Monterotondo
Lazio

Monterotondo è un comune della provincia di Roma, ed è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione in quanto insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici della sua popolazione durante la seconda guerra mondiale. È possibile raggiungere il comune, partendo da Roma, seguendo due delle più antiche vie consolari del Lazio ovvero la via Nomentana e la via Salaria. Dista dal capoluogo circa 26 km. Monterotondo è suddivisa nei seguenti quartieri: Scalo, Piedicosta,San Martino, San Matteo, I Cappuccini, Centro Storico, San Luigi, Sant'Anzino, Le Crocette, Santa Maria, San Rocco, I Palaggi, Spineti, Tufarelle, Località Sant'Angelo, La Reviola, Località La Gavaccia.

DA VEDERE
Il centro storico è compreso tra Viale Vincenzo Federici e Viale Giacomo Matteotti. Il quartiere del paese è sito su un'altura che, come avviene in altri casi simili di area sabina (Poggio Mirteto, Collelungo, Collalto, Montelibretti, Montopoli...), nel medioevo ha dato il nome all'abitato. I primi abitanti si stabilirono sull'altura sicuramente prima del XI secolo probabilmente in relazione ad un complesso agricolo - difensivo già esistente (la Villa di Campo Rotondo nominata in alcuni documenti medievali). Seguirono le fasi dell'incastellamento che, insieme al coinvolgimento delle potenze baronali di Roma ed in particolar modo della famiglia Orsini, diedero vita al Castrum Montis Rotundi che ritroviamo citato nell'atto di divisione dei beni di Matteo Rosso Orsini del 1286. Le case sono nella maggior parte in stile romanico rurale, originariamente a due piani con scale esterne e profferlo aggettante in facciata. In alcuni casi è ancora possibile ammirare qualche esempio di costruzione duecentesca di questo tipo (via Arcangelo Federici, via Rossini). Piazza del Popolo consta di una fontana con obelisco e 4 statue di leoni ai quattro lati dell'obelisco dalla cui bocca fuoriesce l'acqua che finisce in altrettante vasche. La piazza, assieme alla fontana, è oggetto di dipinti e foto create da artisti locali. In piazza dell'orologio vi è il Palazzo dell'Orologio( vecchio municipio della città detto anche Palazzo del Priore) con un grande orologio sulla parete esterna. Tale palazzo è in stile romanico-barocco. Il pavimento della piazza disegna una sottospecie di meridiana. Altri palazzi sulla piazza sono in stile pseudo rurale.

Il Duomo, dedicato a Santa Maria Maddalena, è ad unica navata, è stato restaurato tra il '700 e l'800 dalla famiglia Del Grillo come attestano degli altorilievi di grilli sulle colonne che suddividono le varie cappelle laterali alla navata. In alcune cappelle vi sono alcune tombe ed alcuni quadri seicenteschi. In una vi è anche una pietà marmorea. Nell'abside semicircolare vi è un coro ligneo. Nella piazza antistante, recentemente dedicata al Papa Giovanni Paolo 2°, alla sinistra del duomo, vi è il "Pincetto", così chiamato perché ricorda vagamente il Pincio di Piazza del Popolo a Roma. La chiesa dei Cappuccini o di San Francesco D'Assisi è sita in Piazza San Francesco d'Assisi, nel quartiere dei Cappuccini. La facciata è in stile romanico barocco, l'interno è ad unica navata con cappelle laterali sul lato destro che contengono delle statue di santi. L'altare è in marmi policromi. Annessi alla chiesa sono il convento ed il giardino dei Cappuccini. Il giardino è uno dei pochi polmoni verdi nell'interno del città di Monterotondo se si escludono il giardino antistante il palazzo comunale ed il giardino della passeggiata e la più grande, nelle campagne intorno a Monterotondo, Macchia del Barco e la Macchia della Gattaceca.

Il palazzo baronale che ospita il comune e vari uffici comunali, nonché l'ufficio dei vigili, ha, negli uffici consiliari degli affreschi del palermitano Giacinto Calandrucci (1655-1707), del fiammingo Paul Brill che ha anche affrescato una sala da pranzo di Papa Paolo V, e di Girolamo Sciolante (o Siciolante) da Sermoneta (1521-1575) che ha affrescato anche il Castello Caetani di Sermoneta e dipinto una pala d'altare di Bologna.
Il palazzo, nel medioevo, fu proprietà degli Orsini, dei Barberini, dei Grillo (probabilmente la stessa famiglia del film di Alberto Sordi "Il marchese del Grillo") e dei Boncompagni-Ludovisi, .

Nella chiesa di Gesù Operaio è conservata una pietra del Gran Sasso.
Altre chiese di minore rilevanza sono: San Rocco e Madonna di Loreto.

Nei pressi della chiesa di San Rocco si trova la Porta Garibaldi, recentemente restaurata. Tale porta (detta anche Porta di San Rocco, Porta Salaria o Porta Roma) è sita nelle vicinanze della USL RM G. Di epoca medioevale, è in stile romanico-pseudorurale e consta di un accesso pedonale al centro storico ad arco a tutto sesto, il transito è consentito dal lato sinistro, guardando la porta dal piazzale antistante.

Una targa ricorda la battaglia di Monterotondo-Mentana dei Garibaldini (1866) che ivi si è combattuta.

Nel parco della "Passeggiata" è presente un cippo-ossario garibaldino e il busto del patriota Raffaello Giovagnoli, fratello di Fabio caduto nella battaglia garibaldina per la conquista della Città. Ogni anno con il patrocinio del Comune a cura dell'A.N.V.R.G. locale si commemora la vittoriosa battaglia di Garibaldi del 26 ottobre 1867.In città è possibile vedere la storica Porta Romana,oggi Garibaldi e numerose targhe marmoree che ricordano la presenza di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Volontari dal 27 ottobre al 3 novembre 1867. Garibaldi ed Anita in fuga da Roma dopo la caduta della Repubblica Romana passarono da Monterotondo il 4 luglio 1849. Di rilievo l'arco trionfale, eretto alla memoria dell'eroe dell'aria Fausto Cecconi, trasvolatore atlantico, al quale sono intitolate anche una scuola e lo stadio comunale.

Il complesso dell'ex Ospedale è sito in Piazza Don Minzoni.
Questo palazzo era sede dell'ospedale di Monterotondo fino agli anni '30 del Novecento ma ora ospita la biblioteca comunale dello stesso comune, con annessi centro culturale Paolo Angelani e Museo Archeologico Comunale, nei cui sotterranei vi sono gli archivi di questa biblioteca, nel pianterreno vi è l'accettazione con angolo emeroteca e sala video ed audio mentre una sala attigua consta di enciclopedie e libri antichi, invece nel piano superiore vi sono le restanti sale della biblioteca.
Il centro culturale P. Angelani consta di 2 sale per mostre temporanee e di una sala convegni-aula magna.

MONTEROTONDO SCALO
Questa frazione, posta ai piedi del comune di Monterotondo, si sviluppò in seguito alla costruzione della stazione ferroviaria. La stazione consta di 2 banchine, una per ogni binario nonché di due parcheggi di proprietà della provincia di Roma, in dotazione al comune di Monterotondo. Fa scalo a Monterotondo la linea FR1(Orte- Fara Sabina/Poggio Mirteto- Fiumicino Aeroporto). La chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Maria del Carmine ed è sorta in tempi moderni, con il benessere del secondo dopoguerra. Lo stadio Ottavio Pierangeli ospita le partite della squadra di calcio "Monterotondo Scalo". Interessante esempio della storia dello sfruttamento delle risorse sono le numerose areee industriali di tipo ceramico e laterizio, molte delle quali in disuso e abbandonate, che testimoniano la forte vocazione verso questo tipo di attività ancora in epoca moderna. Monterotondo scalo rappresenta attualemente anche il punto d'unione della via Nomentana e della via Salaria. Nelle piane del Tevere, tra la via Salaria e la traversa del Ponte del Grillo, è situata la zona industriale che ospita, oltre ad imprese locali, anche numerose filiali di grandi aziende nazionali. Il patrono di Monterotondo scalo è San Michele Arcangelo, che si festeggia il 29 settembre. Si afferma che questa festività rappresenti la festa dell'arrivederci all'estate. Un'altra manifestazione che si svolge a Monterotondo Scalo è Monterocktondo, festival dedicato alla promozione di gruppi musicali emergenti e non.

Piedicosta
Piedicosta è una frazione di Monterotondo che, come dice il nome stesso, si trova ai piedi della costa delle colline che si affacciano lungo la valle del Tevere, nella parte di territorio a sud ovest del comune. Nata essenzialmente come coagulo di modeste abitazioni rurali che sono state in seguito rissorbite dall'edilizia sccessiva, è oggi parte della zona di Monterotono Scalo. Vi hanno sede un iper-mercato, un centro di orientamento al lavoro, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) e l'INCIL.

Borgonuovo
Borgonuovo o Borgonovo è un sobborgo di Monterotondo. La mancanza di chiese e di strutture ricettive hanno posto questo quartiere periferico e di passaggio, sviluppatosi lungo l'ultimo tratto della via Nomentana, in secondo piano rispetto ad altre zone della cittadina laziale.

San Martino
È una zona periferica costituita perlopiù da villette ad un piano. Con la costruzione della nuova tangenziale che la collega a Via Nomentana, la zona ha aumentato la sua importanza. Si divide in 2 rioni: San Martinello (sulla via di San Martino) e Sant'Anzino (sulle vie interne).

Tor Mancina
È raggiungibile da vie private. È sede di un comprensorio di studi agro-zootecnici.

Spineti
Si trova presso la chiesa di Gesù Operaio ed è una zona abbastanza recente con palazzi moderni e grandi ville. In Via Tirso ha sede l'omonimo Istituto tecnico per ragionieri e geometri, associato con l'Istituto tecnico industriale G. Cardano, ora Istituto Superiore Piazza della Resistenza 1, di Monterotondo. La piazza civica del quartiere è Piazza Ghandi dove in estate, grazie al comitato, ha luogo la sagra dello spiedino. Un'altra festa organizzata dalla parrocchia di Gesù Operaio è San Gabriele il secondo week-end di Settembre.

Tufarelle
È la zona adiacente al cimitero. Case rurali si alternano a campi coltivati e palazzi molto recenti e moderni.

Crocetta
Si trova tra la passeggiata e lo stadio F. Cecconi. Si sviluppa lungo Viale Mazzini, Via XX Settembre e Via Adige. E' il quartiere più sviluppato della città in cui ci sono tutti i principali servizi e attività commerciali. Come il quartiere Spineti, è una zona abbastanza recente con palazzi abbastanza moderni. In questo quartiere si trova la cappelletta della Madonna di Loreto, tuttora in restauro.

I Cappuccini
È la zona adiacente alla chiesa dei Cappuccini o di San Francesco, la quale ospita un preziosissimo giardino, tra i pochi polmoni verdi all'interno della città esclusi il giardino comunale ed il parco ex-Omni. E' uno dei rioni storici che compongono il centro cittadino. Si sviluppa lungo Viale Fausto Cecconi, ultimo tratto Viale Bruno Buozzi e Via Pietro Nenni. E' presente un comitato di quartiere che raccoglie le problematiche e proteste dei cittadini della zona. Attualmente lungo il tratto urbano della Nomentana è in costruzione un centro commerciale. Il quartiere sta conoscendo una espansione sul colle antistante il vallone della Reviola.

San Matteo
Come i quartieri di Spineti e Crocette, anche questo è un quartiere abbastanza recente, con palazzi moderni.

ORIGINI E CENNI STORICI
La città, secondo alcune correnti antichistiche sviluppatesi soprattutto nei secoli passati, ma di cui una certa eco si ascolta ancora oggi, avrebbe raccolto l'eredità dell'antica città sabina di Eretum, situata poco più a nord, lungo il corso del fiume Tevere. L'area dell'attuale città, che non insiste sul sito sabino della citata Eretum, venne però abitato in modo più massiccio a partire dai secoli X - XI, quando si originò l'abitato medievale.

Monterotondo, per la sua ubicazione presso la via Salaria, fu per molto tempo un punto strategico, nonché importante baluardo per la difesa di Roma. Il centro abitato, come lo intendiamo oggi, nacque piuttosto tardi rispetto agli altri centri sabini circostanti. Fu infatti citato per la prima volta in una bolla papale dell'XI secolo, nella quale si faceva riferimento ad un possesso dei monaci di San Paolo di un "Campus Mountis Rotundis" nei pressi di Grotta Marozza. Il possedimento fu successivamente chiamato Monte Ereto, quindi Mons Teres che, volgarizzato, vale come Monte Ritondo. Fu chiamato in tal modo dal 1300. Tale monte, intorno all'anno 1100, fu ceduto in affitto alla famiglia dei Capocci e successivamente nel XII secolo fu ceduta alla Orsini, i quali mantennero il potere fino al XVII secolo. Durante la Signoria di questa famiglia, il nome di Monterotondo ricorse spesso nelle vicende di Roma e dell'Italia, sopportando varie e terribili vicende. Nel 1432 fu conquistata da Nicolò Fortebaccio, con l'aiuto della famiglia Colonna, e il 6 dicembre 1485 fu incendiata dagli stessi Orsini. Successivamente occupata dai soldati del Papa, fu presa nel 1486 dal Duca di Calabria. Il momento più glorioso per il ramo eretino della famiglia Orsini fu quando Clarice Orsini andò in sposa, nel 1468, a Lorenzo il Magnifico, uno dei massimi esponenti del Rinascimento italiano.

Per motivi finanziari, nel 1640 gli Orsini cedettero il feudo ai Barberini, i quali cercarono di rendere tale feudo più attivo nonché rigoglioso economicamente. Sotto la nuova signoria infatti, il palazzo fu ristrutturato ed arricchito di affreschi e stucchi. Nel 1639 venne edificato il Duomo, che divenne residenza del vescovo suffraganeo della Sabina. L'abitato fu cinto di mura e reso accessibile da tre porte: la Romana, ancora esistente nel rione San Rocco, la Canonica a lato del Duomo e la Ducale nei pressi del giardino del Cigno. Porta Ducale e Porta Canonica sono ora scomparse. Nel 1701 diventarono signori di Montertondo i Grillo di Genova che eseguiono nuovi restauri a palazzo, arricchirono il Duomo e costruirono il ponte sul fiume Tevere, lo stesso che ancora oggi è chiamato Ponte del Grillo. Monterotondo godette di un lungo periodo di tranquillità, fino all'arrivo delle truppe francesi del generale Garnier, venute a Roma per innalzare la bandiera della democrazia. Costoro cinsero d'assedio la città, ma dopo pochi giorni dovettero rinunciare non solo a Monterotondo ma anche a Roma, in quanto furono respinti dall'esercito napoletano. In seguito la città passò dalla famiglia Grillo al Principe di Piombino nel 1815, tornando così a godere di una relativa pace. Nel 1815 fu più volte occupata dagli eserciti di Gioacchino Murat, che per la prima volta inalberava il vessillo della liberazione d'Italia. Nel marzo del 1821 subì il passaggio delle truppe austriache, venute per ricacciare nel Regno l'esercito napoletano. Nell'anno 1845 il Cardinal Lambruschini, vescovo di Sabina, venuto a Monterotondo per consacrare solennemente la Basilica collegiale di Santa Maria Maddalena, restaurata ed abbellita da Don Antonio Boncompagni Ludovisi, annunciò la visita del Pontefice Gregorio XVI per il giorno 6 ottobre dello stesso anno. La visita fu festeggiata con grande pompa e il Priore Nicola Fanucci, di fronte alla porta del municipio, consegnò le chiavi d'oro del Comune al papa. I festeggiamenti si protrasero fino a tarda sera e Papa Gregorio XVI rimase così colpito dall'affetto mostratogli dai monterotondesi e dalle bellezze naturali del territorio, che il 22 novembre dello stesso anno conferì al comune il titolo di "Città", con le inerenti prerogative.Prima di Gregorio XVI anche Urbano VIII fu accolto dai Barberini suoi consanguinei, ma non sembra che concedesse qualcosa di speciale, malgrado le accoglienze calorose anche a lui riservate. In quell'epoca Monterotondo era considerata una delle maggiori città della Sabina: in un libro del tempo fu infatti definita "la Parigi della Sabina". Fu testimone, nel 1867, della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma. Il 26 ottobre Giuseppe Garibaldi vi entrò con i suoi volontari bruciando Porta Romana, oggi Porta Garibaldi. Tra i giovani al seguito dell'Eroe dei Due Mondi si trovavano anche Fabio, Mario, Ettore, Alessandro e Raffaello Giovagnoli, dallo stesso Garibaldi chiamati "I Cairoli del Lazio", originari proprio di Monterotondo. Cimeli della Campagna del 1867 riferiti a Monterotondo come il catenaccio di Porta Garibaldi sono nel Museo della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Romadirettore il prof.Francesco Guidotti, con attigua Ara-Ossario dei Volontari caduti nella Campagna del 1867. Quello che fecero le camice rosse a danno della popolazione può essere paragonato soltanto a quanto combinavano i barbari appena conquistavano una città. I volontari garibaldini, spogliarono i monterotondesi d'ogni loro avere e soprattutto le chiese subirono i dani maggiori. In città si cita da parte papalina un l'episodio di Garibaldi che di persona sarebbe entrato dal portone principale del Duomo in sella ad un cavallo.Comunque in un libro del prof.Guidotti è spiegato e documentato come i garibaldini pagarono quanto preso ed usato durante l'occupazione della città testimoniato anche da Raffaello Giovagnoli in una lettera dei primi del 900. Nel 1943 fu sede per alcuni mesi, nel Palazzo Orsini Barberini, dello Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano. Il 9 settembre 1943 i tedeschi con un lancio di 800 paracadutisti provenienti da Foggia, guidati dal Maggiore Gerike ne tentarono la cattura. La città fu difesa da reparti dell'esercito tra questi la Piave e la "Re". Numerosi gli episodi di eroismo tra i civili e militari. Medaglie al Valore per la battaglia del 1943 nella quale persero la vita circa 150 militari e numerosi civili furono concesse: Medaglia d'Oro al V.M. a Vittorio Premoli (57° Rgg.to Fanteria Piave) una stele è eretta alla Sua memoria dall'Amministrazione Comunale di Priverno; al Carabiniere Giuseppe Cannata, che dopo strenua difesa del posto di blocco, venne colpito a morte ( Medaglia d'Argento al Valor Militare ) , al Tenente dei Carabinieri Raffaele Vessichelli, comandante di gruppo autonomo mobilitato con il compito di difesa e sicurezza del Castello Orsini Barberini ( Medaglia di Bronzo al Valor Militare ) e al giovane Ortensi MAVM, tuttora vivente. Episodi eroici di lotta partigiana seguirono nel 1944 con il sacrificio di Edmondo Riva M.O.V.M. Il cippo dedicato alla memoria dei caduti militari fu eretto 60 anni dopo la battaglia nel giardino della "passeggiata". Nel 2008 il Comune ha concesso la cittadinanza onoraria a Paolo Sabetta, l'uomo che salvò decine di giovani dalla deportazione in germania definito "il Perlasca di Monterotondo.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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CONSERVATORIO SANTA CECILIA - ROMA
Griffith Accademia di Cinema e Televisione - Roma
ISTITUTO SCOLASTICO PARITARIO COR JESU - ROMA
ISTITUTO SCOLASTICO NAZARETH - ROMA
ISTITUTO SAN GIOVANNI EVANGELISTA - ROMA