Mogliano Veneto
Veneto

Mogliano Veneto è un comune italiano di 28.000 abitanti della provincia di Treviso in Veneto. Il territorio comunale si estende per 46,15 km² ed è posto all'estremità sud della provincia. A sud confina con il comune di Venezia, seguendo il corso del Dese; a nord confina con i comuni di Zero Branco, Preganziol e Casale sul Sile; ad ovest con quello di Scorzè; ad est con quelli di Quarto d'Altino e Marcon. Il moglianese è del tutto pianeggiante e l'altitudine passa dai 2 ai 16 m s.l.m.; la casa comunale si trova ad 8 m s.l. m. Il terreno è per lo più argilloso, il che ha permesso che le acque rimanessero in superficie creando una rete idrica piuttosto rilevante: fiume principale è lo Zero, che passa vicino al centro; a sud, presso Marocco scorre il Dese; da ricordare anche fossi e canali di scolo come il Pianton, la Fossa Storta, il Zermanson, la Peseggiana. Rilevante anche la presenza di falde acquifere. Il territorio è classificato come zona sismica 3 a sismicità bassa e come zona climatica E. Delle foreste che fino a qualche secolo fa ricoprivano buona parte del territorio non resta più nulla, se non qualche toponimo (Selve, Olme, Roette). La flora tipica è comunque ben presente nei campi abbandonati e lungo alcune siepi, usate in passato per dividere le proprietà agricole e talvolta così fitte da sembrare veri e propri boschetti. Mogliano è una centro di recente sviluppo urbano e non conserva un prezioso centro storico, tuttavia può vantare di alcuni siti interessanti. Per questo motivo, il comune è stato dichiarato città d'arte ai sensi della L.R. 28 dicembre 1999 n. 62. Dalla metà del Cinquecento i Veneziani volsero i loro interessi alla terraferma e anche la campagna di Mogliano fu abbellita di splendide ville venete. Ancor oggi, specie lungo il Terraglio, si possono apprezzare numerosi esempi del genere, quali: villa Coin (XVIII sec.), villa Bianchi-De Kunkler (XVII sec.), villa Stucky (edificio in stile centro-europeo, XIX sec.), villa Giustiniani-Palma (XVI-XVIII sec.), villa Pisani-Veronese-Maccatrozzo, villa Zenoni-Politeo, villa Trevisanato, villa Zanga (XVII sec.), villa Antonini (XVIII sec.), parco dell'ex villa Longobardi. Mogliano ha subito un notevole sviluppo urbano a partire dal secondo dopoguerra, quando si verificò un vero e proprio "esodo" da Venezia e dalle isole della Laguna Veneta verso l'entroterra. Si stima che nel 1500 Mogliano contasse circa 1.200 abitanti, nel 1700 2.300, nel 1850 4.500. Il 31 dicembre 2008 si contavano 28.128 abitanti. Nel periodo 1 gennaio-31 dicembre 2008 si sono registrati 272 nati vivi (9,7‰), e 232 morti (8,3‰), con un incremento naturale di 40 unità (1,4‰). Le famiglie contano in media 2,3 componenti. Il ridimensionamento del settore agricolo degli ultimi decenni e le carenze insediative dei comuni limitrofi (primo fra tutti Venezia con Mestre), ha fatto sì che il capoluogo comunale risulti quasi completamente urbanizzato, assumendo una connotazione per lo più residenziale. Il nucleo storico di Mogliano si era costituito sul crocevia segnato dal Terraglio, dalla strada per Scorzè (attuali vie Matteotti e Roma) e dalla strada per Casale (attuali vie don Bosco, Zermanesa, Olme, San Michele, Sant'Elena, Bonisiolo e Altinia). Qui si concentrarono le attività produttive e amministrative (locande e altri negozi, ma anche la caserma dei carabinieri e il municipio). Tra le prime direttive dell'espansione urbana, l'asse del Terraglio, specialmente nel tratto a sud del centro. Le frazioni, invece, si sono sviluppate più tardivamente, con l'esaurimento delle aree edificabili nel capoluogo. Per questo motivo, mantengono ancora dei connotati spiccatamente rurali.

ETIMOLOGIA
Il nome della città sembra essere di origine romana: praedium Molianum doveva chiamarsi il complesso dei possedimenti di un certo Molius. Quindi è un derivato dal nome latino di persona Mollius o Mulius con l'aggiunta del suffisso -anus.

MANIFESTAZIONI
Fiaccolata dei 5 Panaini, quarta domenica di gennaio;
Carnevale moglianese, periodo di carnevale.
Sagra del Villaggio San Marco, 25 aprile;
Mercatino dell'antiquariato, 25 aprile;
Torneo Scacchi Gran Prix, 25 aprile;
Torneo Scacchi Internazionale, 25 aprile - 1 maggio;
Festa di primavera, 1 maggio;
Mostra mercato del bricolage e del piccolo artigianato familiare, maggio;
Festa dei fiori, secondo sabato e domenica di maggio;
Premio letterario G. Berto, giugno;
Festa d'estate all'Ovest, a fine luglio;
Parchi e ville in carrozza, in settembre;
Palio dei Quartieri, in settembre
Fiera del Rosario, fine settembre-prima settimana di ottobre;
Mercatino di Natale-Piazza Pio X, ultima settimana di novembre;
Mercatino dell'antiquariato, 8 dicembre.
Summer nite love festival, nel mese di luglio.

DA VEDERE
Il più pregevole esempio di architettura è la chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta con l'annessa abbazia. Sorge presso il centro, nel luogo dove già prima del 1000 si ergeva una pieve con fonte battesimale. L'attuale edificio, costruito cento anni più tardi, risente delle profonde ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli, dalla fine del XVI secolo sino agli inizi del Novecento. Gli interni risalgono per lo più alla fine del XVIII e all'inizio del XIX secolo; la facciata fu rifatta all'inizio del Novecento, mentre il campanile è uno dei pochi punti dell'edificio a non aver subito modifiche tanto profonde. All'interno, da ricordare le pale di Antonio Buratti, Giuseppe Boldini e Gian Carlo Bevilacqua e gli affreschi trecenteschi della sacrestia, rinvenuti solo nel 1992 e testimonianza del suo passato medievale. Dietro uno degli altari è sepolto il corpo di Santa Matronilla. Interessante l'organo Tamburini del 1912, a trasmissione pneumatica.

ABBAZIA BENEDETTINA E BROLO
L'abbazia fu fondata nel 997 su desiderio dell'allora vescovo di Treviso Rozone, il quale voleva recuperare il territorio di Moliane, devastato dalle invasioni degli Ungari del X secolo e poi abbandonato. Il monastero ospitò inizialmente i benedettini, i quali si dedicarono alla bonifica e al ripopolamento della zona sino al 1075, anno in cui vi si insediarono le benedettine. Nel medioevo l'abbazia subì saccheggi e distruzioni da parte dei numerosi eserciti che transitavano per il paese, finché, nel 1413, le monache si trasferirono entro le più sicura mura di Treviso, nel convento di San Teonisto. Benché mantenessero il possesso della parrocchia, l'abbazia di Mogliano fu abbandonata e cadde progressivamente in rovina. Con l'arrivo di Napoleone anche il monastero di San Teonisto fu soppresso.
Del vasto e ricco complesso oggi resta ben poco. Solo nel 1889, infatti, quel che ne rimaneva (adibito nel frattempo ad osteria) veniva salvato dal letterato Guglielmo Berchet che si adoperò perché fosse dichiarato "opera monumentale". Sopravvive parte del chiostro, del 1184, con il porticato e l'annessa costruzione, attualmente sede di un centro parrocchiale. Di recente il Ministero dei Beni Culturali ha stanziato i fondi necessari ad un profondo restauro del monastero e della chiesa, volto soprattutto a recuperare gli elementi più antichi, spesso nascosti da interventi recenti e dall'incuria. Tra i progetti correlati, ci sarebbe anche l'istituzione di un museo e la ricerca della cripta con le spoglie dell'abate Vitale e del vescovo Rozone.
Più tarde dell'abbazia sono le due costruzioni poste su ciò che resta del brolo, ovvero degli orti e dei frutteti annessi al monastero prima e alla parrocchia poi. Essi rappresentano oggi il centro espositivo, appunto, del Brolo costituito da uno spazio espositivo, l'Urban Center, destinato alla memoria della città, e da una seconda area sede di importanti mostre periodiche.

VILLA ZANGA
Sorge in via Roma, presso l'incrocio con via Ghetto. La facciata rivolta alla strada è sovrastata da un ampio timpano coronato da tre statue. Al primo piano si trova un balconata in ferro battuto su cui si affacciano tre portefinestre sormontate da un fregio. Sul lato orientale si allunga la barchessa, con pianta a "L". Degli interni va segnalato il caminetto, proveniente dalla casa veneziana di Carlo Goldoni. Nel parco si collocano altre sei statue (le Arti), attribuite alla bottega dei Marinali. Di origini settecentesche, fu di Ignazio Testori. Nel 1797 divenne sede di un comando francese e, secondo una tradizione non provata, avrebbe ospitato lo stesso Napoleone. Fu in seguito adibita a locanda ("alle Tre Colombe") per passare poi alla famiglia Zanga; attualmente è degli Zara-Pasin. Durante la prima guerra mondiale vi fu allestita la Casa del Soldato.

VILLA MICHIELI
In via Selve. È articolata in tre volumi: il corpo padronale, rialzato al centro di un piano, e due ali più basse. Nel complesso, gli esterni conservano ancora i caratteri originali, nonostante la villa sia stata divisa in più proprietà. È andato perduto invece il portico che si estendeva sul lato meridionale. Si ritiene che sia stata edificata nel Settecento dai Michieli, proprietari delle campagne limitrofe (oggi urbanizzate), tra i quali si distinse lo storico locale Adriano Augusto Michieli. Passò quindi ai Bevilacqua.

VILLA GAVIOLI
Si erge in fondo a via Morandi, deturpata dall'espansione urbana degli anni settanta. Il parco della villa, infatti, si estendeva sino all'attuale via Zermanesa (l'antica strada per Casale) e la stessa via Morandi ne era il viale di ingresso.
Il corpo centrale è a due piani e sottotetto, a cui si aggiunge un frontone. Ai lati si trovano due barchesse con i rispettivi porticati (interessanti gli affreschi dei soffitti) rivolti verso la villa. Fra la barchessa ad ovest e la casa padronale si trova l'oratorio intitolato a Sant'Antonio da Padova, mentre quella ad est è affiancata da un rustico con porticato ad archi ribassati.
Interessante la facciata posteriore, adiacente a via Vanzo, con i camini a catino, il balconcino al primo piano e la facciata della cappellina. Proprio perché l'ingresso di quest'ultima si rivolge a questa parte, si ritiene che vi fosse un accesso al fiume Zero, che in origine scorreva nei pressi della villa.
Costruita nel Settecento, la villa fu di Antonio Filiasi, poi di Francesco Epis. Nell'Ottocento era dei Donadoni, quindi dei Marchiori e dei Rosada (tra i quali si ricorda Luigi, secondo sindaco dell'epoca post-unitaria). Passò in seguito ad Augusto Chiarle; attualmente è dei Gavioli-Savio.

FRAZIONI
Come riportato nello statuto comunale, è riconosciuto lo status di frazione agli abitati di Bonisiolo, Campocroce e Zerman.
Bonisiolo - Piccolo centro rurale, affiancato da una zona industriale, si trova all'estremità nordorientale del territorio. Vi sorge un antico santuario mariano, in passato meta di pellegrinaggi assai frequentata.
Campocroce - Nella zona nordoccidentale. Tra i monumenti notabili, diverse ville venete e l'ex filanda Motta, in passato uno dei più importanti centri dell'industria serica italiana.
Zerman - Sorge a nordest del centro. Degni di nota i resti di alcuni affreschi che ornano la parrocchiale, un capitello e una villa, attribuiti al Veronese.
A queste tre borgate storiche si sono aggiunti i due quartieri di Marocco e Mazzocco, prodotti della recente espansione urbana. Pur costituendo due agglomerati distinti, di fatto appartengono al tradizionale territorio della frazione-capoluogo e sono per questo definiti "località".
Marocco - Si trova all'estremità sud del territorio, estendendosi in parte nel comune di Venezia. Il centro è sorto in un'area rurale apprezzata in passato dai nobili veneziani, i quali vi hanno lasciato diverse ville.
Mazzocco - Costituisce l'appendice orientale di Mogliano. Anche in questo caso, i monumenti di maggior interesse sono alcuni palazzi signorili.

LOCALITA'
Ghetto - Localmente el Ghèto, è la zona rurale attorno al piccolo agglomerato di case a metà delle via omonima (estremità ovest del comune). La località era anticamente detta Valle Longha, poi Valonga, Valongo, Valonghe e simili, stando ad indicare un'area depressa e paludosa. Più tardi si passò alla forma attuale attraverso la contrazione di Valonghetto, in quanto al toponimo si è sovrapposto il cognome dell'omonima famiglia Valongo, popolarmente soprannominata "Valonghetto".
Lazzaretto - In dialetto Lasaréto, si riferisce alla campagna di via Cortellazzo, all'estremità est del comune. In passato nota come San Paolo, assunse questa denominazione quando, durante la prima guerra mondiale, vi si allestì un piccolo ospedale per curare i militari colpiti da malattie infettive.
Marignana - Indicherebbe la zona meridionale del comune ad ovest del Terraglio (compreso il quartiere attorno alla chiesa di Sant'Antonio), anche se oggi si preferisce estenderle, impropriamente, il toponimo Marocco. Venturini rimanda l'origine del nome ai veneziani Marini, proprietari di una villa nei dintorni (XVII secolo), ma è probabilmente più antico essendo la regula Marignani attestata almeno dal 1315.
Olme - Ovvero le Olme, rappresenta la zona ad est del centro, dove via Zermanesa (già via Olme) scavalca lo Zero. Prende il nome da un antico bosco di olmi.
Ronzinella - La Ronzinela o Ronsinela, è la zona a sud della via omonima, nel tratto in cui questa si immette nel Terraglio. Delle varie ipotesi, la più accreditata la collega alla famiglia dei Roncinelli, attestata nel medioevo. Per "Ronzinella Seconda" si intende, popolarmente, l'attuale via Gioberti.
Torni - Localmente i Torni. Ad est del centro, lungo l'omonima strada che conduce a Marcon. Il toponimo trae origine dalla nobile famiglia Battistiol Torni che possedeva la villa attuale sede dell'istituto Gris.

ORIGINI E CENNI STORICI
È certo infatti che la zona appartenesse all'agro di Altino e come tale era intensamente coltivata. Segno della centuriazione è la disposizione di alcune delle attuali strade. Un'altra ipotesi, certamente più fantasiosa, fa risalire il toponimo al veneto mojo cioè "umido", "acquitrinoso". Dopo le invasioni barbariche e, più tardi, degli Ungari (889 d.c.), il territorio, dove esisteva una pieve paleocristiana, fu infatti abbandonato a sé stesso. Il primo documento storico che cita Mogliano è del 997, anno nel quale Rozone, vescovo di Treviso, concesse all'abate Vitale la costruzione di un monastero benedettino perché la zona fosse bonificata e ripopolata. In questo primo scritto esistente, il luogo viene citato con il toponimo di "Moliane". Il lavoro venne spronato anche dalle donazioni degli imperatori Ottone III e Enrico III. Inoltre, papa Vittore II confermò in seguito le concessioni già fatte dal vescovo di Treviso. Nel 1074, quando l'opera fu compiuta, i monaci furono sostituiti dalle monache, che resteranno nell'abbazia sino al Quattrocento. La zona di Mogliano, collocandosi tra i territori dei comune di Treviso, del comune di Padova e della Serenissima fu spesso colpito duramente dalle lotte che li opponevano. Oltretutto, l'abitato era un passaggio obbligato per le truppe, vista la posizione lungo l'arteria del Terraglio: nel 1192 e nel 1234 i padovani incendiarono il monastero; nel 1255 le guerre di Ezzelino III da Romano devastarono il territorio; nel 1311 è la volta dei soldati imperiali di Enrico VII che bruciarono la chiesa. E la lista continua inesorabilmente sino al 1388, quando Treviso si sottomise definitivamente a Venezia, e con essa Mogliano. Frattanto era stata fondata la scuola dei Battuti, una confraternita laica di ispirazione cristiana che gestirà un ospedale per i bisognosi sino al 1806, quando le leggi napoleoniche sopprimeranno gli ordini monastici e le associazioni religiose. Nel 1413 le monache lasciarono Mogliano e si trasferirono nel convento San Teonisto, entro la più sicura Treviso. Portarono con sé un inestimabile patrimonio, ma ne restò una buona parte nella parrocchia del paese. Nell'Ottocento, tuttavia, Napoleone ordinerà l'incameramento dei beni custoditi dai religiosi e, per negligenza o per la confusione del momento, andranno perduti. Nel 1516, finite le guerre tra la Lega di Cambrai e Venezia, il paese attraversò un lungo periodo di pace. I patrizi veneziani volgevano ora i loro interessi verso la terraferma: fiorì l'agricoltura e furono innalzate le magnifiche ville tuttora esistenti. Con la caduta di Venezia 1797, Mogliano passò dai Francesi agli Austriaci e viceversa, ma dal 1815 divenne definitivamente austriaca. Durante questo periodo Mogliano conobbe un sensibile sviluppo edilizio, in particolare lungo il Terraglio, nelle vie di comunicazione per raggiungere Venezia e per facilitare scambi con le città vicine. Gli attriti con l'amministrazione straniera comunque non mancarono, e nel paese il patriottismo fu sempre vivo, specie tra gli anni Quaranta e Cinquanta: testimonianza ne è la brutale esecuzione dei due moglianesi Luigi Vanin e Antonio Pilon. Con la terza guerra di indipendenza, il Comune di Mogliano diviene parte del Regno d'Italia. Venne rinominato "Mogliano Veneto" a seguito del Regio Decreto del 5 gennaio 1868 per distinguerlo dall'omonimo Mogliano situato nelle Marche. Durante la prima guerra mondiale il paese non fu coinvolto direttamente nei combattimenti, ma le sue ville divennero sedi delle armate impegnate sul basso Piave e ospedali militari. La guerra lasciò un'eredità pesantissima a Mogliano: oltre al consistente numero di caduti, dilagavano in città disoccupazione, epidemie, povertà. La situazione tuttavia migliorò relativamente anche grazie allo sviluppo della coltivazione della pesca che, nel periodo tra le due guerre, divenne prodotto tipico del paese, rinomato a livello internazionale. Anche la seconda guerra mondiale portò distruzione nella zona: numerosi furono i bombardamenti degli alleati, che colpivano le infrastrutture e le vie di comunicazione, e le retate fasciste, che arrestarono e deportarono numerosi moglianesi coinvolti nella resistenza. Subito dopo il conflitto Mogliano si diede alla ricostruzione, il che portò ad un notevole sviluppo residenziale ed industriale.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 28.115 (M 13.778, F 14.337)
Densità per Kmq: 609,2
Superficie: 46,15 Kmq

CAP 31021
Prefisso Telefonico 041
Codice Istat 026043
Codice Catastale F269

Denominazione Abitanti moglianesi
Santo Patrono Maria SS. Assunta
Festa Patronale 15 agosto

Comuni Confinanti
Casale sul Sile, Marcon (VE), Preganziol, Quarto d'Altino (VE), Scorzè (VE), Venezia (VE), Zero Branco.

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COLLEGIO VESCOVILE PIO X - TREVISO (TV)