Massa
Lombarda è un comune della provincia di Ravenna.
DA
VEDERE
Il più antico complesso architettonico di Massa
Lombarda era costituito dalla rocca con annesso torrione,
costruito dagli Estensi nel XV secolo. Perse la sua
funzione nell'Ottocento e venne demolito tra il 1910
(rocca) e il 1920 (torrione).
Chiesa
arcipretale della Conversione di San Paolo (patrono
cittadino)
Fu costruita tra il 1528 e l'aprile del 1537 sulle
rovine di una chiesa più antica, esistente
fin dall'XI secolo. Il progetto - secondo lo storico
massese Luigi Quadri - fu dell'architetto milanese
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (Milano 1465-1530).
La chiesa, un bell'esempio di architettura romanica
in severo stile basilicale, è a tre navate.
Già nel 1576 divenne chiesa arcipretale. Francesco
d'Este la abbellì con due dipinti: la "Conversione
di San Paolo" di Filippo Sebastiani, detto il
Bastianino (Ferrara 1532-1602) e "La Risurrezione
di Cristo" di Benvenuto Tisi, detto il Garofalo
(Ferrara, 1481-1559). Nel 1580 venne eretto sopra
l'ingresso della chiesa un portico a quattro colonne.
Nell'Ottocento si effettuarono i primi lavori di restauro:
il campanile fu riscostruito a pianta quadrata e fu
portato dagli originali 26,30 metri agli attuali 37,39
metri. La ristrutturazione della chiesa terminò
nel 1842. Il Vescovo di Imola che la consacrò
fu Giovanni Maria Mastai Ferretti, che nel 1846 diventerà
Papa col nome di Pio IX. Nel 1932 venne abbattuto
il porticato che sovrastava l'ingresso principale.
Chiesa
di San Salvatore
Sorta nel 1763 su una chiesa del Seicento, è
un piccolo gioiello d'arte. L'interno è opera
del celebre architetto imolese Cosimo Morelli, l'esterno
del massese Zaccaria Facchini. La chiesa è
stata recentemente restaurata.
Santuario
della Madonna del Trebeghino (o Chiesa dell'Oppio)
Situata in zona rurale, a circa un km dalla strada
provinciale San Vitale. Fra i più antichi luoghi
di culto del paese, la gente l'ha soprannonimata "Cîsa
dl'Öpi", che è il nome in dialetto
romagnolo dell'acero campestre, molto diffuso. Ricalcando
la pronuncia dialettale, ne è derivato il curioso
nome di "Chiesa dell'Oppio" che si porta
dietro ancora oggi.
La
piazza, il Municipio e la Torre dell'orologio
La piazza centrale di Massa Lombarda è piazza
Matteotti, racchiusa tra palazzi storici e dominata
dalla Torre dell'orologio.
La Torre è più antica del Palazzo Comunale
di due anni. Fu terminata nel 1756 su progetto di
Cosimo Morelli, di cui è anche considerata
la prima opera certa con la sua firma. Posta a un
angolo della piazza centrale, sostituiva una torre
più antica che fungeva anche da prigione.
Nel 1758 fu avviata, sempre su disegno del Morelli,
la ristrutturazione del Municipio, l'ex Casa della
Comunità, già esistente nel Cinquecento.
Il prospetto del palazzo, sito sul lato nord della
piazza centrale, è costituito da un portico
a cinque arcate. Sulla facciata compaiono quattro
finestre, sovrastate al centro da una nicchia con
una statua della Madonna incoronata. Fin dai tempi
degli Estensi il Consiglio comunale si radunava nella
rocca (a Lugo è ancora così). Dal 1748
si riunisce nel Palazzo comunale.
MANIFESTAZIONI
San Peval d'j Segn (25 gennaio, Santo patrono)
Dindondero d'oro (primavera)
Festa de "l'Unità" (a Fruges (giugno)
e a Massa Lombarda (luglio)
Festa per la Vita (organizzata dall'ANT)
Festival internazionale del Folclore (fine luglio)
Sagra delle sfogline (fine agosto)
Festa della Ripresa e Palio del Timone (prima settimana
di settembre)
ECONOMIA
La frutta ha fatto la fortuna di Massa Lombarda. Negli
anni Venti, quando il paese aveva solo 7 mila abitanti
ed una superficie agraria di 3.476 ettari, riuscì
a diventare il punto di riferimento nazionale del
settore ortofrutticolo. L'intuizione del promettente
futuro della frutticoltura industriale si deve all'intelligenza
ed alla tenacia di quattro personaggi, tutti nati
a Massa: Pompeo Torchi, agricoltore, Luigi Maccaferri,
ingegnere, i fratelli Gianstefani, agricoltori, e
Adolfo Bonvicini, imprenditore. Pompeo Torchi fu il
primo ad avviare la coltivazione della vite a Massa
Lombarda. Era il 1875, il territorio massese era stato
coltivato fino a quel momento a grano, frumento e
canapa. Coltivazioni di sopravvivenza, caratterizzate
da bassa produttività e basso reddito. Torchi
decise di bonificare a sue spese vaste porzioni del
suo appezzamento di 100 ha, sito nel territorio di
Conselice, sui cui impiantò, oltre alla vite,
anche filari di alberi da frutta. La sua scommessa
ebbe successo: nel 1893 Torchi fu premiato con una
medaglia d'argento. Nel 1901 ottenne la medaglia d'oro.
A coronamento della sua carriera giunse nel 1916 la
nomina a Cavaliere del Lavoro. Luigi Maccaferri (1834-1903)
fu il primo ad introdurre a Massa Lombarda l'uso delle
macchine trebbiatrici, la coltivazione su grande scala
della pianta del pomodoro, i mulini a vapore, le fornaci
Hoffman e fondò la prima fabbrica per l'estrazione
dell'alcol dalle barbabietole e dal sorgo (1882).
La barbabietola sostituì, in gran parte, la
poco remunerativa coltivazione della canapa. Giovanni
e Umberto Gianstefani furono i primi, intorno al 1890,
a coltivare le pesche a Massa Lombarda. Selezionarono
una nuova specie di pesca grossa, colorita e molto
saporita, che diffusero in Italia e all'estero col
nome di "Buco incavato", tuttora coltivata
e conosciuta col nome di "Pesca di Massa Lombarda".
Adolfo Bonvicini, figlio secondogenito del senatore
Eugenio (vedi sezione storica) ebbe il merito di aver
introdotto, per primo in Italia, l'impresa ortofrutticola,
cioè l'impresa che coltiva e poi vende i suoi
prodotti. Convertì alla coltivazione di alberi
da frutta molti dei trenta poderi che possedeva tra
Massa e Conselice, per una superficie complessiva
di circa 300 ettari. L'azienda Bonvicini sorse ufficialmente
nel 1900. Nel 1911 la sua ditta era già l'unica
in Italia nel suo settore ad avere uno stabilimento
di 1.000 metri cubi con il raccordo ferroviario ed
una cantina per la produzione di vino della capacità
di 3.000 ettolitri. Anche Adolfo Bonvicini fu premiato
con il cavalierato. Alla sua morte, nel 1916, la guida
dell'azienda viene presa dal figlio Gaetano.
Massa
Lombarda lancia il modello di un'imprenditoria che
sa coniugare agricoltura, commercio e industria. L'azienda
massese, a conduzione familiare, è capace coi
suoi mezzi di stare sul mercato internazionale. Nel
1920 la quantità di frutta lavorata a Massa
si aggira solo sui ventimila quintali. Ma nel giro
di pochi anni i valori di produzione aumentano a 27.795
nel 1922 ed arrivano 48.719 nel 1925. Dal 1924, inoltre,
la maggior parte della produzione viene venduta all'estero.
Il marchio Frutta di Massa Lombarda è conosciuto
in tutta Europa. La resa di chili di frutta per pianta,
grazie ai miglioramenti tecnici apportati dai coltivatori,
è in costante aumento. Nel podere Bonvicini
passa dai 24,46 kg del 1917 ai 33,38 del 1920 per
giungere a 41,10 kg nel 1924. Nella provincia di Ravenna,
prima nella produzione intensiva di frutta in Italia,
più della metà del prodotto viene da
Massa Lombarda, che si distingue per la solida e collaudata
organizzazione tecnica. A metà degli anni Venti
si ha un ulteriore colpo di acceleratore allo sviluppo
industriale. La ditta Bonvicini costruisce un impianto
frigorifero per la conservazione della frutta che
permette così la sua lavorazione anche in inverno
e in primavera. Ma cosa fare della frutta non vendibile
allo stato fresco? Bonvicini aveva già cercato
di risolvere la questione producendo vino da tavola
(attraverso la fermentazione alcolica) e marmellata.
Quest'ultima soluzione però non l'aveva soddisfatto
e perciò aveva deciso di tralasciare la produzione
di marmellata. L'idea viene però ripresa e,
per realizzarla, Bonvicini si mette in società
con altri imprenditori. Nasce così l'11 luglio
1926 la Massalombarda S.p.A., che ha come oggetto
sociale la "attività di industria e commercio
di prodotti alimentari". È la prima società
in Italia che si dedica alla produzione di succhi
di frutta. La "Massalombarda" lancerà
nel dopoguerra il famoso marchio "Yoga",
che sarà per lungo tempo il marchio più
riconosciuto tra i succhi di frutta italiani.
La
frutticoltura continua a tirare: il flusso di denaro
dall'estero su Massa Lombarda per la vendita di frutta
ammonta a ben 14 milioni di lire, e tutto in valuta
pregiata. Ciò permette l'ingrandimento degli
impianti di produzione, con una ricaduta positiva
sulla manodopera e sull'indotto. Riguardo alla manodopera,
Massa diventa un polo d'attrazione anche per i lavoratori
che provengono dai paesi più vicini. In pochi
anni, dal 1925 al 1928, la popolazione passa da 7.012
abitanti a 7.376. Negli stessi anni Giovanni Foschini
trasforma la propria tipografia in una fabbrica per
la produzione di cartone ondulato, un materiale necessario
negli imballaggi della frutta. La nuova società
prende il nome di Ondulatum. Diventerà una
delle "glorie" cittadine. Intanto i prodotti
ortofrutticoli viaggiano sempre di più con
la ferrovia. Se ancora nel 1922 i vagoni merci erano
stati 453 in tutto, nel 1924 se ne contano 1.173,
nel 1926 1.420 e quota duemila viene raggiunta e ampiamente
superata nel 1930, con 2.665 vagoni. Nello stesso
anno 1930, per fare un paragone, da Cesena sono partiti
solo 1.863 vagoni merci. Nel 1931 sopraggiunge la
crisi economica, in seguito al famoso crollo della
Borsa di New York del 24 ottobre 1929. Il prezzo della
frutta subisce un crollo: le pesche, che costavano
nel '30 147,30 lire al quintale, nel '33 valgono solo
51,30. Le pere, che nel '30 si scambiavano a 184,30
lire, tre anni dopo sono dimezzate a 73,18. I prezzi
non risaliranno per un bel po' di tempo (fino al 1936)
per poi assumere un andamento altalenante, ma senza
ritornare ai valori del periodo pre-crisi. Nel 1932
la produzione totale di frutta a Massa Lombarda si
avvicina ai 200.000 quintali. Nonostante la crisi,
ancora il 78% della produzione trova la via dei mercati
esteri, specialmente della Germania, verso cui viene
destinato più prodotto che non nel resto d'Italia.
Nel complesso sono in funzione a Massa duecento attività
industriali, con un migliaio di addetti stabili e
con duecento esercizi commerciali, che impiegano oltre
400 persone. È stato calcolato un giro d'affari
di circa 40 milioni e un monte salari di 3 milioni.
Sempre nel 1932 nasce, il 28 agosto, dalla felice
intuizione di Giovanni Foschini (da poco salito alla
guida del Comune), la celebre Sagra delle pesche.
L'iniziativa è volta a far conoscere le pesche,
ma anche ad attirare nuovi visitatori, con lo scopo
di abbinare la conoscenza del luogo, e del prodotto
caratteristico, col divertimento: un'operazione di
marketing territoriale ante litteram. Già nel
1933 gli organizzatori utilizzano la radio per trasmettere
comunicati pubblicitari che vengono inseriti nel notiziario
nazionale. In quell'anno si contano ventimila visitatori.
Il movimento di merci e di persone originato da questa
ragguardevole realtà economica dà un'ulteriore
spinta alla costruzione di nuove vie di comunicazione:
nel 1934 viene aperta la terza linea ferroviaria,
che porta a Imola e poi a Castel del Rio, e nel 1938
viene completata l'asfaltatura della strada provinciare
San Vitale, che congiunge Bologna e Ravenna (Massa
Lombarda si trova circa a metà strada). Nel
1937 muore improvvisamente il rappresentante più
illustre degli imprenditori massesi: Gaetano Bonvicini.
Nello stesso anno lascia, in seguito al fallimento
dell'attività, un altro importante capitano
d'industria, Camillo Borgnino. Si chiude l'epoca d'oro
della frutticoltura massese.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nell'anno Mille il territorio di Massa Lombarda era
coperto prevalentemente da boschi. Non lontano, pochi
chilometri a nord cominciavano le paludi della Valle
Padusa. Risale al 767 la prima notizia sul territorio
in cui sorgerà l'abitato. In quell'anno la
nobile Eudochia, rimasta vedova, donò quindici
fondi al monastero di rito greco di Santa Maria in
Cosmedin di Ravenna. Uno dei quindici fondi portava
il nome di Fondo Casale Pauli. A partire dal 1164
l'area fu sottomessa ai Conti di Cunio, feudatari
dell'Imperatore Federico II Barbarossa, che qui eressero
una torre (che rimarrà in piedi fino al 1920).
Era alta 26,40 metri ed era circondata da un largo
fossato. L'evento cruciale per la storia di Massa
Sancti Pauli (questo il nome bassomedievale del centro)
si verificò alla metà del XIII secolo.
Avvenne che un gruppo consistente di famiglie provenienti
da Marmirolo, nel mantovano, si trasferì a
Bologna chiedendo ospitalità. Bologna poté
accogliere solo una parte di loro, ma per gli altri
non si sapeva cosa fare. Si fece avanti il Comune
di Imola, che offrì ai coloni (87 famiglie)
una zona pressoché disabitata, ma fertile,
proprio il territorio di Massa Sancti Pauli. Le terre
coltivabili vennero divise in quadrati di 580 x 380
metri di lato, una suddivisione che è visibile
ancora oggi sulle mappe geografiche. Venne firmato
un contratto che sancì il possesso delle terre
da parte dei marmirolesi, che in cambio s'impegnarono
a bonificarle e a coltivarle con mezzi propri. Si
stabilì inoltre che il giorno di mercato sarebbe
stato il martedì e che il mercato del bestiame
si sarebbe tenuto due volte all'anno. L'atto venne
siglato l'11 maggio del 1251: è l'atto di nascita
del nuovo borgo, che assunse il nome di Castrum Massae
Lombardorum. Il villaggio era un quadrato di soli
220 metri di lato, con due porte d'accesso e due chiesuole.
Formalmente
di proprietà della Chiesa, per ben due secoli,
fino alla metà del Quattrocento, il territorio
di Massa dei Lombardi venne conquistato e riconquistato
dai signori locali, che lo governano in nome del Papa.
Passarono di qui famosi capitani di ventura, come
Maghinardo Pagani (1296), Corrado Lando (1358), Giovanni
Acuto (1376), Alberico da Barbiano (1399) e Filippo
Maria Visconti (1424). Nel 1434 Visconti cedette per
diplomazia i territori tra Forlì e Imola al
nuovo papa Eugenio IV, il quale li affidò ad
una famiglia guelfa, i Manfredi di Faenza. Poi, nel
1440 Eugenio IV cedette in feudo tutte le terre della
Romandiola, tra cui Massa, al marchese di Ferrara,
Nicolò III d'Este per 11.000 ducati d'oro.
Nel 1445 venne formalizzato il passaggio di proprietà
del feudo dal monastero di Santa Maria in Cosmedin
agli Estensi.
Fu
l'inizio di un periodo di pace che si protrasse per
più di un secolo. Gli estensi costruirono nuove
strade, nuove case e raddoppiarono le dimensioni del
nucleo abitato: il quadrato ora misurava 400 metri
di lato. Fecero erigere vicino alla vecchia torre
dei conti di Cunio una poderosa rocca ed ampliarono
la cerchia delle mura. Questo impianto giungerà
inalterato fino alle soglie del XX secolo. Il corso
centrale si chiamava via Tiglio, mentre le due porte
erano dette, ad ovest, del Molino e, ad est, Celletta.
Presso ciascuna porta venne costruita una chiesa.
Quella del Molino era a protezione dalle pestilenze,
mentre la chiesa costruita presso Porta Celletta aveva
lo scopo di preservare la comunità dalle inondazioni
del fiume Santerno. Nel 1480 Ercole I (1431-1505)
concesse lo Statuto agli abitanti della città.
Gli successe Alfonso I, figlio di Ercole, che governa
ininterrottamente dal 1505 al 1534. Sotto il marchesato
di Francesco (1516-1578), terzogenito del Duca Alfonso,
nel 1553 venne istituita la prima scuola pubblica
(diventeranno due nell'anno 1800); fu fondata addirittura
la zecca, un lusso per quei tempi. L'ospedale esiteva
già, almeno dal 1556 e rimarrà in funzione
fino al 1848, quando verrà aperto il nuovo
nosocomio. Per sua espressa volontà, Francesco
volle essere sepolto a Massa. Esauritasi anche la
dinastia estense 1598, Massa dei Lombardi ritornò
sotto lo Stato Pontificio (Papa Clemente VIII). Il
numero di chiese e di conventi aumentò, basti
dire che nel XVII secolo, su una popolazione di 2-3
mila abitanti, a Massa esistevano 22 chiese, 9 oratori
e due conventi, uno di Carmelitani e uno di Minori
Osservanti. I sacerdoti erano 30, tutti nativi del
paese. Nel corso della dominazione pontificia si registrò
il cambio del nome nella forma attuale, Massa Lombarda.
Nel
1630, l'epidemia di peste citata dal Manzoni ne I
Promessi sposi fece 8 morti anche a Massa Lombarda.
Nel 1688 il paese fu colpito da uno spaventoso terremoto,
che arrecò danni a cose e fabbricati.
Alla metà del secolo l'architetto Cosimo Morelli
firma alcune opere architettoniche in paese: la Torre
dell'Orologio ed il Municipio[3].
Nel 1777 venne deciso di spostare il giorno di mercato
al venerdì (tradizione in vigore tutt'oggi),
poiché i massesi si trovavano stretti tra il
mercato di Conselice (il lunedì) e quello di
Lugo (il mercoledì).
Il 1796 fu un anno cruciale, che si aprì con
un altro forte terremoto, ma che soprattutto inaugurò
un periodo di 19 lunghi anni di invasioni militari
e conquiste straniere. In quell'anno Massa Lombarda
fu occupata dalle milizie francesi (che dichiararono
decaduti tutti i titoli nobiliari), quindi entrò
a far parte della Repubblica Cispadana, poi della
Repubblica Cisalpina, diventando capoluogo di distretto.
Passò più volte dai francesi agli austriaci
e viceversa, per poi tornare sotto le insegne dello
Stato Pontificio dopo la Restaurazione (1815).
Sono
tre gli eventi degni di nota che si verificarono durante
il periodo del Papa Re. Il primo fu, il 2 gennaio
1848, l'inaugurazione di un ospedale, in un edificio
più ampio di quello già esistente; poi,
nel 1856, l'apertura della prima Cassa di Risparmio
cittadina. Il terzo fu il viaggio che papa Pio IX
intraprese nei territori dello Stato nel 1857. Il
26 luglio giunse a Massa Lombarda.
In vista dell'evento, il Consiglio comunale approvò
la costruzione di un Arco onorario in muratura, che
sostituì la Porta Celletta, demolita pochi
anni prima. Le sue dimensioni complessive erano: 12
metri di larghezza x 3 di profondità, con altezza
di 11,90 metri. L'arco era alto 6,80 metri ed ampio
4,40 metri. Ben presto l'Arco fu rinominato Porta
Lughese.
Nel giro di pochi anni la storia nazionale si rimise
in moto e Massa Lombarda nel 1859 si ritrovò,
dopo i plebisciti, a far parte del nuovo Regno d'Italia.
Dall'Unità
alla Liberazione
Nel 1861 la popolazione di Massa Lombarda contava
4.995 abitanti. Negli ultimi anni del XIX secolo vennero
avviate importanti opere di bonifica delle paludi
(che giungevano ancora fino a pochi chilometri a nord
del centro abitato) e si avviarono i primi esperimenti
per la coltura della barbabietola da zucchero. L'esigenza
di facilitare le comunicazioni era pressante, ormai
la Porta del Molino non serviva più e nel 1884
venne demolita. Nello stesso anno, grazie alle nuove
tecnologie di perforazione, venne scavato il primo
pozzo artesiano (la costruzione degli acquedotti era
ancora di là da venire). L'acqua sottostante
il territorio massese si rivelò di ottima qualità.
L'arrivo
della linea ferroviaria rappresentò l'inizio
dello sviluppo industriale di Massa Lombarda. Fu grazie
all'onorevole massese Eugenio Bonvicini (già
governatore pontificio nel 1859-60 e sindaco negli
anni 1863-69) che vennero aperte ben due tratte: una
in direzione ovest, verso Budrio e Bologna (inaugurata
il 4 dicembre 1887) e l'altra in direzione nord-sud
(Lavezzola - Massa Lombarda - Lugo) aperta il 12 aprile
1888. Quest'ultima permetteva il collegamento con
Ferrara a nord e con Faenza a sud. L'8 ottobre 1889
Massa Lombarda si guadagnò il titolo di Città
per aver segnalato alle autorità il covo di
una banda di malviventi che stava infestavando tutta
la provincia di Ravenna.
Nel
1893 avvenne l'apertura delle nuove scuole comunali.
Cominciò anche lo sviluppo della frutticultura,
su impulso di Adolfo Bonvicini, vero pioniere nazionale
del settore. Tutta l'economia della zona si modificò
radicalmente: venne aperto uno zuccherificio (il secondo
della provincia dopo quello ravennate presso Classe,
1901); cominciarono a lavorare i magazzini della frutta
e anche quelli di conserve di pomodoro ("Esperia",
1907). Nello stesso 1907, il 1º ottobre venne
inaugurato il nuovo ospedale cittadino, detto "degli
Infermi", che sostituì quello in funzione
dal 1848. Il 6 novembre 1910 venne aperto anche il
primo Asilo infantile. Nel 1914 avvenne il primo allacciamento
del paese alla rete elettrica.
In
breve tempo Massa Lombarda diventò il principale
centro regionale del settore frutticolo. A visitare
i poderi di peschi, peri, meli e susini arrivavano
delegazioni da tutta Italia e dall'estero. Ma il primo
in assoluto a vedere le aziende agricole di Massa
fu il re Vittorio Emanuele III in persona, che venne
in visita il 25 aprile 1918.
Nel 1927 Massa Lombarda ospitò la II Esposizione
Nazionale di Frutticultura, confermando il proprio
prestigio nazionale. Alla III Mostra, tenutasi a Roma
nel 1932, Massa, che si presentò come città,
venne insignita di due onorificenze "fuori concorso":
il Gran diploma d'onore e la Medaglia d'oro di merito
speciale come riconoscimento al suo primato in campo
agricolo.
Nel 1928 venne costruito un nuovo campo da gioco per
il calcio (in sostituzione di quello improvvisato
all'interno dell'ex foro boario), con la pista di
atletica leggera. Massa Lombarda invece non ebbe mai
una piscina comunale [4]. Nel 1934 l'Enciclopedia
Treccani dedicò una voce a Massa Lombarda.
La
Seconda guerra mondiale causò numerose ferite
alla città, che si trovava a meno di 10 chilometri
dal fronte, posto sul fiume Senio. Il primo bombardamento
avvenne il 26 giugno 1944; gli ultimi, i più
devastanti, furono il 9 e 10 aprile 1945. Oltre agli
edifici ed alle fabbriche, venne distrutto anche il
tronco ferroviario Massa-Imola. Massa fu liberata
dalle truppe neozelandesi, che entrarono in paese
la mattina del 13 aprile.
Il tributo pagato per la libertà dai massesi
è stato doloroso. Tra i combattenti: centinaia
furono internati in Germania; 51 i partigiani caduti;
46 i militari deceduti o dispersi; una medaglia d'oro
e due d'argento conferite al valor militare. Tra i
civili: 77 deceduti per bombardamenti, rappresaglie
o agguati; 2 morti in campo di concentramento o in
conseguenza della detenzione.
Dal
dopoguerra ad oggi
Dopo la guerra l'Italia si avvia decisamente sulla
strada dello sviluppo. A Massa Lombarda sorgono nuove
aziende per la lavorazione della frutta che si aggiungono
o sostituiscono le vecchie; pian piano l'occupazione
tende a raggiungere buoni livelli, specialmente nel
periodo estivo. La città continua a prosperare
grazie alle attività frutticole: in estate
operai avventizi arrivano da tutto il circondario
per lavorare nei grandi magazzini della frutta. Durante
gli anni Cinquanta la popolazione aumenta di 1.374
unità, grazie soprattutto all'immigrazione
di nuovi lavoratori. Si verifica di conseguenza una
forte espansione urbanistica: tra il 1951 e il 1961
vengono costruiti ben 678 nuovi alloggi.
Nello
stesso periodo avviene la ristrutturazione del cinema-teatro
Eden, costruito nel 1942 e danneggiato dalla guerra,
che viene allargato fino a 1.500 posti, una capienza
superiore a qualsiasi sala coperta nel raggio di 30
km. Negli anni '50 verranno rappresentate numerose
riviste del teatro nazionale. Nel 1956 viene inaugurata
la prima biblioteca pubblica cittadina. Nel 1957 vengono
costruiti l'acquedotto e la rete di gas metano. Da
registrare anche un evento negativo: l'alluvione del
5 dicembre 1959, che però sarà anche
l'ultima. L'acqua arriva fino al centro storico, colpendo
220 abitazioni e numerosi impianti produttivi. Vengono
sommersi circa 800 ettari di terreno coltivato.
Gli
anni Sessanta sono per l'Italia quelli del boom economico.
Massa Lombarda, che il boom lo aveva già vissuto
anni prima, comincia ora a dare segni di una certa
mancanza di vitalità. Il settore edilizio ha
un calo (vengono costruiti un terzo degli alloggi
rispetto agli anni Cinquanta); molti complessi industriali
importanti (zuccherificio in testa) riducono il loro
organico; alcune aziende ortofrutticole vanno in crisi.
Il tronco ferroviario Massa Lombarda-Imola, distrutto
dai bombardamenti, non era stato più ricostruito.
Nel 1964 le FS chiudono anche la linea ferroviaria
Massa-Budrio (direzione Bologna), una scelta piovuta
dall'alto contro cui il Comune non riuscirà
ad opporsi. Di ben altra levatura sarà la protesta
cittadina negli anni Ottanta contro il taglio della
linea Lavezzola-Massa-Lugo, che viene sospeso, anche
se il servizio viene molto ridimensionato.
La vita cittadina si mantiene ad un livello che supera
quello dei paesi vicini. La fama della città
giunge fuori regione. I più grandi cantanti
sulla cresta dell'onda vengono ad esibirsi a Massa:
da Giorgio Gaber a Rita Pavone a Edoardo Vianello,
solo per citarne alcuni. Il 25 ottobre 1969 viene
inaugurato il nuovo stadio cittadino con un incontro
di calcio fra il Bologna "A" ed il Bologna
"B". Nel 1971 la discoteca "Da Tino"
è una delle tre sole esistenti in tutta la
Romagna. Nel 1973 il teatro Eden presenta una stagione
di prosa con compagnie di livello nazionale.
All'inizio
degli anni Settanta nel settore ortofrutticolo si
registra una certa crisi, con alcune aziende in fallimento
o sotto amministrazione controllata. Il monte salario
del settore è diminuito del 30% rispetto al
1967 ed il livello di occupazione è sceso del
27% rispetto al 1960. Gli alberi da frutta cominciano
a costare troppo, per la manodopera e i trattamenti
necessari. La carta che giocano un po' tutte le imprese
agricole, in risposta al momento difficile, è
la meccanizzazione del processo di lavorazione. L'occupazione
subisce un contraccolpo: gli addetti nel settore diminuiscono
ancora di più. La chiusura dello zuccherificio,
attivo fin dall'inizio del secolo, è un segno
della fine di un ciclo economico.
Nel 1981 l'occupazione raggiunge il minimo storico
di 868, pari al 20,0% della popolazione attiva, una
quota dimezzata rispetto al 1951. Ma la congiuntura
non è del tutto negativa: parallelamente si
sviluppa la piccola impresa commerciale, così
come avanzano le nuove professioni. I massesi, per
la prima volta, cominciano ad andare a lavorare fuori
città.
Nel 1982 il Canale Emiliano Romagnolo attraversa il
territorio imolese. Le sue acque sono importanti anche
per gli agricoltori massesi, soprattutto per effettuare
le irrigazioni estive.
Negli
anni Ottanta gli abitanti di Massa Lombarda mantengono
un reddito procapite tra i più alti della provincia.
Ma ancora per poco: l'attività frutticola continua
il suo inesorabile ridimensionamento. A livello di
servizi c'è da segnalare la progressiva chiusura
dell'ospedale cittadino, nato nel 1907. Nel 1984 chiude
il reparto Chirurgia, dopo che la Maternità
era già stata trasferita a Lugo. Poi verranno
chiusi uno dopo l'altro tutti gli altri reparti: gli
ultimi malati rimasti verranno trasferiti a Lugo il
30 giugno 1993. Oggi l'edificio dell'ex ospedale ospita
una Casa protetta, un Centro diurno, il Cup e qualche
ambulatorio.