Massa Lombarda
Emilia Romagna

Massa Lombarda è un comune della provincia di Ravenna.

DA VEDERE
Il più antico complesso architettonico di Massa Lombarda era costituito dalla rocca con annesso torrione, costruito dagli Estensi nel XV secolo. Perse la sua funzione nell'Ottocento e venne demolito tra il 1910 (rocca) e il 1920 (torrione).

Chiesa arcipretale della Conversione di San Paolo (patrono cittadino)
Fu costruita tra il 1528 e l'aprile del 1537 sulle rovine di una chiesa più antica, esistente fin dall'XI secolo. Il progetto - secondo lo storico massese Luigi Quadri - fu dell'architetto milanese Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (Milano 1465-1530). La chiesa, un bell'esempio di architettura romanica in severo stile basilicale, è a tre navate. Già nel 1576 divenne chiesa arcipretale. Francesco d'Este la abbellì con due dipinti: la "Conversione di San Paolo" di Filippo Sebastiani, detto il Bastianino (Ferrara 1532-1602) e "La Risurrezione di Cristo" di Benvenuto Tisi, detto il Garofalo (Ferrara, 1481-1559). Nel 1580 venne eretto sopra l'ingresso della chiesa un portico a quattro colonne. Nell'Ottocento si effettuarono i primi lavori di restauro: il campanile fu riscostruito a pianta quadrata e fu portato dagli originali 26,30 metri agli attuali 37,39 metri. La ristrutturazione della chiesa terminò nel 1842. Il Vescovo di Imola che la consacrò fu Giovanni Maria Mastai Ferretti, che nel 1846 diventerà Papa col nome di Pio IX. Nel 1932 venne abbattuto il porticato che sovrastava l'ingresso principale.

Chiesa di San Salvatore
Sorta nel 1763 su una chiesa del Seicento, è un piccolo gioiello d'arte. L'interno è opera del celebre architetto imolese Cosimo Morelli, l'esterno del massese Zaccaria Facchini. La chiesa è stata recentemente restaurata.

Santuario della Madonna del Trebeghino (o Chiesa dell'Oppio)
Situata in zona rurale, a circa un km dalla strada provinciale San Vitale. Fra i più antichi luoghi di culto del paese, la gente l'ha soprannonimata "Cîsa dl'Öpi", che è il nome in dialetto romagnolo dell'acero campestre, molto diffuso. Ricalcando la pronuncia dialettale, ne è derivato il curioso nome di "Chiesa dell'Oppio" che si porta dietro ancora oggi.

La piazza, il Municipio e la Torre dell'orologio
La piazza centrale di Massa Lombarda è piazza Matteotti, racchiusa tra palazzi storici e dominata dalla Torre dell'orologio.
La Torre è più antica del Palazzo Comunale di due anni. Fu terminata nel 1756 su progetto di Cosimo Morelli, di cui è anche considerata la prima opera certa con la sua firma. Posta a un angolo della piazza centrale, sostituiva una torre più antica che fungeva anche da prigione.
Nel 1758 fu avviata, sempre su disegno del Morelli, la ristrutturazione del Municipio, l'ex Casa della Comunità, già esistente nel Cinquecento. Il prospetto del palazzo, sito sul lato nord della piazza centrale, è costituito da un portico a cinque arcate. Sulla facciata compaiono quattro finestre, sovrastate al centro da una nicchia con una statua della Madonna incoronata. Fin dai tempi degli Estensi il Consiglio comunale si radunava nella rocca (a Lugo è ancora così). Dal 1748 si riunisce nel Palazzo comunale.

MANIFESTAZIONI
San Peval d'j Segn (25 gennaio, Santo patrono)
Dindondero d'oro (primavera)
Festa de "l'Unità" (a Fruges (giugno) e a Massa Lombarda (luglio)
Festa per la Vita (organizzata dall'ANT)
Festival internazionale del Folclore (fine luglio)
Sagra delle sfogline (fine agosto)
Festa della Ripresa e Palio del Timone (prima settimana di settembre)

ECONOMIA
La frutta ha fatto la fortuna di Massa Lombarda. Negli anni Venti, quando il paese aveva solo 7 mila abitanti ed una superficie agraria di 3.476 ettari, riuscì a diventare il punto di riferimento nazionale del settore ortofrutticolo. L'intuizione del promettente futuro della frutticoltura industriale si deve all'intelligenza ed alla tenacia di quattro personaggi, tutti nati a Massa: Pompeo Torchi, agricoltore, Luigi Maccaferri, ingegnere, i fratelli Gianstefani, agricoltori, e Adolfo Bonvicini, imprenditore. Pompeo Torchi fu il primo ad avviare la coltivazione della vite a Massa Lombarda. Era il 1875, il territorio massese era stato coltivato fino a quel momento a grano, frumento e canapa. Coltivazioni di sopravvivenza, caratterizzate da bassa produttività e basso reddito. Torchi decise di bonificare a sue spese vaste porzioni del suo appezzamento di 100 ha, sito nel territorio di Conselice, sui cui impiantò, oltre alla vite, anche filari di alberi da frutta. La sua scommessa ebbe successo: nel 1893 Torchi fu premiato con una medaglia d'argento. Nel 1901 ottenne la medaglia d'oro. A coronamento della sua carriera giunse nel 1916 la nomina a Cavaliere del Lavoro. Luigi Maccaferri (1834-1903) fu il primo ad introdurre a Massa Lombarda l'uso delle macchine trebbiatrici, la coltivazione su grande scala della pianta del pomodoro, i mulini a vapore, le fornaci Hoffman e fondò la prima fabbrica per l'estrazione dell'alcol dalle barbabietole e dal sorgo (1882). La barbabietola sostituì, in gran parte, la poco remunerativa coltivazione della canapa. Giovanni e Umberto Gianstefani furono i primi, intorno al 1890, a coltivare le pesche a Massa Lombarda. Selezionarono una nuova specie di pesca grossa, colorita e molto saporita, che diffusero in Italia e all'estero col nome di "Buco incavato", tuttora coltivata e conosciuta col nome di "Pesca di Massa Lombarda". Adolfo Bonvicini, figlio secondogenito del senatore Eugenio (vedi sezione storica) ebbe il merito di aver introdotto, per primo in Italia, l'impresa ortofrutticola, cioè l'impresa che coltiva e poi vende i suoi prodotti. Convertì alla coltivazione di alberi da frutta molti dei trenta poderi che possedeva tra Massa e Conselice, per una superficie complessiva di circa 300 ettari. L'azienda Bonvicini sorse ufficialmente nel 1900. Nel 1911 la sua ditta era già l'unica in Italia nel suo settore ad avere uno stabilimento di 1.000 metri cubi con il raccordo ferroviario ed una cantina per la produzione di vino della capacità di 3.000 ettolitri. Anche Adolfo Bonvicini fu premiato con il cavalierato. Alla sua morte, nel 1916, la guida dell'azienda viene presa dal figlio Gaetano.

Massa Lombarda lancia il modello di un'imprenditoria che sa coniugare agricoltura, commercio e industria. L'azienda massese, a conduzione familiare, è capace coi suoi mezzi di stare sul mercato internazionale. Nel 1920 la quantità di frutta lavorata a Massa si aggira solo sui ventimila quintali. Ma nel giro di pochi anni i valori di produzione aumentano a 27.795 nel 1922 ed arrivano 48.719 nel 1925. Dal 1924, inoltre, la maggior parte della produzione viene venduta all'estero. Il marchio Frutta di Massa Lombarda è conosciuto in tutta Europa. La resa di chili di frutta per pianta, grazie ai miglioramenti tecnici apportati dai coltivatori, è in costante aumento. Nel podere Bonvicini passa dai 24,46 kg del 1917 ai 33,38 del 1920 per giungere a 41,10 kg nel 1924. Nella provincia di Ravenna, prima nella produzione intensiva di frutta in Italia, più della metà del prodotto viene da Massa Lombarda, che si distingue per la solida e collaudata organizzazione tecnica. A metà degli anni Venti si ha un ulteriore colpo di acceleratore allo sviluppo industriale. La ditta Bonvicini costruisce un impianto frigorifero per la conservazione della frutta che permette così la sua lavorazione anche in inverno e in primavera. Ma cosa fare della frutta non vendibile allo stato fresco? Bonvicini aveva già cercato di risolvere la questione producendo vino da tavola (attraverso la fermentazione alcolica) e marmellata. Quest'ultima soluzione però non l'aveva soddisfatto e perciò aveva deciso di tralasciare la produzione di marmellata. L'idea viene però ripresa e, per realizzarla, Bonvicini si mette in società con altri imprenditori. Nasce così l'11 luglio 1926 la Massalombarda S.p.A., che ha come oggetto sociale la "attività di industria e commercio di prodotti alimentari". È la prima società in Italia che si dedica alla produzione di succhi di frutta. La "Massalombarda" lancerà nel dopoguerra il famoso marchio "Yoga", che sarà per lungo tempo il marchio più riconosciuto tra i succhi di frutta italiani.

La frutticoltura continua a tirare: il flusso di denaro dall'estero su Massa Lombarda per la vendita di frutta ammonta a ben 14 milioni di lire, e tutto in valuta pregiata. Ciò permette l'ingrandimento degli impianti di produzione, con una ricaduta positiva sulla manodopera e sull'indotto. Riguardo alla manodopera, Massa diventa un polo d'attrazione anche per i lavoratori che provengono dai paesi più vicini. In pochi anni, dal 1925 al 1928, la popolazione passa da 7.012 abitanti a 7.376. Negli stessi anni Giovanni Foschini trasforma la propria tipografia in una fabbrica per la produzione di cartone ondulato, un materiale necessario negli imballaggi della frutta. La nuova società prende il nome di Ondulatum. Diventerà una delle "glorie" cittadine. Intanto i prodotti ortofrutticoli viaggiano sempre di più con la ferrovia. Se ancora nel 1922 i vagoni merci erano stati 453 in tutto, nel 1924 se ne contano 1.173, nel 1926 1.420 e quota duemila viene raggiunta e ampiamente superata nel 1930, con 2.665 vagoni. Nello stesso anno 1930, per fare un paragone, da Cesena sono partiti solo 1.863 vagoni merci. Nel 1931 sopraggiunge la crisi economica, in seguito al famoso crollo della Borsa di New York del 24 ottobre 1929. Il prezzo della frutta subisce un crollo: le pesche, che costavano nel '30 147,30 lire al quintale, nel '33 valgono solo 51,30. Le pere, che nel '30 si scambiavano a 184,30 lire, tre anni dopo sono dimezzate a 73,18. I prezzi non risaliranno per un bel po' di tempo (fino al 1936) per poi assumere un andamento altalenante, ma senza ritornare ai valori del periodo pre-crisi. Nel 1932 la produzione totale di frutta a Massa Lombarda si avvicina ai 200.000 quintali. Nonostante la crisi, ancora il 78% della produzione trova la via dei mercati esteri, specialmente della Germania, verso cui viene destinato più prodotto che non nel resto d'Italia. Nel complesso sono in funzione a Massa duecento attività industriali, con un migliaio di addetti stabili e con duecento esercizi commerciali, che impiegano oltre 400 persone. È stato calcolato un giro d'affari di circa 40 milioni e un monte salari di 3 milioni. Sempre nel 1932 nasce, il 28 agosto, dalla felice intuizione di Giovanni Foschini (da poco salito alla guida del Comune), la celebre Sagra delle pesche. L'iniziativa è volta a far conoscere le pesche, ma anche ad attirare nuovi visitatori, con lo scopo di abbinare la conoscenza del luogo, e del prodotto caratteristico, col divertimento: un'operazione di marketing territoriale ante litteram. Già nel 1933 gli organizzatori utilizzano la radio per trasmettere comunicati pubblicitari che vengono inseriti nel notiziario nazionale. In quell'anno si contano ventimila visitatori. Il movimento di merci e di persone originato da questa ragguardevole realtà economica dà un'ulteriore spinta alla costruzione di nuove vie di comunicazione: nel 1934 viene aperta la terza linea ferroviaria, che porta a Imola e poi a Castel del Rio, e nel 1938 viene completata l'asfaltatura della strada provinciare San Vitale, che congiunge Bologna e Ravenna (Massa Lombarda si trova circa a metà strada). Nel 1937 muore improvvisamente il rappresentante più illustre degli imprenditori massesi: Gaetano Bonvicini. Nello stesso anno lascia, in seguito al fallimento dell'attività, un altro importante capitano d'industria, Camillo Borgnino. Si chiude l'epoca d'oro della frutticoltura massese.

ORIGINI E CENNI STORICI
Nell'anno Mille il territorio di Massa Lombarda era coperto prevalentemente da boschi. Non lontano, pochi chilometri a nord cominciavano le paludi della Valle Padusa. Risale al 767 la prima notizia sul territorio in cui sorgerà l'abitato. In quell'anno la nobile Eudochia, rimasta vedova, donò quindici fondi al monastero di rito greco di Santa Maria in Cosmedin di Ravenna. Uno dei quindici fondi portava il nome di Fondo Casale Pauli. A partire dal 1164 l'area fu sottomessa ai Conti di Cunio, feudatari dell'Imperatore Federico II Barbarossa, che qui eressero una torre (che rimarrà in piedi fino al 1920). Era alta 26,40 metri ed era circondata da un largo fossato. L'evento cruciale per la storia di Massa Sancti Pauli (questo il nome bassomedievale del centro) si verificò alla metà del XIII secolo. Avvenne che un gruppo consistente di famiglie provenienti da Marmirolo, nel mantovano, si trasferì a Bologna chiedendo ospitalità. Bologna poté accogliere solo una parte di loro, ma per gli altri non si sapeva cosa fare. Si fece avanti il Comune di Imola, che offrì ai coloni (87 famiglie) una zona pressoché disabitata, ma fertile, proprio il territorio di Massa Sancti Pauli. Le terre coltivabili vennero divise in quadrati di 580 x 380 metri di lato, una suddivisione che è visibile ancora oggi sulle mappe geografiche. Venne firmato un contratto che sancì il possesso delle terre da parte dei marmirolesi, che in cambio s'impegnarono a bonificarle e a coltivarle con mezzi propri. Si stabilì inoltre che il giorno di mercato sarebbe stato il martedì e che il mercato del bestiame si sarebbe tenuto due volte all'anno. L'atto venne siglato l'11 maggio del 1251: è l'atto di nascita del nuovo borgo, che assunse il nome di Castrum Massae Lombardorum. Il villaggio era un quadrato di soli 220 metri di lato, con due porte d'accesso e due chiesuole.
Formalmente di proprietà della Chiesa, per ben due secoli, fino alla metà del Quattrocento, il territorio di Massa dei Lombardi venne conquistato e riconquistato dai signori locali, che lo governano in nome del Papa. Passarono di qui famosi capitani di ventura, come Maghinardo Pagani (1296), Corrado Lando (1358), Giovanni Acuto (1376), Alberico da Barbiano (1399) e Filippo Maria Visconti (1424). Nel 1434 Visconti cedette per diplomazia i territori tra Forlì e Imola al nuovo papa Eugenio IV, il quale li affidò ad una famiglia guelfa, i Manfredi di Faenza. Poi, nel 1440 Eugenio IV cedette in feudo tutte le terre della Romandiola, tra cui Massa, al marchese di Ferrara, Nicolò III d'Este per 11.000 ducati d'oro. Nel 1445 venne formalizzato il passaggio di proprietà del feudo dal monastero di Santa Maria in Cosmedin agli Estensi.

Fu l'inizio di un periodo di pace che si protrasse per più di un secolo. Gli estensi costruirono nuove strade, nuove case e raddoppiarono le dimensioni del nucleo abitato: il quadrato ora misurava 400 metri di lato. Fecero erigere vicino alla vecchia torre dei conti di Cunio una poderosa rocca ed ampliarono la cerchia delle mura. Questo impianto giungerà inalterato fino alle soglie del XX secolo. Il corso centrale si chiamava via Tiglio, mentre le due porte erano dette, ad ovest, del Molino e, ad est, Celletta. Presso ciascuna porta venne costruita una chiesa. Quella del Molino era a protezione dalle pestilenze, mentre la chiesa costruita presso Porta Celletta aveva lo scopo di preservare la comunità dalle inondazioni del fiume Santerno. Nel 1480 Ercole I (1431-1505) concesse lo Statuto agli abitanti della città. Gli successe Alfonso I, figlio di Ercole, che governa ininterrottamente dal 1505 al 1534. Sotto il marchesato di Francesco (1516-1578), terzogenito del Duca Alfonso, nel 1553 venne istituita la prima scuola pubblica (diventeranno due nell'anno 1800); fu fondata addirittura la zecca, un lusso per quei tempi. L'ospedale esiteva già, almeno dal 1556 e rimarrà in funzione fino al 1848, quando verrà aperto il nuovo nosocomio. Per sua espressa volontà, Francesco volle essere sepolto a Massa. Esauritasi anche la dinastia estense 1598, Massa dei Lombardi ritornò sotto lo Stato Pontificio (Papa Clemente VIII). Il numero di chiese e di conventi aumentò, basti dire che nel XVII secolo, su una popolazione di 2-3 mila abitanti, a Massa esistevano 22 chiese, 9 oratori e due conventi, uno di Carmelitani e uno di Minori Osservanti. I sacerdoti erano 30, tutti nativi del paese. Nel corso della dominazione pontificia si registrò il cambio del nome nella forma attuale, Massa Lombarda.

Nel 1630, l'epidemia di peste citata dal Manzoni ne I Promessi sposi fece 8 morti anche a Massa Lombarda.
Nel 1688 il paese fu colpito da uno spaventoso terremoto, che arrecò danni a cose e fabbricati.
Alla metà del secolo l'architetto Cosimo Morelli firma alcune opere architettoniche in paese: la Torre dell'Orologio ed il Municipio[3].
Nel 1777 venne deciso di spostare il giorno di mercato al venerdì (tradizione in vigore tutt'oggi), poiché i massesi si trovavano stretti tra il mercato di Conselice (il lunedì) e quello di Lugo (il mercoledì).
Il 1796 fu un anno cruciale, che si aprì con un altro forte terremoto, ma che soprattutto inaugurò un periodo di 19 lunghi anni di invasioni militari e conquiste straniere. In quell'anno Massa Lombarda fu occupata dalle milizie francesi (che dichiararono decaduti tutti i titoli nobiliari), quindi entrò a far parte della Repubblica Cispadana, poi della Repubblica Cisalpina, diventando capoluogo di distretto. Passò più volte dai francesi agli austriaci e viceversa, per poi tornare sotto le insegne dello Stato Pontificio dopo la Restaurazione (1815).

Sono tre gli eventi degni di nota che si verificarono durante il periodo del Papa Re. Il primo fu, il 2 gennaio 1848, l'inaugurazione di un ospedale, in un edificio più ampio di quello già esistente; poi, nel 1856, l'apertura della prima Cassa di Risparmio cittadina. Il terzo fu il viaggio che papa Pio IX intraprese nei territori dello Stato nel 1857. Il 26 luglio giunse a Massa Lombarda.
In vista dell'evento, il Consiglio comunale approvò la costruzione di un Arco onorario in muratura, che sostituì la Porta Celletta, demolita pochi anni prima. Le sue dimensioni complessive erano: 12 metri di larghezza x 3 di profondità, con altezza di 11,90 metri. L'arco era alto 6,80 metri ed ampio 4,40 metri. Ben presto l'Arco fu rinominato Porta Lughese.
Nel giro di pochi anni la storia nazionale si rimise in moto e Massa Lombarda nel 1859 si ritrovò, dopo i plebisciti, a far parte del nuovo Regno d'Italia.

Dall'Unità alla Liberazione
Nel 1861 la popolazione di Massa Lombarda contava 4.995 abitanti. Negli ultimi anni del XIX secolo vennero avviate importanti opere di bonifica delle paludi (che giungevano ancora fino a pochi chilometri a nord del centro abitato) e si avviarono i primi esperimenti per la coltura della barbabietola da zucchero. L'esigenza di facilitare le comunicazioni era pressante, ormai la Porta del Molino non serviva più e nel 1884 venne demolita. Nello stesso anno, grazie alle nuove tecnologie di perforazione, venne scavato il primo pozzo artesiano (la costruzione degli acquedotti era ancora di là da venire). L'acqua sottostante il territorio massese si rivelò di ottima qualità.

L'arrivo della linea ferroviaria rappresentò l'inizio dello sviluppo industriale di Massa Lombarda. Fu grazie all'onorevole massese Eugenio Bonvicini (già governatore pontificio nel 1859-60 e sindaco negli anni 1863-69) che vennero aperte ben due tratte: una in direzione ovest, verso Budrio e Bologna (inaugurata il 4 dicembre 1887) e l'altra in direzione nord-sud (Lavezzola - Massa Lombarda - Lugo) aperta il 12 aprile 1888. Quest'ultima permetteva il collegamento con Ferrara a nord e con Faenza a sud. L'8 ottobre 1889 Massa Lombarda si guadagnò il titolo di Città per aver segnalato alle autorità il covo di una banda di malviventi che stava infestavando tutta la provincia di Ravenna.

Nel 1893 avvenne l'apertura delle nuove scuole comunali. Cominciò anche lo sviluppo della frutticultura, su impulso di Adolfo Bonvicini, vero pioniere nazionale del settore. Tutta l'economia della zona si modificò radicalmente: venne aperto uno zuccherificio (il secondo della provincia dopo quello ravennate presso Classe, 1901); cominciarono a lavorare i magazzini della frutta e anche quelli di conserve di pomodoro ("Esperia", 1907). Nello stesso 1907, il 1º ottobre venne inaugurato il nuovo ospedale cittadino, detto "degli Infermi", che sostituì quello in funzione dal 1848. Il 6 novembre 1910 venne aperto anche il primo Asilo infantile. Nel 1914 avvenne il primo allacciamento del paese alla rete elettrica.

In breve tempo Massa Lombarda diventò il principale centro regionale del settore frutticolo. A visitare i poderi di peschi, peri, meli e susini arrivavano delegazioni da tutta Italia e dall'estero. Ma il primo in assoluto a vedere le aziende agricole di Massa fu il re Vittorio Emanuele III in persona, che venne in visita il 25 aprile 1918.
Nel 1927 Massa Lombarda ospitò la II Esposizione Nazionale di Frutticultura, confermando il proprio prestigio nazionale. Alla III Mostra, tenutasi a Roma nel 1932, Massa, che si presentò come città, venne insignita di due onorificenze "fuori concorso": il Gran diploma d'onore e la Medaglia d'oro di merito speciale come riconoscimento al suo primato in campo agricolo.
Nel 1928 venne costruito un nuovo campo da gioco per il calcio (in sostituzione di quello improvvisato all'interno dell'ex foro boario), con la pista di atletica leggera. Massa Lombarda invece non ebbe mai una piscina comunale [4]. Nel 1934 l'Enciclopedia Treccani dedicò una voce a Massa Lombarda.

La Seconda guerra mondiale causò numerose ferite alla città, che si trovava a meno di 10 chilometri dal fronte, posto sul fiume Senio. Il primo bombardamento avvenne il 26 giugno 1944; gli ultimi, i più devastanti, furono il 9 e 10 aprile 1945. Oltre agli edifici ed alle fabbriche, venne distrutto anche il tronco ferroviario Massa-Imola. Massa fu liberata dalle truppe neozelandesi, che entrarono in paese la mattina del 13 aprile.
Il tributo pagato per la libertà dai massesi è stato doloroso. Tra i combattenti: centinaia furono internati in Germania; 51 i partigiani caduti; 46 i militari deceduti o dispersi; una medaglia d'oro e due d'argento conferite al valor militare. Tra i civili: 77 deceduti per bombardamenti, rappresaglie o agguati; 2 morti in campo di concentramento o in conseguenza della detenzione.

Dal dopoguerra ad oggi
Dopo la guerra l'Italia si avvia decisamente sulla strada dello sviluppo. A Massa Lombarda sorgono nuove aziende per la lavorazione della frutta che si aggiungono o sostituiscono le vecchie; pian piano l'occupazione tende a raggiungere buoni livelli, specialmente nel periodo estivo. La città continua a prosperare grazie alle attività frutticole: in estate operai avventizi arrivano da tutto il circondario per lavorare nei grandi magazzini della frutta. Durante gli anni Cinquanta la popolazione aumenta di 1.374 unità, grazie soprattutto all'immigrazione di nuovi lavoratori. Si verifica di conseguenza una forte espansione urbanistica: tra il 1951 e il 1961 vengono costruiti ben 678 nuovi alloggi.

Nello stesso periodo avviene la ristrutturazione del cinema-teatro Eden, costruito nel 1942 e danneggiato dalla guerra, che viene allargato fino a 1.500 posti, una capienza superiore a qualsiasi sala coperta nel raggio di 30 km. Negli anni '50 verranno rappresentate numerose riviste del teatro nazionale. Nel 1956 viene inaugurata la prima biblioteca pubblica cittadina. Nel 1957 vengono costruiti l'acquedotto e la rete di gas metano. Da registrare anche un evento negativo: l'alluvione del 5 dicembre 1959, che però sarà anche l'ultima. L'acqua arriva fino al centro storico, colpendo 220 abitazioni e numerosi impianti produttivi. Vengono sommersi circa 800 ettari di terreno coltivato.

Gli anni Sessanta sono per l'Italia quelli del boom economico. Massa Lombarda, che il boom lo aveva già vissuto anni prima, comincia ora a dare segni di una certa mancanza di vitalità. Il settore edilizio ha un calo (vengono costruiti un terzo degli alloggi rispetto agli anni Cinquanta); molti complessi industriali importanti (zuccherificio in testa) riducono il loro organico; alcune aziende ortofrutticole vanno in crisi.
Il tronco ferroviario Massa Lombarda-Imola, distrutto dai bombardamenti, non era stato più ricostruito. Nel 1964 le FS chiudono anche la linea ferroviaria Massa-Budrio (direzione Bologna), una scelta piovuta dall'alto contro cui il Comune non riuscirà ad opporsi. Di ben altra levatura sarà la protesta cittadina negli anni Ottanta contro il taglio della linea Lavezzola-Massa-Lugo, che viene sospeso, anche se il servizio viene molto ridimensionato.
La vita cittadina si mantiene ad un livello che supera quello dei paesi vicini. La fama della città giunge fuori regione. I più grandi cantanti sulla cresta dell'onda vengono ad esibirsi a Massa: da Giorgio Gaber a Rita Pavone a Edoardo Vianello, solo per citarne alcuni. Il 25 ottobre 1969 viene inaugurato il nuovo stadio cittadino con un incontro di calcio fra il Bologna "A" ed il Bologna "B". Nel 1971 la discoteca "Da Tino" è una delle tre sole esistenti in tutta la Romagna. Nel 1973 il teatro Eden presenta una stagione di prosa con compagnie di livello nazionale.

All'inizio degli anni Settanta nel settore ortofrutticolo si registra una certa crisi, con alcune aziende in fallimento o sotto amministrazione controllata. Il monte salario del settore è diminuito del 30% rispetto al 1967 ed il livello di occupazione è sceso del 27% rispetto al 1960. Gli alberi da frutta cominciano a costare troppo, per la manodopera e i trattamenti necessari. La carta che giocano un po' tutte le imprese agricole, in risposta al momento difficile, è la meccanizzazione del processo di lavorazione. L'occupazione subisce un contraccolpo: gli addetti nel settore diminuiscono ancora di più. La chiusura dello zuccherificio, attivo fin dall'inizio del secolo, è un segno della fine di un ciclo economico.
Nel 1981 l'occupazione raggiunge il minimo storico di 868, pari al 20,0% della popolazione attiva, una quota dimezzata rispetto al 1951. Ma la congiuntura non è del tutto negativa: parallelamente si sviluppa la piccola impresa commerciale, così come avanzano le nuove professioni. I massesi, per la prima volta, cominciano ad andare a lavorare fuori città.
Nel 1982 il Canale Emiliano Romagnolo attraversa il territorio imolese. Le sue acque sono importanti anche per gli agricoltori massesi, soprattutto per effettuare le irrigazioni estive.

Negli anni Ottanta gli abitanti di Massa Lombarda mantengono un reddito procapite tra i più alti della provincia. Ma ancora per poco: l'attività frutticola continua il suo inesorabile ridimensionamento. A livello di servizi c'è da segnalare la progressiva chiusura dell'ospedale cittadino, nato nel 1907. Nel 1984 chiude il reparto Chirurgia, dopo che la Maternità era già stata trasferita a Lugo. Poi verranno chiusi uno dopo l'altro tutti gli altri reparti: gli ultimi malati rimasti verranno trasferiti a Lugo il 30 giugno 1993. Oggi l'edificio dell'ex ospedale ospita una Casa protetta, un Centro diurno, il Cup e qualche ambulatorio.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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