VENEZIA
è situata, insieme a numerose piccole isole,
all'interno della Laguna di Venezia, nella parte nord-occidentale
del Mare Adriatico. Il suo comune è abitato
anche nelle città di terraferma Mestre, Marghera
e nelle varie isole della sua laguna. Il nome - o
toponimo - di Venezia significa luogo, o terra, o
città dei Veneti. Storicamente soprannominata
la Serenissima o anche la Dominante, è stata
per più di un millennio capitale della Repubblica
di Venezia. Venezia sorge sulla laguna veneta nell'omonimo
golfo e dista 28 km da Treviso e circa 30 da Padova.
La città storica è sempre stata isolata
dalla terraferma, finché nel 1841 cominciarono
i lavori per la costruzione del ponte ferroviario
per raggiungere la stazione di Santa Lucia.
I
treni cominciarono ad arrivare a Venezia a partire
dal gennaio 1846. Per poterla raggiungereinauto si
dovette aspettare il 1933, quando Mussolini inaugurò
il Ponte della Libertà, lungo 4Km, che collega
Mestre a Piazzale Roma. Il territorio comunale comprende,
oltre alla stessa città di Venezia e alle isolelagunari,
un ampia porzione di terraferma comprendente Mestre
e Porto Marghera, con il suo vasto polo industriale.
È la città con il più alto flusso
turistico in Italia, 29.326.000 di presenze in provincia
nell'anno 2002, rispetto a Roma (19.486.000) e Firenze
(9.540.000). Ha un flusso turistico abbastanza costante,
anche se i periodi di maggior afflusso sono durante
il Carnevale, e il periodo che va fra maggio e ottobre.
La dichiarazione di patrimonio dell'umanità
da parte dell'UNESCO risale al 1987 e si estende oltre
alla città storica anche a tutta la sua laguna.
L'
acqua alta a Venezia
Acqua alta a San MarcoCon il termine di acqua alta
sono indicati nella laguna di Venezia picchi di marea
particolarmente pronunciati, tali da provocare allagamenti
nell'area urbana. Il fenomeno è frequente soprattutto
nel periodo autunnale-primaverile, quando l'alta marea
arriva ad allagare buona parte della città
rendendo difficili gli spostamenti per calli e campi.
Il fenomeno dell'acqua alta è generato dalla
combinazione di due fattori principali: un contributo
astronomico che crea l'alternarsi regolare delle maree
ed una causa meteorologica, l'ondata di bufera (storm
surge in inglese), composta dalla combinazione di
vento e pressione atmosferica sulla massa marina;
l'alta marea da sola non genera l'acqua alta, è
l'ondata di bufera che combinandosi con gli eventi
di alta marea porta il livello dell'acqua ad alzarsi
oltre i livelli normali ed in modo molto meno prevedibile.
Il rialzo dell'acqua oltre il livello di marea è
un fenomeno normale in un bacino chiuso come ilmare
Adriatico ed il vento che lo favorisce non è
tanto la Bora comune a Venezia ma lo Scirocco che
agisce in senso longitudinale su tutta la massa d'acqua
dell'Adriatico. L'apertura delle bocche di porto,
aumentando i canali di scambio d'acqua tra laguna
e mare, ha amplificato il fenomeno che nel passato
era un evento straordinario per la città.
Principali
monumenti
Il cuore della città di Venezia è Piazza
San Marco, per definizione l'unica a meritarsi il
nome di piazza: le altre piazze sono chiamate infatti
"campi" o "campielli". La Basilica
di San Marco appare al centro della piazza, colorata
d'oro e rivestita da mosaici che raccontano la storia
di Venezia, assieme ai meravigliosi bassorilievi che
raffigurano i mesi dell'anno. Sopra la porta principale,
i quattro cavalli bronzei di Costantinopoli, (sono
copie: gli originali sono nel museo di San Marco)
ricordano la quarta Crociata del 1204. La sua forma
a croce greca è sovrastata da cinque enormi
cupole. È la terza Basilica dedicata a San
Marco che sorge in questo luogo: le prime due andarono
distrutte. Pare che questa versione sia stata ispirata
dalla chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli.
L'interno è rivestito di mosaici a fondo oro
che raffigurano passi biblici e allegorici. Inizialmente,
era la cappella dei Dogi della Repubblica di Venezia.
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Il
Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale sorge a fianco della Basilica: a
unirli, la Porta della Carta, meravigliosa opera di
Bartolomeo Bon, che oggi è l'uscita del museo
di Palazzo Ducale. L'ingressoprincipale è sul
lato che guarda alla laguna. Sede del governo della
Serenissima, è stato costruito nel XV secolo
con marmi d'Istria. Qui sorgeva un castello, poi dato
alle fiamme per far uscire Pietro IV Candiano che
vi aveva trovato rifugio durante una sommossa. Ora
il Palazzo è un museo, con opere dei migliori
artisti veneziani: la Biblioteca Sansovina, che si
trova al suo interno, ospita delle mostre temporanee.
Da vedere la Sala del Maggior Consiglio, che per secoli
fu la più grande sede di governo del mondo,
il Ponte dei Sospiri, le carceri e i Piombi.
Il
campanile di San Marco
Di fronte al Palazzo Ducale sorge il campanile di
San Marco: costruito nel 1173 come faro per i naviganti,
fu restaurato da Bartolomeo Bon nel XV secolo. Crollò
il 14 luglio 1902 e venne interamente ricostruito.
La loggetta in marmo rosso di Verona è un'opera
di Jacopo Sansovino, e su di essa si trovano i bassorilievi
che raffigurano allegorie con le imprese della Repubblica
del Leone.
Il Ponte di Rialto
Un altro simbolo della città è il Ponte
di Rialto: opera di Antonio Da Ponte, sorse nel 1591.
Costituiva l'unico modo di attraversare il Canal Grande
a piedi: infatti, rimase l'unico ponte fino al 1854,
quando fu costruito il Ponte dell'Accademia. Sui lati
del corpo centrale si trovano negozi di lusso mentre,
alla fine del ponte, nel sestiere di San Polo, la
pittoresca pescheria e la chiesa di San Giacomo di
Rialto. Altri importanti monumenti veneziani sono
l'Arsenale, la chiesa di Santa Maria della Salute,
la basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, le
sinagoghe del Ghetto. I canali principali della città
sono il Canal Grande ed il Canale della Giudecca.
Il primo taglia in due la città tracciando
una "S", il secondo separa il centro storico
propriamente detto dall'isola della Giudecca.
MURANO
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Murano
è un'isola situata a nord-est di Venezia, lungo
il canale dei Marani. È totalmente urbanizzata,
escludendo la Sacca S. Mattia tuttora in fase di bonifica.
Ospita circa 6.000 abitanti. È composta da
sette isole minori divise da canali e rii ma collegate
tra loro da ponti. Il
suo nome deriva da Amurianum, uno dei quartieri di
Altino, ma a differenza delle altre tre isole in cui
si stanziarono gli altini, Murano è molto vicina
a Venezia. Questa è la penultima isola della
laguna veneta prima delle Fondamenta Nuove. In effetti
se si prende il vaporetto, prima si potrebbe ammirare
l'isola di San Michele, poi Murano. La Fondamenta
dei Vetrai è la più antica "via"
dove vennero erette le vetrerie. Le vetrerie di Venezia
vennero portate sull'isola a cavallo fra il X e l'XI
secolo, perché all'epoca i palazzi di Venezia
erano principalmente di legno e spesso le fiamme che
potevano sfuggire dai forni necessari alla produzione
del vetropotevano essere fatali per i palazzi attigui.
Un altro motivo della presenza delle vetrerie a Murano
era la volontà della Serenissima di difendere
l'arte veneziana per antonomasia. In effetti i mastri
vetrai erano obbligati a vivere sull'isola e non potevano
lasciare Venezia senza un permesso speciale. Molti
fuggirono ed insegnarono le tecniche vetraie all'estero.
La più importante crisi che colpì quest'arte
si ebbe nel XV secolo quando nacquero i cristalli
di Boemia: ebbe inizio una vera e propria guerra industriale
fra i due stati, tanto che poi un veneziano riuscì
a carpirne i segreti. Ma la verarivoluzione avvenne
grazie ad un mastro vetraio che inventò in
quel periodo i famosi lampadari in vetro di Murano.
Una curiosità: solo i mastri vetrai, fra i
non nobili, potevano sposare figlie di patrizi. È
nota in tutto il mondo per la produzione di vetro
soffiato. Grazie all'artigianato e grazie a questo
l'isola gode di un notevole flusso turistico. Il vetro
di Murano come molta produzione italiana è
spesso oggetto di imitazioni, per lo più di
qualità scadente. L'isola
ha dato i natali ai comici cabarettisti Carlo e Giorgio
e all'attore Lino Toffolo.
MONUMENTI
Tra i monumenti più importanti ci sono la chiesa
dei Santi Maria e Donato di stile veneto-bizantino
costruita nel VII secolo e rifatta nel XII e la chiesa
di San Pietro Martire eretta nel XV-XVI secolo, contenente
dipinti di Paolo Veronese e Giovanni Bellini. Nell'ala
destra si può ammirare la splendida cappella
della famiglia Ballarin di Murano. Da non dimenticare
il Museo del vetro, dove si può vedere una
collezione prestigiosa di vetri artistici risalenti
ad epoche antiche in cui la lavorazione del vetro
iniziava ad affermarsi. Il Palazzo della Mula vicino
alla chiesa di San Pietro Martire ricorda ad alcuni
il Cremlino: in effetti fu un architetto italiano
ad erigere il monumento russo.
MESTRE
La
città Mestre è la undicesima tra le
27 città decorate con Medaglia d'Oro come"Benemerite
del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente
patriottiche compiute dalla città nel periodo
del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia,
compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine
della prima Guerra Mondiale.
STORIA
La leggenda, priva di fondamento storico, narra di
un eroe mitico, Antenore, che fuggito da Troia distrutta
a capo del popolo degli Heneti, veleggiò verso
l'Alto Adriatico e, una volta sbarcato, fondò
la città di Padova dando alla regione il nome
di Veneto. Al suo seguito ci sarebbe stato un valoroso
guerriero, Mesthle, figlio di Pilemene, re di Paflagonia,
che, separatosi con altri da Antenore, si stabilì
in una località boscosa fronteggiante la laguna,
la mitica Selva Fetontea, dove fondò una città
che, dal proprio nome, chiamò Mestre. La vera
origine di Mestre è incerta, ma è sicuro
che sia stata sede di un insediamento romano, probabilmente
un oppidum (ovvero una località fortificata),
distrutto poi da Attila e ricostruito nel X secolo.
L'Itinerarium Burdigalense, una guida per pellegrini
risalente all'alto medioevo, parla solo di una "mutatio
ad Nonum", cioè una posta di cambio per
cavalli a nove miglia (circa 13,5 km) da Altino, lungo
la Via Annia, località identificabile con l'attuale
Forte Marghera. La prima traccia storica si incontra
in un diploma del 994, dellimperatore Ottone
III, il quale donò a Rambaldo, conte di Treviso,
un terreno nel territorio denominato Mestre. Nel 1152,
poi, una bolla del papa Eugenio III riconobbe come
padrone di Mestre il vescovo di Treviso, Bonifacio;
nella bolla venivano specificate, tra le proprietà,
la chiesa arcipretale di San Lorenzo, il castello
ed il porto. Nel 1257 un altro vescovo, Alberico,
ne cedette il possesso ad Alberico da Romano, Podestà
di Treviso, che vi nominò un Capitano, per
lesercizio del potere amministrativo, militare
e giudiziario. Nel frattempo, cresceva l'importanza
economica del porto di Cavergnago, situato sul fiume
Marzenego (allora conosciuto come "fiume Mestre",
e non si sa se la cittadina ha dato il nome al fiume
o viceversa). Il porto era di fondamentale importanza,
in quanto collegava Venezia, allora in rapida espansione,
con la terraferma nel punto dove si incontravano tre
strade importanti: la Padovana, la Castellana ed il
Terraglio. Era attraverso questo porto che Venezia
riceveva i generi di prima necessità. Nel 1274
un incendio distrusse il castello e i trevigiani,
invece di ricostruirlo, preferirono fortificare il
vicino borgo, che diventò il Castelnuovo. Del
Castelvecchio, posizionato nella zona dove oggi sorge
l'Ospedale Umberto I, non sono rimaste tracce. Nel
XIII secolo Mestre fu coinvolta nella guerra fratricida
tra Ezzelino da Romano e il fratello Alberico. Quest'ultimo
infatti aveva conquistato Treviso (e quindi anche
Mestre), ma Ezzelino occupò per ritorsione
il Castelnuovo tra il 1245 e il 1250. In seguito,
i due fratelli giunsero ad un accordo e castello e
borgo passarono dalla giurisdizione religiosa del
vescovo a quella civile di Treviso. Nel 1317 Cangrande
della Scala incominciò a minacciare Treviso,
che come contromisure rinforzò tra l'altro
il castello di Mestre. Nel 1318 gli scaligeri tentarono
a più riprese di conquistare la piazzaforte,
che però resistette contro ogni aspettativa.
Purtroppo le soldatesche, ritirandosi, saccheggiarono
i territori dei dintorni provocando una grave crisi
economica. Alla fine, nel 1323 Treviso, stremata dalla
lunga guerra e abbandonata dall'imperatore, capitolò
finendo sotto il dominio veronese e con essa
Mestre. Ma negli anni successivi a Venezia subentrò
la consapevolezza che lo strapotere degli Scaligeri
era una minaccia per gli interessi commerciali della
Serenissima in terraferma. Così il 29 settembre
1337, giorno di San Michele Arcangelo patrono di Mestre,
il comandante veneziano Andrea Morosini, corrompendo
i 40.000 mercenari tedeschi di guardia, conquistò
il castello di Mestre. La Serenissima Repubblica governò
Mestre attraverso un Podestà e Capitano.
Il primo fu Francesco Bon , lultimo Daniele
Contarini (1796). Treviso venne conquistata il 2 dicembre
1338 e il 21 gennaio dell'anno successivo venne firmata
la pace tra Venezia e Verona, che pose fine definitivamente
alle ostilità. Nel XIV secolo il traffico di
merci tra Mestre e Venezia era diventato così
importante che venne costruito un canale artificiale,
il Canal Salso, che dalla laguna arrivava fino al
cuore del borgo.
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Il
dominio veneziano terminò il 16 luglio 1797,
quando Napoleone Bonaparte occupò Venezia mettendo
fine alla Serenissima Repubblica. Mestre, adeguandosi
al modello francese, nel 1808 si costituì in
Comune, dotandosi di un consiglio di 40 membri e di
un Podestà nominato dal governo centrale. Alla
caduta di Napoleone, Mestre passò sotto il
dominio austriaco, vedendosi ingrandito il territorio
comunale con l'incorporazione dei limitrofi comuni
di Carpenedo e Marocco. Dopo 34 anni di dominio austriaco,
un po' tutte le classi sociali aspettavano l'occasione
buona per manifestare il proprio malcontento. La scintilla
contro tutti i governi della Restaurazione scoccò
anche a Venezia, dove il 22 marzo 1848 Daniele Manin,
a capo degli insorti, cacciò gli austriaci
e proclamò la Repubblica. A Mestre molti patrioti,
disarmarono con facilità i pochi soldati di
guardia in città. Istituita una Guardia Civica,
marciarono contro il Forte Marghera, dove riuscirono
ad entrare e ad impadronirsi della fortezza in mano
agli austriaci. Negli stessi giorni volontari stavano
raggiungendo, da ogni parte d'Italia, il Lombardo-Veneto,
dove gli austriaci si erano asserragliati nel Quadrilatero.
Mestre fu un crocevia per questi giovani. In maggio,
però, le truppe austriache riconquistarono
tutto il Lombardo-Veneto e il 18 giugno rioccuparono
anche Mestre. Intanto, Carlo Alberto, con l'armistizio
di Salasco, abbandonava Milano e Venezia al loro destino.
Milano era già caduta, solo Venezia resisteva
contro l'Austria. Mentre ormai Mestre era perduta,
baluardo di Venezia restò il Forte Marghera
che, assieme ai forti Manin e di S. Giuliano e alla
Ridotta Rizzardi, poteva contare su 140 pezzi d'artiglieria
e 2.300 uomini al comando del colonnello Ulloa. La
situazione ristagnò per alcuni mesi, fino al
27 ottobre 1848, quando fu tentata un'azione di forza
per liberare Mestre: la famosa Sortita dal Forte Marghera.
All'alba del 27 ottobre 2.000 uomini, capitanati dal
tenente Antonio Olivi, uscirono dal Forte e ricacciarono
verso Mestre le truppe austriache di stanza a S.Giuliano.
Raggiunti da altri insorti, che avevano liberato Piazza
Barche, si diressero tutti al Ponte della Campana,
di fronte a Piazza Maggiore (oggi Piazza Ferretto),
dove c'erano quattro cannoni austriaci che, tuttavia,
non riuscirono a fermare i nostri. Così Mestre
fu liberata dagli occupanti, messi in fuga verso Treviso.
Era però solo un'operazione di effetto, non
destinata a resistere nel tempo, data la sproporzione
tra le forze veneziane e quelle austriache comandate
dal generale Haynau: 24.000 uomini e 200 cannoni concentrati
a Mestre e dintorni. Nei giorni successivi Mestre
fu riconquistata definitivamente e tra il 4 e il 26
maggio il Forte Marghera fu tenuto sotto assedio.
In quei giorni il forte fu il bersaglio di 70.000
bombe e 500 furono i morti e i feriti di parte italiana.
I sopravvissuti del forte, dopo aver distrutto quanto
ancora poteva servire al nemico, si ritirarono a Venezia,
l'estremo baluardo. Venezia si arrese, stremata, il
22 agosto 1849. Durissima fu la repressione degli
austriaci: fucilazioni, deportazioni, carcere duro
per coloro che erano stati protagonisti di quel periodo,
eroico e terribile. Dopo lannessione del Veneto
al Regno dItalia del 1866, Mestre rimase un
comune indipendente; un decreto del re Vittorio Emanuele
III 26 agosto 1923 attribuiva a Mestre il titolo di
"Città". Poi, il 24 agosto 1926 cessò
l'autonomia amministrativa: il distretto costituito
dai comuni autonomi di Mestre, Chirignago, Zelarino
e Favaro Veneto venne dichiarato parte integrante
del comune di Venezia.
MESTRE
OGGI
Mestre ha visto una crescita vertiginosa di abitanti
a partire dagli anni sessanta a causa di politiche
abitative e del lavoro che non hanno favorito i residenti
lagunari. Mestre visse una fase di fortissima espansione
edilizia e demografica negli anni settanta (anni in
cui raggiunse l'apice della sua popolazione con 220.000
abitanti), l'assenza di un'amministrazione locale
e il concentrarsi dell'amministrazione veneziana sul
centro storico della città hanno però
fatto sì che tale sviluppo sia avvenuto in
totale disordine e al di fuori di un piano regolatore.
Questo contesto ha creato una condizione particolare
per cui i nuovi mestrini arrivati in quegli anni dal
centro lagunare e dal resto d'Italia non hanno sviluppato
un forte rapporto di identificazione con Mestre. Il
centro storico lagunare vive prevalentemente sul turismo,
presente tutto l'anno, mentre Mestre è cresciuta
grazie al polo industriale di Marghera. Vi sono sostenitori
di un progetto per separare Mestre da Venezia creando
due comuni distinti, ma nei quattro referendum popolari
svoltisi negli anni 1979, 1989, 1994 e 2003, i cittadini
si sono sempre espressi contro la separazione. Va
detto però che alle suddette consultazioni
non hanno partecipato soltanto i residenti mestrini
interessati, ma tutti gli abitanti dell'intero territorio
comunale di Venezia, va inoltre menzionato il fatto
che l'affluenza alle urne non avrebbe comunque mai
raggiunto il quorum per far passare i referendum.
Oggi Mestre rappresenta lo sviluppo urbano di Venezia,
ormai impossibilitata a crescere nella laguna. La
crisi dell'industria chimica e il generale ridimensionamento
delle grandi città del Nord hanno fatto sì
che Mestre abbia registrato un sensibile calo di abitanti
negli ultimi tempi, tuttavia con i suoi 186.000 abitanti
contribuisce in larga parte a posizionare Venezia
come prima città del Veneto e undicesima in
Italia per popolazione. La città, tuttavia,
continua ad essere centro principale per la cultura
della terraferma, grazie all'importante palazzo-congressi
del Centro Candiani, al Teatro Toniolo, alle numerose
associazioni culturali e alle scuole (come il liceo
classico Franchetti, gli scientifici Bruno e Morin,
liceo sperimentale Stefanini, gli istituti tecnici
Pacinotti, Zuccante e Gritti quest'ultimo sede in
terraferma del "Padre" Algarotti a Venezia).
Piazza Ferretto: sviluppatasi inizialmente nel medioevo
come piazza del mercato e successivamente come capolinea
della rete tranviaria, si arricchì poi di esercizi
commerciali e del Teatro Toniolo. Sulla piazza sorgono
il seicentesco Duomo di San Lorenzo, il Palazzo da
Re, il cui portico ospitava il mercato delle granaglie,
la Torre dell'Orologio (costruita come casa-torre
dai Collalto nel 1108, poi inglobata nel secondo e
meno risalente Castello di Mestre e oggi unica rimasta
delle quindici o diciassette torri che, a seconda
delle diverse fonti storiche, componevano quest'ultimo,
detto Castelnuovo), il Palazzo Podestarile e la Provvedaria.
La piazza dal 1995-98 è stata ristrutturata
secondo un progetto dell'architetto Guido Zordan.
Al centro della piazza è stata collocata una
fontana, al centro della quale è stata posta
una scultura in bronzo dorato di Alberto Viani intitolata
"Nudo". Altre opere di dubbio interesse
artistico sono il monumento alla Resistenza di Murer
in Piazza XXVII Ottobre (conosciuta comunemente con
il nome di "Piazza Barche" poiché
in passato era un molo d'attracco per le barche che
venivano da Venezia) e la fontana di Gianni Aricò
in via Piave. La Madonna del Don: presso la chiesa
dei Cappuccini (Via Cappuccina) è custodita
l'icona della "Madonna del Don", trovata
dagli Alpini in Russia nel 1943. Tale icona è
venerata dagli Alpini che ogni anno nel mese di settembre
si ritrovano da tutta Italia per celebrare la ricorrenza,
alternandosi tra le varie sezioni dell'Associazione
Nazionale Alpini (ANA) nell'offrire l'olio destinato
ad alimentare la lampada votiva per l'anno a seguire.
I due grandi parchi cittadini: Parco San Giuliano
(prospiciente la Laguna) e Parco Alfredo Albanese
(dedicato al vice-questore ucciso dalle Brigate Rosse)
noto dai locali come Parco della Bissuola poiché
sorge appunto nella zona denominata Bissuola. I Forti
che costituivano il campo trincerato di Mestre. Mestre
è la più grande città italiana
a non avere lo status di Comune.
Sebbene Mestre non sia più un comune indipendente
dal 1926, lo è diventato "fiscalmente"
negli anni settanta con l'introduzione del codice
fiscale: infatti, ai cittadini nati a Mestre era stato
originariamente attribuito un codice che conteneva
il codice catastale F159 del "comune di Mestre".
Negli anni successivi l'errore è stato corretto,
assegnando un nuovo codice fiscale a tutti i cittadini.
Il Parco di San Giuliano è stato scelto per
ospitare il festival rock Heineken Jammin' Festival,
dal 14 al 17 giugno 2007. La manifestazione, giunta
alla sua decima edizione, avrebbe dovuto svolgersi,
come tradizione, all'Autodromo di Imola, ma la direzione
decise di spostarlo nel parco mestrino per sfruttare,
oltre alla grande capienza di pubblico, il bellissimo
panorama di Venezia, che si scorge da San Giuliano.
Purtroppo, nel pomeriggio del 15 giugno, violente
raffiche di vento causarono il crollo di alcune torrette
per l'illuminazione e il ferimento di una trentina
di persone, rendendo necessaria la chiusura anticipata
della manifestazione.
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CHIRIGNAGO
E' una località della Città di Venezia,
situata sulla terraferma ad ovest di Mestre. Conta
7.549 abitanti (25 febbraio 2009). Già sede
del quartiere 12 "Chirignago-Gazzera", costituisce
oggi il principale centro della municipalità
di Chirignago-Zelarino. Chirignago si presenta oggi
come un grosso quartiere residenziale che forma un
continuum non solo con la conurbazione di Mestre,
ma anche con la limitrofa Spinea. Il territorio di
Chirignago, del tutto pianeggiante, è attraversato
da alcuni corsi d'acqua, il più importante
dei quali è il Rio Cimetto, e da numerosi fossi
per lo smaltimento delle acque piovane e l'irrigazione
dei campi. Dal punto di vista urbanistico il paese
era originariamente sviluppato attorno all'attuale
Piazza San Giorgio, per poi allargarsi lungo l'odierna
via Miranese. Verso la metà del 1800, la costruzione
della ferrovia Mestre-Padova ruppe la continuità
geografica di Chirignago con il sobborgo Catene, tale
ferrovia è tuttora il confine tra le municipalità
di Marghera e Chirignago-Zelarino.
ETIMOLOGIA
È ancora incerta l'origine etimologica del
toponimo. Da osservare inoltre che l'attuale forma
si fissò solo a metà Ottocento e prima
erano in uso le varianti Clarignago, Clerinaco, Caurignago,
Chierignesco, Chierignago. La desinenza -ago, particolarmente
frequente in Veneto, può ricordare un praedium,
cioè un territorio agricolo assegnato ad un
colono che, si ipotizza, poteva chiamarsi Clarinus
o Quirinus. Il complesso dei suoi beni era denominato
allora praedium Clarinacus. Se invece lo si collega
a Quirinus lo si può mettere in relazione con
l'omonima divinità. Un'altra proposta lo fa
derivare sempre da Clarinus, identificato però
come un antico corso d'acqua così denominato
per le acque cristalline. Forse la palude dei dintorni
(storicamente accertata) veniva chiamata Clarini Lacus
e l'antica parrocchia estendeva il suo territorio
su quest'area.