Conselve
è un comune della provincia di Padova, posto
in pianura a 21 km dal capoluogo. Conselve è
gemellato con Torcy (un comune francese della Borgogna)
e Jászberény (un comune ungherese della
provincia di Jász-Nagykun-Szolnok). Le celebrazioni
ufficiali del gemellaggio della ricorrenza avvengono
con manifestazioni diverse che hanno visto anche l'intitolazione
di due vie di Conselve denominate: Passaggio Torcy
e Piazzetta Jászberény.
ETIMOLOGIA
I primissimi documenti, risalenti al 954, parlano
di "Caput Silvae" e "Caput Silvis",
un luogo posto all'inizio della boscaglia, il punto
principale e più frequentato. L'origine latina
del toponimo testimonia anche uno stretto legame con
l'epoca romana.
DA
VEDERE
La Villa Malipiero-Zen-Schiesari è oggi sede
del Comune di Conselve. Il palazzo fu fatto erigere
dai conti Zen di Venezia nel primo decennio del Settecento,
ristrutturando e ampliando l'edificio che, nello stesso
sito, vi sorgeva in precedenza. Si trattava di una
casa da muro, di origine forse tardo trecentesca,
nel 1447di proprietà di Toma Malipiero. Dopo
aver cambiato vari proprietari, il palazzo venne acquistato
nel 1892 dagli Schiesari, per poi passare nel 1946
al comune.
Il
Palazzo Michiel-Suman-Moschini-Buniolo-Ferrante-Deganello
risale alla fine del Cinquecento/inizi del Seicento
e fu fatta erigere dalla nobile famiglia veneziana
dei Michiel. La facciata esterna è stata modificata
nel corso del Settecento. Il prospetto interno, che
si apre sull'ampio giardino, è invece Cinquecentesco.
Un tempo l'intero complesso architettonico comprendeva
anche stalle, scuderie, cantine e un oratorio privato.
I
lavori dell'attuale chiesa parrocchiale (Duomo di
San Lorenzo) iniziarono nel 1720 per concludersi nel
1748, anno della sua consacrazione, avvenuta da parte
del cardinale Carlo Rezzonico, divenuto poi Papa Clemente
XIII. Tra le varie opere d'arte conservate nel duomo
spicca la pala d'altare del Martirio di San Lorenzo
(primi del Seicento), che un recente restauro ha permesso
di attribuire alla scuola del Tintoretto. La pala
apparteneva al vecchio duomo, del quale rimangono
ancora alcune tracce (due colonne sormontate da putti)
al lato est, esterno alla chiesa parrocchiale.
L'Oratorio
di San Benedetto è databile presumibilmente
tra il XVII e il XVIII secolo. La chiesa è
ricordata nelle visite vescovili dal 1780 al 1823.
Al suo interno, le statue di Benedetto da Norcia e
dei putti ai suoi lati sono di Giovanni Maria Morlaiter,
realizzate intorno la 1750.
La
Villa Lazara è stata eretta nel XV secolo dalla
potente e antica famiglia dei Lazara. Nei secoli seguenti
il palazzo ha subito alcune importanti interventi
di ristrutturazione e di ampliamento. La villa nel
1547 ha ospitato Enrico III di Francia, (al tempo
principe), nel 1683 San Gregorio Barbarigo (al tempo
vescovo di Padova) e nel 1748 Papa Clemente XIII (al
tempo cardinale). Acquistata nel 1905 da monsignor
Francesco Beggiato la villa è diventata il
patronato parrocchiale, dal 1927 retto dai padri canossiani.
L'Oratorio
di San Francesco, inglobato nel complesso ex mulini
Gentilini, un tempo era annesso a Villa Fante. La
chiesetta conserva al suo interno una pala d'altare
di anonimo artista veneto, risalente alla metà
del Seicento che raffigura la Madonna col Bambino
e San Francesco. L'iscrizione murata sulla parete
destra ricorda che il primo oratorio qui costruito
fu fondato da San Prosdocimo di Padova. Bruciato nel
914 dagli Unni, fu riedificato e ristrutturato nel
1653.
La
Villa Malipiero-Morosini-Cavalli-Cappello-Schiesari
nella sua odierna configurazione risale al XVIII secolo,
anche se è quasi certo che in origine (si parla
del Cinquecento o addirittura della metà del
Quattrocento) fosse una semplice casa di muro. Nel
corso del Seicento l'edificio passò dai Malipiero
ai Morosini. Nel Settecento la villa fu oggetto di
un radicale intervento di ristrutturazione e ampliamento.
L'edificio fu di proprietà anche dei marchesi
Cavalli di Ravenna, come si evince dallo stemma della
casata ancora esistente sulla facciata, per poi passare
ai conti Cappello e, infine, verso la fine dell'Ottocento,
agli Schiesari.
Il
Palazzo Papafava-Schiesari-Bergonzini risale alla
prima metà del XVII secolo. Difficile ricostruire
la storia di questo edificio. Secondo lo storico Gino
Meneghini, il palazzo nel Settecento apparteneva alla
famiglia Papafava, che nei primi dell'Ottocento lo
cedette agli Schiesari per poi passare ai Begonzini.
La
Villa Borbone-Conti-Schiesari-Disarò, ex orfanotrofio,
risale al XVI-XVII secolo. La villa è stata
eretta dalla famiglia Borbone-Conti, casata di antica
nobiltà, nel sito dove probabilmente sorgeva
il castello di Conselve (XI secolo). L'edificio, eretto
nella prima metà del Cinquecento, è
stato ampliato e modificato nel corso del Seicento.
Nel tempo la villa ha subito altre trasformazioni.
Con l'estinzione della famiglia Borbone-Conti, nel
1827 il palazzo passò agli Schiesari. L'ultima
erede della famiglia, Temi Schiesari, lasciò
la villa alle suore canossiane, perché la trasformassero
in orfanotrofio. L'istituto fu attivo dal 1942 al
1970. Recentemente restaurata, la villa è ora
proprietà della famiglia Disarò.
La
Villa Zane-Bellegno con molta probabilità risale
alla metà del Cinquecento. Venne edificata
dalla famiglia Zane per poi passare, nel 1630, ai
Bellegno. L'oratorio un tempo annesso alla villa,
dedicato a San Paolo e Sant'Antonio di Padova, ricordato
negli atti delle visite pastorali e partire dal 1645,
è andato distrutto.
La
Villa Sagredo-Balzan-Toderini dei Gagliardins della
Volta o Ca' Sagredo è stata costruita a partire
dalla seconda metà del XVII secolo da Giovanni
Sagredo, podestà di Padova e ambasciatore della
Repubblica Serenissima presso le principali corti
europee. L'edificio, tipicamente seicentesco, era
stato concepito come padiglione da caccia, trasformato
poi in signorile dimora di campagna da Piero Sagredo,
figlio di Giovanni. La villa, nel Settecento, passò
in eredità ai Balzan, che all'inizio dell'Ottocento
la restaurarono dopo il saccheggio napoleonico, e
da questi ai Toderini dei Gagliardins della Volta,
attuali proprietari.
La
Chiesa di San Giovanni Battista Decollato di Palù
è stata costruita nel 1574 per volontà
di Giovanni Lazara, con annesso un piccolo convento,
poi demolito nel 1938. Ha subito importanti interventi
di restauro nel 1647, nel 1733, nel 1968 e nel 2009.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Tutto fa supporre che buona parte del conselvano abbia
conservato a lungo l'aspetto di una palude fatta di
acquitrini, di stagni e di corsi d'acqua dal percorso
disordinato e facilmente straripanti, di fittissima
e spontanea vegetazione, minuta e boschiva, progressivamente
diffusa man mano che le paludi, anche per effetto
del calore solare, si prosciugavano lasciando rilevanti
depositi alluvionali. Varie furono le dominazioni
da parte di etnie straniere post-romane: orde di Visigoti
e Unni (che non si stanziarono) e di Longobardi (che
rimasero fino al 774, quando Carlo Magno affrontò,
sconfisse ed imprigionò l'ultimo re Desiderio).
Con le conquiste di Carlo Magno, Conselve passa sotto
i carolingi. I carolingi fecero costruire un castello
nel 948, che però ora non c'è più.
I primi feudatari di Conselve furono i Da Baone-Conti
provenienti dalla nobiltà padovana. Nell'XI
secolo dissesti religiosi sono provocati dai Patarini,
che da Milano espandono la loro fede in tutto il nord
Italia, conselvano compreso. Per rinstaurare la fede
cristiana e per sconfiggere la tirannia di Ezzelino,
nel 1254 papa Alessandro IV bandisce una crociata.
Sconfitto a Pernumia, Ezzelino prima di fuggire rade
al suolo Conselve. Con l'avvento della Serenissima
Repubblica, che fece vivere al conselvano un periodo
di grande splendore sotto il punto di vista economico
dovuto anche a bonifiche ed ordinamento dei bacini
lacustri, Conselve viene inglobato in un unico comune,
che da Battaglia Terme si estendeva fino ad Anguillara
Veneta. Dopo pochi giorni di conquiste napoleoniche,
con il Trattato di Campoformido nel 1797, Conselve
diventò parte dell'Impero d'Austria. In questo
periodo vennero ampliate le strade che portavano a
Conselve e vennero fatti alcuni restauri. Il 14 luglio
1866 Conselve viene liberato e viene ad integrare
il neonato Regno d'Italia. Conselve, durante il conflitto
della Prima guerra mondiale, rimase quasi priva di
uomini validi: gli abili dai 19 ai 45 anni furono
chiamati alle armi e l'agricoltura subì un
grave danno, nonostante donne e ragazzi supplissero
nel pesante e faticoso lavoro dei campi. I reduci,
tornati alle loro case, trovarono disoccupazione e
miseria. Nelle famiglie regnava la fame. Il fenomeno
della Resistenza, durante la Seconda guerra mondiale,
portò alla formazione delle brigate partigiane.
Il 9 settembre del 1944, Conselve si trovò
alla mercé delle SS tedesche, e molte furono
le vittime. Alle 14:30 del 28 aprile 1945 giunsero
a Conselve le prime avanguardie inglesi: la gente
era commossa e le campane suonavano a distesa. Le
salme dei partigiani, caduti durante la Resistenza,
nel 1946 furono raccolte in un'unica tomba sotto la
croce che sta al centro del cimitero.