, ricostruiva per quest'ultima
un percorso alternativo che le permetteva di agganciare
il centro collinare, l'unico a continuità di
vita, e unificare, quindi, le due città. Già
Camillo Pellegrino riconosceva l'errore topografico
del Cluviero. Segnalandone l'incoerenza nella lettura
delle fonti e il mancato riscontro dei luoghi, egli
riaffermava l'esistenza di due centri diversi e, a
partire dalla testimonianza della Tabula Peutingeriana,
proponeva la corretta ubicazione della Calatia a sud
del Volturno. La città è nota perché
venne menzionata dai cronisti romani durante le guerre
sannitiche. Strabone nomina due volte Calatia (libri
V e VI), ponendola sempre sulla Via Appia insieme
a Caudio, Capua, Casilino e Benevento. Allo stesso
modo, Appiano Alessandrino III (II sec. d.C.) pone
Capua tra i due centri di Calatia e Casilino (l'odierna
Capua). Tito Livio, poi, nomina Calatia, per la prima
volta, a proposito della seconda guerra sannitica
(327-321, 316-304). Calatia era antica sede vescovile,
spostata poi a Casertavecchia in seguito alle invasioni
barbariche. La leggenda vuole che primo vescovo e
fondatore della diocesi sia stato sant'Augusto. Sono
anche attestate la denominazioni di Galatia nella
toponomastica dei paesi viciniori, come la via Galatina
in Cervino, e di Gahatie nella Tavola Peutingeriana.
Oggi resta solo un frammento di muro di cinta in opus
vetus, detto il torrione, ai confini col comune di
San Nicola la Strada lungo il tracciato dell'antica
Via Appia.