Gambassi
Terme è un comune della provincia di Firenze.
PARCO
Il
giardino si estende nella zona a sud-ovest rispetto
al paese e insieme alla parallela via Garibaldi, costituisce
il cuore del centro urbano. In passato il giardino formava
l'ampio cortile della villa Sinnai. Nel 1916, la proprietà
venne acquistata dalla famiglia Niccoli, che arricchì
il parco attraverso l'introduzione di varie essenze
esotiche, portate dal proprietario al ritorno dai suoi
viaggi in Africa. A
causa del crollo finanziario della famiglia il comune
riuscì, tra il 1936 e il 1938, ad acquistare
il grande "Podere Giardino". Tra le piante
più considerevoli e imponenti vi sono: pini neri,
robinie, ippocastani, lecci, cipressi e faggi rossi.
EDIFICI
RELIGIOSI
Santa
Cristina
L'attuale chiesa di Santa Cristina sulla SP Volterrana
venne costruita nel 1935 per volere del conte Alessandro
Nardi-Dei nel luogo dove i residenti sostenevano di
vedere dei fantasmi. Si ha notizia che in quello stesso
luogo vi sorgesse in antico un'altra chiesa sempre
dedicata a santa Cristina.
Chiesa
di Cristo Re (o dei Santi Jacopo e Stefano)
All'interno dell'attuale parrocchiale, costruita nel
1941, sono custoditi due dipinti provenienti dall'antica
propositura, la Vergine col Bambino in trono tra i
Santi Giovanni, Francesco, Matteo e Jacopo, attribuita
a Pier Francesco Fiorentino e la Madonna tra i Santi
Giovanni Battista e Girolamo di Biagio di Antonio.
Chiesa
di San Giovanni a Varna
Custodisce all'interno una replica della Madonna col
Bambino e santi di Andrea del Sarto.
Pieve
di Santa Maria Assunta (Gambassi Terme)
La pieve è ricordata da Sigerico, arcivescovo
di Canterbury, nel suo itinerario di ritorno da Roma
(990 994). L'edificio romanico risale alla
fine del XII secolo.
Badia
di San Pietro a Cerreto
Fu donata all'abate di Camaldoli Rustico insieme ai
beni della vicina Badia di Adelmo, dove visse il monaco
vallombrosano Giovanni Delle Celle, morto in concetto
di santità nel 1370 138 e fu soppressa
nel 1652.
CENNI
STORICI
Dopo lunghe trattative politiche durate quasi vent'anni
e un abbozzo di rivolta, nel 1917 la frazione di Gambassi
si emancipa dal comune di Montaione insieme alle frazioni
di Varna, Catignano e Il Castagno.
Tra
la fine del XIX e l'inizio del XX secolo il territorio
di Montaione subì diverse variazioni nella
sua superficie, prima con l'aggregazione delle frazioni
di Castelnuovo e Coiano a Castelfiorentino nel 1876
e poi con la "indipendenza" della popolosa
frazione di Gambassi (insieme a Varna, Catignano e
Il Castagno) nel 1917.
Il
distacco di Gambassi è in realtà solo
il clamoroso finale di una questione che rimontava
ad almeno ventanni prima. Già nel 1897
il sindaco di Montaione, il Conte Andrea da Filicaja
Dotti, eletto nelle elezioni del 1896 in una lista
apartitica montaionese ma con moltissimi voti di Gambassi,
faceva notare che la frazione di quest'ultima frazione
era ingiustamente discriminata sia nel numero di seggi
in consiglio comunale -assolutamente non proporzionale
alla popolazione- sia nei servizi che nelle manutenzioni.
Da
una Memoria del Sindaco agli Elettori del 13 marzo
1897: «Gambassi ha bisogno del Telegrafo, difetta
dilluminazione, desidererebbe una Piazza di
cui è mancante come anche una seconda Condotta
Medica, ha i lastrici dellabitato esaurienti
e le fognature mal fatte e che mai servirono allo
scopo e danneggiano i fondi delle case a contatto;
la viabilità della frazione lascia oltre ogni
dire a desiderare, i Camposanti sono tenuti deplorevolmente».
Egli
pone tutto il suo impegno nel tentare di dimostrare
ai montaionesi che la discriminazione della popolosa
frazione di Gambassi non era cosa corretta né
intelligente ed ai gambassini che il distacco da Montaione
sarebbe stato (come in effetti fu) un suicidio economico;
la propaganda per il distacco di Gambassi poneva laccento
sul fatto che la frazione di Gambassi dava in tasse
al comune più di quanto il comune spendesse
direttamente per detta frazione. Dunque faceva pensare
ai gambassini (che in quel periodo erano chiamati
gambassesi) che in caso di distacco il
comune di Gambassi sarebbe stato fortemente in attivo.
In
realtà le voci di bilancio per i servizi comuni
a tutte le frazioni -impiegati comunali etc.- venivano
addebitate solo al capoluogo e non alle frazioni e
dunque al momento che Gambassi avesse dovuto -come
dovette- organizzare uffici comunali e servizi generali,
questo ipotetico avanzo di cassa si sarebbe tramutato
-come si tramutò- solo in un disastroso deficit.
Argomenti come quelli citati non sono adatti alla
politica, così i due schieramenti preferirono
parlare di popoli che liberamente scelgono il
proprio radioso avvenire e di Integrità
territoriale come bene primario piuttosto che
di fatti concreti.
Quegli
argomenti reali, portati dal Sindaco da Filicaja Dotti
prestarono il fianco dal lato montaionese alle accuse
di interessi privati (l'azienda di proprietà
del da Filicaja sarebbe ricaduta parte in Gambassi
e parte in Montaione e se la Villa era in Montaione,
la maggior parte dei terreni sarebbero stati in Gambassi)
dal lato gambassino allaccusa di dare eccessivo
valore alleconomia sottomettendo ad essa la
libera determinazione dei popoli. Così,
Gambassi si eresse in Comune autonomo con tutti gli
svantaggi per la popolazione residente nei due comuni
che possiamo immaginare (diminuzione dei servizi,
aumento delle imposte locali etc). Tutti i progetti
di modernizzazione per il Comune di Montaione proposti
al Parlamento Italiano dallinstancabile Sindaco,
progetti che ponevano laccento sulle dimensioni
territoriali, e quindi limportanza, del Comune
naufragarono (tra questi la costruzione di un ospedale
statale con servizio di primo soccorso ed altri).