Alfonsine
è un comune della provincia di Ravenna. Si
trova nel Nord della Romagna all'incrocio tra il torrente
Senio e la Strada Statale 16 Adriatica, in uno spazio
fertile in cui l'agricoltura è molto presente,
soprattutto la viticoltura. Possiede alcune industrie
importanti come Marini-Fayat, Sica, Contarini e Fruttagel;
quest'ultima ha una delle celle frigorifere più
grandi d'Europa e produce praticamente tutti i succhi
in brick d'Italia (grande è la sua rivalità
con Faenza, che prova ad emularne i sublimi confezionamenti).
Nel territorio ci sono giacimenti considerevoli di
gas metano. La ricorrenza principale delle Alfonsine
è il 10 aprile, giorno in cui si celebra la
liberazione dall'occupazione tedesca. L'ultima settimana
di maggio, dal giovedì alla domenica,viene
inoltre organizzata la Sagra delle Alfonsine, che
annovera una discreta fiera-mercato e molteplici stand
gastronomici in cui assaporare i prodotti della cucina
romagnola, della cucina umbra (in virtù del
gemellaggio con la cittadina di Spello) e piatti tipici
del Marocco (Alfonsine è una città multiculturale).
Oltre alle iniziative sopra indicate, esiste una realtà
associativa denominata Circolo Filatelico "Vincenzo
Monti" (Numismatica, Cartofilia e Ricerche Storiche)
che ha prodotto libri, medaglie e cartoline che raccontano
la storia di Alfonsine. Il Comune di Alfonsine è
tra le Città decorate al Valor Militare per
la Guerra di Liberazione perché è stato
insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare
per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua
attività nella lotta partigiana durante la
seconda guerra mondiale.
ETIMOLOGIA
Deriva dal nome di persona Alfonso riferendosi forse
ad Alfonso I d'Este o ad Alfonso Calcagnini. Potrebbe
anche derivare dal termine dialettale alinfunsé
che deriva a sua volta da a le fossine, che si riferisce
a fossa.
LO
STEMMA
Lo stemma risale al 1814 quando Alfonsine ottenne
il diritto di diventare un comune autonomo, esso poiché
il territorio era in parte sotto la legislazione ravennate
e in parte sotto quella dei Calcagnini, pose nel suo
stemma il leone dei Calcagnini, e il pino parte dello
stemma di Ravenna.
DA
VEDERE
A causa delle devastazioni subite durante la seconda
guerra mondiale, sono pochi gli edifici storici sopravvissuti.
Tra quelli più significativi si ricorda l'Oratorio
di S.Vincenzo Ferrari, risalente alla metà
del XVIII secolo.Al suo interno è tutt'ora
custodita una tela della Madonna attribuita alla scuola
dei Longhi. Di recente costruzione invece sono il
Santuario della Madonna del Bosco, ricostruito sul
precedente edificio settecentesco. Conserva un'interessante
raccolta di ex-voto del XVIII e XIX secolo.In Piazza
Monti alla vecchia parrocchia si è sostituita
la Chiesa del Sacro Cuore, mentre l'attuale parrocchiale
dedicata a Santa Maria, è stata innalzata,
in tempi recenti in Corso della Repubblica.
In
Piazza della Resistenza si trova il Museo della battaglia
del Senio, istituzione moderna sorta nel 1981 su iniziativa
del comune di Alfonsine, della provincia di Ravenna,
della regione Emilia-Romagna e con il contributo dell'Ufficio
Storico e dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano.
Obiettivo del percorso espositivo è la ricostruzione
dei tragici eventi che segnarono le ultime fasi del
secondo conflitto bellico, intrecciando la storia
dei fatti d'arme a quella dei paesi e delle popolazioni
locali che subirono drammaticamente quel periodo.
Dal 1997 vi ha sede anche l'Istituto Storico della
Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia
di Ravenna, dotato di un archivio e di una biblioteca.
In
via Passetto si trova la casa natale di Vincenzo Monti,
si tratta di una costruzione rurale del settecento.
È una sorta di piccolo museo in cui si possono
ammirare, oltre alle opere del poeta, anche cimeli
della sua famiglia, nonché testimonianze della
vita contadina dell'epoca. È inoltre sede del
Comitato Montiano ente promotore degli studi su Vincenzo
Monti, del Centro Visita della Riserva Naturale di
Alfonsine e del Centro di Informazione e Documentazione
sull'Educazione Ambientale.
A
metà strada tra le valli di Argenta e quelle
di Comacchio, inserito all'interno del vasto parco
regionale del Po, si trova la Riserva naturale speciale
di Alfonsine, un'area protetta di pochi ettari di
proprietà comunale. Si tratta di tre oasi distribuite:
una estesa fra il Reno e una chiusa ottocentesca,
caratterizzata da boschi igrofili a salice bianco,
nonché pioppi, olmi e altri arbusti; un'altra
più a est, nota come Stagno della fornace Violani,
habitat naturale della rara testuggine palustre; una
terza infine costituita dal cosiddetto boschetto dei
tre canali.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Coesistono due principali ipotesi sulle origini del
nome di Alfonsine: la prima, basata su documenti risalenti
ai primi anni del 1500, e più accreditata,
si rifà ad Alfonso Calcagnini, che iniziò
la bonifica di queste terre, che furono perciò
chiamate "le Alfonsine" (terre di Alfonso):
in dialetto romagnolo "a gl'Infulsen"; la
seconda si deve ad Antonio Polloni nella sua Toponomastica
Romagnola (1966), in cui ipotizza che il toponimo
le Alfonsine derivi da "fossa-æ",
"canale, fossato scavato dall'uomo", e che
solo in un secondo tempo - e per pura coincidenza
- sarebbe stato influenzato dal nome di Alfonso Calcagnini.
La fondazione dell'abitato di Alfonsine ebbe luogo
nel lontano 1464, quando il territorio, costituito
da valli e terre palustri, veniva donato da Borso
d'Este a Teofilo Calcagnini che iniziò un'ingente
opera di bonifica. Il nucleo originario del paese
si sviluppa intorno alla chiesa di Nostra Signora,
eretta nel 1502, dal feudatario che governava nel
periodo su quelle terre Alfonso Calcagnini, figlio
di Teofilo. Il luogo, da sempre zona di confine tra
il dominio ravennate e quello estense, fu oggetto
di secolari e a volte drammatiche lotte per il controllo.
La questione si sopì con l'intervento di papa
Leone X, il quale, nel 1519, investì ufficialmente
i Calcagnini dei loro possedimenti, legittimando in
tal modo la donazione estense, ma estendendola alle
terre appartenenti ai canonici lateranensi di S.Maria
in Porto e dei nobili Rasponi. Il nuovo feudo assunse
il nome di "territorio leonino". I Calcagnini
si trovavano così ad essere feudatari sia della
chiesa che degli Este. Il privilegio venne riconfermato
da Clemente VIII alla fine del secolo. Nonostante
la crescita economica e demografica registrata nel
corso del XVIII secolo, gli abitanti della comunità
rurale a quell'epoca non godevano ancora di nessuna
libertà. La zona fungeva solamente da area
di sfruttamento ed arricchimento per la classe dei
feudatari, mentre la popolazione costretta a pagare
la tassa dovuta al signore continuava a vivere in
un forte disagio sociale. Il periodo napoleonico segnò
l'affrancamento dei Calcagnini e nel 1814 Alfonsine
divenne Comune. Le dure condizioni di vita portarono
fino alle porte del '900, alla costituzione da un
lato di bande di malfattori, e dall'altro di associazioni
di natura assistenziale e politica impegnate nella
lotta per la conquista dei diritti per le classi meno
abbienti. Il paese poi viene messo di nuovo a dura
prova dallo scoppio dei disordini della settimana
rossa, che ad Alfonsine si manifestò molto
violentemente e dai due conflitti mondiali che ne
seguirono Durante la seconda guerra mondiale, e precisamente
tra il dicembre 1944 e il 10 aprile 1945, Alfonsine
è stata teatro di cruenti scontri tra tedeschi,
alleati e partigiani che combatterono sul fronte situato
sul fiume Senio. All'indomani della liberazione, il
panorama sconfortante era rappresentato dalla distruzione
del 70% delle abitazioni e dalla scomparsa del vecchio
centro storico, che venne dapprima pesantemente bombardato
dagli alleati, e in seguito minato dei tedeschi prima
della loro ritirata verso nord. Tuttora è presente
nella cittadina un importante museo che commemora
la battaglia, il Museo della Battaglia del Senio;
tra i cimeli vi è un originale ponte Bailey
utilizzato dagli alleati durante il conflitto ed esempi
di artiglieria ed equipaggiamenti.