Grottaferrata
è un comune della provincia di Roma in Lazio,
nell'area dei Castelli Romani. Il paese, che attualmente
è una delle località residenziali più
frequentate nei dintorni di Roma, storicamente deve
la sua notorietà all'abbazia di Santa Maria
di Grottaferrata, fondata da san Nilo da Rossano nel
1004, sede di una sede esarchica nullius e quartier
generale dell'Ordine Basiliano Italiano di Grottaferrata.
Lo sviluppo urbanistico pianificato del centro abitato
di Grottaferrata è avvenuto tutto tra l'ultimo
trentennio dell'Ottocento e la seconda guerra mondiale:
dopo, l'abitato si è espanso disordinatamente,
e si espande ancora, verso Frascati, Morena e Squarciarelli,
soprattutto con abitazioni residenziali e villini
più o meno signorili. Nel 1848 Grottaferrata
ottiene l'autonomia comunale ed il primo sindaco criptense,
il commerciante Giovanni Passamonti, avvia immediatamente
un piano urbanistico per lo sviluppo del centro abitato.
La principale arteria stradale del paese è
l'attuale corso del Popolo, all'epoca chiamato "Stradone",
"via del Castello" o, dopo la presa di Roma,
"corso Vittorio Emanuele II".
ETIMOLOGIA
Quando, nel 1004, San Nilo da Rossano ed i suoi seguaci
presero possesso del terreno rurale occupato da ruderi
di una villa romana, che Gregorio I dei Conti di Tuscolo
aveva loro donato come residenza, notarono subito
un locale a volta quasi perfettamente conservato dotato
di una finestra con ferrata. Probabilmente il primo
accampamento dei monaci fu nei paraggi, se non all'interno,
della "cripta" ferrata, che diventò
elemento caratterizzante del territorio: lentamente
l'area, che non aveva una denominazione specifica,
prese nome di Cryptaferrata.
DA
VEDERE
Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Fondata nel
1004 da San Nilo da Rossano, è una delle più
antiche fondazioni monastiche del mondo. La struttura
abbaziale, impreziosita da una pregevole e ben conservata
biblioteca, è una delle meglio conservate in
Italia. Oggi è retta dall'Ordine Basiliano
di Grottaferrata, ed è costituita come diocesi
territoriale nullius.
Casa Santa Rosa. Il convento sorge poco lontano dall'Abbazia
di Grottaferrata e dalla Strada Statale 511 (Via Anagnina),
fuori dal centro abitato di Grottaferrata. La fondatrice
dell'ordine delle suore di Santa Rosa, Suor Maria
della Passione, al secolo Elena de Chappatin De Neuville,
cercando in Lazio un luogo per fondare la casa generalizia
dell'ordine, nel 1892 acquistò il terreno su
cui sorge il convento dalla famiglia Santovetti. Sul
terreno vennero individuati resti di strutture romane,
ma i lavori per la costruzione del convento e della
chiesa iniziarono nel 1903 e finirono nel 1914. Il
grande complesso della chiesa e del convento è
a forma di "T", ed è circondato da
una vasta tenuta. Le suore sono molto attive nel sociale
fin dal loro insediamento in situ.
Chiesa del Sacro Cuore.
Palazzo
Santovetti
Il nucleo originario del palazzo, posto alla fine
della strada principale di Grottaferrata, Corso del
Popolo, risale al 1741 ed era di proprietà
della famiglia Passerini, che vi ricevette in quell'anno
papa Benedetto XIV. Nel 1872 il palazzo passò
ad Antonio Santovetti, che fece ampliare la fabbrica
su progetto dell'architetto della Fabbrica della Basilica
di San Pietro, Enrico Celso Donnini. I Santovetti
aprirono nei grandi locali sottostanti il palazzo
una rinomata cantina, operante fino agli anni '50
del XX secolo.
Villa Cavalletti. Villa Cavalletti venne costruita
nel 1596 dal marchese Ermete Cavalletti, su un terreno
appartenuto alla famiglia Cesi. L'attuale aspetto
risale al XVIII secolo. È notevole il grande
parco, ed alcuni particolari della struttura della
villa sono degni di ammirazione.
Villa Bracciano-Montalto-Grazioli. Villa Bracciano-Montalto-Grazioli,
chiamata solo Villa Grazioli, venne fondata nel 1580
dal cardinal Antonio Carafa su un terreno di proprietà
dei PP. Maroniti. Nel 1591 la proprietà della
villa andà al cardinal Ottavio Acquaviva, marchese
di Atri, il quale essendo stato nominato Arcivescovo
di Napoli concede la villa in uso a papa Paolo V e
ai suoi parenti.
Nel 1612 la villa passa al cardinal Scipione Borghese,
che però la cede al cardinal Taverna in cambio
di Villa Mondragone a Frascati; il Taverna a sua volta
la vendette al principe Michele Peretti il 21 luglio
1614, nipote di papa Sisto V. La villa passa dunque
ai Savelli, i quali nel 1683 la cedono al duca Livio
Odescalchi, che cura il consolidamento della struttura
tra il 1696 e il 1698, il tutto sotto la direzione
dell'architetto Giovanni Battista Fontana. Nel 1833
la proprietà passa al Collegio di Propaganda
Fide che la vende nel 1870 al duca Pio Grazioli, che
fa compiere grandi restauri anche nel parco. Sono
importanti gli affreschi seicenteschi e settecenteschi
che adornano buona parte delle stanze della villa,
attribuiti a vari pittori noti, e la grande galleria
monumentale.
Villa
Rasponi
Venne eretta nel 1821 dal conte Eugenio Rasponi, nel
1846 tutta la proprietà che i Rasponi avevano
acquistato tra il 1823 ed il 1838 passò al
principe Aldobrandini per la somma di 8000 scudi.
La villa contiene alcuni affreschi e un bel parco.
Villa Arrigoni-Muti. L'origine della villa risale
al 1579 e venne fondata da monsignor Cerasoli, canonico
di Santa Maria Maggiore in Roma. Nel 1595 subentrò
come proprietario monsignor Pompeo Arrigoni, uditore
della Sacra Rota, che un anno dopo divenne cardinale.
Alla morte dell'Arrigoni la villa venne divisa tra
monsignor Diomede Varesi e monsignor Ciriaco Rocci,
i quali si divisero materialmente la villa con la
tenuta nel 1629. La parte del Varesi andrà
alla famiglia Amedei, mentre quella del Rocci alla
famiglia Muti.
Nel 1802 monsignor Angelo Cesarini, proprietario di
una porzione della villa, vi riceve papa Pio VII,
il re di Sardegna Carlo Emanuele IV e il cardinale
vescovo di Frascati Duca di York. In seguito l'intera
tenuta torna unita sotto la proprietà del marchese
Achille Muti-Bussi. Nella villa sono da ammirare alcuni
affreschi del Seicento, oltre al grande e curato parco.
Villa
Rossellini - Dusmet
Situata davanti villa Arrigoni-Muti, è stata
costruita alla fine del XIX secolo da Zeffiro Rossellini,
poi acquistata nel marzo del 1919 dal marchese Alfredo
Dusmet. In seguito diviene proprietà dei conti
Campello; nel 1940 requisita dall'aeronautica militare
italiana e dall'8 settembre 1943 occupata dai tedeschi
ed adibita a quartier generale del I Corpo Paracadutisti
al comando del generale Alfred Schlemm. In seguito
rientra in proprietà dei Campello, qui vi abitò
nel periodo 1952-1953 il re d'Egitto Faruk. Nel 1966
la villa viene acquistata dalle Suore Pallottine.
All'interno della villa ci sono resti di una cisterna
romana a 7 navate 30x20 metri.
Villa Gavotti-Gioacchini. La villa viene fondata nel
1614 in località Campovecchio, sul culmine
del colle che funge da spartiacque tra Marino e Grottaferrata,
dal marchese Lorenzo Gavotti.
Nel 1798 la villa passa di mano a Vincenzo Onelli[13]
Dagli Onelli la villa passa, alla metà dell'Ottocento,
ai Lugari-Spiga, che a loro volta la rivendono agli
inizi del Novecento alla famiglia Gioacchini che ne
ha conservato la proprietà ai giorni nostri.
La villa è dotata di chiesina e cantine, ed
inoltre nel 1625 vennero rinvenuti scavando resti
della probabile villa romana di Silano Tirquato Onorato.
Nel 1905 venne lambita dalla nuova strada carrabile
tra Marino e Grottaferrata.
Borghetto
di Grottaferrata.
Castel de' Paolis. Situato sul colle di Castel de
Paolis, al confine con Marino, la prima citazione
è del 1033: "in castro quod dicitur Pauli".
Il toponimo và collegato al Mons Paulelli e
alla Massa Pauli ex corpore patrimonii Appiae citate
in territorio marinese nell'Alto Medioevo, al Colle
SS. Apostoli e alla Paolina, località che ancor
oggi conservano nomi evocanti San Paolo e San Pietro,
i quali attorno al 64 d.C. furono probabilmente gli
evangelizzatori di Tusculum e zone limitrofe. Vi era
una chiesa dedicata a Santa Maria -"Ecclesia
S. Mariae (...) in loco qui dicitur Pauli"-,
di cui restano ruderi della parte absidale. Nel 1603
si parla di un castrum Pauli diruto. Il castello sorge
su ruderi romani, appartenenti verosimilmente alla
villa degli Scriboni-Liboni.
Castello di Molara.
Siti
archeologici
Il sito archeologico più vicino è: le
catacombe di decimum.
Villa
Arrigoni-Muti
Nel 1991 gli allora proprietari della villa manifestarono
l'intento di aprire una scuola di polizia all'interno
della villa seicentesca: ma la mobilitazione di Legambiente
e di molti cittadini portarono a una sentenza in Corte
di Cassazione con parere sfavorevole e il comune di
Grottaferrata con l'I.R.VI.T. (Istituto Regionale
VIlle Tuscolane) si impegnarono a trovare una funzione
consona all'antica villa. Nel 2007 la società
proprietaria della villa attualmente, Tuscolo &
Co S.r.L., ha manifestato l'intento di fare nella
villa 50 appartementi residenziali, incassando pareri
favorevoli dal comune di Grottaferrata e dalla Soprintendenza
ai Beni Culturali. È subito scattata la protesta
di Legambiente, che ancora una volta si oppone allo
"scempio" della villa per scopi di lucro.
Tuscolo
Sulla parte del Tuscolo appartenente al comune di
Grottaferrata, al chilometro 24 di Via Anagnina vicino
Molara, sono state autorizzate da comune, Regione
Lazio e Provincia di Romaalcune costruzioni (casali
ad uso agricolo, sulla carta) in pieno Parco Regionale
dei Castelli Romani. Immediata anche in questo caso
la protesta di 50 associazioni ambientaliste e archeologiche.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio di Grottaferrata era occupato in età
antica da ville e tenute di ricchi romani: secondo
la tradizione la villa su cui oggi sorge l'Abbazia
sarebbe appartenuta a Marco Tullio Cicerone, ed altri
resti di costruzioni romane si trovano un po' dovunque
nelle campagne criptensi. Lungo la Via Anagnina verso
Roma si trovano le catacombe di "Ad Decimum",
che testimoniano la penetrazione del Cristianesimo
in quest'area prima del 313 d.C.. Il territorio di
Grottaferrata, dopo la caduta dell'Impero Romano,
viene forse incamerato dalla Chiesa Romana. Si pensa
che nell'attuale Valle Marciana, tra Marino e Grottaferrata,
sorgesse la Massa Marulis, fondo ecclesiastico appartenente
al sistema fondiario voluto dai Papi nell'VIII secolo
nell'Agro Romano. Poi tutta la zona viene concessa
ai Conti di Tuscolo, potente famiglia che aveva la
sua roccaforte nella città di Tuscolo, poco
sopra Grottaferrata. Nel 1004 San Nilo da Rossano
arriva in Lazio e si installa inizialmente nel cenobio
di Sant'Agnese alle pendici del Tuscolo, davanti a
Molara. Poi Gregorio I dei Conti di Tuscolo, signore
di quei luoghi, concede al santo e ai suoi compagni
l'area dell'antica villa romana su cui oggi sorge
l'Abbazia. Il 26 settembre muore San Nilo, e viene
sepolto nella nuda terra dell'Abbazia in costruzione.
I lavori termineranno solo 20 anni dopo, e il 17 settembre
1024 Papa Giovanni XIX consacra la chiesa abbaziale
dedicata a Santa Maria. Nel 1037 in una lettera del
papa Benedetto IX all'Abate criptense San Bartolomeo
compare per la prima volta il nome "Grottaferrata".
Quasi certamente questo nome si deve al piccolo locale
dell'antica villa romana dotato di una finestra ferrata
che ancora oggi si vede sulla destra della chiesa
Abbaziale. L'Abbazia sarà spesso saccheggiata
e occupata da eserciti di ogni provenienza: tedeschi,
arabi, napoletani, francesi o semplicemente i vicini
marinesi. Per risolvere questa situazione di fragilità
dell'Abbazia l'Abate Commendatario Giuliano Della
Rovere, fra il 1482 e il 1491 fa costruire il castello
e le potenti mura che ancora oggi circondano l'Abbazia.
Comunque dal XVI secolo l'Abbazia è sottoposta
alla Commenda prima dei Colonna, poi dei Farnese,
e dal 1626 del cardinal Barberini. Seguiranno poi
vari Abati Commendatari, come il Rezzonico, il Guadagni,
e infine il cardinal Consalvi, che subisce nel 1807
l'abolizione francese del feudalesimo e dunque della
Commenda. Grottaferrata viene così accorpata
alla Municipalità di Marino, ma i monaci non
subiscono il sequestro dei beni dopo la soppressione
degli ordini religiosi, data l'antichità dell'istituzione
monastica, e possono rimanere come privati cittadini
nella loro Abbazia (vedi anche Rivoluzione Francese
nei Castelli Romani e a Velletri). Nel 1816 torna
il papa Pio VII, che anche lui con motu proprio del
6 luglio 1816 invita i feudatari a rinunciare al possesso
dei loro feudi. Perciò il cardinal Consalvi
rinuncia definitivamente alla Commenda e il territorio
criptense viene accorpato alla Comunità di
Frascati come Appodiato. Il 3 giugno 1848 papa Pio
IX concede l'autonomia a Grottaferrata, che aveva
raggiunto una popolazione di 695 abitanti (500 era
il minimo per costituire comune autonomo) grazie al
lavoro di Giovanni Passamonti, che sarà anche
primo sindaco del neonato comune. Frattanto il 20
settembre 1870 i bersaglieri entrano a Porta Pia ponendo
fine allo Stato Pontificio. Grottaferrata diventa
un comune del Regno d'Italia. Dalla seconda metà
dell'Ottocento alla seconda guerra mondiale. Il 20
settembre 1873 vengono requisiti i beni ecclesiastici,
questa volta inclusi quelli abbaziali. Nel 1875 la
popolazione del territorio criptense è già
di 1300 anime, e vengono aperti un Museo e un'Ufficio
Postale. Nel 1880 si inizia la costruzione di una
nuova sede per il Municipio. Il 18 luglio 1903 Papa
Leone XIII eleva la chiesa abbaziale di Santa Maria
a Basilica, in occasione del IX centenario della fondazione
del monastero. Tra il 1904 e il 1907 si compiono i
lavori per la Via di Squarciarelli, mentre già
si lavorava per la strada verso Marino dalla parte
di Colle Cimino. Il 7 aprile 1904 viene inaugurata
la Tramvie dei Castelli Romani, che da Roma arriva
al Bivio di Grottaferrata dove si dividono le due
linee per Frascati e per Marino. Il Secondo conflitto
mondiale seminerà distruzioni anche a Grottaferrata
come altrove, ai Castelli Romani (vedi I Castelli
Romani durante la seconda guerra mondiale).