San
Quirico d'Orcia è un comune della provincia
di Siena. Nella
frazione Vignoni è presente un antico castello,
il Castello di Vignoni, quasi disabitato, già
residenza dei Salimbeni nel XII secolo, e successivamente
degli Amerighi dal XIV secolo. Il sito ha un bellissimo
panorama all'intorno. Ha una torre medioevale mozzata,
una chiesa romanica ripristinata (all'interno era
conservato un crocefisso del Giambologna, ora custodita
presso il museo di Montalcino, e una fonte battesimale
del secolo XV, ora presso la Collegiata di San Quirico)
e, di fianco alla chiesa, l'impianto immobiliare (riedificato
nei primi anni Novanta) del quattrocentesco Palazzo
degli Amerighi, in cui si ordì la congiura
contro gli Spagnoli oppressori di Siena (1555-1559).
San
Quirico ha inoltre alcune chiese rilevanti dal punto
di vista storico-artistico: oltre alla già
citata Collegiata di San Quirico (più precisamente
Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta) e alla Chiesa
romanica di San Biagio a Vignoni, vanno segnalate
la Chiesa di San Giovanni Battista a Bagno Vignoni,
la Chiesa e la Cappella della Madonna di Vitaleta,
la Chiesa di Santa Maria Assunta e l'Oratorio della
Misericordia.
ETIMOLOGIA
Il nome riflette la venerazione per San Quirico a
cui è dedicata una chiesa romana (insieme a
San Giuditta). Fino al 1862 il paese veniva denominato
San Quirico in Osenna, la specifica poi fu modificata
in quella odierna in riferimento alla posizione del
paese sulla destra rispetto al fiume d'Orcia.
MINO
DA SAN QUIRICO
Avendo una pessima fama di uomo corrotto, avido e
sregolato, che usava i processi dell'inquisizione
per strappare soldi agli abbienti, venne destituito
nel 1334. È probabile che a lui si rifece il
Boccaccio per il personaggio protagonista della sesta
novella della giornata I del Decameron. In questa
novella l'autore si scaglia con sagace sarcasmo contro
la corruzione dei religiosi prendendo a esempio "un
frate minore inquisitore della eretica pravità,
il quale, come che molto s'ingegnasse di parere santo
e tenero amatore della cristiana fede, sì come
tutti fanno, era non men buono investigatore di chi
piena aveva la borsa, che di chi di scemo nella fede
sentisse". Questo frate prende di mira un ricco
cittadino e con una scusa imbandisce un severo processo.
HORTI
LEONINI
Gli Horti Leonini occupano una vasta area pubblica
compresa negli antichi baluardi di San Quirico d'Orcia.
Sorti intorno al 1581 su un terreno che Francesco
I de' Medici aveva donato a Diomede Leoni, prendono
il nome dal loro proprietario. Gli Horti hanno mantenuto
fino ad oggi la struttura originaria, costituendo
un esempio ben conservato di classico giardino all'italiana
e un modello di sistemazione a parco ripreso nei secoli
successivi. La conformazione del terreno ha influenzato
la distribuzione del giardino che si divide in due
zone, quella inferiore più artificiale, e quella
superiore più naturale. La zona inferiore,
a forma di rombo, al quale si accede tramite un piccolo
cortile a mattoni, è recintata da muri e da
lecci potati. Questa zona, composta da aiuole triangolari
bordate da una doppia siepe di bosso, reca al centro
la statua di Cosimo III de' Medici, scolpita da Bartolomeo
Mazzuoli (1688). La composizione a raggiera è
movimentata ulteriormente dalla diversa altezza con
la quale sono potate le fasce di bosso che delimitano
ciascuna aiuola. Il lungo viale, che taglia simmetricamente
il giardino formale, conduce ad una scala che lo collega
ad un piazzale erboso. Il piazzale, dove sorgeva una
torre medievale andata distrutta durante l'ultima
guerra mondiale, è posto al centro di un bosco
di lecci secolari attraversato da sentieri tortuosi.
Il viale di confine con l'abitato, che fiancheggia
il giardino inferiore e la parte bassa del bosco,
porta ad un altro ingresso cinquecentesco e ad una
piccola area, nell'angolo est delle mura, piantata
con cespugli di rose. Tra le sculture presenti nel
parco, caratterizzate da una connotazione simbolica,
si notano due teste leonine poste sui portali d'ingresso,
e la testa di Giano bifronte collocata al confine
tra il selvatico e il giardino formale. Le prime alludono
sia al nome che alla potenza del proprietario, mentre
la testa di Giano sottolinea la diversità dei
due luoghi di cui segna il limite. Alcune iscrizioni
collocate nel parco celebrano il proprietario nonché
progettista del giardino. Tra gli annessi presenti
si evidenziano una palazzina rinascimentale addossata
alle mura e un caseggiato rustico posto nella parte
alta. Gli Orti Leonini, che sono dal 1975 di proprietà
del Comune di San Quirico d'Orcia, vengono regolarmente
aperti al pubblico ogni giorno. L'impianto si è
mantenuto inalterato fino ad oggi attraverso una serie
d'interventi conservativi, sotto la direzione della
Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici
per le province di Siena e Grosseto.
EDIFICI
STORICI
Palazzo Chigi Zondadari
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di San Francesco, detta anche Chiesa della
Madonna
Chiesa Collegiata
MANIFESTAZIONI
Festa del Barbarossa (terzo fine settimana di giugno)
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nel Medioevo la località si trovava sulla direttrice
della via Francigena. Sigerico, arcivescovo di Canterbury,
nel suo itinerario, compiuto tra il 990 e il 994,
cita San Quirico come XII submansio e la definisce
Sce Quiric.