Selvazzano
Dentro è un comune della provincia di Padova.
E'
il comune, dopo il capoluogo, con più abitanti
nella Provincia di Padova. Il territorio comunale
confina con quello di Padova ed è costituito
da una pianura di origine alluvionale, dalla quale
si elevano le alture di Montecchia (m 44) e del Mottolo
(m 26), estreme propaggini nord-orientali del sistema
dei Colli Euganei. È attraversato da ovest
a est dal corso del fiume Bacchiglione che divide
il capoluogo in due parti, una alla destra e una alla
sinistra del fiume.
ETIMOLOGIA
L'aspetto del paese ha inciso anche sul toponimo:
l'aggettivo "Dentro" fa riferimento alla
posizione del centro dell'abitato, situato alla destra
del corso del Bacchiglione (de qua dall'acqua come
si legge in documenti del secolo XVII).
ECONOMIA
Nel territorio comunale di Selvazzano sono presenti
1736 imprese, di cui 521 artigiane. Per il 97% si
tratta di imprese con meno di quindici dipendenti,
con oltre mille aziende unipersonali. Sono inoltre
presenti due aziende con oltre 250 dipendenti.
Il settore dell'industria manufatturiera e delle costruzioni
conta 427 imprese. Operano invece nel commercio 587
imprese.
MANIFESTAZIONI
ogni venerdì mattina: mercato settimanale a
Tencarola
fine maggio: sagra di Maria Ausiliatrice a Caselle
fine agosto: sagra di San Bartolomeo a Tencarola
inizio ottobre: sagra del Rosario a Selvazzano (capoluogo).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le prime testimonianze della presenza dell'uomo nel
territorio di Selvazzano risalgono alla tarda età
del bronzo (XVII secolo a.C.) quando vi si stabilirono
popolazioni paleovenete. Numerosi reperti archeologici,
seppur non rilevanti sotto il profilo artistico, attestano
questo antico popolamento dell'area. In epoca romana
iniziò una prima fase di trasformazione del
territorio. Furono creati due importanti assi viari,
la strada Montanara, che unisce Padova ai Colli Euganei
e la strada Pelosa, che collega Padova e Vicenza,
e furono realizzati "rialzi" stradali, sopraelevati
rispetto al piano della campagna, rendendo così
utilizzabili i collegamenti viari anche durante le
frequenti piene del Bacchiglione. I reperti archeologici
di epoca romana comprendono: iscrizioni latine (I-II
secolo d.C.), tubazioni di acquedotto in trachite,
materiale fittile (ciotole, anfore, mattoni bollati,
ecc.), resti di abitazioni di età imperiale.
Il toponimo stesso ha origine romana e il nome Selvazzano
deriva probabilmente da Salvitius, un assegnatario
di un fondo agricolo. Non è invece dimostrata
l'origine del nome Selvazzano come selva di Giano,
in riferimento ad un bosco sacro al dio Giano. A questa
origine del toponimo si ispira tuttavia l'attuale
stemma comunale. Ai secoli successivi alla caduta
dell'Impero romano risalgono quattro piroghe recuperate
nell'alveo del Bacchiglione nel 1972, datate al VII-VIII
secolo d.C. Il periodo alto-medievale è povero
di testimonianze mentre è accertato un notevole
sviluppo demografico a partire dal secolo XI. È
infatti nei primi secoli del secondo millennio che
si formano i nuovi abitati di Selvazzano, Tencarola,
Montecchia, Canton, Vegri della Barca e Caselle, che
daranno vita ad altrettanti comuni rurali. Nel territorio
comunale sorse inoltre il monastero benedettino di
Santa Maria di Quarta, del quale esiste ancora una
porzione dell'abside della chiesa ormai scomparsa.
In epoca medievale contribuiscono alla trasformazione
del territorio tanto alcuni enti religiosi quanto
i ricchi feudatari del luogo come i Maltraversi, i
Capodilista, i Da Selvazzano e gli Scrovegni, che
si contesero duramente il territorio comunale. Con
l'avvento della Repubblica di Venezia (1405) Selvazzano
segue la riorganizzazione della gestione amministrativa
del territorio della terraferma veneziana, che viene
ripartito in podestarie e vicariati. In un primo tempo
i comuni rurali esistenti vennero via via esautorati
della propria autonomia e inclusi nella vicaria di
Teolo, quindi si formarono vasti latifondi di proprietà
di nobili famiglie veneziane come i Capodilista, i
Contarini, i Pisani, i Renier e i Pesaro. A quest'epoca
(XVI-XVII secolo) risale la costruzione di alcuni
edifici di grande pregio architettonico: Ca' Bigolin
(1530-1550) lungo la riva destra del Bacchiglione;
la villa Capodilista sul colle di Montecchia, opera
del Dario Varotari (1539-1596); Ca' Folco-Zambelli
(fine del XVI secolo), lungo la riva sinistra del
Bacchiglione a Tencarola. Con la caduta di Venezia
il territorio comunale fu soggetto prima al dominio
napoleonico e quindi ricompreso nel regno Lombardo-Veneto.
È in quest'epoca che viene costituito il comune
di Selvazzano. I limiti amminstrativi del comune vengono
fissati nel 1810 e riconfermati dal governo austriaco
nel 1815. Con l'annessione del Veneto all'Italia (1866),
Selvazzano diviene parte del Regno d'Italia e vede
nuovamente riconfermati i propri confini. Tra Settecento
e Ottocento soggiornarono a Selvazzano numerosi letterati,
tra i quali Ippolito Pindemonte, Vittorio Alfieri,
Madame de Staël e Ugo Foscolo, ospiti nell villa
di Melchiorre Cesarotti.
Nella seconda metà del XIX secolo vennero realizzate
numerose opere pubbliche tra cui la costruzione del
ponte sul Bacchiglione a Selvazzano (1870), il palazzo
municipale (1878), la bonifica di una vasta area paludosa
(1882), la ricostruzione e l'innalzamento degli argini
dopo l'alluvione del 1882. Con il nuovo secolo comincia
anche la trasformazione di Selvazzano da borgo rurale
a periferia della città. Segnano questa fase
di sviluppo urbano la scomparsa dei mulini dal Bacchiglione
(1913), la costruzione della linea tranviaria Padova-Tencarola-Abano
Terme (1910) e del tratto Tencarola-Villa di Teolo
(1911), la costruzione delle scuole elementari nel
capoluogo, a Tencarola e a Caselle, la costruzione
della chiesa di Caselle (1925). Nel 1956 viene demolita
la medievale chiesa di San Bartolomeo a Tencarola
per fare posto all'attuale. Sempre nel secondo dopoguerra
viene costruita la nuova chiesa parrocchiale di Selvazzano
e sono costituite le nuove parrocchie di Feriole (1955)
e di San Domenico (1969).