Succivo
è un comune della provincia di Caserta, situato
nell'agro atellano al limite tra l'hinterland afragolese
e l'agro aversano. Sul sito della città osca
di Atella, fucina della commedia latina, è
sede del museo archeologico nazionale dell'agro atellano.
Il
comune, come si può leggere nello statuto,
è composto dal solo capoluogo, del cui territorio
è però parte integrante anche il borgo
medievale di Teverolaccio. Prima dell'istituzione
del comune di Atella di Napoli, avvenuta sotto il
Fascismo, comprendeva anche la frazione Casapuzzano.
Dopo lo scioglimento del comune, Casapuzzano passò
a Orta di Atella. Con
una superficie di km². 6,96, Succivo si estende
di fronte a Sant'Arpino a metà strada tra Aversa
e Caivano.
ETIMOLOGIA
Il termine deriva dal latino subsecivus che è
una misura romana che indica un pezzo di terra che
non raggiunge l'ampiezza di una centuria.
ORIGINI
Sulla nascita del paese non esistono notizie precise
tali da determinarne l'anno o, quantomeno, l'epoca.
I primi documenti certi, riferiscono che il "
Casale di Suffici " nel 1121 fu donato alla Chiesa
di Aversa da Giordano, principe di Capua (i conti
di Aversa divennero principi di Capua). Negli archivi
parrocchiali una nota riporta che Papa Innocenzo II,
nel 1142, affidava il casale di " Sucio "
alle cure del vescovo di Aversa; sempre nell'archivio
parrocchiale, in una nota datata 1759, è scritto
che negli " Atti di Papa Innocenzo II "
si affermava che il nome " Sucío "
deriva dal termine " Sufficio " e per caduta
delle sillabe " ffi " si sarebbe avuto "
Sucío ". La denominazione Succivo, sarebbe
collegata all'appellativo gromatico latino cosi ricostruito:
Subsicivum - Su (ssi) civum, in cui l'aggeminazione
di " C " si può ben spiegare per
l'influsso analogico di altri composti con "
sub "; cfr. Soccavo da cavus; poi Succhivo da
Clivus... L'ipotesi linguistica è confortata
dalle condizioni del terreno, in quanto è proprio
nella zona di Succivo che non appaiono più
tracce meridionali della limitazione romana del suolo
e pertanto si è indotti a pensare, scrive sempre
Gentile, che per Succivo stesso passasse il confine
dell'Ager Campano.
CENNI
STORICI
Nel corso dei secoli Succivo seguì le vicende
della Diocesi di Aversa dalla cui Mensa Vescovile
continuò a dipendere. Nel XVIII secolo vi operava
ún'importante congregazione religiosa, ospitata
in un palazzo a corte dell'epoca al centro del quale,
ancora oggi, si ammira un pozzo a cupola e un tipico
loggiato con colonne e capitelli. Nel 1713 i Succivesi
riuscirono a difendere strenuamente il loro paese
dai francesi in un memorabile scontro sul ponte di
Teverolaccio; dal 1878 e fino agli inizi di questo
secolo fu sede di Pretura mandamentale, dal 1974 è
stata trasferita a Sant'Arpino.Di sicuro valore artistico
è la Chiesa della Trasfigurazione che è
anche la Parrocchia del paese; costruita nel XVI secolo,
subì una prima trasformazione a partire dal
1670 quando, a seguito di un furioso incendio causato
da un fulmine, andò distrutto il prezioso soffitto
ligneo a cassettoni: a croce latina con una cupola
centrale ha il maggior pregio nella semplicità
e in un imponente organo che, restaurato recentemente,
occupa il presbiterio. Sistemati in alto lungo le
pareti della Chiesa, fanno bella mostra di sé
17 dipinti tondi su tela, raffiguranti Cristo, gli
Apostoli e gli Evangelisti: furono commissionati da
Federico Pastena, allora sindaco del paese, al pittore
Tommaso De Vivo, nel 1864. Di buona fattura sono pure
alcune statue lignee del '600 salvate dall'incendio
della precedente Chiesa. Di notevole interesse, come
quella di Orta di Atella e di Sant'Arpino, è
l'architettura di alcune case a corte. Il complesso
di Teverolaccio, costituito da una Casatorre del XVI
secolo con annessa masseria del XVIII secolo, è
ad un chilometro dal centro di Succivo lungo la strada
per Gricignano di Aversa. La torre fu posta a guardia
di grandi strade di comunicazione tra Aversa ed Acerra,
Capua e Napoli, nella Liburia Atellana. Di architettura
semplice, in origine non presentava alcuna entrata
al livello del terreno; i soldati di guardia, infatti,
vi accedevano con l'aiuto di funi con le quali raggiungevano
i davanzali delle finestre e dove sono ancora visibili
i segni. La masseria, invece, è una tipica
costruzione rustica deL XVIII secolo, dotata di un
grande cortile, da aie e cantine; per un certo tempo
appartenne alla famiglia Pignatelli. Pure del XVIII
secolo è una vicina chiesetta, dedicata a S.
Sossio, che conserva un pavimento in cotto maiolicato
di buona fattura e un pregevole portale in marmo,
probabilmente già utilizzato in una chiesa
di maggiore importanza, forse andata distrutta.