Montevarchi
è un comune della provincia di Arezzo. Il comune
di Montevarchi si trova nel Valdarno superiore, sulla
riva sinistra dell'Arno. Il territorio comprende il
fondovalle, dove si trova il capoluogo, e una parte
delle colline che si trovano fra l'Arno e il Chianti
senese. A Montevarchi sono nati, fra gli altri, lo
storico Isidoro Del Lungo, il vescovo Ercole Domenico
Monnanni, lo scultore Francesco Mochi. Viene considerato
montevarchino anche l'umanista Benedetto Varchi, per
i legami familiari e affettivi che ha avuto con la
città. Ha sede in città, presso lo storico
Chiostro di Cennano recentemente restaurato, l'Accademia
Valdarnese del Poggio, con una importante Biblioteca
storica ed il Museo Paleontologico, all'interno del
quale è conservato uno scheletro integro di
Elephas meridionalis. Nel centro storico della città
si trovano anche il Museo d'Arte Sacra della Collegiata
di San Lorenzo, che possiede tra l'altro un tempietto
opera di Andrea della Robbia, ed il Museo Ernesto
Galeffi, dedicato ad un artista montevarchino del
'900. Nei dintorni si trova il parco d'arte Bum-Bum-Ga
di Carmelo Librizzi. La città è caratteristica
anche per la pianta ellittica della zona del centro.
Da ricordare la beata Maria Teresa Scrilli.
ETIMOLOGIA
E' un composto di "monte" e di varco, riferito
probabilmente alla sua posizione geografica, ai confini
tra Arezzo e Fiesole.
MONUMENTI
Monastero della Ginestra e Chiesa di Santa Croce
Chiesa della Confraternita della Misericordia
Chiesa di Sant'Andrea a Cennano in San Ludovico
Chiesa di Santa Maria al Giglio
Collegiata di San Lorenzo
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Convento dei Cappuccini e Chiesa di San Lorenzo
MANIFESTAZIONI
La festa propria della città è quella
del patrono San Lorenzo, il 10 agosto.
La prima domenica di settembre si tiene la Festa del
Perdono e, il lunedì successivo, una fiera.
Il secondo sabato di ogni mese si tiene in Piazza
Varchi IL MERCATALE, con mostra e vendita di prodotti
tipici della zona e prodotti da agricoltura biologica.
Di grande interesse sono nei mesi di aprile e maggio
le feste del Perdono del Pestello, della Ginestra
e del Rione S.Andrea.
ORIGINI
E CENNI STORICI
In una di queste colline, dove fino al 2002 si trovava
un convento dei Cappuccini, si ergeva, in epoca precedente
il Mille, il castello di Montevarchi, uno dei tanti
presenti nella zona, fra gli altri Galatrona, Caposelvi,
Cennina.
I castelli, per la loro natura di struttura militare
difensiva, sorgevano in luoghi non facilmente raggiungibili
e quindi non si prestavano per lo svolgimento di attività
commerciali. I commercianti e gli abitanti dei castelli
si incontravano, allora, in luoghi deputati al mercato,
chiamati "mercatali", che si trovavano nei
pressi delle vie di comunicazione, non lontani dai
castelli stessi.
Intorno al mercatale del castello di Montevarchi si
aggregò il centro abitato che poi prese il
nome del castello stesso, nel XII secolo.
Il castello ebbe fra i suoi signori i conti Guidi
fino al 1273, anno in cui passò definitivamente
a Firenze.
Successivamente, come luogo di confine fra i territori
di Arezzo e Firenze subì attacchi e devastazioni,
soprattutto nel 1287 quando vi si rifugiarono alcuni
guelfi aretini e i loro concittadini ghibellini vennero
ad assalirli.
Nel 1338 fu dotata di una cinta muraria e ebbe una
sua autonomia amministrativa.
Politicamente seguì le vicissitudini dello
stato toscano formatosi intorno a Firenze. In tutto
questo periodo restò un fiorente mercato di
prodotti agricoli, seguendo la sua prima vocazione,
ma divenne anche centro manifatturiero, specializzato
nella produzione di seta e di lana. In età
granducale, quando vennero definiti i confini della
provincia di Arezzo, entrò a farne parte.
Dopo l'unità d'Italia ebbe un enorme sviluppo
industriale, insieme ai comuni circostanti, dovuto
alla disponibilità di energia ricavata dalla
combustione di lignite estratta da giacimenti presenti
nella zona. Montevarchi divenne un distretto per la
produzione di cappelli ed altri prodotti in feltro.
Malgrado la disponibilità di energia non sia
più un vantaggio competitivo e l'utilizzo del
copricapo non abbia più la diffusione che aveva
nel 1930, l'attività industriale legata alla
moda resta tuttora una delle principali attività
economiche della città. Attualmente l'elletricità
è prodotta dalla diga idro-elettrica di Levane
assieme alla centrale termo-elettrica a metano di
Santa Barbara.
Anche se l'inquinamento dovuto alla produzione dei
cappelli(mercurio, acqua bollente con conseguente
inquinamento termico) è visibilmente diminuito,
fino a scomparire, gli effetti sono tuttora visibili.
Un esempio è il torrente Dogana che divide
la città in due; solo negli ultimi 3 anni sono
ricominciate a tornare le anatre, segno che le acque
si stanno ripopolando. Altro segno positivo sono delle
analisi che hanno mostrato un livello di inquinamento
basso, compatibile con la vita dei pesci.