Radicofani
è un comune della provincia di Siena in Toscana,
noto perché ne ebbe la signoria Ghino di Tacco.
Radicofani è stata brevemente visitata da Charles
Dickens che ha lasciato alla storia le sue impressioni
sul borgo nella sua opera del 1846 intitolata Pictures
of Italy.
ETIMOLOGIA
E' un composto di due nomi germanici di persona: Radi
e Cofili.
MANIFESTAZIONI
Nel primo weekend di luglio ha luogo la manifestazione
"Piaceri d'estate", kermesse di valorizzazione
del territorio, che si sviluppa attraverso una serie
di eventi: un mercato di prodotti enogastronomici
e artigianali locali (annualmente è ospite
una regione italiana, nel 2005 il Lazio e nel 2006
il Molise), un convegno su tematiche agricole e ambientali,
l'animazione dell'area della Rocca, l'osservazione
astronomica ad occhio nudo e con telescopi a cura
dell'associazione "Astroturistika" di Sarteano.
Da segnalare l'assegnazione del premio giornalistico
"Tesori della Val d'Orcia" che vede in commissione,
tra gli altri, i giornalisti Gianni Borsa, Giampiero
Castellotti, Gianluca Comin e Giampaolo Pansa. Fa
parte del comitato organizzatore il vicesindaco Giovanni
Costa.
Tra le feste popolari da segnalare, in frazione Contignano,
la "Sagra del raviolo", appuntamento particolarmente
sentito dalla popolazione locale.
DA VEDERE
Bosco Isabella
Chiesa di Santa Maria Assunta a Contignano
Chiesa di San Pietro
Chiesa di Sant'Agata
Rocca di Radicofani.
GHINO DI TACCO
Ghinotto di Tacco, detto Ghino (La Fratta, XIII secolo
– Toscana, circa 1320), è stato un brigante
italiano. Nacque a La Fratta nella seconda metà
del XIII secolo, oggi nel comune di Sinalunga (SI).
Figlio del conte ghibellino Tacco di Ugolino e di
una Tolomei e fratello di Turino, era un rampollo
della nobile famiglia Cacciaconti Monacheschi Pecorai,
ed insieme al padre, al fratello e uno zio commetteva
furti e rapine, nonostante la caccia che gli veniva
data dalla Repubblica di Siena. Una volta catturati,
i membri maggiorenni della banda vennero giustiziati
nella Piazza del Campo di Siena, mentre Ghino e il
fratello si salvarono in virtù della minore
età. Rifugiandosi a Radicofani, una rocca sulla
Via Cassia, al confine tra la Repubblica di Siena
e lo Stato Pontificio, Ghino continuò la sua
carriera di bandito, ma in forma di gentiluomo, lasciando
ai malcapitati sempre qualcosa di che vivere. Boccaccio,
infatti lo dipinge come brigante buono nel suo Decamerone
parlando del sequestro dell'abate di Cluny, nella
II novella del X giorno: Ghino di Tacco piglia l'abate
di Clignì e medicalo del male dello stomaco
e poi il lascia quale, tornato in corte di Roma, lui
riconcilia con Bonifazio papa e fallo friere dello
Spedale. Dante, invece, gli concede un posto tra i
personaggi citati nel sesto canto del Purgatorio della
sua Divina Commedia, quando parla del giurista Benincasa
da Laterina (l'Aretin), giureconsulto a Bologna, poi
giudice del podestà di Siena, ucciso da un
fiero Ghino di Tacco.
ORIGINI E CENNI STORICI
Le prime notizie storiche mostrano che nel 1028 il
Conte Ildebrando IV Aldobrandeschi, vendette Contignano
a Foscolo e Maiza e che essi nell'anno seguente lo
donarono al Monastero del S.S. Salvatore del Monte
Amiata. Nel 1210 con una bolla l'Imperatore Ottone
IV confermava il possesso all'Abbazia. Nel 1293 per
la prima volta viene attestata l'esistenza della Chiesa
di Santa Maria in Campo, sempre come dipendenza del
monastero. Nel 1303 Contignano passa a Pietro di Ranuccio
di Pepone Farnese, che nel 1313 parteggia per gli
orvietani ma nel 1339 sottomette il Castello di Contignano
al Comune di Siena in cambio della propria cittadinanza.
Il 26 maggio 1355 i monaci di S. Salvatore nonostante
non possedessero più il castello, fecero rinnovare
il Diploma di Ottone IV dall'Imperatore Carlo IV.
Nel 1379 avvenne uno scontro armato in Contignano
tra le truppe Brettoni alleate dei Farnese ed i Contignanesi
che parteggiavano per i Senesi, e proprio i fieri
abitanti ebbero la meglio, pagina gloriosa di questo
piccolo borgo. Il 6 agosto 1390 i Farnese vendono
contignano a Cione Salimbeni per 5000 fiorini. Il
18 marzo 1405 Cocco Salimbeni stipula la pace con
Siena sottoponendogli anche le sue terre a Contignano.
Nel dicembre del 1409 i contignanesi cacciano Cocco
Salimbeni ed il 7 dicembre la Repubblica Senese concede
autonomia e vantaggi economici al Castello. Il 30
marzo 1501, nonostante i patti i senesi vendono le
terre di Contignano, non il Castello, ad Antonio Giordani
di Venafro che nel 1515, dopo una contesa con Borghese
Petrucci, lascia Siena e le sue terre. Nel 1559 lo
stato senese è assorbito con il trattato di
Cateau-Cambrésis al Granducato di Toscana.
Nel 1608 il Granduca Ferdinando I conferma l'autonomia
di Contignano. Nella visita fatta da Bartolomeo Gherardini
per ordine del granduca nel 1676 il Castello e le
terre di Contignano appartengono alla famiglia Bandinelli.
In seguito alla legge granducale, del 1777, di soppressione
dei Comunelli, il 1 gennaio 1778 il Comune di Contignano
è posto sotto la giurisdizione del Comune limitrofo
di Radicofani.