Chiusa
(in tedesco Klausen) è un comune della Provincia
Autonoma di Bolzano. Chiusa si trova lungo il corso
del fiume Isarco e storicamente è cittadina
doganale. Può vantare il titolo di "città",
insieme ad altri 7 comuni dell'Alto Adige. Si trova
ad una trentina di chilometri a nord di Bolzano e
una decina a sud di Bressanone. Accanto al centro
sede del comune, tre sono le frazioni: Lazfons (tedesco
Latzfons), la più popolata che si trova lungo
la strada per Velturno, poi Verdignes (tedesco Verdings),
sotto Lazfons e Gudon (ted. Gufidaun), più
a valle. La sua popolazione si è dichiarata
per la grande maggioranza di madrelingua tedesca.
Chiusa città si trova lungo la Strada Statale
12 dell'Abetone e del Brennero, sotto la rocca di
Sabiona.
ETIMOLOGIA
Il toponimo Chiusa deriva evidentemente dal latino
clausa, clusa, che significa "chiusa di un corso
d'acqua", in questo caso dell'Isarco. Il nome
è attestato dal 1027 come Clausa o Clusa.
IL
MONASTERO DI SABIONA
Il Monastero di Sabiona (in tedesco Kloster Säben)
sorge su un'alta rupe che sorveglia il borgo di Chiusa.
Sabiona è la culla spirituale dell'intero Tirolo
e costituisce uno dei più antichi monumenti
cristiani della regione e dell'arco alpino. È
stata la Sede vescovile del Tirolo (diocesi di Sabiona),
prima dello spostamento della stessa a Bressanone
attorno all'anno 1000. Il monastero può essere
visitato partendo dal paese di Chiusa e percorrendo
a piedi il percorso di un'antica Via Crucis. Proprio
sotto le mura di difesa della rocca, all'interno della
vigna, giacciono sepolte le tracce della prima Cattedrale
Vescovile, le cui fondazioni, risalenti al V-VI secolo,
sono state studiate da un gruppo di archeologi nel
1982-1983 e poi reinterrate con cura per una conservazione
più efficace. Alternativamente esiste una passeggiata
che parte da Velturno fino ad arrivare alla fortezza
(viene a volte utilizzato il termine di fortezza in
quanto Sabiona nel medioevo era anche un castello
che oppose diverse volte resistenza ai molti attacchi).
Sull'Acropoli del Tirolo si possono visitare la antica
cappella della Madonna, la chiesa conventuale, la
chiesa della Santa Croce e la fontana commemorativa.
La chiesa della Santa Croce è stata per oltre
quattrocento anni la Sede vescovile, che solo poco
prima dell'anno 1000 fu spostata a Bressanone. Alla
difesa della rupe del monastero sorge un po' più
in basso anche la Torre del Capitano, chiamata anche
castel Branzoll. Attualmente e da quasi trecento anni,
il monastero è la sede di una comunità
di monache benedettine, che al momento sono solo in
11 e vivono in clausura.
IL
CASTELLO DI GERNSTEIN
Il Castello di Gernstein (o Castel Tina, in tedesco
Schloss Gernstein) è un castello che si trova
nel comune di Chiusa in Alto Adige. Più precisamente
il castello sorge nella valle di rio Tina lungo strada
che collega Chiusa a Latzfons. Il castello venne edificato
verso la fine del XII secolo, da Heinrich Garre (o
Gerro, ministeriale di Bressanone), dal quale prese
il nome di Gerrenstein. Da sempre la posizione del
castello è stata strategica in quanto, non
solo controllava la vecchia strada della Val d'Isarco,
ma era posto anche a protezione delle miniere di rame
della zona. Dopo l'estinzione della famiglia dei Garre,
fu dato in feudo dal principe vescovo di Bressanone
ai von Voitberg. Nel 1356 però si ribellarono
al loro padrone e persero il castello dopo un assedio
condotto dal principe vescovo Matthäus an der
Gassen. Nel 1389 fu quindi dato in pegno ai signori
di Villandro. Nel 1550 il castello passò ai
conti Heydorf, però dopo qualche tempo perse
d'importanza e alla fine del XVI secolo cadde in rovina.
Nel 1607 divenne di proprietà di Ludwig Lindner,
maestro di camera dei vescovi di Bressanone, e dei
suoi discendenti che per questo assunsero il predicato
nobiliare "von Gerrenstein". Nel 1880 il
castello, ormai ridotto a rovina, fu acquistato dal
tenente generale prussiano Friedrich von Gerstein-Hohenstein
che lo ricostruì con l'aspetto attuale in stile
neogotico. Egli voleva un castello che portasse il
nome della sua famiglia, anche se in realtà
non c'era nessuna relazione con quella che lo aveva
fondato. Da allora venne quindi chiamato Gernstein.
Nel 1919 fu requisito dallo Stato Italiano in quanto
bene di proprietà tedesca e nel 1970 fu rivenduto
a privati. Non è attualmente visitabile.
DA
VEDERE INOLTRE
La collina dei frati (Paterbichl)
Museo Civico di Chiusa (Stadtmuseum Klausen)
CENNI
STORICI
Il territorio comunale, sovrastato dal monastero di
Sabiona (tedesco Säben), era già abitato
prima di Cristo. Qui troviamo infatti tombe sia del
periodo dei reti che del periodo germanico. Tra l'800
e il 1000 Sabiona diviene un'importante sede vescovile,
prima di essere trasferita a Bressanone, nell'attuale
diocesi di Bolzano-Bressanone. L'artista rinascimentale
tedesco Albrecht Dürer nel 1494 si trattiene
a Chiusa per ritrarre la città da lui molto
apprezzata. Le sue impressioni sono presumibilmente
fissate nell'incisione Das große Glück.
Dalla stazione di Chiusa partiva il treno, oggigiorno
soppresso, della ferrovia della Val Gardena. Sulla
città di Chiusa, ha avuto un'importante influenza,
il monastero delle suore di clausura di Sabiona. All'interno
del convento dei frati cappuccini, si trova una statua
che raffigura il bellicoso frate Joachim Haspinger,
che lottò assieme ad Andreas Hofer, per contrastare
l'avanzata bavarese. Nel tardo Otto- e primo Novecento,
Chiusa fu una dimora di molti artisti, provenienti
soprattutto dalla Germania. Il paese di Chiusa fa
parte del circuito de "I borghi più belli
d'Italia". Nel 2002 lo scrittore tedesco Andreas
Maier dedica a Chiusa il suo romanzo Klausen, tradotto
anche in inglese.