Dolo
è un comune della provincia di Venezia. Il
territorio del comune si trova al centro della Riviera
del Brenta, estendendosi su entrambe le rive del Naviglio.
In corrispondenza del centro di Dolo, il Naviglio
si sdoppia formando la cosiddetta isola Bassa. L'area
è solcata da numerosi altri corsi d'acqua,
piccoli rii e canali di scolo come la Seriola Veneta,
il Serraglio, il Brentoncino e il Tergolino. Nel Dolese
il turismo è molto importante; altra attività
artigianale fiorente nella zona della Riviera del
Brenta sono i calzaturifici. Dolo è attraversato
dalla SR 11 (ex strada statale) che costeggia il naviglio.
È servito anche da un'uscita posta sulla tangenziale
di Mestre - A57 e da una stazione ferroviaria, ubicata
in realtà nella frazione Ballò di Mirano.
ETIMOLOGIA
Potrebbe derivare dal nome di persona Davus. Prevalgono
però attualmente tre ipotesi: la prima la mette
in relazione ai Dauli, un'influente famiglia locale;
la seconda afferma che qui, nella seconda metà
del Quattrocento venivano confinate persone colpevoli
di qualche reato; l'ultima la avvicina all'Isola Dandolo,
come era anticamente nominata la zona tra via Mazzini
e via Dauli.
DA
VEDERE
Dolo ha una chiesa (Duomo) completata nel 1776, i
Mulini ed uno "Squero" (cantiere per barche)
cinquecentesco.
MANIFESTAZIONI
Oltre al Patrono di Dolo (San Rocco), è giornata
festiva la Madonna della Salute.
Nella Frazione di Arino si festeggia il patrono San
Michele Arcangelo il 29 settembre, con la tradizionale
sagra paesana e "Paio dea gaina", competizione
famosa in tutta la zona.
Nella frazione di Sambruson si festeggia il patrono
Sant'Ambrogio il 7 dicembre. Gli ambrosiani festeggiano,
inoltre, quale co-Patrono San Valentino il 14 febbraio.
Il mercato settimanale, molto frequentato, al venerdì;
Il mercatino dell'antiquariato, la quarta domenica
di ogni mese;
Il "Carnevale dei Storti" una parata di
carri allegorici;
La Fiera dell'Agricoltura di San Rocco, il 16 agosto;
La Fiera dell'Artigianato, nella seconda metà
di settembre;
La gara podistica non competitiva Family Run, sul
finire di ottobre;
La "Fiera dei mercanti veneti" ogni seconda
domenica del mese.
La Festa della birra, dal 6 al 18 agosto.
ELENCO
EDIFICI STORICI
Villa Santorini-Toderini-Fini (oggi ristorante villa
Fini): via Martiri della Libertà 27; prime
notizie storiche 1665.
Villa Grimani-Migliorini: via Martiri della Libertà;
prime notizie 1635.
Villa Baffo-Vezzi-Avogadro-Velluti: via Ettore Tito;
prime notizie storiche 1661.
Palazzetto Molin-Tito: via Ettore Tito; prime notizie
storiche 1797.
Villa Nani Mocenigo: via Martiri della Libertà
113; prime notizie storiche dal '700.
Villa Mocenigo-Basso: via Martiri della Libertà
3; prime notizie storiche 1642.
Villa Badoer-Fattoretto: angolo via Badoera e via
Tito; prime notizie storiche 1518.
Palazzo Badoer-Gottardo: via Badoera; prime notizie
storiche 1740.
Villa Badoer-Basso: via Badoera; prime notizie storiche
1520.
Villa Morosini-Velluti: via Argine sinistro; prime
notizie storiche 1621.
Villa Morosini: via Ca'Tron.
Villa Mioni: via Ca'Tron 81.
Villa Barbo-Baldan: via Brentabassa; p.n.s. 1637.
Villa Ferretti-Angeli; via Brentabassa 41; p.n.s.
1582.
Villa Foscari-Zen-Bon-Lazzaroni: via Brentabassa;
p.n.s. 1630.
Villa Collalto-Mocenigo-Carminati; via Matteotti;
p.n.s. 1620.
Casa Dotto de Dauli-Gottardo: via Matteotti 84; p.n.s.
1605.
Villa Bortoletti-Bianchi-Seranto-Pittaro: via Matteotti
32; p.n.s. 1635.
Villa Venier-De Goetzen (oggi ristorante): via Matteotti
6; p.n.s. 1739.
Palazzina Bianche-Duodo-Valeggia: via Matteotti 51;
p.n.s. 1797.
Palazzetto "delle Finanze": via Matteotti
63.
Canonica di Dolo: via Dauli 12/14.
Villa Lusi-Andreuzzi-Bon-Spezzati: via Rizzo; p.n.s.
1661.
Villa Dandolo-Michiel: via Mazzini; p.n.s. 1518.
Villa Barbarigo (attualmente in uso all'ospedale di
Dolo) via Mazzini 2; p.n.s. 1661.
Palazzo Molin: via Garibaldi 19; p.n.s. 1566.
Palazzo Corner: Piazza Cantiere; p.n.s. 1740.
Palazzetto Ottoboni: via Garibaldi 63; p.n.s. 1661.
Ca' Ottoboni: via Garibaldi; p.n.s. 1661.
Villa Contarini-Donà-Pisani-Prà: via
San Giacomo; p.n.s 1566.
Villa Concina; via Comunetto 5.
ARINO
Interessanti alcune considerazioni sull'attuale frazione
di Arino, nella quale si trovava una torre difensiva
(la torre Da Rin, da cui deriva Arino ed il nome di
una via). La località di Arino è segnalata
per la prima volta nel 1073, ed è verosimilmente
di fondazione longobarda, poiché è noto
che quel popolo era devoto a San Michele Arcangelo,
tuttora patrono della frazione. Nei vari documenti
antichi, il centro viene riportato con le seguenti
denominazioni: Adrino, Adrine, Arino, Arin, Rin. Nella
guerra tra Padovani e Veneziani (1404), questi ultimi
la scelsero quale campo trincerato e come testa di
ponte per assalire gli avversari: in questo senso
nelle fonti è nominato il Serraglio d'Arin.
SAMBRUSON
Il toponimo Sambruson risulta essere un agionimo derivato
dall'accrescitivo latino di Ambrogio (ovvero da Santuc
Ambrosonus), il patrono infatti della comunità
ambrosiana è per l'appunto S. Ambrogio che
si festeggia il 7 dicembre. Ciò è testimoniato
fin dalle primissime attestazioni del toponimo del
paese, in cui lo si trova indicato con le denominazioni
Sancto Ambrosone, villa Sancti Ambrosonis, villa Sancti
Broxonis. Di questa derivazione aveva certezza già
nel 1506 il vescovo Barozzi il quale, riferendosi
a Sambruson, puntualizzò che si trattava del
paese "Sancti Ambrosii quem, corupto vocabulo,
Brusonum vocant". Tuttociò non permette
però di capire i motivi per i quali in questa
località, in passato, si venne manifestando
una forma di venerazione verso il grande vescovo milanese
(Poppi M., 2008). Secondo una tradizione, probabilmente
una pia leggenda, nell'anno 381 Sant'Ambrogio, in
cammino da Padova verso Aquileia lungo la via Annia,
avrebbe soggiornato o, almeno, si sarebbe fermato
a Sambruson. A ricordo di quel prezioso passaggio
e delle conversioni fiorite alla sua predicazione,
gli abitanti avrebbero trasformato la casa in cui
aveva preso dimora in luogo di preghiera: un oratorio
che divenne centro di un culto verso di lui.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini di Dolo sono abbastanza tarde. Il primo
documento che lo cita esplicitamente è un bando
del 1540 e riguarda la via Venezia-Padova ad villam
Dolli. Alcuni tuttavia ritengono che il primo riferimento
sia un atto del 1241 che parla di una domina Jacobina
soror domini Petri de Dolli, cosa che darebbe credito
a chi sostiene che il toponimo derivi dall'antica
famiglia dei Dauli, da cui discesero i padovani Dotto.
Un documento del 1451 aggiunge che questa famiglia
aveva dato in soccida del bestiame ad un villico di
Cà del Bosco, uno dei quattro comuni che formavano
il paese (gli altri erano il comun piccolo dei Serragli,
il comun dei Serragli e l'isola del Maltempo). È
ovvio tuttavia che la zona doveva essere già
abitata da tempo. Si sa, per esempio, che sin dal
1454 si trovava qui un oratorio dipendente dalla parrocchia
di Fiesso. Lo sviluppo del paese fu dovuto all'espansionismo
economico veneziano (la Serenissima sottrasse il territorio
a Padova nel 1405), dal XV secolo rivolto verso la
terraferma. Fu questo il periodo di maggior splendore
per Dolo che divenne il centro più importante
della Riviera del Brenta. Un forte impulso derivò
anche dalla costruzione di mulini. Sotto Napoleone
Bonaparte (dal 1797), Dolo divenne comune del Distretto
di Venezia. Dopo il 1815 appartenne al Regno Lombardo-Veneto
e, nel 1866, entrò a far parte del Regno d'Italia.