Sant'Arpino
Campania

Sant'Arpino è un comune della provincia di Caserta, situato sul sito della città osca di Atella, fucina della commedia latina, al limite tra l'interland afragolese e l'agro aversano. Il paese si distingue per una intensa attivià folcloristica e culturale, ricca di eventi che celebrano le tradizioni della comunità: da ricordare, tra le altre, la "sagra del casatiello" e la "sagra del contadino atellano".

Comune campano, in provincia di Caserta, con più di tredicimila abitanti. Sorge nei Campi Liburi alla sinistra dei Regi Lagni, nella bassa valle del Volturno.

ETIMOLOGIA
In nome è una forma corrotta e dialettale di Sant'Elpidio, uno dei primi vescovi di Atella e santo patrono del paese.

ORIGINI
L'agglomerato urbano risale all'antica città di Atella, la cui origine è ancora avvolta nel mistero, e riportata a partire dal IV secolo a.C.. Fece parte di una confederazione di centri urbani Osci che aveva Capua come capitale. Città Stato, con propria autonomia amministrativa e con proprie monete, Atella vivrà sempre nell'orbita politica di Capua. Di questa seguirà le sorti quando, durante la conquista romana dell' Ager Campanus, nel 338 a.C. riceverà, come Città confederata di Roma, il rango di "municipium".

STORIA
Nel 211 a.C., però, per essersi schierata con Annibale, Atella venne severamente punita e ridotta a prefettura e e le sue case vennero date agli abitanti di Nuceria Alfaterna, distrutta da Annibale per non aver tradito Roma. Atella é municipium attorno al 1° secolo a.C., quando CICERONE ne divenne difensore per alcuni possedimenti della città nelle Gallie. Nei secoli successivi Atella venne ingrandita ed arricchita di splendidi monumenti.La città seguì poi le glorie e le disgrazie dell’impero romano. Nel V secolo d.C. divenne sede vescovile grazie all’opera evangelizzatrice del predicatore cristiano Elpidio, conterraneo di S.Agostino. Nel 533 d.C. fu devastata dai Vandali di Genserico, venne poi successivamente conquistata e depredata dagli Ostrogoti. Dal 552 al 568 fu possedimento bizantino fino alla conquista dei Longobardi. Fece quindi parte del Principato dei Longobardi fino al 1058 anno nel quale passò ai Conti normanni di Aversa che portarono nella vicina città tutto ciò che poteva essere trasportato e reimpiegato. Anche la sede vescovile venne trasferita ad Aversa. Il nome del villaggio S.Elpidio (volgarizzato successivamente in Sant’Arpino) compare per la prima volta in un atto di vendita dell’820 d.C. Un manoscritto datato 877 d.C. comprova che la chiesa vescovile di Atella era dedicata a S.Elpidio fin dal IX secolo.

I due nomi di S.Elpidio ed Atella convissero ufficialmente fino all’XI secolo quando sorta Aversa tutto ciò che restava di Atella venne trasferito nel borgo normanno. Successivi documenti normanni confermano che nel 1175 “Villa S.Elpidii” era residenza del barone Gimbuino. Dunque per un lungo lasso di tempo la città madre Atella ormai quasi totalmente abbandonata convive con il villaggio S.Elpidio sua appendice naturale. Il nome attuale S.Arpino (dialettale di S.Elpidio) compare ufficialmente per la prima volta nel 1592 quando il paese diviene feudo ducale del marchese di Grottola d.Alonzo Sanchez de Luna d’Aragona. In questo periodo vengono edificati la nuova chiesa di S.Elpidio, quella attuale, ed il palazzo ducale, residenza del feudatario, che sorge sulle rovine della vecchia chiesa. Il palazzo ducale venne poi restaurato ed ingrandito nel 1798 mentre la chiesa fu arricchita nel 1754 ed ampliata e riportata all’attuale stato nel 1884. Numerosi sono i personaggi che S.Arpino partorisce nel panorama storico – culturale del Mezzogiorno d’Italia. Fra questi ricordiamo l’avvocato Carlo Magliola (1695 – 1760) difensore di S.Arpino contro le città di Napoli e di Aversa, l’abate Vincenzo De Muro (1757 – 1811) storiografo di Atella, direttore della Nunziatella, segretario della Accademia Pontaniana, Antonio Della Rossa (1748 - ….) direttore di polizia, Ministro di Ferdinando IV di Borbone, Marco De Simone (1713 – 1778) consacrato vescovo da papa Benedetto XIV. Con l’abolizione della feudalità da parte di Gioacchino Murat nel 1810, i Sanchez de Luna d’Aragona persero il loro ducato pur continuando ad abitare a S.Arpino nel loro palazzo fino al 1836. Per successioni ereditarie il palazzo ducale divenne proprietà dei Caracciolo nobile famiglia napoletana che raramente abitò il palazzo stesso. Nel 1903 il palazzo ducale venne acquistato e restaurato dal siciliano Giuseppe Macrì, tenente al seguito dell’esercito garibaldino. Alla sua morte avvenuta nel 1932 il tenente Macrì lasciò il palazzo ducale in eredità al Comune di S.Arpino.

EDIFICI STORICI
Palazzo Ducale Sanchez de Luna
Palazzo Zarrillo
Palazzo Magliola

EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di San Francesco di Paola
Chiesa di San Elpidio
Chiesa della Maddalena

MANIFESTAZIONI
Sagra del Casatiello (ultima domenica di maggio).
DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 13.394 (M 6.708, F 6.686)
Densità per Kmq: 4.185,6

CAP 81030
Prefisso Telefonico 081
Codice Istat 061087
Codice Catastale I306

Denominazione Abitanti santarpinesi
Santo Patrono Sant'Elpidio
Festa Patronale 24 maggio

Numero Famiglie 3.871
Numero Abitazioni 4.311

Il Comune di Sant'Arpino fa parte di:
Regione Agraria n. 8 - Piano campano settentrionale

Comuni Confinanti
A est: Frattaminore (NA), Orta di Atella; a nord: Succivo; a ovest: Cesa, Sant'Antimo (NA); a sud: Frattamaggiore (NA), Grumo Nevano (NA).

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