Conegliano
(detta anche Conegliano Veneto) è un comune
italiano di 35.645 abitanti della provincia di Treviso
in Veneto. È il secondo della provincia per
numero di abitanti dopo il capoluogo.
ETIMOLOGIA
Potrebbe derivare dal latino cuniculus, condotto sotterraneo,
in riferimento alla funzione di difesa militare. Secondo
altri potrebbe derivare dal nome di persona Connilius
con l'aggiunta del suffisso -anus, che indica appartenenza.
DA
VEDERE
Il centro storico, di origine medioevale, si concentra
perlopiù lungo via XX Settembre (Contrada Granda),
che scorre ai piedi del Colle di Giano, sulla sommità
del quale si ergono la neoclassica Villa Gera e la
parte superstite del castello medievale (attuale Museo
Civico): tutta quest'area è ancora in gran
parte cinta dalle antiche mura. Altri luoghi d'interesse
artistico si trovano anche fuori le mura, come la
Chiesa di San Martino e alcune ville venete.
Il
Castello
Posto sulla cima del Colle di Giano, il Castello è
una delle architetture più antiche della città,
di cui è il centro medievale. Dell'originario
complesso rimangono la Torre della Campana, parte
dell'antico duomo e parte della cinta muraria. L'edificio
superstite è sede del Museo civico di Conegliano,
contenente numerosi reperti e opere d'arte; alla fine
della visita si giunge sulla sommità della
torre, dalla quale il panorama, a 360 gradi, è
dei più ampi: a nord i colli e le Prealpi,
a sud la pianura veneta, fino alla laguna di Venezia.
Il
Duomo
La facciata del Duomo è incastonata tra i palazzi
della contrada; essa è coperta dall'elegante
struttura ad archi ogivali della Scuola dei Battuti:
sua facciata di questa è presente un grande
affresco, considerato il più vasto affresco
murale del Veneto e libro dipinto sulla strada. Sia
gli affreschi che impreziosiscono l'esterno sia quelli
dell'interno (Sala dei Battuti) sono del Pozzoserrato
e realizzati nel Cinquecento. All'interno del Duomo,
struttura sobria a tre navate, è possibile
ammirare l'unica opera del Cima ad essere conservata
nella sua città natale: la Pala di Conegliano,
datata 1492 e posta dietro l'altare maggiore. Degna
di nota è anche la tela rappresentante Santa
Caterina battezzata dall'eremita di Palma il Giovane,
posta sopra il portale.
La
Contrada Granda
Lungo il percorso di via XX Settembre, tradizionalmente
chiamata Contrada Granda, sono presenti il Duomo e
numerosi palazzi di rilevanza storico-architettonica,
tutti porticati: tra i più notevoli si ricordano
Casa Piutti, il Teatro Accademia, il Municipio, Casa
Longega, Palazzo Sarcinelli, Palazzo Montalban vecchio,
Palazzo Montalban nuovo e il Monte di Pietà.
La Contrada, essendo il vecchio centro dentro le mura
della città antica, è ancora oggi accessibile
attraverso delle porte: Porta Dante, rivisitazione
moderna di un ingresso preesistente, Porta San Polo
e la vecchia Porta Monticano, con un grande affresco
rappresentante il leone di San Marco. Parallele alla
Contrada e entrambe aventi sbocco nel cuore del vecchio
centro, cioè Piazza Cima, ci sono via Cima,
dove ha sede la Casa museo di Giovanni Battista Cima,
e via Teatro Vecchio: entrambe sono parte integrante
del centro storico, costituendo un continuum coi più
signorili palazzi della Contrada. In via Cima, oltre
alla casa dell'artista coneglianese, è visibile
l'esterno, in buona parte affrescato, della rinascimentale
Casa Sbarra, il cui prospetto principale dà
su via Accademia.
La
Fontana del Nettuno
L'attuale fontana del Nettuno, anche detta popolarmente
fontana dei cavalli, uno dei monumenti più
caratteristici della città, è situata
a pochi metri da Porta Dante, presso l'intersezione
di corso Vittorio Emanuele II, via Calvi e via Cavour.
La fontana prese forma in diverse epoche: la parte
più antica è la vasca trecentesca, opera
di Filippo Spongadi, scultore veronese, anticamente
posta in piazzetta 18 luglio 1866, nella vicina Contrada
Granda. Nel XVIII secolo fu aggiunta la scultura ancora
visibile, in sostituzione di un obelisco cinquecentesco:
su una grande conchiglia trainata da due ippocampi
di grandi dimensioni dalle cui froge esce l'acqua,
sta il dio Nettuno, impugnante con la mano destra
il tridente. Tale scultura era precedentemente parte
del patrimonio artistico di Villa Foscolo di Oderzo.
La dislocazione odierna si ebbe solo il 19 ottobre
1838, in occasione dell'imperatore austriaco Ferdinando
I d'Austria.
Le
Ville
Anche nel territorio coneglianese, come in tutta la
provincia di Treviso, sono presenti delle ville venete
di grande valore architettonico. Di seguito sono elencate
le più importanti della città (per le
ville in frazioni e località si vedano le relative
voci):
Villa
Gera (XIX sec.)
Villa Canello (XVIII sec.)
Villa Giustinian (XVII sec.)
Villa Paccagnella (XVII sec.)
Villa Moretti (XIX sec.)
Villa Fabris Giavi (XIX sec.)
Villa Bortolon (XVII sec.)
Villa Civran Morpurgo Pini-Puig (XVII sec.)
Villa Soldera (XIX sec.)
Villa Rocca o ex Convento di Sant'Antonio (XIV sec.)
Edifici
religiosi
Conegliano conta numerose chiese di un certo rilievo
storico e architettonico, molte delle quali di costruzione
novecentesca:
Sant'Antonio da Padova (XX secolo): è la chiesa
dei frati capuccini, presso la quale è ancora
vitale il convento.
Santa Maria delle Grazie (2 strutture rispettivamente
del XVIII secolo e del XX secolo): edifici sacri della
parte orientale della città, sono l'antica
e l'attuale sede della parrocchia omonima.
Santa Maria Immacolata di Lourdes (XX secolo): edificio
degli anni Cinquanta, tra le più moderne chiese
del centro.
Santi Martino e Rosa (XVII secolo): ex sede dei frati
domenicani, è una delle maggiori architetture
religiose.
Sant'Orsola (XII secolo): piccola chiesa che sorge
accanto al Castello, era un tempo sede del duomo.
San Pio X (XX secolo): chiesa novecentesca, sede della
parrocchia omonima nella parte occidentale del centro.
Santi Rocco e Domenico (XVII secolo): chiesa seicentesca
posta nel cuore della città, ha un'importante
facciata novecentesca.
MANIFESTAZIONI
Ogni anno, in giugno, nel cuore del centro storico
di Conegliano si svolge la manifestazione della Dama
Castellana, una partita a dama con personaggi in costume
rinascimentale. Questo evento non è la continuazione
di una tradizione secolare, ma è stato introdotto
solo pochi anni fa, riuscendo comunque a diventare
un appuntamento tradizionale del calendario coneglianese.
A
settembre, nei locali più caratteristici della
città si gioca all'Enodama, torneo di dama
in cui le pedine sono sostituite da calici di vino
bianco e rosso. Gli scopi dell'enodama sono la socializzazione
e la valorizzazione delle aziende produttive del territorio.
Nel
corso degli anni si sono consolidate varie manifestazioni,
tra cui la Festaloonga (i negozi del centro restano
aperti il venerdì sera durante il mese di luglio)
e l'Expo (un'esposizione di automobili e altri tipi
di veicoli che si tiene a settembre).
QUARTIERI
E FRAZIONI
Solo Ogliano e Scomigo sono considerate vere e proprie
frazioni. Lo statuto comunale, comunque, cita altri
quattro centri come località: Di seguito ne
è riportato l'elenco completo.
Ogliano:
si trova a nord del capoluogo, al confine con Carpesica
e Formeniga; conta circa 1.000 abitanti.
Scomigo: è la frazione più settentrionale
del comune e si trova in una zona collinare confinante
con i comuni di Vittorio Veneto e Colle Umberto.
Parè: grosso sobborgo a sud-ovest del centro
con 5.000 abitanti, confinante con i comuni di Susegana
e San Pietro di Feletto.
Collalbrigo: rappresenta la zona collinare ad ovest
(ca. 1.000 ab.). Di antiche origini, è uno
dei fulcri della produzione del vino prosecco.
Campolongo: quartiere situato all'estremità
sud, confinante con i comuni di Santa Lucia di Piave
e Mareno di Piave; In quest'area si trova la "Cittadella
dello Sport" o "Quartiere dello sport",
così nominato poiché ospita la Zoppas
Arena e i campi da Rugby e Baseball tutti di recente
costruzione (2008).
Costa: vicina a Collalbrigo, è divisa tra Costa
Alta e Costa Bassa. Altra importante zona di produzione
del prosecco.
Ha infine rilevanza il quartiere che costituisce l'area
orientale della città: Monticella, al confine
con San Vendemiano.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La zona, posta a metà strada tra la montagna
e la pianura e punto di passaggio per raggiungere
il Friuli, fu da sempre un sito strategico. Attorno
al X secolo fu eretta una fortezza controllata dai
vescovi di Belluno, ma di probabili origini romane.
Lo stesso toponimo sembra derivare dal latino cuniculus
indicante i passaggi sotterranei del castello[2].
Conegliano "nacque" però nel XII
secolo, quando un gruppo di famiglie nobili si organizzò
creando un governo di tipo comunale attorno alla bastia,
con la conseguente formazione di un borgo. Il Castello
di Conegliano rimase sempre il centro del potere,
sia civile (con la sede della podesteria) che religioso
(con la collegiata di San Leonardo). Le attività
artigianali ed agricole furono incentivate dalla fondazione
di numerosi monasteri: Santa Maria in Mater Domini
(1231), il convento dei Padri Umiliati di San Polo
(1316), Sant'Antonio, San Francesco dei Frati Minori
(1231), per non parlare degli ospizi e delle congregazioni
di laici. Con il sanguinoso assalto del 1153, Conegliano
fu però subito sottomessa al comune di Treviso
che ne potenziò le difese, ricostruendo il
castello, vista la posizione chiave verso il Friuli
con i domini del Patriarcato di Aquileia. La cittadina
seguì le sorti della Marca e passò agli
Ezzelini e agli Scaligeri, che la munirono di nuove
fortificazioni. Anche con la Repubblica di Venezia,
a cui Treviso passò nel 1337, e la breve parentesi
dei Carraresi (1384-1388) l'opera fu continuata e
venne innalzata una cinta muraria che racchiudesse
il borgo. I lavori di fortificazione e di ampliamento
si protrassero anche nei secoli successivi, nonostante
il rovinoso attacco degli Ungari del 1411. Il paese
si abbellì anche di palazzi signorili e istituzionali
ma la decadenza si fece sentire già dopo la
guerra della Lega di Cambrai. Nel Settecento il castello,
già da tempo in rovina, fu in gran parte demolito
per fornire materiale di recupero utile alle nuove
costruzioni, tra cui il Palazzo Comunale (1744). Come
tutto il Veneto, la città passò a Napoleone
e infine agli Austriaci che ne svilupparono l'economia
e le infrastrutture. Con la costruzione della Strada
Maestra d'Italia e della ferrovia (1858) il centro
vitale del paese si spostò più a sud,
attorno alla stazione. Nel 1866 passò con tutto
il Veneto al Regno d'Italia. Nel 1917, dopo la Disfatta
di Caporetto, Conegliano fu occupata dagli Imperi
Centrali e subì notevoli danni. La città
riuscì successivamente a risollevarsi grazie
alle ferventi attività economiche (prodotti
caseari, vinicoli, officine meccaniche ecc.).
LA
COMUNITA' ISRAELITICA
Conegliano ospitò per secoli una fiorente comunità
israelitica: la presenza di ebrei è attestata
sin dal XIV secolo. Conegliano, città dinamica
dal punto di vista economico, ma anche al centro di
guerre, saccheggi e carestie, doveva far fronte spesso
a gravi crisi che vennero risolte con l'istituzione
di banchi di prestito (1388). Dopo un periodo di libertà
e tolleranza, le famiglie ebree furono costrette,
nel 1629, a stabilirsi nella zona del Siletto (l'attuale
Via Beato Ongaro) e nel 1675 nella contrada Ruio,
fuori dalla cinta muraria.
Il ghetto così istituito ebbe una sinagoga
(1701), una scuola talmudica e numerose botteghe (soprattutto
di straccivendoli, pasticceri e macellai); vi abitavano
allora 14 famiglie.
Con la conquista napoleonica agli ebrei furono concesse
tutte le libertà civili. Molti si trasferirono
nella nuova zona attorno alla stazione, sede di sontuosi
palazzi. Marco Grassini, esponente di una delle famiglie
più importanti della comunità ebrauca,
fu sindaco della città.
Nell'Ottocento la comunità finì per
estinguersi, causa il trasferimenta della maggior
parte degli ebrei a Padova e Venezia.
Dell'antico ghetto non resta nulla se non qualche
foto; tuttavia rimane il cimitero ebraico su un colle
a est del centro storico (presente sin dal 1545).
I preziosi arredi della sinagoga furono salvati dalla
distruzione del ghetto e trasferiti nel 1954 in una
nuova sinagoga di Gerusalemme, ricostruzione dell'ambiente
coneglianese, dove tutt'ora si pratica il rito italiano.