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Castelnuovo
Berardenga |
Toscana
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Castelnuovo
Berardenga è un comune della provincia di Siena
in Toscana. È situato a circa 20 km dal capoluogo
su un colle tra il torrente Malena e il fiume Ombrone.
Dal 1932 fa parte della zona vinicola Chianti, essendo
il suo territorio diviso tra la sottozona Colli Senesi
e la Classico di cui è il comune più
meridionale. Nel 2009, sulla rivista paleontologica
Cainozoic Research sono stati pubblicati i risultati
di una ricerca scientifica iniziata nel 2001. Gli
studi effettuati da Franco Cigala Fulgosi del Dipartimento
di Scienze della Terra dell'Università di Parma
hanno avuto inizio grazie al ritrovamento fatto da
Simone Casati e dai ricercatori del Museo Geopaleontologico
GAMPS di un numero straordinario di denti fossili
di Chlamydoselachus lawleyi, una specie fossile di
squalo dalla forma sinuosa più simile ad una
anguilla. I denti in perfetto stato di conservazione
provengono dai sedimenti argillosi situati a Castelnuovo
Berardenga Scalo e risalgono a circa tre milioni di
anni fa, in un periodo in cui l'area costituiva il
fondale del mare tirrenico pliocenico. Tale ritrovamento
ha modificato in maniera sostanziale le conoscenze
su quella parte di Mediterraneo pliocenico: Le conclusioni
infatti portano ad affermare che la zona prevalentemente
costiera o di mare basso, alternava abissi che prendevano
forma a poca distanza dalla riva, là dove una
breve piattaforma di costa lasciava il posto alla
ripida scarpata continentale.
PARCO SCULTURE DEL CHIANTI
Il Parco sculture del Chianti è una mostra
permanente all’aperto di installazioni e sculture
contemporanee. A dar vita a questo progetto sono stati
Piero e Rosalba Giadrossi, già da anni appassionati
d’arte contemporanea e proprietari di una galleria.
Hanno dedicato al parco 13 ettari di un incontaminato
bosco di querce e lecci, recintato in quanto ospitava
prima un allevamento di cinghiali. Durante cinque
anni di lavoro è stato tracciato un sentiero
e sono stati invitati artisti internazionali a studiare
la natura per poi creare le proprie opere integrandole
nell’ambiente circostante. Dalla sua inaugurazione
nel Maggio 2004 il Parco è aperto al pubblico
ed è gestito dall’Associazione Culturale
non profit “Amici del Parco”. Il visitatore
trova oggi 26 installazioni e sculture lungo un circuito
di circa 1 km che lo mette in contatto con culture
e stili diversi visto che sono presenti artisti di
oltre 20 paesi dei cinque continenti. I materiali
utilizzati sono i più disparati, vanno dal
bronzo al ferro, dal granito al marmo, dal vetro al
neon ecc. La natura, la luce, le stagioni danno sempre
nuovi aspetti alle sculture come è tipico per
l’arte ambientale. Così il Parco Sculture
del Chianti è diventato un buon esempio della
diversità e della vitalità dell’arte.
Tra le varie opere si può menzionare “Energy”
del greco Costas Varotsos, una scultura imponente
costituita da 15 tonnellate di vetro e un’anima
d’acciaio da una tonnellata.
“Il Salto della Cavallina” di Dominic
Benhura, uno degli esponenti più conosciuti
dell’arte della tribù africana degli
Shona, presenta un gioco praticato dai bambini di
tutto il mondo.
Il “Labirinto” dell’inglese Jeff
Saward, inserito nel 2007, fa parte delle installazioni
interattive, si può percorrerne tutto il tracciato.
Il francese Nicolas Bertoux lancia con “Coin
de Bois Blanc” una sfida alla percezione umana:
tronchi di marmo di Carrara esposti in un angolo attorno
al quale gira il percorso, segnalando un piano virtuale
che risulta sfuggente all’occhio umano.
“L’Arcobaleno” di Federica Marangoni,
Italia, genera un arco di luce spettacolarmente colorato,
in contrasto con il verde del bosco.
TEATRO VITTORIO ALFIERI
Il teatro venne realizzato nell'ultimo dopoguerra
per rispondere alle esigenze di spettacoli sia teatrali
che cinematografici del Comune. Alla fine degli anni
settanta la struttura aveva subito un processo di
lento abbandono a causa dei problemi di obsolescenza
delle attrezzature, delle difficoltà tecnico
finanziarie gestionali e della non rispondenza alle
nuove normative di sicurezza. Il recupero della struttura
a spazio polivalente è stato realizzato negli
anni ottanta su progetto dell'architetto Stefano Tori
(1983-84) nell'ambito del Progetto Regionale FIO.
Il teatro costituisce uno spazio funzionale adatto
a ogni esigenza (spettacoli, convegni, mostre, incontri,
laboratorio) e, grazie alla gestione affidata a "Lo
stanzone delle apparizioni", ha allestito interessanti
stagioni teatrali oltre a ospitare le iniziative della
locale Società Filarmonica Drammatica. Dall'
anno 2008, grazie alla cooperativa sociale Servizio
e Territorio e al supporto di Cinemanagement, nella
sala Vittorio Alfieri è stata organizzata anche
una stagione cinematografica con film di prima visione.
DA VEDERE
Propositura dei Santi Giusto e Clemente
Pieve di Santa Maria a Pàcina
Pieve di San Felice a Bossi
Pieve dei Santi Cosma e Damiano (San Gusmè)
Pieve di San Giovanni Battista (Pieve Asciata)
Pieve di Santa Maria (Villa a Sesta)
Chiesa di San Cristoforo a Vagliagli
Chiesa di San Pietro (Canonica a Cerreto)
Chiesa di Sant'Ansano a Dofàna
Chiesa dei Santi Giacomo e Niccolò (Quercegrossa)
Chiesa di San Giovanni Evangelista (San Giovanni a
Cerreto)
Chiesa di San Bartolomeo (Sestano)
Cappella di San Giovanni (Villa di Arceno)
Cappella di San Giovanni (Villa Chigi-Saracini)
Cappella di Santa Croce (Villa Sergardi di Catignano)
Cappella della Madonna del Rosario (Villa Bianchi-Bandinelli)
Certosa di San Pietro (Pontignano)
Monastero di San Salvatore (Badia Monastero)
Villa Arceno
Villa di Catignano o Villa Sergardi
Villa Chigi Lucarini Saracini
Villa di Geggiano o Villa Bianchi-Bandinelli
Villa di Monaciano
Villa Pagliaia
Villa di Sestano
Villa di Fagnano o Villa Terrosi Vagnoli
Villa Avanzati
ORIGINI E CENNI STORICI
Sotto nome di territorio o distretto della Berardenga
si sottintendeva anche nei tempi della Repubblica
senese la porzione di quello stato compresa tra le
sorgenti del torrente Bozzone e quelle dell'Ambra,
fra il Chianti alto e il fiume Biena sino alle Taverne
d'Arbia. Il nome deriva dalla Contea dei Berardenghi,
che prese il nome da uno dei figli del conte Wuinigi
(Giunigi) di Ranieri, appartenente alla popolazione
dei Franchi Salii, sceso in Italia in qualità
di Legato dell'Imperatore Ludovico il Pio (865), poi
divenuto Governatore politico di Siena (867-881) e
di Roselle (868). Egli si chiamava Berardo e questo
nome, ripetuto costantemente dai discendenti, diede
poi il nome anche al territorio. Lo stipite, donde
ebbe nome la Contea Berardenga, parte senza dubbio
da quel Castelnuovo, fondato dalla Repubblica di Siena,
come punto di sorveglianza del confine verso Firenze
e Arezzo, dopo una delibera datata 26 luglio 1366.
In quest'epoca la parte superiore del colle venne
circondata di mura affidandone la direzione a Mino
Dei di Siena (1373-1374). Contemporaneamente alla
fondazione fu dato a Castelnuovo uno statuto comunitativo
aggregando al suo distretto i comunelli di Guistrigona,
Pacina, Sestano, Ripalta, S. Giusto fuori di Castelnuovo,
S. Quirico, Curina, Cerro grosso, Arceno, Orgiale,
Nebbina, Vacchereccia, e Valcortese. Del castello
si conserva oggi una torre e poco più. L'antica
chiesa parrocchiale di San Giusto, situata poco lontano
da Castelnuovo è rammentata molto tempo prima
che fosse edificato il castello, tra le filiali della
vicina antichissima pieve di Pacina, nota per le prime
contese fra i senesi e gli aretini sui confini diocesani
risalenti al secolo VII. Poco dopo il completamento
delle mura del castello, Giovanni Acuto, alla testa
di un esercito fiorentino, sopraggiunse nel 1382 assalendolo
senza però successo. Di nuovo nel 1478 e 1479
il castello venne assediato dai fiorentini nel tentativo
di strapparlo ai senesi. Fu tentato altre volte (1478
e 1479) di sorprendere e togliere ai senesi questo
baluardo dall'oste fiorentino; tali eventi ed altre
circostanze obbligarono i governanti della Repubblica
di Siena ad aumentare le fortificazioni, che vennero
messe in opera sul cadere del XV secolo, con un nuovo
giro di mura, corroborate da sette torri, una sola
delle quali sussiste tuttora. Nel 1511 Castelnuovo
fu ceduto a Belisario Bulgarini, sotto il titolo di
Potestà, al quale subentrò un individuo
della famiglia Bellarmati, che tenne il castello fino
al 1526, quando tornò sotto il dominio diretto
di Siena. Nel 1554 Castelnuovo Berardenga subì
la sorte della madrepatria, incorporata al dominio
assoluto del primo Granduca di Toscana.
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Popolazione
Residente 9.133 (M 4.452, F 4.681)
Densità per Kmq: 51,6
Superficie: 177,03 Kmq
CAP 53019
Prefisso Telefonico 0577
Codice Istat 052006
Codice Catastale C227
Denominazione Abitanti
castelnovini
Santo Patrono SS. Giusto e Clemente
Festa Patronale 5 giugno
ETIMOLOGIA
La prima parte del nome si riferisce alla presenza
di un castello realizzato più recentemente
rispetto ad uno ad esso limitrofo. Probabilmente
si riferisce al maniero costruito nel 1366 dalla
Repubblica di Siena nel territorio appartenente
ai conti della Berardenga (dal nome germanico
di persona Berhard).
Il Comune di Castelnuovo
Berardenga è:
Bandiera Arancione del Touring Club Italiano
Il Comune di Castelnuovo
Berardenga fa parte di:
Area Geografica: Bacino Idrografico del Fiume
Arno
Associazione Città del Bio
Movimento Cittaslow (rete internazionale delle
città del buon vivere)
Associazione Nazionale Città del Vino
Località e Frazioni
di Castelnuovo Berardenga
zone: Berardenga, Montaperti, Oltrarbia, Quercegrossa,
Chianti Classico, Chianti Storico;
centri urbani: Montaperti, Pianella, Ponte a Bozzone,
Quercegrossa, San Gusmè, Vagliagli, Casetta,
Pievasciata, San Giovanni a Cerreto, Villa a Sesta;
nuclei abitati: Bossi, Corsignano, Guistrigona,
Grillo, Monastero d'Ombrone, Pacina, Poggiarello/La
Ripa, Pontignano, Pontignanello, Santa Chiara,
San Felice, Santa Margherita - La Suvera, San
Piero, Santa Maria a Dofana, Cignano, Castelnuovo
Scalo. |
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