Marcon
Veneto

Marcon è un comune italiano di 16.000 abitanti della provincia di Venezia in Veneto. Il territorio è completamente pianeggiante, ad eccezione della zona Ca' Rossa Zucarello dove l'altezza sel terreno è di 8 metri sul livello del mare. I corsi d'acqua principali sono il fiume Dese e lo Zero, ma numerosi sono i fossi e canali di scolo, come la Fossa Storta. Generalmente i corsi d'acqua sono pensili, essendo il territorio circostante (un tempo paludoso) posto sotto il loro livello; le acque endoreiche vengono rimosse tramite una grande idrovora posta al termine del comune. Il paesaggio circostante è caratterizato dai numerirosi parchi che si trovano nella zona con qualche zona dedicata all'agricoltura, ma ben più importanti sono il secondario e il terziario. Le aree industriali-commerciali del Colmello e di Gaggio ospitano industrie metalmeccaniche, chimiche, del design e dell'abbigliamento. La seconda, in particolare, è un importante polo commerciale ed ospita un grande complesso di grandi magazzini, negozi e aziende artigiane in continua espansione, favorito pure dalla vicinanza con le autostrade A4, A27 e A57, l'aeroporto Marco Polo e la nuova stazione di Gaggio Porta Est e dal vicino passante di mestre. Il comune è servito dalla stazione ferroviaria di Gaggio Porta est, posta sulla linea ferroviaria Venezia-Trieste e parte del progetto SFMR. Il territorio comunale è servito anche da diverse linee urbane ed extraurbane di trasporto pubblico gestite dall'ACTV che permettono collegamenti con le varie zone dell'area urbana di Mestre con Mogliano Veneto con Casale sul Sile e Quarto d'Altino. A Marcon esiste inoltre uno svincolo autostradale posto sulla A57 - Tangenziale di Mestre, che lo collega all'area urbana di Mestre.

ETIMOLOGIA
Il toponimo Marcon è legato al nome proprio Marco, relativo forse a un possidente romano. Altri toponimi sono: Gaggio: nome di origine germanica che significa "bosco", "selva"; è attestato sin dal 994. San Liberale: frazione di recente costruzione, prende il nome dalla parrocchiale del 1953. Il Colmello: colmello è un vecchio termine veneto che in passato indicava una suddivisione amministrativa del territorio, perciò una borgata; probabilmente così era chiamata la località (almeno sino agli anni '60) più popolata della zona. Praello: è il diminutivo del veneto prà "prato", per indicare gli spazi erbosi a nelle adiacenze del confine con il comune di Venezia. Zuccarello: toponimo presente già nel Cinquecento, deriva forse da zocco, cioè "poggio"; in effetti la zona era un tempo al centro di una vasta campagna.

DA VEDERE

Chiesa di San Giorgio
L'antica arcipretale di San Giorgio ha funzionato come parrocchiale sino alla consacrazione della nuova chiesa dei Santi Benedetto, Cirillo e Metodio, nel 1999. Citata sin dal XII secolo come cappella dipendente dall'Abbazia di Mogliano, l'attuale edificio è sorto nella prima metà del XVI secolo (ma le forme attuali risalgono al XVIII secolo), affiancato dal campanile del 1779.
All'interno si trovano cinque altari settecenteschi. Il maggiore, intitolato al patrono, è ornato da un prezioso paliotto policromo. Degno di nota anche tabernacolo in pietra policroma della scuola del Sansovino (XVI secolo), custodito nella sacrestia. Tra le altre opere, le tele di Giuseppe Boldini (1865), quattro statue lignee, forse della scuola del Brustolon, e l'organo Pugina del 1890.

Chiesa dei Santi Bendetto, Cirillo e Metodio
È la nuova parrocchiale, progettata dall'architetto Umberto Barbisan e consacrata il 13 febbraio 1999 dal papa Giovanni Paolo II. L'intitolazione ai tre santi non è casuale, essendo patroni d'Europa; inoltre, San Benedetto rimanda all'opera dei monaci dell'abbazia di Mogliano, a cui è legata l'origine di Marcon.
Il grande edificio ha fattezze moderne. L'altare e il battistero sono ornati da bassorilievi di Schiro Perin; delle vetrate, quelle del frontale, disegnate da Mosè Ortolan, raffigurano i tre patroni, mentre le altre, di Monica Beghetto, rappresentano simboli cristiani; va citata infine la tela della Madonna delle Sorgenti, opera di Alfredo Pauletta.

Villa Pauletta
È un edificio secentesco rimaneggiato nel XIX secolo. Al corpo centrale, di modeste dimensioni, sono addossati numerosi annessi destinati a magazzini, stalle e alloggi del personale. Il salone principale si apre sul giardino grazie a un'ampia trifora con archi a tutto sesto sorretti da colonne e pilastri tuscanici. È sovrastata da un'apertura, anch'essa tripartita, protetta da una balaustrata in pietra. L'edificio culmina con un frontone con uno stemma gentilizio scolpito al centro. La villa è vincolata dal 1966.

Barchessa e cappella di villa Astori
Di villa Astori restano solo la barchessa e l'oratorio privato. Le dimensioni e le fattezze dei due edifici, oltre che le raffigurazioni d'epoca, fanno pensar a un complesso certamente notevole. La villa fu edificata nel XVII secolo; nel 1703 era dei Valentini e nel 1830 degli Astori, per passare poi agli Ortolan. La barchessa è un edificio a due piani vincolato dal 1983. Risulta notevolmente rimaneggiata, se non stravolta, dai vari interventi che si sono avvicendati nel tempo e attualmente appare come un complesso residenziale frazionato in più proprietà. Presso l'estremità orientale si colloca un timpano, la cui cornice è interrotta dall'arco della finestra sottostante. Quest'ultima è affiancata da due finestre, spostate rispetto alla posizione originale (si possono ancora individuare le tracce delle primitive soglie). Due arcate a tutto sesto, poste all'estremità occidentale, sono chiuse da moderni serramenti. La cappella, vincolata dal 1979, ha mantenuto le fattezze originarie che ricordano lo stile di Giorgio Massari. A pianta quadrata, culmina con un frontone dentellato su cui è posta la statua del titolare Sant'Antonio. La trabeazione sottostante è sorretta da due fasci di paraste sovrastate da capitelli compositi; nell'intercolumnio si apre una finestra termale. Lo stesso disegno si ripete sui due fianchi della costruzione, distinti dalla facciata solo per l'assenza dell'ingresso

ORIGINI E CENNI STORICI
Non sono state rinvenute testimonianze della presenza romana a Marcon, appare tuttavia ovvio che la zona fosse influenzata dalla presenza della vicinissima Altino. Le strade attuali sembrano seguire l'antico graticolato. Il toponimo compare per la prima volta in un documento del 997 nel quale il vescovo di Treviso Rozone donava Marconio all'abbazia benedettina di Mogliano. I monaci, e poi le monache, amministreranno la zona sino al 1434. Nel tardo medioevo il territorio marconese si caratterizzava per la presenza di boschi e zone umide che certo non favorivano l'insediamento umano. L'area fu risanata solo nel XVI secolo ma non fu mai molto popolata: nel 1668 si contavano appena 450 abitanti; nel 1766 erano 614. In effetti, i nobili veneziani non furono mai molto interessati alla zona e solo pochi eressero qui delle ville. Il comune di Marcon fu istituito nel 1807 durante la dominazione di Napoleone. Incorporato dagli austriaci a quello di Mogliano Veneto, tornò autonomo nel 1818. Nel 1917 a Marcon fu istituito un campo di aviazione per la LXXVII e l'LXXX squadriglia dell'aeronautica. Durante la Resistenza, è da ricordare la medaglia d'argento Dolfino Ortolan. In quel periodo il municipio fu incendiato e l'archivio, che conteneva preziose testimonianze sul passato recente della zona, andò completamente distrutto.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 15.938 (M 7.958, F 7.980)
Densità per Kmq: 623,1
Superficie: 25,58 Kmq

CAP 30020
Prefisso Telefonico 041
Codice Istat 027020
Codice Catastale E936

Denominazione Abitanti marconesi
Santo Patrono San Giorgio
Festa Patronale 23 aprile

Località e Frazioni di Marcon
frazioni: Gaggio, San Liberale;
località: Colmello, Praello, Zuccarello, Poian

Comuni Confinanti
A nord-est: Quarto d'Altino; a ovest e nord: Mogliano Veneto (TV); a sud: Venezia.

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