Piedimonte
Matese (fino al 1974 Piedimonte d'Alife, noto anche
come Piedimonte Matese d'Alife) è un comune
della provincia di Caserta. La posizione geografica
di Piedimonte Matese rende questa cittadina incantevole,
porta naturale del Matese e centro del Parco Regionale
del Matese; punto di partenza di interessanti escursioni
in montagna alla scoperta di innumerevoli varietà
floreali e faunistiche, conserva un vasto patrimonio
d'arte e numerose e di notevole pregio sono le testimonianze
artistiche che la storia ha lasciato nelle vie, nelle
chiese, nei palazzi del centro storico. Situato in
un territorio ancora incontaminato alle estreme pendici
meridionali del Matese, ai piedi del Monte Cila, della
Terrazza di Castello e del Monte Muto, ed allo sbocco
di tre valli, Paterno, del Rivo e del Torano, Piedimonte
è il centro maggiore del comprensorio matesino.
Dalle montagne che lo circondano scendono tre corsi
d'acqua: il Torano affluente di sinistra del fiume
Volturno, che è collegato idrograficamente
con il Lago Matese per scorrimenti sotterranei di
natura carsica; il Rivo ed il Maretto, oggi poco visibili,
che bagnano Piedimonte prima di confluire anch'essi
nel Volturno.
ETIMOLOGIA
Per le origini del nome non è possibile definire
una data precisa, sicuramente anteriore all'anno 1000
perché è presente in documenti di questa
data - per esempio nella donazione del Principe Pandolfo
di Benevento del 18 dicembre 977 verso il Monastero
di santa Maria in Cingla presso Ailano in cui si cita:
« ... terre in Pedemonte e Sepeczano ... »
e nel più recente accordo di cessione tra il
Vescovo di Alife e lo stesso Monastero datato 1020
in cui si cita:
« ... quinta vero ad Pedas de monte ubi dicitur
ad pentuma et petra cupa, era flubio Torano ... »
petra cupa ora "Gola dell'Inferno".
ORIGINI
E CENNI STORICI
I reperti archeologici (armi litiche e terrecotte),
come i resti delle mura megalitiche, testimoniano
una presenza umana nella zona fin dall'età
neolitica. Antichissima cittadina sannitica, Piedimonte,
conquistata dali Romani nel 326 a.C., non raggiunse
mai un'importanza rilevante a causa della vicina Alife,
fiorente colonia romana.
Conobbe
un certo sviluppo dopo la distruzione di Alife nell'876,
di cui accolse la popolazione, ma appare citata soltanto
nel 1168 come possesso di Novellone di Bussono. Federico
II la concesse in feudo, nel secolo XIII°, al
Conte di Acerra Tommaso d'Aquino, che nel 1229 vi
resistette vittoriosamente all'assedio del cardinale
Pelagio, comandante delle truppe pontificie. Passata
ai Della Leonessa nel secolo XIV°, nel 1383 fu
ceduta definitivamente ai Gaetani d'Aragona.
Assediata
e conquistata dal cardinale Vitelleschi per conto
del papa Eugenio IV nel 1437, fu nuovamente assediata
dalle truppe del re di Napoli durante la congiura
dei baroni e nel 1504 fu invasa e saccheggiata dagli
Spagnoli. In seguito prese a svilupparsi rapidamente
come centro commerciale e manifatturiero (tessuti
di lana e cotone). Fu così eretta a principato
nel 1715 e confermata in feudo ai Gaetani d'Aragona
e nel 1730 ottenne il titolo di città dall'imperatore
Carlo VI. Assediata e saccheggiata nuovamente dai
Francesi nel 1799, nel 1860 subì persecuzioni
da parte dei Borbonici, tornati in città dopo
la proclamazione della caduta del Regno di Napoli.
Nel 1943, durante l'ultima Guerra Mondiale, ha subito
gravi devastazioni.
ARTE
L'abitato, sviluppatosi soprattutto nel tardo Medioevo,
si presenta come un antico centro in posizione naturalmente
strategica e conserva alcune felici caratteristiche
ambientali cui si adeguano decorosamente anche le
posteriori costruzioni barocche.
Nella
Chiesa di San Biagio, costruita agli inizi del secolo
XV°, vi è un ciclo di affreschi con storie
dell'Antico e Nuovo Testamento e storie di San Biagio,
che costituisce una delle espressioni più alte
di quella cultura figurativa tardo-gotica, largamente
influenzata da tendenze internazionali, fiorita intorno
al secolo XV°. La chiesetta ha un portale ogivale
e l'interno ad una navata divisa in due campate con
un arco pure ogivale.
Nel
1414 fu eretta la Chiesa di San Tommaso (o San Domenico),
su edificio precedente a sua volta sorto su ruderi
di un tempio romano. La chiesa ha una semplice facciata
a cuspide con portale ogivale e campanile con ottagono
cuspidato; l'interno, ad una navata, rifatto nel '600,
conserva un coro ligneo cinquecentesco e tavole e
affreschi dei secoli XVII° e XVIII°. Nella
base del campanile sono inseriti metope e triglifi
dell'antico tempio pagano.
Nell'annesso
ex-convento, oggi sede del museo alifano, si conservano
interessanti reperti archeologici provenienti dalla
vicina Alife: armi e oggetti dell' età della
pietra, terrecotte di età greco-romana e oggetti
di interessi artistico e storico quali monete, pergamene,
coralli miniati, ceramiche e armi.
Del
1640 è il Santuario dell'Annunziata, dalla
movimentata e ricca facciata barocca con tre portali
di cui particolarmente ricco è il mediano,
sobriamente decorato e sormontato da una nicchia.
L'interno è a tre navate, adorno di stucchi,
e conserva altari lignei lavorati, un coro settecentesco
intagliato da A.Giordano nel 1749, una grande tavola
di N.M.Rossi del 1732 ed una Natività di scuola
napoletana attribuita a F.Curia (1538-1610).
Su
disegno di Cosimo Fanzago (1593-1678) è stata
costruita la Chiesa di San Salvatore, il cui interno
è ornato di marmi e stucchi barocchi. Del secolo
XVIII° è la Basilica di Santa Maria Maggiore[www.basilicasantamariamaggiore.it],
che conserva tavole e tele dei secoli XV° e XVII°.
Il palazzo ducale dei Gaetani d'Aragona, rifatto agli
inizi del secolo XVIII°, conserva della precedente
costruzione alcune finestre ogivali, un portale del
'600, uno del secolo XV° in stile durazzesco e
stucchi e dipinti del secolo XVII°.
Il
palazzetto De Forma conserva bifore trecentesche.
Il Santuario di Santa Maria Occorrevole, situato nei
dintorni, fu eretto nel secolo XV° su una precedente
costruzione di cui resta l'abside trecentesca con
affreschi degli inizi del '400. La chiesa, a tre navate,
fu in gran parte rifatta nel '600 e restaurata nel
1934.
Il
Santuario di Santa Maria degli Angeli, cui si accede
per il Viale della Solitudine, fiancheggiato dalle
cappelle della Via Crucis, è del 1678 ed ha
un interno barocco.
MANIFESTAZIONI
1° gennaio - Corteo dei pastori
25 aprile - Festa delle Primavera Presso il Parco
Urbano di Piedimonte
Maggio - Mostra sui costumi, sulle arti e sulle tradizioni
popolari del Matese, visite guidate
22 maggio - Festa di S. Rita
3° domenica di maggio - Festa di Maria SS. Immacolata
dal 1 al 5 giugno - Festa Patronale di San Marcellino
13 giugno - Festa di S. Antonio da Padova
2 luglio - Sagra Madonna dello Spiganardo con il "Corteo
dei Canestri" (in località Scorpeto)
il 15 e 16 luglio - Festa di Maria SS. Del Carmine
dal 25 al 27 luglio - Festa di S. Anna
2° domenica di settembre - Fiera di San Bartolomeo
(in località Sepicciano)
7 e 8 settembre - Festa di Maria SS. Della Libera
2 ottobre - Maratona dei Colli Piedimontesi
2° domenica di ottobre - Festa di Maria SS. Della
Pietà
dal 10 al 12 novembre - Fiera di S. Martino
Natale - per diversi giorni Presepe vivente stanziale
- ogni anno in un rione diverso
31 dicembre - Concerto di fine anno
CHIESE
Basilica di Santa Maria Maggiore o Ave Regina Coelorum
[(www.basilicasantamariamaggiore.it)]
Cappella della Pietà
Cappella di San Biagio
Cappella di San Giovanni
Chiesa del Carmine
Chiesa del Salvatore
Chiesa dellAnnunziata o Ave Gratia Plena
Chiesa della Madonna delle Grazie
Chiesa della Santissima Annunciazione di Maria
Chiesa della Solitudine di Santa Maria degli Angeli
Chiesa di San Benedetto
Chiesa di San Cassiano presso San Potito
Chiesa di San Filippo Neri
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di San Marco
Chiesa di San Michele presso Sepicciano
Chiesa di San Nazario
Chiesa di San Rocco
Chiesa di San Sebastiano
Chiesa di San Tommaso dAquino o S.Domenico
Chiesa di SantAnna o dei Celestini o di Santa
Maria del Carmine
Chiesa di SantAntonio Abate
Chiesa di SantAntonio da Padova
Chiesa di Santa Lucia ad aquas
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Chiesa di Santa Maria Occorrevole.