Comune
campano in provincia di Caserta, sorge nella parte
settentrionale dei Regi Lagni, entro una fascia altamente
urbanizzata, a sud dei monti Tifatini, a nord dei
canali di bonifica dell'antico Clanio costituiti dal
Lagno Gorgone, Lagno Vecchio e Lagno di Sant'Andrea.
Il comune è a pochi chilometri da Caserta.
ETIMOLOGIA
Di difficile identificazione; forse proviene dal latino
caput seguito dal nome di persona Triseus, oppure
dal nome di una zona: Risone.
MANIFESTAZIONI
Patrona di Capodrise è la Madonna del Carmine,
che si festeggia in luglio con la tradizionale rievocazione
del Volo dell'Angelo; molto sentita è anche
la devozione a Sant'Andrea. Nella seconda decade di
settembre si organizza una sagra dell'uva e del vino
fragolino. Tra i piatti tipici, da ricordare la pasta
artigianale di Capodrise.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La storia di Capodrise è strettamente legata
a quella di Marcianise, della cui giurisdizione fece
parte a tutti gli effetti (insieme a San Nicola la
Strada, San Marco Evangelista, Recale, Portico, Macerata
Casalba, Trentola e Loriano) in seguito alla ripartizione
del distretto di Capua in quattro giurisdizioni voluto
da Gioacchino Murat agli inizi dell'Ottocento. Nel
1865, dopo l'unificazione del Regno, la dipendenza
amministrativa di Capodrise da Marcianise fu confermata.
ECONOMIA L'economia locale è legata principalmente
all'agricoltura (cereali, tabacco, ortaggi) ed all'allevamento
(bufale da cui si ricavano le famose mozzarelle).
Molto sviluppato è anche l'artigianato artistico,
oltre all'industria del settore alimentare e del mobile.
DA VEDERE
Uno degli edifici più importanti della cittadina
è la chiesa Sant'Antonio Abate, che si trova
nel centro storico: nonostante le sue piccole dimensioni,
la chiesetta esprime pienamente la particolarità
architettonica tardogotica, con la copertura a volta
ad ogiva e le quattro finestre ad archi acuti e la
bellezza dei colori accesi delle pitture. I dipinti
del 1300 presentano segni di sovrapposizione con altre
pitture del 1400; ne è un esempio l'immagine
della Madonna in trono con Sant'Antonio a lato ed
i fondatori ai piedi, nel catino absidale. La chiesa
è il frutto del rimaneggiamento di un edificio
dell'VIII e IX secolo. Al centro del pavimento vi
è la lapide con lo stemma della famiglia De
Filippo, datata 1611.