Pasian
di Prato è un comune in Friuli-Venezia Giulia.
Il territorio comunale si estende su una superficie
di 15,34 km² e include oltre al capoluogo le
frazioni di Colloredo di Prato e Passons e le località
di Santa Caterina e Bonavilla. Confina ad est con
il comune di Udine, con cui forma un'unica area urbana
e da cui è separato solamente dal corso del
torrente Cormor e dall'autostrada A23. Il territorio
è caratterizzato anche dai prati stabili, unici
in regione, rappresentati con lo stemma della quercia,
fondamentale per il territorio comunale. L'idrografia
è abbastanza semplice: nel territorio comunale
scorrono il Cormor, il canale Ledra e la Lavia.
L'abitato è servito dalle autocorse SAF di
collegamento con Udine che percorrono il tratto di
strada statale Pontebbana denominato viale Venezia.
Su tale direttrice, fra il 1932 e il 1952, operava
una linea tranviaria del servizio urbano di Udine,
che aveva capolinea nel borgo di Santa Caterina.
ETIMOLOGIA
l toponimo Pasiano è di antica origine e, secondo
la concorde interpretazione di diversi studiosi, è
riconducibile al nome proprio latino Pacilius, probabilmente
un colono romano che, essendo diventato proprietario
in loco di alcune terre, decise di stabilirvi la sua
dimora dando origine all'abitato del capoluogo.
DA VEDERE
Nel territorio di Pasian di Prato è presente
l'antica Chiesetta di Santa Caterina, eretta tra il
XI e il XII secolo, anche se recenti studi hanno consentito
di rilevare che l’edificio di culto fu costruito
sui resti di un precedente insediamento, probabilmente
di età tardoantica o altomedievale. La chiesa
ha grande valore artistico per la presenza di interessanti
cicli pittorici duecenteschi e trecenteschi riferiti
dagli studiosi alla mano del “Primo Maestro
di Santa Maria in Castello a Udine” e ad altri
maestri appartenenti al variegato contesto artistico-culturale
veneto-friulano del sesto decennio del Trecento.
Un altro interessante edificio è il Palazzo
Comunale, eretto in forme Liberty nel 1913, non privo
di valore architettonico. L'autore del progetto è
tuttora incerto: alcuni documenti lo riportano alla
mano di Luigi Taddio, mentre altre fonti ne riferiscono
il disegno all'architetto Valico, del quale tuttavia
non si conoscono ulteriori notizie.
L'istituzione culturale più importante del
Comune di Pasian di Prato è la Biblioteca Civica
Pier Paolo Pasolini, fondata nel 1973.
ORIGINI E CENNI STORICI
Per quanto riguarda le effettive origini
di Pasian di Prato si può far riferimento ad
alcuni ritrovamenti archeologici, uno dei quali in
località Muris, tra il capoluogo e Colloredo,
dove nel 1985 sono affiorate alcune macerie romane;
sulla sponda destra del Cormôr, non lontano
dalla Chiesa di Santa Caterina, nel 1907, furono rinvenuti
resti funerari in vasi in terracotta.
Tornando al toponimo "Pasiano",
esso compare per la prima volta nel Kodex Suppl. 72,
conservato presso l'Archivio di Stato di Vienna. È
un documento redatto nel periodo compreso tra il 1076
e il 1084, nel quale si fa riferimento alla donazione
da parte del conte goriziano Marquardo di Eppenstein,
di alcuni beni in Pasiano: "Anno domini millesimo
decimo nono comes Marquardus pater Ulrici patriarche
et Henrici comitis dederunt bona in Paseliano....";
la traduzione: "Nell'anno 1019 il conte Marquardo,
padre del Patriarca Ulrico e del Conte Enrico, donò
beni a Pasiano".
Interessante è anche la citazione,
risalente al 10 luglio 1230 di un certo Daniel Saltary
de Pasilian tra i testimoni di un processo tenuto
nell'Abbazia di Sesto al Reghena.
Altre citazioni di Pasian di Prato
sono state rinvenute in diversi documenti successivi
raccolti nel Thesaurus Ecclesia Aquileiensis e, a
partire dal XIV secolo il nome appare nei documenti
con sempre maggior frequenza.
Durante il Medio Evo la comunità
di Pasiano fu sottoposta all'amministrazione civile
dell'Abbazia di Rosazzo. Verso il 1420 il Friuli entrò
a far parte della Serenissima Repubblica di Venezia
e ne seguì le sorti anche in campo bellico.
Proprio in occasione della guerra dalla Serenissima
contro l'Austria si ha notizia di un soldato originario
del capoluogo: le cronache infatti citano il nome
di "Bertossius filius Michaelis, Decani de Pasigliano
Prato" che fu fatto prigioniero il 1º agosto
1509 nel corso di un combattimento presso Remanzacco;
per il suo riscatto furono chiesti 400 ducati , una
somma considerevole per l'epoca e dovuta al fatto
che questo "decano" di Pasian di Prato doveva
essere alquanto facoltoso.
Dalla metà del secolo XVI Pasian
di Prato, istituì una vera e propria comunità
rurale ed amministrativa, la Vicinia o assemblea dei
Capifamiglia, che ogni due anni eleggeva un Decano;
dalla definizione di tale autorità deriva il
cognome oggi più diffuso nel comune: Degano.
Questa forma amministrativa, che faceva
capo direttamente al Luogotenente Veneto con sede
a Udine, proseguì fino al 1797, anno in cui
l'esercito napoleonico sconfisse il dominio della
Serenissima; dopo un breve periodo di dominazione
francese, con il Trattato di Campoformido, anche Pasian
di Prato entrò nel dominio dell'Impero Austriaco
fino al plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866 che sancì
il definitivo passaggio al Regno d'Italia.
La menzione del toponimo "Colloreto
de Prato", compare per la prima volta, nella
sua forma completa, in un documento del 1350. In realtà
la definizione Colloredo appare già in alcuni
atti del XII secolo; tuttavia non è certo che
tali citazioni possano riferirsi al borgo facente
ora parte del nostro comune, a causa dell'omonimia
con altre località del Friuli quali Colloredo
di Monte Albano.
Certa invece è l'interpretazione
della voce Colloredo, che deriva dal termine latino
medioevale Corylus, cioè nocciolo, con probabile
riferimento alla presenza di numerosi esemplari di
queste piante nella zona in cui si insediarono i primi
abitanti.
Molto limitate sono le notizie di
ritrovamenti archeologici nel territorio di Colloredo
di Prato ma è comunque certo che la zona era
abitata già al tempo dei Romani.
Le origini di Passons sono certamente
antichissime e risalgono probabilmente ai primi secoli
dopo Cristo. Diversi ritrovamenti archeologici si
verificarono nel corso dell'Ottocento, e particolarmente
interessante fu il ritrovamento, il 31 gennaio 1885,
di 12 scheletri sulle rive del Cormôr; ognuno
degli scheletri aveva al fianco un pugnale. Secondo
gli studiosi non si trattava tuttavia di sepolture
romane bensì di epoca barbarica.
La prima traccia documentaria del
toponimo Passons è invece del 9 dicembre 1244.
Si tratta del verbale di un sopralluogo, effettuato
per ordine del Capitolo di Aquileia, nei campi ubicati
tra Colugna e il Cormôr, con l'intento di verificare
la consistenza dei beni di proprietà dello
stesso Capitolo.
Tra i presenti al sopralluogo compare
un certo Adalprettus de Passono, nel quale va riconosciuto
il primo paesano del quale si abbia certa testimonianza.
Le circostanze della nascita del paese
sono comunque affidate ad una leggenda molto conosciuta.
Sembra che in epoca antichissima tre fratelli dediti
alla pastorizia, abbandonarono il loro paese del basso
Friuli, per andare in cerca di fortuna. Giunti nei
pressi di Udine, attirati dalla bellezza del paesaggio
allora incontaminato, decisero di stabilirvisi. Il
primo si insediò a Passons, il secondo ai Rizzi,
il terzo a Bonavilla.
Per quanto riguarda il significato
del nome Passons, i principali studiosi si trovano
concordi nel farlo risalire alla voce latina Pastio-onis,
che in italiano equivale a "pascolo", con
evidente riferimento alle caratteristiche del suolo.
Lo studioso Sguerzi fa notare in proposito che nella
lingua friulana sopravvive il detto: "Lâ
a passòn", cioè "andare al
pascolo", pertanto l'espressione "passons",
con la desinenza in 's' fa riferimento alla forma
plurale della parola e, pertanto, Passons corrisponde
a "pascoli".
La prima menzione del toponimo di
Santa Caterina risale al 1367 in una deliberazione
del Comune di Udine che autorizzava la liquidazione
delle spese sostenute da Dictalmo degli Andreotti
e dal notaio Ermanno per un viaggio ad Aquileia in
qualità di ambasciatori della città
incaricati di chiedere al Patriarca Marquardo di Randeck
il permesso per l'istituzione di un mercato. In un
primo tempo la risposta del presule fu negativa, ma
successivamente - avendo ricevuto il fedele appoggio
degli udinesi nella guerra contro Venezia - egli tornò
sulla sua decisione firmando il 4 novembre 1380 il
decreto di concessione di un libero mercato, esente
da qualsiasi imposta, della durata di cinque giorni
consecutivi, dal 23 al 27 novembre di ogni anno.
L'apertura del mercato veniva dichiarata
dal pubblico banditore ed era ufficiale solo quando
lo stendardo del Comune di Udine giungeva sul prato
e veniva innalzato sul pennone. Durante la fiera i
commerci in città erano sospesi fino alla sera
del 27, quando la bandiera veniva deposta e i banchi
dovevano essere immediatamente smontati.
I prati di Santa Caterina ospitarono
la fiera e ne videro il grande sviluppo fino al 1405,
quando ragioni di opportunità consigliarono
di spostarla all'interno delle mura della città
di Udine. Da allora, il mercato si svolse nel capoluogo,
nell'attuale Piazza Primo Maggio che ancor oggi è
la sede di una delle feste tradizionali più
amate dai friulani.
Nel territorio di Pasian di Prato
insiste anche il nucleo abitato di Bonavilla, interessante
borgo rurale in mezzo alla campagna tra Passons e
Colloredo, è legato a due leggende antiche.
Alla prima, relativa alla sua fondazione,
abbiamo già fatto cenno nelle note storiche
su Passons; l'origine del paesino sarebbero dunque
legate - secondo la tradizione - all'arrivo nelle
campagne di tre fratelli, dei quali il più
giovane si fermò nel luogo dell'attuale borgo,
che in un primo tempo era conosciuto con il nome di
Cjasemate. Fu proprio questo pastore a mettere a dimora
un castagno divenuto in seguito gigantesco, con una
circonferenza così ampia che - si diceva -
per abbracciarla, ci volevano sette uomini. La pianta
è esistita realmente ed aveva assunto un grande
valore simbolico tanto da essere poi rappresentata
nello Stemma ufficiale del Comune; ai piedi del castagno,
nella originaria rappresentazione dello stemma erano
raffigurate due pecore che brucavano l'erba, poi sostituite
da tre rose simboleggianti le tre frazioni del Comune.
Un'altra leggenda interessante è
legata alla vicenda storica dell'assassinio del Patriarca
Bertrando di San Genesio.
Di fatto il 6 giugno 1350 il saggio
Bertrando, all'età di novanta e più
anni, stava rientrando con il suo seguito da Sacile,
dopo essersi recato a Padova, quando venne assalito
di sorpresa e ucciso con cinque coltellate dai soldati
dei congiurati sul guado del Tagliamento, a San Giorgio
della Richinvelda. Subito dopo venne portato a Udine
su un carro di legno tirato da vacche e accompagnato
da due prostitute in segno di disprezzo per il corpo
di Bertrando; pare che il Patriarca, ormai senza vita,
sia passato proprio per la località di Bonavilla.
In questo luogo, per ricordare il passaggio del prelato,
è stato costruito un piccolo monumento commemorativo.
Il
9 settembre 1915 arriva l'8ª Squadriglia da ricognizione
e combattimento che il 1º dicembre diventa 1ª
Squadriglia caccia ed il 15 aprile 1916 70ª Squadriglia
caccia che resta fino al 28 ottobre 1917 ed il 7 ottobre
1915 la 9ª Squadriglia da ricognizione e combattimento
fino al 28 marzo 1916. Dal 10 aprile 1917 vi nasce
il X Gruppo (poi 10º Gruppo) che resta fino all'inizio
del 1918, il 1º maggio vi nasce la 91ª Squadriglia
che resta fino al 28 ottobre 1917, trasferendosi ad
Istrana dal 6 giugno al 2 luglio per la Battaglia
degli Altipiani e dal 25 maggio 1917 arriva la 82ª
Squadriglia fino al 28 ottobre.