Venetico
è un comune della provincia di Messina. Paese
della provincia di Messina a circa 30 Km dal capoluogo,
sorge in una zona litorale collinare. Venetico Superiore
sorge sul versante tirrenico dei monti Peloritani
a 310 metri sul livello del mare con circa 400 abitanti
a 4 km dalla strada statale 113, lungo la Provinciale
Venetico Marina - Rometta Superiore. Venetico Marina,
invece, è la parte litorale del comune con
circa 4000 abitanti.
VENETICO SUPERIORE
Circondata da distese campagne, si presenta con le
sue vie strette e tortuose, fiancheggiate da case
moderne, con i suoi vicoli scoscesi, dove affiorano
lontane immagini della Venetico dei secoli passati.
Verso Nord-Ovest, è di scena Milazzo di cui
Venetico fu già territorio, col suo imponente
Castello, col suo mare smeraldo e con lo sfondo lontano
delle isole Eolie.
VENETICO MARINA
Venetico Marina oggi è divenuta centro industriale
in continua espansione urbanistica. Qui hanno sede
numerose fabbriche di laterizi e industrie: produzione
di infissi, vetrine, porte interne, persiane, prodotti
per laterizi, produzione di rivestimenti plastici
murali, lavorazione del ferro battuto. D'estate la
spiaggia con il suo lungomare è meta di numerosi
bagnanti provenienti, oltre che dal luogo, dal Capoluogo
e da altri centri confinanti dei Peloritani.
ETIMOLOGIA
Ricorda il primo feudatario del luogo: Simone Venetico.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le prime notizie riguardanti Venetico risalgono ad
epoca Normanna, periodo in cui il territorio appartenente
a Simone Venetico da cui probabilmente trasse il nome,
come di rileva dal Dizionario Geografico dei Comuni
di Giuseppe De Vita. Nel 1061 infatti, Ruggero DAltavilla,
figlio di un feudatario normanno, espugnò Messina,
dando inizio alla conquista della Sicilia dominata
dagli Arabi. La dinastia Normanna nella sua linea
maschile si estese verso il 1200 e attraverso il matrimonio
di Costanza dAltavilla con Enrico VI di Svezia,
il regno Normanno passò per eredità
alla casa Sveva nella persona di Federico II imperatore
di Germania e Re di Sicilia. Le informazioni sulla
famiglia Venetico sono poche: sappiamo infatti che
al primo proprietario successe il figlio Raineiro,
alla cui morte il feudo pervenne al di lui figlio
Simone che sposò una certa Ragguna. Essendo
senza figli il feudo venne dato al Giudice Aldoino
cittadino messinese. Nel 1296 Aldoino de Aldoino morì
e si persero le notizie fino al 1408 anno in cui possessore
risulta Filippo Aldoino. Nel 1416 la proprietà
passa al nipote del Giudice Aldoino, Giacomo de Aldoino
il quale alla sua morte gli successe il figlio Aldoino
de Aldoino. Morto questi senza figli, successe Federico
suo fratello, ma anche questi morto senza figli e
il suo testamento è agli atti di un certo notar
Francesco Pape di Messina a favore del fratello Gerardo
il quale, non avendo figli, lasciò come erede
Pietro Porco da Messina. Ma re Alfonso dAragona
non riconobbe questo passaggio e i beni furono devoluti
alla Real Corte. Tali beni erano costituiti dai feudi
di Venetico, Mazzarrà, Langarino e diritti
del Tono di Milazzo. In seguito però re Alfonso,
vendette a Pietro Porto due dei suddetti feudi e cioè
Langarino e diritti del Tono di Milazzo, mentre i
feudi di Venetico e di Mazzarrà, con la gabella
delle terre di Truppa e Cavalleria, furono concessi
nel 1447 a Corrado Spadafora e ai suoi eredi in perpetuo,
in forma larga, contro pagamento di onze 300 (L.3825)
e con lobbligo di un cavallo armato per ogni
20 onze di reddito. Dopo l'acquisto da parte degli
Spadafora ( 1447 ) in Venetico non vi era nessuna
abitazione. Fu certamente per impulso del primo possessore
di casa Spadafora, Corrado, che Venetico, oltre ad
essere un fondo dei feudi, fu anche un luogo abitato
e fortificato dalla costruzione di un formdabile castello,
con torrioni agli angoli e spaziosa terrazza merlta.
Il Castello fu edificato verso la metà del
1400 dagli Spadafora, e divenne, in seguito, vera
e propiria fortezza ad opera dell'architetto Camillo
Camilliani. Quando Corrado Spadafora comprò
il feudo chiese di ottenere il titolo di barone e
usare giurisdizione Civile. La giurisdizione civile
necessita di una anche piccola popolazione su cui
debba essere esercitata, bisogna quindi rilevare che
i primi abitatori non furono indigeni bensì
immigrati da altri luoghi per la ferrea voglia Colonizzatrice
del feudatario. In un secondo tempo circa 1604 il
Barone di Venetico nominò un capitano e altri
ufficiali, perché le terre Di Venetico erano
ormai ben abitate di gente ricca ed onorata. E comprò
dalla Real Corte il <mero e misto Imperio> (
la facoltà di giudicare e punire anche con
pena di morte) salendo dal civile al criminale. Quindi
a distanza di un secolo e mezzo un altro Spadafora
ottenne lo stesso diritto salendo dal civile al Criminale
e nominò il capitano di giustizia e degli ufficiali
e mise su le forche sulla spianata che ancora oggi
ne porta il nome. Con questa istituzione Venetico
raggiunse l'apogeo del suo sviluppo civile, nel quale
si mantenne per parecchio tempo, forse finchè
fu in efficenza un regime feudale
EDIFICI
RELIGIOSI
La Chiesa Madre di Venetico Superiore, dedicata San
Nicola di Bari, risale ai primi ani del secolo XVI,
quando, attorno al castello fondato dagli Spadafora,
il paese ebbe un forte incremento di popolazione,
immigrata per colonizzare il feudo circostante; nei
secoli successivi si arricchì di arredi e di
opere darte; avendo poi raggiunto una sufficiente
dote patrimoniale, fu eretta a Parrocchia autonoma,
per divisione dalla Parrocchia di Rometta, con decreto
del 20 settembre 1895. Il tempio, sottoposto negli
anni recenti a lavori di ristrutturazione e restauro
molteplici e accurati, presenta una facciata di linee
sobrie. Il campanile è stato ricostruito sul
modello di quello crollato nel terremoto del 1908.
Sullaltare centrale, del 1792, è esposto
il SS. Volto di Cristo. Sovrasta laltare un
Crocifisso dipinto su legno del secolo XVIII. La luminosa
navata centrale è ornata da stucchi; il soffitto
è a cassettoni; la cantoria reca un organo
del 700 ripristinato nel 1986; il Pergano, di
legno richiama nella forma, quello del Duomo di Messina.
Nella navata di destra sono da notare la Madonna dellarco
(1602); la statua di S. Caterina dAlessandria,
della fine del 500; dipinti su tela del secolo
XVII. Nel transetto è la Adorazione dei Magi,
firmata e datata da Francesco Bonajuto, 1532, con
ricca cornice. A S. Nicola sono dedicate una statua
lignea settecentesca, restaurata, e la bella tela
daltare. LImmacolata di legno stuccato
e dipinto, è datata 1700. A sinistra, nella
cappella del SS.mo Sacramento, si trovano la Madonna
del Rosario, firmata e datata Gaspare Camarda 1605,
il monumento funerario di Don Giuseppe Spadafora Moncada
e della moglie, del 1637; il monumento funerario di
Don Federico Moncada e consorte del 1615, in marmo
policromo. Di scuola caravagesca messinese è
il Cristo alla Colonna, nel transetto. Sant'Anna (1662)
(Venetico Superiore) sorge nel quartiere omonimo,
fu edificata nella seconda metà del '600, in
stile barocco, distrutta dal terremoto del 1908, fu
recentemente ricostruita per opera del Sac. Antonino
Merlino e riaperta al culto dopo 98 anni con una cerimonia
presieduta dall'Arcivescovo di Messina Mons. Giovanni
Marra. A navata unica le mura perimetrali abbelliti
di archi e di stucchi. L'altare custodisce tuttora
una ricca cornice di stucchi con puttini e volute
settecenteschi, ai lati 2 grandi e pesanti cariatidi,
aventi sul capo corone di alloro e abbigliate con
tonache corte sopra il ginocchio, poggiano su basi
variamente ornate. Immacolata (1618) (ex SS. Trinità)
(Venetico Superiore) Sorge nella piazza omonima e
dovrebbe essere una delle più antiche. Nel
XVI sec. Tempio della SS. Trinità, fornito
di un ampio pronao e di una torre contigua ad un ragguardevole
convento dei P.P. Zoccolanti osservatori della regola
di S. Francesco d'Assisi, sotto il titolo della SS.
Trinità della terra di Venetico. Tale convento
nel 1618 ebbe annessa la fondazione di una Chiesa
(oggi Chiesa dell'Immacolata). Anime del Purgatorio
(Venetico Superiore) Riaperta al culto e riportata
al suo antico splendore dal Sac. Antonino Merlino.
Santa Caterina ('700) (Venetico Superiore) Croce luminosa
collocata nello spiazzo antistante la Chiesa. Nel
1982, viene collocato un orologio automatico con carillon
per la diffusione del suono delle campane in tutto
il paese. E' stata restaurata nel 1987. San Sebastiano
(Venetico Superiore) Chiesa ormai scomparsa. Annunziata
(Venetico Superiore) Chiesa ormai scomparsa. Gesù
e Maria (Venetico Superiore) In rovina, esistono solo
le mura perimetrali. Oratorio San Luigi (1912) (ex
Chiesa del Calvario) (Venetico Superiore) Costruito
sui resti dell'antica Chiesa distrutta dal terremoto
del 1908, oggi è un salone, con ampia terrazza
adibito ad oratorio parrocchiale e ad attività
ricreative. Seminario per Chierici (Venetico Superiore)
Divenuta abitazione privata. Santa Maria del Carmelo
(Venetico Marina). Madonna delle Grazie (Venetico
Marina).
IL
CASTELLO
Fu edificato verso la 2a metà del 1400 dagli
Spadafora, già Principi di Maletto. Trattasi
di una costruzione trapezoidale con quattro torrioni
cilindrici con basamenti a scarpa agli angoli. Il
fronte d'ingresso è protetto da bocche di fuoco
mentre gli spalti corrono lungo le pareti Est - Ovest.
E' importante sottolineare l'influenza sveva su questo
tipo di architettura. Si dice divenne vera e propria
fortezza ad opera dell' architetto Camillo Camilliani,
ma oltre a non esserci nessun documento da una analisi
stilistica non si ritrova alcun elemento che giustifichi
un suo intervento. G. Samonà " L'architettura
in Sicilia dal XIII sec. a tutto il Rinascimento "
- 1950 < Nell' arte dei castelli svevi in Sicilia
lo spazio non è articolato,
ma è
raccolto in forme assolute di un rigore geometrico
dei limiti, dai quali ogni senso di occasionalità
è bandito, che possa quasi indicare un deviamento
della maschia potentissima forza impressa con la decisa
fermezza del loro disporsi in precise simmetrie. Questi
castelli non si adattano variamente al terreno, non
si pongono in modo che urbanisticamente l'edilizia
civile vi si insinui attorno, quasi plasmandosi alla
loro forma, come avviene in molti dei caratteristici
centri siciliani. Gli esempi caratteristici sono quattro
: Castello Ursino, Castel Maniace , Castello di Augusta,
Torre di Enna. Questi quattro castelli si inseriscono
con forza autonoma nel paesaggio,vi si impongono e
lo dominano, dominando l'edilizia intorno con un segno
di distinzione che è distanza, cesura incolmabile,
arresto di ogni reciproco rapporto di spazio> Il
castello ripropone la struttura di Castel Maniace
ma è anche l'edificio che esemplifica, il passaggio
dalla fortificazione al palazzo residenziale: anche
a Venetico il MedioEvo stava finendo, e, la gioia
di vivere, aveva necessità di appropriati luoghi
cortigiani per danzare e divertirsi.