LA PERLA VENEZIANA
IL CERCHIO EDITORE
COLLEGIO VESCOVILE BARBARIGO - PADOVA
POLO SpA - Teolo (PD)
 
 
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    Venezia   e   Mestre      

VENEZIA è situata, insieme a numerose piccole isole, all'interno della Laguna di Venezia, nella parte nord-occidentale del Mare Adriatico. Il suo comune è abitato anche nelle città di terraferma Mestre, Marghera e nelle varie isole della sua laguna. Il nome - o toponimo - di Venezia significa luogo, o terra, o città dei Veneti. Storicamente soprannominata la Serenissima o anche la Dominante, è stata per più di un millennio capitale della Repubblica di Venezia. Venezia sorge sulla laguna veneta nell'omonimo golfo e dista 28 km da Treviso e circa 30 da Padova. La città storica è sempre stata isolata dalla terraferma, finché nel 1841 cominciarono i lavori per la costruzione del ponte ferroviario per raggiungere la stazione di Santa Lucia.

I treni cominciarono ad arrivare a Venezia a partire dal gennaio 1846. Per poterla raggiungereinauto si dovette aspettare il 1933, quando Mussolini inaugurò il Ponte della Libertà, lungo 4Km, che collega Mestre a Piazzale Roma. Il territorio comunale comprende, oltre alla stessa città di Venezia e alle isolelagunari, un ampia porzione di terraferma comprendente Mestre e Porto Marghera, con il suo vasto polo industriale. È la città con il più alto flusso turistico in Italia, 29.326.000 di presenze in provincia nell'anno 2002, rispetto a Roma (19.486.000) e Firenze (9.540.000). Ha un flusso turistico abbastanza costante, anche se i periodi di maggior afflusso sono durante il Carnevale, e il periodo che va fra maggio e ottobre. La dichiarazione di patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO risale al 1987 e si estende oltre alla città storica anche a tutta la sua laguna.

L' acqua alta a Venezia
Acqua alta a San MarcoCon il termine di acqua alta sono indicati nella laguna di Venezia picchi di marea particolarmente pronunciati, tali da provocare allagamenti nell'area urbana. Il fenomeno è frequente soprattutto nel periodo autunnale-primaverile, quando l'alta marea arriva ad allagare buona parte della città rendendo difficili gli spostamenti per calli e campi.
Il fenomeno dell'acqua alta è generato dalla combinazione di due fattori principali: un contributo astronomico che crea l'alternarsi regolare delle maree ed una causa meteorologica, l'ondata di bufera (storm surge in inglese), composta dalla combinazione di vento e pressione atmosferica sulla massa marina; l'alta marea da sola non genera l'acqua alta, è l'ondata di bufera che combinandosi con gli eventi di alta marea porta il livello dell'acqua ad alzarsi
oltre i livelli normali ed in modo molto meno prevedibile.
Il rialzo dell'acqua oltre il livello di marea è un fenomeno normale in un bacino chiuso come ilmare Adriatico ed il vento che lo favorisce non è tanto la Bora comune a Venezia ma lo Scirocco che agisce in senso longitudinale su tutta la massa d'acqua dell'Adriatico. L'apertura delle bocche di porto, aumentando i canali di scambio d'acqua tra laguna e mare, ha amplificato il fenomeno che nel passato era un evento straordinario per la città.

Principali monumenti
Il cuore della città di Venezia è Piazza San Marco, per definizione l'unica a meritarsi il nome di piazza: le altre piazze sono chiamate infatti "campi" o "campielli". La Basilica di San Marco appare al centro della piazza, colorata d'oro e rivestita da mosaici che raccontano la storia di Venezia, assieme ai meravigliosi bassorilievi che raffigurano i mesi dell'anno. Sopra la porta principale, i quattro cavalli bronzei di Costantinopoli, (sono copie: gli originali sono nel museo di San Marco) ricordano la quarta Crociata del 1204. La sua forma a croce greca è sovrastata da cinque enormi cupole. È la terza Basilica dedicata a San Marco che sorge in questo luogo: le prime due andarono distrutte. Pare che questa versione sia stata ispirata dalla chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli. L'interno è rivestito di mosaici a fondo oro che raffigurano passi biblici e allegorici. Inizialmente, era la cappella dei Dogi della Repubblica di Venezia.

Il Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale sorge a fianco della Basilica: a unirli, la Porta della Carta, meravigliosa opera di Bartolomeo Bon, che oggi è l'uscita del museo di Palazzo Ducale. L'ingressoprincipale è sul lato che guarda alla laguna. Sede del governo della Serenissima, è stato costruito nel XV secolo con marmi d'Istria. Qui sorgeva un castello, poi dato alle fiamme per far uscire Pietro IV Candiano che vi aveva trovato rifugio durante una sommossa. Ora il Palazzo è un museo, con opere dei migliori artisti veneziani: la Biblioteca Sansovina, che si trova al suo interno, ospita delle mostre temporanee. Da vedere la Sala del Maggior Consiglio, che per secoli fu la più grande sede di governo del mondo, il Ponte dei Sospiri, le carceri e i Piombi.

Il campanile di San Marco
Di fronte al Palazzo Ducale sorge il campanile di San Marco: costruito nel 1173 come faro per i naviganti, fu restaurato da Bartolomeo Bon nel XV secolo. Crollò il 14 luglio 1902 e venne interamente ricostruito. La loggetta in marmo rosso di Verona è un'opera di Jacopo Sansovino, e su di essa si trovano i bassorilievi che raffigurano allegorie con le imprese della Repubblica del Leone.

Il Ponte di Rialto
Un altro simbolo della città è il Ponte di Rialto: opera di Antonio Da Ponte, sorse nel 1591. Costituiva l'unico modo di attraversare il Canal Grande a piedi: infatti, rimase l'unico ponte fino al 1854, quando fu costruito il Ponte dell'Accademia. Sui lati del corpo centrale si trovano negozi di lusso mentre, alla fine del ponte, nel sestiere di San Polo, la pittoresca pescheria e la chiesa di San Giacomo di Rialto. Altri importanti monumenti veneziani sono l'Arsenale, la chiesa di Santa Maria della Salute, la basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, le sinagoghe del Ghetto. I canali principali della città sono il Canal Grande ed il Canale della Giudecca. Il primo taglia in due la città tracciando una "S", il secondo separa il centro storico propriamente detto dall'isola della Giudecca.

MURANO

Murano è un'isola situata a nord-est di Venezia, lungo il canale dei Marani. È totalmente urbanizzata, escludendo la Sacca S. Mattia tuttora in fase di bonifica. Ospita circa 6.000 abitanti. È composta da sette isole minori divise da canali e rii ma collegate tra loro da ponti. Il suo nome deriva da Amurianum, uno dei quartieri di Altino, ma a differenza delle altre tre isole in cui si stanziarono gli altini, Murano è molto vicina a Venezia. Questa è la penultima isola della laguna veneta prima delle Fondamenta Nuove. In effetti se si prende il vaporetto, prima si potrebbe ammirare l'isola di San Michele, poi Murano. La Fondamenta dei Vetrai è la più antica "via" dove vennero erette le vetrerie. Le vetrerie di Venezia vennero portate sull'isola a cavallo fra il X e l'XI secolo, perché all'epoca i palazzi di Venezia erano principalmente di legno e spesso le fiamme che potevano sfuggire dai forni necessari alla produzione del vetropotevano essere fatali per i palazzi attigui. Un altro motivo della presenza delle vetrerie a Murano era la volontà della Serenissima di difendere l'arte veneziana per antonomasia. In effetti i mastri vetrai erano obbligati a vivere sull'isola e non potevano lasciare Venezia senza un permesso speciale. Molti fuggirono ed insegnarono le tecniche vetraie all'estero. La più importante crisi che colpì quest'arte si ebbe nel XV secolo quando nacquero i cristalli di Boemia: ebbe inizio una vera e propria guerra industriale fra i due stati, tanto che poi un veneziano riuscì a carpirne i segreti. Ma la verarivoluzione avvenne grazie ad un mastro vetraio che inventò in quel periodo i famosi lampadari in vetro di Murano. Una curiosità: solo i mastri vetrai, fra i non nobili, potevano sposare figlie di patrizi. È nota in tutto il mondo per la produzione di vetro soffiato. Grazie all'artigianato e grazie a questo l'isola gode di un notevole flusso turistico. Il vetro di Murano come molta produzione italiana è spesso oggetto di imitazioni, per lo più di qualità scadente. L'isola ha dato i natali ai comici cabarettisti Carlo e Giorgio e all'attore Lino Toffolo.

MONUMENTI
Tra i monumenti più importanti ci sono la chiesa dei Santi Maria e Donato di stile veneto-bizantino costruita nel VII secolo e rifatta nel XII e la chiesa di San Pietro Martire eretta nel XV-XVI secolo, contenente dipinti di Paolo Veronese e Giovanni Bellini. Nell'ala destra si può ammirare la splendida cappella della famiglia Ballarin di Murano. Da non dimenticare il Museo del vetro, dove si può vedere una collezione prestigiosa di vetri artistici risalenti ad epoche antiche in cui la lavorazione del vetro iniziava ad affermarsi. Il Palazzo della Mula vicino alla chiesa di San Pietro Martire ricorda ad alcuni il Cremlino: in effetti fu un architetto italiano ad erigere il monumento russo.


MESTRE

La città Mestre è la undicesima tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come"Benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale.

STORIA
La leggenda, priva di fondamento storico, narra di un eroe mitico, Antenore, che fuggito da Troia distrutta a capo del popolo degli Heneti, veleggiò verso l'Alto Adriatico e, una volta sbarcato, fondò la città di Padova dando alla regione il nome di Veneto. Al suo seguito ci sarebbe stato un valoroso guerriero, Mesthle, figlio di Pilemene, re di Paflagonia, che, separatosi con altri da Antenore, si stabilì in una località boscosa fronteggiante la laguna, la mitica Selva Fetontea, dove fondò una città che, dal proprio nome, chiamò Mestre. La vera origine di Mestre è incerta, ma è sicuro che sia stata sede di un insediamento romano, probabilmente un oppidum (ovvero una località fortificata), distrutto poi da Attila e ricostruito nel X secolo. L'Itinerarium Burdigalense, una guida per pellegrini risalente all'alto medioevo, parla solo di una "mutatio ad Nonum", cioè una posta di cambio per cavalli a nove miglia (circa 13,5 km) da Altino, lungo la Via Annia, località identificabile con l'attuale Forte Marghera. La prima traccia storica si incontra in un diploma del 994, dell’imperatore Ottone III, il quale donò a Rambaldo, conte di Treviso, un terreno nel territorio denominato Mestre. Nel 1152, poi, una bolla del papa Eugenio III riconobbe come padrone di Mestre il vescovo di Treviso, Bonifacio; nella bolla venivano specificate, tra le proprietà, la chiesa arcipretale di San Lorenzo, il castello ed il porto. Nel 1257 un altro vescovo, Alberico, ne cedette il possesso ad Alberico da Romano, Podestà di Treviso, che vi nominò un Capitano, per l’esercizio del potere amministrativo, militare e giudiziario. Nel frattempo, cresceva l'importanza economica del porto di Cavergnago, situato sul fiume Marzenego (allora conosciuto come "fiume Mestre", e non si sa se la cittadina ha dato il nome al fiume o viceversa). Il porto era di fondamentale importanza, in quanto collegava Venezia, allora in rapida espansione, con la terraferma nel punto dove si incontravano tre strade importanti: la Padovana, la Castellana ed il Terraglio. Era attraverso questo porto che Venezia riceveva i generi di prima necessità. Nel 1274 un incendio distrusse il castello e i trevigiani, invece di ricostruirlo, preferirono fortificare il vicino borgo, che diventò il Castelnuovo. Del Castelvecchio, posizionato nella zona dove oggi sorge l'Ospedale Umberto I, non sono rimaste tracce. Nel XIII secolo Mestre fu coinvolta nella guerra fratricida tra Ezzelino da Romano e il fratello Alberico. Quest'ultimo infatti aveva conquistato Treviso (e quindi anche Mestre), ma Ezzelino occupò per ritorsione il Castelnuovo tra il 1245 e il 1250. In seguito, i due fratelli giunsero ad un accordo e castello e borgo passarono dalla giurisdizione religiosa del vescovo a quella civile di Treviso. Nel 1317 Cangrande della Scala incominciò a minacciare Treviso, che come contromisure rinforzò tra l'altro il castello di Mestre. Nel 1318 gli scaligeri tentarono a più riprese di conquistare la piazzaforte, che però resistette contro ogni aspettativa. Purtroppo le soldatesche, ritirandosi, saccheggiarono i territori dei dintorni provocando una grave crisi economica. Alla fine, nel 1323 Treviso, stremata dalla lunga guerra e abbandonata dall'imperatore, capitolò finendo sotto il dominio veronese — e con essa Mestre. Ma negli anni successivi a Venezia subentrò la consapevolezza che lo strapotere degli Scaligeri era una minaccia per gli interessi commerciali della Serenissima in terraferma. Così il 29 settembre 1337, giorno di San Michele Arcangelo patrono di Mestre, il comandante veneziano Andrea Morosini, corrompendo i 40.000 mercenari tedeschi di guardia, conquistò il castello di Mestre. La Serenissima Repubblica governò Mestre attraverso un “Podestà e Capitano”. Il primo fu Francesco Bon , l’ultimo Daniele Contarini (1796). Treviso venne conquistata il 2 dicembre 1338 e il 21 gennaio dell'anno successivo venne firmata la pace tra Venezia e Verona, che pose fine definitivamente alle ostilità. Nel XIV secolo il traffico di merci tra Mestre e Venezia era diventato così importante che venne costruito un canale artificiale, il Canal Salso, che dalla laguna arrivava fino al cuore del borgo.

Il dominio veneziano terminò il 16 luglio 1797, quando Napoleone Bonaparte occupò Venezia mettendo fine alla Serenissima Repubblica. Mestre, adeguandosi al modello francese, nel 1808 si costituì in Comune, dotandosi di un consiglio di 40 membri e di un Podestà nominato dal governo centrale. Alla caduta di Napoleone, Mestre passò sotto il dominio austriaco, vedendosi ingrandito il territorio comunale con l'incorporazione dei limitrofi comuni di Carpenedo e Marocco. Dopo 34 anni di dominio austriaco, un po' tutte le classi sociali aspettavano l'occasione buona per manifestare il proprio malcontento. La scintilla contro tutti i governi della Restaurazione scoccò anche a Venezia, dove il 22 marzo 1848 Daniele Manin, a capo degli insorti, cacciò gli austriaci e proclamò la Repubblica. A Mestre molti patrioti, disarmarono con facilità i pochi soldati di guardia in città. Istituita una Guardia Civica, marciarono contro il Forte Marghera, dove riuscirono ad entrare e ad impadronirsi della fortezza in mano agli austriaci. Negli stessi giorni volontari stavano raggiungendo, da ogni parte d'Italia, il Lombardo-Veneto, dove gli austriaci si erano asserragliati nel Quadrilatero. Mestre fu un crocevia per questi giovani. In maggio, però, le truppe austriache riconquistarono tutto il Lombardo-Veneto e il 18 giugno rioccuparono anche Mestre. Intanto, Carlo Alberto, con l'armistizio di Salasco, abbandonava Milano e Venezia al loro destino. Milano era già caduta, solo Venezia resisteva contro l'Austria. Mentre ormai Mestre era perduta, baluardo di Venezia restò il Forte Marghera che, assieme ai forti Manin e di S. Giuliano e alla Ridotta Rizzardi, poteva contare su 140 pezzi d'artiglieria e 2.300 uomini al comando del colonnello Ulloa. La situazione ristagnò per alcuni mesi, fino al 27 ottobre 1848, quando fu tentata un'azione di forza per liberare Mestre: la famosa Sortita dal Forte Marghera. All'alba del 27 ottobre 2.000 uomini, capitanati dal tenente Antonio Olivi, uscirono dal Forte e ricacciarono verso Mestre le truppe austriache di stanza a S.Giuliano. Raggiunti da altri insorti, che avevano liberato Piazza Barche, si diressero tutti al Ponte della Campana, di fronte a Piazza Maggiore (oggi Piazza Ferretto), dove c'erano quattro cannoni austriaci che, tuttavia, non riuscirono a fermare i nostri. Così Mestre fu liberata dagli occupanti, messi in fuga verso Treviso. Era però solo un'operazione di effetto, non destinata a resistere nel tempo, data la sproporzione tra le forze veneziane e quelle austriache comandate dal generale Haynau: 24.000 uomini e 200 cannoni concentrati a Mestre e dintorni. Nei giorni successivi Mestre fu riconquistata definitivamente e tra il 4 e il 26 maggio il Forte Marghera fu tenuto sotto assedio. In quei giorni il forte fu il bersaglio di 70.000 bombe e 500 furono i morti e i feriti di parte italiana. I sopravvissuti del forte, dopo aver distrutto quanto ancora poteva servire al nemico, si ritirarono a Venezia, l'estremo baluardo. Venezia si arrese, stremata, il 22 agosto 1849. Durissima fu la repressione degli austriaci: fucilazioni, deportazioni, carcere duro per coloro che erano stati protagonisti di quel periodo, eroico e terribile. Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia del 1866, Mestre rimase un comune indipendente; un decreto del re Vittorio Emanuele III 26 agosto 1923 attribuiva a Mestre il titolo di "Città". Poi, il 24 agosto 1926 cessò l'autonomia amministrativa: il distretto costituito dai comuni autonomi di Mestre, Chirignago, Zelarino e Favaro Veneto venne dichiarato parte integrante del comune di Venezia.

MESTRE OGGI
Mestre ha visto una crescita vertiginosa di abitanti a partire dagli anni sessanta a causa di politiche abitative e del lavoro che non hanno favorito i residenti lagunari. Mestre visse una fase di fortissima espansione edilizia e demografica negli anni settanta (anni in cui raggiunse l'apice della sua popolazione con 220.000 abitanti), l'assenza di un'amministrazione locale e il concentrarsi dell'amministrazione veneziana sul centro storico della città hanno però fatto sì che tale sviluppo sia avvenuto in totale disordine e al di fuori di un piano regolatore. Questo contesto ha creato una condizione particolare per cui i nuovi mestrini arrivati in quegli anni dal centro lagunare e dal resto d'Italia non hanno sviluppato un forte rapporto di identificazione con Mestre. Il centro storico lagunare vive prevalentemente sul turismo, presente tutto l'anno, mentre Mestre è cresciuta grazie al polo industriale di Marghera. Vi sono sostenitori di un progetto per separare Mestre da Venezia creando due comuni distinti, ma nei quattro referendum popolari svoltisi negli anni 1979, 1989, 1994 e 2003, i cittadini si sono sempre espressi contro la separazione. Va detto però che alle suddette consultazioni non hanno partecipato soltanto i residenti mestrini interessati, ma tutti gli abitanti dell'intero territorio comunale di Venezia, va inoltre menzionato il fatto che l'affluenza alle urne non avrebbe comunque mai raggiunto il quorum per far passare i referendum. Oggi Mestre rappresenta lo sviluppo urbano di Venezia, ormai impossibilitata a crescere nella laguna. La crisi dell'industria chimica e il generale ridimensionamento delle grandi città del Nord hanno fatto sì che Mestre abbia registrato un sensibile calo di abitanti negli ultimi tempi, tuttavia con i suoi 186.000 abitanti contribuisce in larga parte a posizionare Venezia come prima città del Veneto e undicesima in Italia per popolazione. La città, tuttavia, continua ad essere centro principale per la cultura della terraferma, grazie all'importante palazzo-congressi del Centro Candiani, al Teatro Toniolo, alle numerose associazioni culturali e alle scuole (come il liceo classico Franchetti, gli scientifici Bruno e Morin, liceo sperimentale Stefanini, gli istituti tecnici Pacinotti, Zuccante e Gritti quest'ultimo sede in terraferma del "Padre" Algarotti a Venezia). Piazza Ferretto: sviluppatasi inizialmente nel medioevo come piazza del mercato e successivamente come capolinea della rete tranviaria, si arricchì poi di esercizi commerciali e del Teatro Toniolo. Sulla piazza sorgono il seicentesco Duomo di San Lorenzo, il Palazzo da Re, il cui portico ospitava il mercato delle granaglie, la Torre dell'Orologio (costruita come casa-torre dai Collalto nel 1108, poi inglobata nel secondo e meno risalente Castello di Mestre e oggi unica rimasta delle quindici o diciassette torri che, a seconda delle diverse fonti storiche, componevano quest'ultimo, detto Castelnuovo), il Palazzo Podestarile e la Provvedaria. La piazza dal 1995-98 è stata ristrutturata secondo un progetto dell'architetto Guido Zordan. Al centro della piazza è stata collocata una fontana, al centro della quale è stata posta una scultura in bronzo dorato di Alberto Viani intitolata "Nudo". Altre opere di dubbio interesse artistico sono il monumento alla Resistenza di Murer in Piazza XXVII Ottobre (conosciuta comunemente con il nome di "Piazza Barche" poiché in passato era un molo d'attracco per le barche che venivano da Venezia) e la fontana di Gianni Aricò in via Piave. La Madonna del Don: presso la chiesa dei Cappuccini (Via Cappuccina) è custodita l'icona della "Madonna del Don", trovata dagli Alpini in Russia nel 1943. Tale icona è venerata dagli Alpini che ogni anno nel mese di settembre si ritrovano da tutta Italia per celebrare la ricorrenza, alternandosi tra le varie sezioni dell'Associazione Nazionale Alpini (ANA) nell'offrire l'olio destinato ad alimentare la lampada votiva per l'anno a seguire. I due grandi parchi cittadini: Parco San Giuliano (prospiciente la Laguna) e Parco Alfredo Albanese (dedicato al vice-questore ucciso dalle Brigate Rosse) noto dai locali come Parco della Bissuola poiché sorge appunto nella zona denominata Bissuola. I Forti che costituivano il campo trincerato di Mestre. Mestre è la più grande città italiana a non avere lo status di Comune.
Sebbene Mestre non sia più un comune indipendente dal 1926, lo è diventato "fiscalmente" negli anni settanta con l'introduzione del codice fiscale: infatti, ai cittadini nati a Mestre era stato originariamente attribuito un codice che conteneva il codice catastale F159 del "comune di Mestre". Negli anni successivi l'errore è stato corretto, assegnando un nuovo codice fiscale a tutti i cittadini.
Il Parco di San Giuliano è stato scelto per ospitare il festival rock Heineken Jammin' Festival, dal 14 al 17 giugno 2007. La manifestazione, giunta alla sua decima edizione, avrebbe dovuto svolgersi, come tradizione, all'Autodromo di Imola, ma la direzione decise di spostarlo nel parco mestrino per sfruttare, oltre alla grande capienza di pubblico, il bellissimo panorama di Venezia, che si scorge da San Giuliano. Purtroppo, nel pomeriggio del 15 giugno, violente raffiche di vento causarono il crollo di alcune torrette per l'illuminazione e il ferimento di una trentina di persone, rendendo necessaria la chiusura anticipata della manifestazione.

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CHIRIGNAGO

E' una località della Città di Venezia, situata sulla terraferma ad ovest di Mestre. Conta 7.549 abitanti (25 febbraio 2009). Già sede del quartiere 12 "Chirignago-Gazzera", costituisce oggi il principale centro della municipalità di Chirignago-Zelarino. Chirignago si presenta oggi come un grosso quartiere residenziale che forma un continuum non solo con la conurbazione di Mestre, ma anche con la limitrofa Spinea. Il territorio di Chirignago, del tutto pianeggiante, è attraversato da alcuni corsi d'acqua, il più importante dei quali è il Rio Cimetto, e da numerosi fossi per lo smaltimento delle acque piovane e l'irrigazione dei campi. Dal punto di vista urbanistico il paese era originariamente sviluppato attorno all'attuale Piazza San Giorgio, per poi allargarsi lungo l'odierna via Miranese. Verso la metà del 1800, la costruzione della ferrovia Mestre-Padova ruppe la continuità geografica di Chirignago con il sobborgo Catene, tale ferrovia è tuttora il confine tra le municipalità di Marghera e Chirignago-Zelarino.

ETIMOLOGIA
È ancora incerta l'origine etimologica del toponimo. Da osservare inoltre che l'attuale forma si fissò solo a metà Ottocento e prima erano in uso le varianti Clarignago, Clerinaco, Caurignago, Chierignesco, Chierignago. La desinenza -ago, particolarmente frequente in Veneto, può ricordare un praedium, cioè un territorio agricolo assegnato ad un colono che, si ipotizza, poteva chiamarsi Clarinus o Quirinus. Il complesso dei suoi beni era denominato allora praedium Clarinacus. Se invece lo si collega a Quirinus lo si può mettere in relazione con l'omonima divinità. Un'altra proposta lo fa derivare sempre da Clarinus, identificato però come un antico corso d'acqua così denominato per le acque cristalline. Forse la palude dei dintorni (storicamente accertata) veniva chiamata Clarini Lacus e l'antica parrocchia estendeva il suo territorio su quest'area.

 

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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