Montelupo
Fiorentino è un comune della provincia di Firenze.
Famoso per la produzione di ceramiche e vetro. Il
territorio si presenta prevalentemente collinoso ed
è attraversato dal torrente Pesa che, proprio
in territorio comunale, confluisce nell'Arno.
FRAZIONI
Sulle colline attorno a Montelupo sorgono le frazioni
di Pulica, Turbone, Botinaccio e Sammontana (da cui
prende il nome la famosa industria di gelati). Le
frazioni in pianura sono, invece: Samminiatello (già
San Miniatello), Camaioni, Citerna, Erta, Fibbiana,
Graziani, La Torre, Ambrogiana e San Quirico.
ECONOMIA
Di rilievo (e di antica tradizione, come visto) la
lavorazione della ceramica (terracotta, maiolica e
gres), quella del vetro (più di mille addetti
nel settore negli anni '80) e la produzione di colori
e pigmenti ceramici. Sia l'industria ceramica che
quella del vetro entrarono in una fase di gravissima
crisi alla fine degli anni '80. Un esempio è
il caso della vetreria VAE, azienda leader in Italia
per la produzione di vetro artistico da illuminazione,
una delle più prospere realtà economiche
montelupine con circa 110 addetti e circa 10 miliardi
di lire di fatturato annuo nel 1990, chiusa nel 1995
e completamente demolita nel mese di febbraio 2007.
La crisi ebbe il suo culmine negli anni '90 del secolo
scorso. Ad essa sopravvisse solo un'azienda vetraria
(sulle 15 degli anni '80) e poche ceramiche, molte
delle quali, nel frattempo, avevano lasciato il territorio
comunale per trasferirsi in altre località.
La ripresa è stata lenta, ed ha trovato il
suo motore trainante nel Museo della Ceramica ed nella
riscoperta della grandezza rinascimentale delle ceramiche
di Montelupo. Essa ancora non ha trovato il suo compimento:
il numero totale di addetti rimane largamente al di
sotto di quello dei "favolosi anni '70",
ma, anche grazie ad una scelta "di qualità"
che ha contraddistinto ed accumunato la produzione
delle aziende ceramiche e vetrarie nell'ultimo periodo,
i risultati economici sono incoraggianti, e le prospettive
sembrano positive.
7198
MONTELUPO
" 7198 Montelupo " è un asteroide
al quale Maura Tombelli, l'astrofila scopritrice,
ha dato il nome del proprio Comune di nascita e residenza.
Il pianetino fu dal lei scoperto la notte del 16 gennaio
1994 insieme all'astronomo Andrea Boattini.
EDIFICI
RELIGIOSI
Pieve di San Giovanni Evangelista
Chiesa di San Lorenzo
Oratorio della Misericordia o dello Spirito Santo
Chiesa dei Santi Quirico, Lucia e Pietro d'Alcantara
Oratorio dell'Erta
Chiesa di San Miniato
Chiesa di Santa Maria
EDIFICI
STORICI
Villa Medicea dell'Ambrogiana
MUSEI
Museo della Ceramica
Museo Archeologico
MANIFESTAZIONI
Festa della Ceramica - si svolge nel capoluogo l'ultima
settimana del mese di giugno
Festa del vetro - si svolge nella frazione di Torre
Festa della terracotta - si svolge nella frazione
di Samminiatello
Sagra della pesca - si svolge nella frazione Fibbiana
Sagra contadina - si svolge nella frazione di Sammontana
nel mese di luglio.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La frequentazione dell'area di Montelupo non ha soluzione
di continuità fino dal Paleolitico. Di ciò
sono testimoni le numerose stazioni preistoriche che
sono state individuate negli ultimi venti anni nel
territorio comunale.
Della frequentazione in età classica si ha
testimonianza attraverso varie sepolture etrusche
recentemente emerse nell'area del Centro Storico cittadino
e con la scoperta di una Villa romana di età
repubblicana. Il luogo era noto come "Mansio
ad Arnum", come risulta anche dalla Tabula Peutingeriana,
ed è probabile che nella zona ci fosse un ponte
che, in età romana, permetteva il superamento
del fiume Arno.
Con la crisi del V e VI secolo, a fronte della minaccia
rappresentata dalle orde barbariche, la popolazione
abbandonò le pianure per raggiungere le alture
della zona. Il fenomeno raggiunse il suo apice durante
il X secolo, al tempo delle lotte per il potere delle
grandi famiglie Guidi, Cadolingi e Alberti. Questi
ultimi realizzarono nella zona una fitta rete di strutture
militari, di cui facevano parte le postazioni di Capraia
e Montelupo.
Alla fine del XII secolo, inizia la fase di espansione
di Firenze che, nella zona, trovò la fiera
opposizione dei Conti Alberti. All'inizio del XIII
secolo, la postazione di Montelupo viene distrutta
dai Fiorentini, che, sullo stesso luogo, edificarono
un "castello" murato, vero e proprio simbolo
della dominazione sul territorio.
Verso la fine del XIV secolo, Montelupo (che non ha
mai avuto la denominazione di Malborghetto, vera e
propria invenzione romantica) diventò un "borgo
murato" del contado fiorentino. Le mura vennero
costruite nel 1348 (anno della peste nera) e al 1414
risale lo Statuto del Potestà.
Fino a tutto il XVI secolo, Montelupo visse la sua
"epoca d'oro". Verso la metà del
XVII secolo, complice anche la peste che colpì
duramente anche questa zona, iniziò il periodo
di decadenza che, irreversibilmente, portò
Montelupo ad un drastico ridimensionamento, che toccò
il suo culmine alla fine del XVIII secolo.
Da allora e fino al 2° dopoguerra, Montelupo si
trovò "a margine" di tutto. Il paese
è stato scosso nell'ultima metà del
novecento da alcuni eventi naturali a carattere disastroso.
I più rilevanti sono le alluvioni del 1949
e 1966 e quella del 1992. In questi 3 eventi infatti,
l'Arno, a nord di Montelupo, e la Pesa, torrente adiacente,
esondarono sommergendo fin sotto 4 metri d'acqua il
paese (2 metri nel 1992). Montelupo è stato
uno dei centri di produzione ceramica più importante
del Rinascimento, a livello italiano ed europeo.
La storia inizia alla fine del Duecento, con la produzione
di manufatti con decorazione di ispirazione ispano-moresca
(motivi blu e decorazione a prevalenza verde).
Da allora, e per più di tre secoli, le fornaci
si sono moltiplicate all'interno delle mura cittadine
(costruite a metà del Trecento), fino a superare
le 50 unità alla fine del Quattrocento. Il
livello di produzione fu tale che necessitò
un Editto del Potestà per vietare che le enormi
quantità di scarti e residui di lavorazione
venissero gettate nell'adiacente Fiume Pesa, onde
evitare che potesse esserne deviato il flusso.
Verso la metà del Quattrocento, Montelupo divenne
protagonista del fenomeno della "circolazione
delle tecniche e del sapere" che caratterizzò
quel periodo storico: artisti montelupini andarono
a lavorare a Faenza e a Cafaggiolo ed è documentata
la presenza di ceramisti di Montelupo anche a Caltagirone,
dove dettero nuovo impulso alle relative tradizioni
ceramiche che continuano ancora oggi.
Alcuni pezzi di ceramica montelupina sono stati ritrovati
nei siti archeologici dell'America Centrale connessi
con i primi insediamenti Europei nella zona, così
come nelle Filippine e in Scozia.
Montelupini sono alcuni fra i più begli esempi
di maiolica rinascimentale istoriata che fanno bella
mostra di sé nei più importanti musei
del mondo (Cluny e Victoria and Albert Museum, per
dirne alcuni), anche se, spesso, con etichette e didascalie
non propriamente corrette. E dalla produzione istoriata
nacque il decoro montelupino sicuramente più
famoso, ossia i secenteschi "Arlecchini",
raffigurazioni satirico-naif dei personaggi allora
più famosi e temuti, i Lanzichenecchi al soldo
di Carlo V.
Alla fine del Seicento, dopo che fu terminata la produzione
di splendidi manufatti per le Farmacie fiorentine
dei domenicani di San Marco e di Santa Maria Novella,
iniziò il lento ma inesorabile declino della
produzione ceramica di Montelupo. Soltanto grazie
alla produzione di "pentole" di Capraia
la tradizione sopravvisse durante il XVIII e XIX secolo.
La memoria della grande ceramica di Montelupo, così,
si perse. Fino al 1977, quando alcuni archeologi dilettanti
(che dettero poi vita al Gruppo Archeologico di Montelupo
Fiorentino) scoprirono, all'interno del Castello che
dominava il borgo medievale, la bocca di un grande
Pozzo (il "pozzo dei lavatoi"), pieno zeppo
di frammenti di ceramica. Approfondimenti sul tema,
sul sito ufficiale del Museo Archeologico e della
Ceramica di Montelupo.