San
Gimignano è un comune toscano situato in provincia
di Siena. Per la caratteristica architettura medioevale
del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO
patrimonio dell'umanità. Il sito di San Gimignano,
nonostante alcuni ripristini otto-novecenteschi, è
per lo più intatto nell'aspetto due-trecentesco
ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione
urbana dell'età comunale. Il borgo è
quasi interamente contenuto nelle mura duecentesche.
Gli assi principali dell'insediamento sono due: uno
est-ovest, più antico (X secolo), che collegava
il poggio della Torre, dove si trovava un castello
vescovile, e la collina di Montestaffoli, luogo di
Mercato (oggi occupato dalla rocca). Uno nord-sud,
più ampio, dalla Porta San Giovanni alla Porta
San Matteo, sul quale passava la via Francigena. Nell'interezione
delle due direttrici principali, nel punto altimetricamente
più elevato, si trovano le piazze cittadine:
piazza del Duomo e piazza della Cisterna. Affacciate
sulle piazze e sulle vie principali si trovano le
torri e case-torri dell'antica aristocrazia mercantile
e finanziaria, architetture eccezionali per numero
e per stato di conservazione. La risorsa principale
della città è il turismo, favorito anche
dalla conveniente dislocazione a metà strada
tra Firenze e Siena. Esso alimenta numerose attività
collaterali di artigianato e di servizio. San Gimignano
è una cittadina agricola famosa per la produzione
vitivinicola della Vernaccia e la coltivazione dello
zafferano. La Vernaccia di San Gimignano è
uno dei vini bianhi più pregiati, viene prodotto
in una ristretta zona della Toscana tra Siena, Pisa
e Firenze coincidente con il territorio comunale di
San Gimignano. Esso è conosciuto ed apprezzato
in tutto il mondo ed è stato il primo vino
italiano a ricevere il marchio di Denominazione di
Origine Controllata (DOC) nel 1966.
ETIMOLOGIA
Il nome riflette la venerazione per il santo patrono
del paese.
DA
VISITARE
Il centro cittadino si articola sulle direttrici principali
di via San Giovanni, via San Matteo, che convergono
nelle due piazze attigue di piazza della Cisterna
e piazza del Duomo. La zona nord è attraversata
da via Folgore da San Gimignano ed ha come punto focale
piazza Sant'Agostino.
MANIFESTAZIONI
Giallo come l'Oro (fine ottobre - inizio novembre),
mostra mercato dello zafferano di San Gimignano.
LE
TORRI
San Gimignano è soprattutto famosa per le circa
quindici torri medievali che ancora svettano sul suo
panorama, che le hanno valso il soprannome di Manhattan
del medioevo. Delle 72 tra torri e case-torri, esistenti
nel periodo d'oro del Comune, ne restavano venticinque
nel 1580 ed oggi ne restano circa quattordici maggiori,
con altre scapitozzate intravedibili nel tessuto urbano.
La più antica è la Torre del Podestà,
detta la Rognosa, che è alta 51 metri, mentre
la più alta è la Torre Grossa, di 54
metri. Un regolamento del 1255 vietò ai privati
di erigere torri più alte della Rognosa, anche
se le due famiglie più importanti, Ardinghelli
e Salvucci, non lo rispettarono.
Torre
dei Becci
Torre dei Cugnanesi
Torre del Diavolo
Torri degli Ardinghelli
Torre Rognosa
Torre Grossa
Torre Chigi
Torri dei Salvucci
Torre di palazzo Pellari
Casa-torre Pesciolini
Torre Pettini
Torre duecentesca di via San Giovanni
La quindicesima torre è il campanile della
Collegiata.
EDIFICI
STORICI
Palazzo comunale o Palazzo nuovo del Podestà:
ospitava anticamente il podestà, attualmente
ospita il museo civico e la pinacoteca, contenente
capolavori di artisti quali Pinturicchio, Benozzo
Gozzoli, Filippino Lippi, Domenico di Michelino, Pier
Francesco Fiorentino, eccetera. Inoltre, sempre all'interno
del Palazzo Comunale, è possibile visitare
la sala di Dante con la Maestà di Lippo Memmi
ed accedere alla Torre del Podestà, o Torre
Grossa, alta 54m e risalente al 1311.
Palazzo vecchio del Podestà: usato anticamente
per le funzioni civili prima della costruzione del
nuovo palazzo, venne in seguito trasformato in carcere
e poi (nel Cinquecento) in teatro.
Palazzo Pratellesi: tra i più interessanti
palazzi nobiliari della città, risale al Trecento
e conserva all'interno un pregevole affresco cinquecentsco
di Vincenzo Tamagni.
Palazzo Razzi
Casa Salvestrini
Palazzo Tortoli
Museo della tortura: Detto anche Museo criminale medioevale
conserva e mostra tutte le tecniche e gli strumenti
della tortura medioevale, strumenti della pena di
morte e documenti della Santa Inquisizione.
Spezieria di Santa Fina, con materiale proveniente
dalla Spezieria dello Spedale di Santa Fina, che riproduce
l'antica farmacia, con i contenitori di ceramica e
vetro ed i medicamenti.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa Collegiata: detta anche comunemente il Duomo,
terminata nel 1148 è considerata uno dei più
prestigiosi esempi di romanico toscano. Costruita
su tre navate, le pareti sono interamente affrescate.
Tra le opere pregevoli ad affresco: San Sebastiano
di Benozzo Gozzoli e le Storie di Santa Fina di Domenico
Ghirlandaio nella Cappella di Santa Fina; tra quelli
di scuola senese: Vecchio e Nuovo Testamento di Bartolo
di Fredi e della bottega dei Memmi e Giudizio Universale
di Taddeo di Bartolo. Notevoli le sculture di Giuliano
e Benedetto da Maiano e l' Annunciazione lignea di
Jacopo della Quercia.
Chiesa di Sant'Agostino: anche questa chiesa contiene
numerosi affreschi, in particolare la Cappella di
Santo Bartolo (Benedetto da Maiano), Storie della
vita di sant'Agostino di (Benozzo Gozzoli), e altri
resti di affreschi, tavole e tele di autori diversi
(Benozzo Gozzoli, Piero del Pollaiolo, Pier Francesco
Fiorentino, Vincenzo Tamagni, Sebastiano Mainardi).
Pieve di Santa Maria
Santuario di Santa Maria Assunta
Chiesa del Quercecchio ed ex-Oratorio di San Francesco,
ospita il Museo ornitologico
Chiesa dell'ex Conservatorio di Santa Chiara
Chiesa della Madonna dei Lumi
Chiesa di San Bartolo
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Jacopo al Tempio
Chiesa di San Lorenzo al Ponte
Chiesa di San Pietro
Chiesa di San Girolamo
Convento di Monte Oliveto
Loggia del Battistero (Oratorio di San Giovanni)
Spedale di Santa Fina
ORIGINI
San Gimignano sorse su un sito abitato sicuramente
dagli etruschi, almeno dal III secolo a.c., come testimoniano
i numerosi ritrovamenti archeologici (soprattutto
tombe) nel territorio circostante. Il colle era stato
scelto sicuramente per questioni strategiche, essendo
dominante 324 m s.l.m.) dell'alta Val d'Elsa. La prima
menzione risale al 929, mentre alla fine del X secolo
si trova citato nell'itinerario lungo la via Francigena
dall'arcivescovo Segerico, che segnalava il "borgo"
anche come punto di intersezione con la strada fra
Pisa e Siena. Secondo la tradizione il nome derivò
dal santo vescovo di Modena, che avrebbe difeso il
villaggio dall'occupazione di Attila.
CENNI
STORICI
La prima cinta muraria risale al 998 e comprendeva
il poggio di Montestaffoli, dove già esisteva
una rocca sede di mercato di proprietà del
vescovo di Volterra, e il poggio della Torre con il
castello vescovile. Verso il 1150, nonostante l'apertura
di un nuovo tracciato della Francigena, San Gimignano
continuò ad essere un centro emergente, con
una politica di espansione territoriale e una significativa
crescita delle attività commerciale. Fu in
questo periodo che si formarono due "borghi"
al di fuori delle mura: quello di San Matteo, verso
Pisa, e quello di San Giovanni, verso Siena, entrambi
lungo una nuova "via maestra", che vennero
inglobati nelle mura con il nuovo tracciato completato
nel 1214. Nel 1199, nel pieno del suo splendore economico,
il paese guadagnò la propria indipendenza comunale
rispetto ai vescovi di Volterra. Non mancarono le
lotte intestine tra guelfi e ghibellini (rispettivamente
capeggiati dagli irriducibili Ardinghelli e Salvucci),
ma al XII secolo, sotto i ghibellini, risale il periodo
di maggior splendore economico, che si basava sul
commercio dei pregiati prodotti agricoli locali, tra
i quali il più ricercato era lo zafferano,
venduto in Italia (Pisa, Lucca, Genova) ed all'estero
(Francia e Paesi Bassi, fino anche alla Siria e all'Egitto[2]).
Inoltre, al pari di altri centri toscani, si diffuse
la speculazione finanziaria e l'usura. La solida economia
permise la creazione di un ceto aristocratico urbano,
che espresse la propria supremazia politica e sociale
nella costruzione delle torri: nel Trecento si arrivò
a contare 72 torri (oggi ne rimangono 14). Gli ingenti
capitali accumulati vennero investiti nel corso del
Duecento in importanti opere pubbliche, che diedero
alla cittadina l'articolazione degli spazi urbani
visibile ancora oggi. Nel 1251 le mura inglobarono
Montestaffoli, ma pochi anni dopo, nel 1255, la città
venne presa dai guelfi di Firenze che ordinarono la
distruzione delle mura. Riacquistata l'indipendenza
nel 1261 e tornata la supremazia ghibellina dopo la
battaglia di Montaperti, i sangimignanesi ricostruirono
le mura comprendendo anche il poggio della Torre.
Da allora la conformazione cittadina venne suddivisa
in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una
porta principale: quella di Piazza, di Castello, di
San Matteo e di San Giovanni. Gli ordini religiosi,
appoggiati dal comune, si insediarono in città
a apartire dalla metà del Duecento: i francescani
fuori porta San Giovanni (1247), gli agostiniani alla
porta San Matteo (1280), i domenicani a Montestaffoli
(1335) e le benedettine di San Girolamo presso la
Porta San Jacopo (1337). Dall'8 maggio del 1300 il
Comune ebbe l'onore di ospitare Dante Alighieri come
ambasciatore della Lega Guelfa in Toscana. Il Trecento
fu un secolo di crisi che non risparmiò San
Gimignano: travagliata dalle lotte interne, essa fu
pesantemente colpita dalla peste nera e la carestia
del 1348, che decimò la popolazione. Nel 1351
la città stremata si consegnò spontaneamente
a Firenze, rinunciando alla propria autonomia ed a
un ruolo politico nello scacchiere toscano. Risale
a quell'anno la Rocca di Montestaffoli, mentre nel
1358 vennero rinforzate le mura. Nonostante il declino
economico e politico, il XIV e XV secolo furono importanti
dal punto di vista artistico, grazie alla presenza
in città di numerosi maestri, senesi o più
spesso fiorentini, chiamati soprattuto dagli ordini
religiosi ad abbellire i propri possedimenti. Lavorarono
a San Gimignano Memmo di Filippuccio, Lippo e Federico
Memmi, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico
Ghirlandaio, Sebastiano Mainardi (nativo di San Gimignano),
il Pollaiolo, ecc. Il declino e la marginalità
della città nei secoli successivi furono le
condizioni che permisero la straordinaria cristallizzazione
del suo aspetto medievale. Alla fine del XIX secolo
si cominciò a riscoprire la particolarità
e la bellezza della cittadina, che venne sottoposta
integralmente vincolo monumentale nel 1929. Nel 1990
è stato dichiarato dall'Unesco patrimonio culturale
dell'Umanità.