Abano
(pron. Àbano) Terme, è il principale
centro delle terme euganee. Situato nella provincia
di Padova, ai piedi dei Colli Euganei. La città
è divisa in due centri: uno storico e l'altro
prettamente turistico. Il centro storico offre il
Duomo di San Lorenzo con il suo campanile costruito
in due epoche diverse: la base, dotata di mattoni
più grezzi è del 900 d.C., la parte
superiore è del 1200 d.C. Conserva diverse
opere d'arte di notevole pregio: alcune tele della
scuola di Jacopo Ceruti detto il Pitocchetto, e poi:
Pietro della Vecchia, Amleto Sartori, J. K. Henrici,
Mario Pinton, Luigi Strazzabosco, Giorgio Scalco,
Enrico Ghiro, Aristide Ghiro, Imerio Trevisan. Vi
sono poi numerose ville patrizie: villa Rigoni Savioli,
costruita nel 1557 da Nicolò Malipiero, in
stile palladiano, con begli affreschi attribuiti a
Giovan Battista Zelotti; Villa Bassi Rathgeb (già
villa Dondi Dall'Orologio poi Zasio) con affreschi
attribuiti al Buttafogo o all'Aliense. In località
Monteortone c'é il santuario della Beata Vergine
della Salute, con un pregevole ciclo di affreschi
di Jacopo da Montagnana ed una Crocifissione di Palma
il Giovane. Nella parte turistica, invece, vi è
la Pinacoteca del Montirone, in cui, sebbene non sia
presente l'intera collezione, si può osservare
la Collezione Bassi, con opere di artisti del '700
veneziano. Appena fuori di Abano si trova il monastero
di San Daniele. Pochi chilometri fuori dal centro
cittadino, lungo la strada che collega Abano con la
frazione di Feriole (spartita con i comuni di Selvazzano
Dentro e Teolo) in aperta campagna, si trova la villa
Cittadella Vigodarzere (ora Gottardo) dove si rifugiò
Ugo Foscolo per scrivere il celebre romanzo epistolare
"Le ultime lettere di Jacopo Ortis". Abano
Terme sorge in una zona vulcanica spenta, a 10 km
sud-ovest da Padova, nella sua area metropolitana.
La cittadina si distende lungo il margine nordorientale
dei Colli Euganei, con un'altitudine media s.l.m.
di m. 14. I suoi abitanti si chiamano aponensi oppure
abanesi. La principale attività è data
dal turismo legato agli stabilimenti termali, legata
alle sue acque clorurato-sodiche bromoiodurate litiose,
radioattive, termali (87°C), conosciute fin dall'antichità.
Le acque arrivano dalle Alpi e scorrendo sotto terra
sgorgano dal Poggio di Montirone.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Abano Terme è conosciuta fin dal VI secolo
a.C. L'antico centro si trovava nel territorio dell'attuale
Comune di Montegrotto Terme, come documentano gli
scavi archeologici ed i numerosi reperti conservati
nei musei archeologici di Padova ed Este. L'importanza
che il luogo aveva nell'antichità è
documentata dalle citazioni di numerosi scrittori
latini, tra cui Plinio il Vecchio, Marziale, Tito
Livio (che secondo una tradizione non confermata,
qui sarebbe nato), Svetonio, Cassiodoro, Claudiano,
con la denominazione di "Aquae Patavinorum".
Oltre a Tito Livio, qui sarebbero nati anche i poeti
Gaio Valerio Flacco ed Arrunzio Stella. Si fa ricondurre
l'origine del nome ad Aponus, il dio delle acque termali,
che a sua volta risalirebbe ad una radice indo-europea
"Ap" che significa "acqua". Le
antiche terme occupavano una vasta area sul versante
orientale dei Colli Euganei e raggiunsero il massimo
splendore in età imperiale. Svetonio, che scrive
a cavallo tra il I ed il II sc. d. C., riferisce che
Tiberio, recandosi a guerreggiare in Illiria, si fermò
ad Aponus per consultare loracolo circa lesito
della guerra: avuto un responso favorevole, gettò
nella fonte alcuni dadi doro che erano ancora
visibili ai suoi tempi (Svetonio, Vita di Tiberio,
14.3). Con la caduta dell'Impero romano, anche le
terme decaddero, tanto che Teodorico, tramite il suo
ministro Cassiodoro, inviò una lettera all'architetto
padovano Aloisius, perché provvedesse al restauro
dei palazzi. Intorno al IX secolo, l'antico centro
termale cominciò a sdoppiarsi ed il termine
Aponus indicò il territorio dell'odierna Abano
Terme. Le prime notizie certe dell'esistenza, in epoca
medievale, di un centro abitato risalgono all'anno
971 e sono contenute nella Chronicon Farfensis redatto
da Gregorio da Catino e riferiscono dell'estenza in
Abano di una chiesa dedicata a San Lorenzo. Nel 1167,
Cecilia appena quattordicenne aveva ereditato dal
padre, Manfredi dei Conti di Abano, un considerevole
patrimonio. Il suo tutore, Spinabello da Sandrigo,
desideroso di accasarla degnamente, la promise in
sposa a Gherardo, figlio di Tisolino della nobile
famiglia dei Camposampiero. Ma Ezzelino I il Balbo,
suocero di Tisolino, brigò in modo da dare
in sposa Cecilia al proprio figlio Ezzelino II il
Monaco. Lo scorno e l'affronto per i Camposampiero
fu enorme: per vendicarsi, Gherardo, approfittando
di un viaggio che Cecilia aveva intrapreso da Bassano
del Grappa per visitare i suoi territori in Abano,
rapì la giovane facendole violenza. Ezzelino
II ripudiò Cecilia e, con lappoggio del
padre, prese le armi contro i Camposampiero in una
lotta che doveva durare a lungo con stragi e distruzioni
da ambo le parti e che si inquadrava nel più
ampio contesto delle lotte fra il Papato e l'Impero.
Ad Abano ebbe i natali, nel 1257, il celebre medico,
filosofo, astrologo ed alchimista Pietro d'Abano,
che tanto contribui alla diffusione della filosofia
aristotelica rivisitata da Averroè. Abano seguì,
nel Medioevo, le sorti della città di Padova
e con essa, passò, nel 1405, sotto il dominio
della Repubblica di Venezia. Più volte distrutta
prima dagli Ezzelini e poi dagli Scaligeri, Abano
ebbe nuova fioritura a partire dal '500, quando le
grandi famiglie padovane (Cittadella-Vigodarzere,
Dondi dall'Orologio, Capodivacca, Treves) e veneziane
(Mocenigo, Malipiero, Morosini e Todeschini), alcune
delle quali qui insediatesi già da alcuni secoli,
diedero grandissimo impulso all'agricoltura ed alle
cure termali. Con la caduta della Serenissima, nel
1797, la vecchia nobiltà fu costretta a vendere
i propri beni ad alcune famiglie della ricca ed industriosa
borghesia padovana (Trieste, Sacerdoti, Luzzatti e
Sette). Queste famiglie investirono forti capitali
per migliorare la ricettività termo-alberghiera
e diedero impulso ai primi studi scientifici sulle
proprietà terapeutiche delle acque termali,
ponendo così le basi della città moderna,
la cui economia ruota proprio sul termalismo. Nel
Collegio Elettorale di Abano Terme (che all'epoca
si chiamava Abano Bagni) fu eletto alla Camera dei
Deputati, ininterrottamente dal novembre 1892 al maggio
1909 l'insigne economista Luigi Luzzatti. Nel corso
della prima guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto,
dal 5 febbraio 1918 al luglio del 1919, Abano Terme
fu sede del Comando Supremo dell'Esercito Italiano,
ospitando tutte le più alte personalità
dell'epoca: Armando Diaz, che l'8 novembre 1917 prese
il posto di Luigi Cadorna quale Capo di Stato Maggiore
dell'Esercito Italiano, Pietro Badoglio e Gaetano
Giardino, entrambi Sotto-Capo di Stato Maggiore, Ugo
Cavallero all'epoca colonnello addetto all'Ufficio
Operazioni, e futuro Capo di Stato Maggiore, Ugo Ojetti,
ufficiale addetto alla salvaguardia delle opere d'arte,
giornalista, scrittore e futura grande firma del Corriere
della sera, Gabriele d'Annunzio, capitano pilota,
che qui progettò il celebre volo su Vienna,
Ferruccio Parri, ufficiale addetto al Comando e futuro
Presidente del Consiglio, Giovanni Gronchi, all'epoca
capitano addetto all'Ufficio Stampa dell'Esercito
e che pare abbia contribuito personalmente, assieme
al gen. Domenico Siciliani alla stesura del Bollettino
della Vittoria.
MUSEI
Pinacoteca Civica
EDIFICI
STORICI
Villa Bassi-Rathgeb
Villa Rigoni Savioli
Villa Mocenigo Mainardi
Villa Monzino, detta Bembiana
EDIFICI
RELIGIOSI
Santuario Madonna della Salute (a Monteortone)
Duomo di San Lorenzo
Chiesa del Sacro Cuore