Frascati
Lazio

Frascati è un comune della provincia di Roma, sui Colli Albani, nell'area dei Castelli romani, ad economia agricolo-commerciale-turistica. Nel suo territorio si trovano diverse ville del Cinquecento e Seicento. Parte del territorio di Frascati ricade all'interno dei confini del Parco Regionale dei Castelli Romani. Il suo territorio agricolo è costituito da uliveti e vigneti dai quali si ricava il celebre vino bianco Frascati DOC molto venduto anche all'estero. Frascati ospita i laboratori dell' INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), quelli dell' ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente), varie sedi del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ed una sede dell'ESA (Agenzia spaziale europea).

DA VEDERE
La Cattedrale con la facciata realizzata dal 1698 al 1700 dall'Architetto Gerolamo Fontana, mentre l'interno è del XVI secolo, realizzato su progetto di Ottaviano Nonni detto il Mascherino. L'interno della cattedrale è stato distrutto nel bombardamento dell'8 settembre 1943 appare spoglio. Sulla parte posteriore della facciata è posta la lapide sepolcrale di Carlo Edoardo Stuart.
La Chiesa del Gesù progettata dall'Architetto Gesuita Giovanni De Rosis fu costruita alla fine del XVI secolo, presenta nicchie con statue attribuite a Pietro da Cortona. All'interno la prospettiva della "falsacupola", lavoro dell'Architetto Andrea Pozzo.
Il Palazzo Vescovile, la vecchia rocca, nel centro storico.
L'antica cattedrale di Santa Maria in Vivario, con il campanile (1305) caratterizzato da tre ordini di bifore.
Museo Civico Scuderie Aldobrandini.
Museo Etiopico del Cardinale Guglielmo Massaia nel Convento dei Cappuccini di San Francesco d'Assisi.

LE VILLE
Frascati è famosa per le ville tuscolane costruite dalla nobiltà papale fin dal XVI secolo, esse erano uno "status simbol" dell'aristocrazia romana ed erano destinate ad attività di rappresentanza e per il soggiorno estivo della corte pontificia. Le ville tuscolane da iniziali "case di campagna"circondate da terre coltivate e da boschi divennero veri e propri palazzi signorili, i castelli, frutto dell'impegno dei più famosi e valenti architetti ed artisti dei secoli XVI e XVII. Esse si legano alla impostazione della villa romana d'epoca imperiale come luogo di ritrovo e meditazione con l'utilizzo del "ninfeo" come apparato decorativo dell'assetto del giardino del castello. L'intuizione che l'acqua poteva essere fonte di divertimento unita alla scultura ed alla scenografia architettonica propose nuovi atteggiamenti e tendenze stilistiche realizzate attraverso svariate tipologie costruttive. La scuola classicista, cortonesca e barocca sia in pittura che in scultura ebbero nelle Ville Tuscolane il luogo per la loro espressione sia all'interno del palazzo-castello che all'esterno nel circostante giardino. Attualmente le ville sono in buone condizioni strutturali anche se durante la seconda guerra mondiale hanno subito danni ben riparati.

ETIMOLOGIA
Il nome della città deriva forse da una tradizione locale nell'uso delle "frasche" come legname o dall'utilizzo delle stesse per costruire ripari di fortuna dopo la distruzione di Tuscolo.

ORIGINI
I ritrovamenti archeologici più significativi risalgono all'epoca romana e appartengono alla villa patrizia di Lucullo (117 a.C. - 57 a.C.) e poi alla dinastia imperiale dei Flavi (69 d.C. - 96 d.C.). Documenti del IX secolo (Liber Pontificalis) definiscono Frascati come un piccolo agglomerato urbano, ma dopo la distruzione di Tusculum (Tuscolo) nel 1191, la popolazione residente aumentò e la sede della diocesi passò da Tuscolo a Frascati.

CENNI STORICI
All'inizio del XVI secolo papa Giulio II la cedette a Marcantonio I Colonna come possesso feudale per i servizi prestati. Dal 1508 il principe Colonna e sua moglie Lucrezia della Rovere (1485/1552) vissero nella fortezza di Frascati. Il 15 febbraio 1515 venne fissato lo statuto cittadino su commissione di Marcantonio I Colonna per il "Populus antiquae civitatis Tusculi" che fissava le regole del vivere civile e di convivenza nei territori di sua proprietà, del castello di Frascati. Nel 1518 fu costruito l'ospedale San Sebastiano, dedicato a questo santo in ricordo della vecchia basilica distrutta intorno al IX secolo, per iniziativa dell' Arciconfranternita del Gonfalone che con i suoi confratelli garantiva il servizio ospedaliero. Dopo la morte di Marcantonio Colonna nel 1522 a Milano, Lucrezia della Rovere vendette Frascati a Pier Luigi Farnese che a sua volta la cedette alla Camera Apostolica, ponendo così termine al periodo feudale di Frascati. Nel 1527 un'orda di Lanzichenecchi, dopo aver saccheggiato Roma, si diresse verso Frascati, arrivò nei sobborghi fino ad un capitello votivo consacrato alla Vergine Maria presente in un incrocio; i soldati cambiarono direzione di marcia e la città fu salva. Questo fatto resta ancora nella memoria degli abitanti che per gratitudine costruirono una chiesa dedicata alla Madonna, la chiesa di Capocroce. Nel 1538 papa Paolo III conferì a Frascati il titolo di "Civitas" con il nome di "Tusculum novum" e realizzò una nuova cinta muraria fortificata. Nel 1598 iniziò la costruzione della nuova cattedrale dedicata a San Pietro (vedi Cattedrale di San Pietro). La città ha nel proprio territorio ed intorno ad esso una dozzina di ville costruite nel corso di un secolo a partire dal 1545, per motivi politici e sociali, di status simbol dell'aristocrazia romana e della corte papale. Il 18 giugno 1656 nella chiesa di Santa Maria in Vivario l'intonaco della parete laterale sinistra crollò scoprendo un antico affresco con l'immagine dei Santi Sebastiano e Rocco protettori della peste. In quell'anno era in corso una terribile peste in Roma ma Frascati rimase indenne, da quell'anno i due santi sono co-patroni della città, due statue che li rappresentano sono poste sulla facciata della Cattedrale. Nel 1761 il castello al centro della città si trasformò in un palazzo principesco per l'intervento di ristrutturazione del Cardinale Enrico Benedetto Stuart, Duca di York, divenendo la sede vescovile, la Sede suburbicaria di Frascati. Nel 1798 anche Frascati si costituì Repubblica Gemellata a quella Romana (vedi Rivoluzione Francese nei Castelli Romani e a Velletri). Nell'autunno del 1837 una grande epidemia scoppiò in Roma e migliaia di abitanti lasciarono la città eterna, Frascati fu l'unico centro del circondario di Roma che aprì loro le porte della città e li ospitò fino alla fine dell'epidemia. Per questo da quel giorno, in ringraziamento dell'ospitalità, Frascati ha la stessa bandiera di Roma, giallorossa. Il 14 maggio 1849, durante la Repubblica Romana (1849), il Re di Napoli, Ferdinando II, entrò in Frascati, accolto con 'noncuranza' dalla popolazione frascatana. Nel novembre 1873 venne aperto l'Orfanotrofio Femminile Micara nel Palazzo Spada acquistato attraverso l'uso di un lascito del Cardinale frascatano Ludovico Micara. Nel dicembre 1878 venne aperto l'Asilo Infantile Tuscolano per iniziativa dell'Amministrazione Comunale. La prima ferrovia costruita dallo Stato della Chiesa, la Ferrovia Roma Frascati fu inaugurata durante il regno di papa Pio IX il 5 luglio 1856. Nel 1884 l'ultima parte della ferrovia, dalla periferia (zona Campitelli) al centro della città, fu inaugurata durante il regno di Umberto I Re d'Italia.Fu la seconda ferrovia costruita,nel territorio Italiano. Nel 1901 l'elettricità arrivò a Frascati e l'illuminazione pubblica divenne elettrica. Nel 1906 venne inaugurata la linea tramviaria per Roma ed i Castelli Romani che collegava Frascati con il bivio di Grottaferrata dove si dipartiva verso Roma o verso Marino. Nel 1954 il servizio tramviario fu sostituito dal servizio autobus: nella memoria popolare però permane tuttora il ricordo e il rimpianto delle vecchie tramvie dei Castelli Romani. Nel 1916 fu messa in servizio la linea tramviaria Vicinale che collegava Frascati con la linea Roma-Fiuggi attraverso Monteporzio, Montecompatri e San Cesareo. Nel 1943 la linea fu distrutta dagli eventi bellici, poi sostituita dal servizio autobus. Durante la seconda guerra mondiale, intorno alle ore 12 dell'8 settembre 1943, Frascati, sede del comando tedesco del feldmaresciallo Kesselring, fu pesantemente bombardata: 130 Boeing B-17 americani, meglio conosciuti con il nome di Fortezze volanti, sganciarono ben 1300 bombe. Persero la vita circa 500 civili e 200 soldati tedeschi, metà degli edifici andò distrutta e tra questi molti monumenti e ville. La chiesa di San Pietro Apostolo fu quasi completamente rasa al suolo, rimase in piedi solo la facciata. Il corpo della chiesa fu poi ricostruito nel dopoguerra. Dopo l'8 settembre ci furono più di quaranta nuove incursioni di minore gravità. In particolare il bombardamento del 22 gennaio 1944 in conseguenza dello sbarco degli alleati ad Anzio (Operazione Shingle). All'alba del 4 giugno 1944 l'avanguardia della 85ma divisione di fanteria americana arrivò a Frascati.

FRAZIONI
Cocciano, di circa 6.000 abitanti si trova nella direzione del comune di Monte Porzio Catone.
Cisternole, prevalentemente agricola, in direzione Roma, andando verso Vermicino, Borghesiana, torre Gaia.
Vermicino, prevalentemente agricola, in direzione Roma, divisa tra tre comuni (Roma; Frascati;Grottaferrata (zona Villa Senni).
Colle Maria, prevalentemente agricola, in direzione Roma, vicino a Vermicino, racchiude ancora i resti del Torrione "Micara"
Colle Pizzuto, prevalentemente agricola, in direzione Roma.
Spinoretico, prevalentemente agricola, in direzione Roma, sulla via pedemontana dei Castelli direzione Borghesiana.
S.S. Apostoli, prevalentemente agricola, in direzione Roma, sulla via pedemontana dei Castelli direzione Borghesiana. Resti storici di catacombe e acquedotti d'epoca romana.

VERMICINO

Vermicino è una frazione del comune di Frascati (RM). Si trova ad Ovest di Frascati, fra le vie Casilina e Tuscolana. Passò agli onori della cronaca per la sfortunata vicenda di Alfredino Rampi, un bambino di 6 anni che il 10 giugno 1981 cadde in un pozzo. L'imponente sforzo dei soccorsi venne seguito da tutta l'Italia in diretta televisiva. Il 13 giugno Alfredino morì. Oggi Vermicino è una zona di espansione urbana per Frascati ma anche per il comune di Roma. La Banca d'Italia ha aperto qui il "Centro Donato Menichella" che ospita buona parte delle strutture di elaborazione dati dell'istituto. Vi lavorano circa 2.000 persone. Vermicino ospita alcuni laboratori scientifici del CNR e dell'ESA. Al centro della frazione vi è una fontana, fatta costruire nel 1731.

ALFREDO RAMPI
Alfredo Rampi, detto Alfredino per la sua giovane età (Roma, 11 aprile 1975 – Vermicino, 13 giugno 1981), è stato il protagonista di un tragico fatto di cronaca dei primi anni '80: mercoledì 10 giugno 1981, alle 19, cadde in un pozzo artesiano largo 28 cm e profondo 80 metri in località Selvotta, una piccola frazione di campagna vicino Frascati, situata lungo la via di Vermicino, che collega Roma sud a Frascati nord. I soccorritori cercarono con grandi sforzi di salvarlo: si pensò che Alfredino fosse bloccato a 36 metri di profondità, ma la creazione di un tunnel parallelo non si rivelò risolutiva, in quanto il bambino sprofondò giù per altri 30 metri. Il dramma fu seguito tramite una diretta televisiva non stop lunga 18 ore a reti RAI unificate. L'Italia intera rimase in ansia a seguire l'evolversi della situazione: si stimò che più di 21 milioni di persone avessero seguito alla televisione la straziante vicenda. Sul luogo si portò anche l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Un coraggioso volontario, Angelo Licheri, (di professione tipografo) si fece calare nel pozzo, perché piccolo di statura e molto magro. Riuscì ad avvicinarsi al bambino, tentò di allacciargli l'imbragatura per tirarlo fuori dal pozzo, ma per ben tre volte l'imbragatura si aprì; tentò quindi di prenderlo per le braccia, ma purtroppo il bambino scivolò ancora più in profondità. In tutto, Licheri rimase a testa in giù 45 minuti. Man mano che passavano le ore la voce del bambino, raggiunto da un microfono, giungeva sempre più flebile. Il bambino, probabilmente ferito dalle cadute, morì verso le ore 6:30 del 13 giugno dopo che un altro volontario, Donato Caruso, provò come Licheri ad imbragare il bambino e fu in quel momento che quest'ultimo si accorse che Alfredino era ormai spirato. Il corpo fu recuperato l'11 luglio, ben 28 giorni dopo la sua morte. In seguito la madre, Franca Rampi, fondò il "Centro Rampi" che si occupa di Protezione Civile e minori.

Questo evento ebbe una notevole importanza mediatica. Si è trattato del primo caso che, trasmesso a lungo in televisione, ha fatto rimanere milioni di persone in ansia davanti al televisore per seguirne lo svolgimento. Le tecnologie per le dirette da luoghi esterni non erano sufficientemente sviluppate da permettere agevolmente lunghe dirette e gli eventi di cronaca erano mandati in onda in differita e in sintesi. Inoltre i giornalisti dell'epoca, per pudore o per motivi etici, erano contrari a trasmettere tragedie così dolorose e tragiche, per rispetto sia delle vittime che degli spettatori. In questo caso le immagini in diretta furono inizialmente trasmesse perché si riteneva che si trattasse di un incidente che si sarebbe risolto positivamente in poco tempo. Col passare del tempo la situazione si era lentamente aggravata, ma era troppo tardi per interrompere le trasmissioni. Se oggi appare ovvio che i giornalisti si intromettano in eventi dolorosi di questo tipo, in precedenza la questione costituiva un grave problema morale ed un famoso film americano, L'asso nella manica di Billy Wilder del 1951, aveva trattato questo argomento.

Alfredo e la sua morte sono anche uno dei vari misteri italiani. Attraverso le fotografie del corpo congelato, al momento della dichiarazione di morte, si notò una imbragatura che lo avvolgeva, durante l'interrogatorio di Angelo Licheri il volontario disse che era stato lui a metterla quando si era calato per il tentativo di salvataggio. Questa tesi fu contestata dai pompieri che sostennero che simile imbragatura non poteva essere assolutamente messa dentro un pozzo artesiano. Venne ascoltato il responsabile del CAI(A.B.),che riconobbe l'imbracatura appartenente al gruppo di speleologi e dichiarò assieme a tutti gli altri soccorritori che era la stessa usata nel tentativo di salvataggio di Alfredino. Durante le indagini vennero interpellati i costruttori di quel pozzo, i quali affermarono che data la complessità della sua apertura era impossibile che un bambino ci fosse caduto accidentalmente. Si crearono peró discrepanze riguardo a quello che doveva essere il diametro del pozzo alla sua imboccatura, poiché i primi volontari vi si erano calati senza troppa difficoltá. I costruttori poi cambiarono versione riguardo alla copertura del pozzo, cosí che non si poté risalire a responsabilitá riguardo a chi potesse averlo lasciato aperto. Ad aumentare il mistero furono le stesse parole del piccolo Alfredo pronunciate in quelle ore di agonia: non aveva la benché minima idea di sapere dove si trovasse e nemmeno come ci fosse capitato. La poca luciditá data dalla mancanza di ossigeno e dalla permanenza prolungata nel pozzo potrebbero spiegare questa incongruenza. Il magistrato era certo che Alfredo fosse stato calato nel pozzo dopo che era stato addormentato e che quindi non vi fosse caduto, ma le indagini furono archiviate per l'impossibilità di giungere alla verità. Il volontario del soccorso alpino Tullio Bernabei continuerà a sostenere la sua verità, che è quella degli speleologi del CAI, che è quella di Licheri, che é quella della stessa famiglia Rampi: "L'imbracatura trovata sul corpo del bambino era il frutto dei nostri tentativi di salvataggio, in particolare quello di Licheri. Purtroppo quella di Vermicino è una storia abbastanza semplice".

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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CASA EDITRICE BAHA'I - ARICCIA (RM)
Stabilimento balneare - Ristorante Le Palme - Lungomare Celeste - Lavinio - Anzio (RM)
CONSERVATORIO SANTA CECILIA - ROMA
Griffith Accademia di Cinema e Televisione - Roma
ISTITUTO SCOLASTICO PARITARIO COR JESU - ROMA
ISTITUTO SCOLASTICO NAZARETH - ROMA
ISTITUTO SAN GIOVANNI EVANGELISTA - ROMA