..

 

 

 

Spadafora 
Sicilia

Spadafora è un comune della provincia di Messina.

ETIMOLOGIA
Il suo nome deriva da quello di un nobile casato che ne conquistò il territorio nel 1459.

SAN MARTINO
Non lontano dal centro cittadino di Spadafora sorge il borgo di San Martino di cui, fino al 1817, Spadafora era frazione. Di origini antichissime, il feudo di San Martino constava di cinque casali, così come si evince da un registro dell'imperatore Federico II. Vi sorge un'antica chiesa dedicata al santo che dà il nome al borgo; una notevole opera d'arte è costituita da un antico crocifisso ligneo, risalente al 17° secolo; attualmente è custodito da abitanti della frazione. L'attività economica prevalente di San Martino è quella agricola. Il 10 Dicembre del 1990, nel corso di un'affollata cerimonia, è stata inaugurata la nuova piazza Santa Colomba che domina il pendio sovrastante Spadafora; la piazza offre spazi di ricreazione e di distensione con al centro una fontana circolare circondata da aiule e villette.

GRANGIARA
La frazione di Grangiara è situata a 1500 metri dal centro di Spadafora. Nel borgo sorge la Chiesa della Madonna del Carmine, che, costruita agli inizi dell' ottocento, mantiene tutt'oggi le originarie caratteristiche di semplicità ed essenzialità. Da alcuni decenni è passata sotto la giurisdizione della curia di Messina. La statua della Madonna posta sopra l'altare maggiore è stata realizzata verso il 1955; in seguito è stata restaurata da artigiani di Barcellona. La nicchia dove oggi è collocata è stata costruita artigianalmente dal mastro muratore C. Sindoni, nel 1958. Le risorse economiche prevalenti sono quelle agricole, con produzione di olio e vino molto pregiato. Una consistente voce per l'economina di questo borgo è la produzione di agrumi, soprattutto limoni.

IL CASTELLO
Al centro della città di Spadafora sorge il castello, la cui struttura si fa risalire alla seconda metà del sec. XV. In origine, secondo alcuni, fu soltanto una torre di avvistamento, avamposto del castello di Venetico, posto in collina e dimora del feudatario. La leggenda vuole che un passaggio sotterraneo mettesse in comunicazione le due fortificazioni, permettendo il passaggio di soldati e prigionieri. Probabilmente la torre fu ampliata o ricostruita intorno al '500 dall'architetto fiorentino. Camillo Camilliani, divenendo quel castello di cui rimane oggi solo la parte centrale, che rappresenta il più importante patrimonio artistico-culturale di Spadafora. Il castello fu certamente restaurato una prima volta nel '600. I quattro robusti speroni angolari a forma trapezoidale sono contornati, nella parte superiore, da caratteristiche merlature, nei cui interspazi venivano piazzate le bocche dell'artiglieria. Nelle estremità angolari di ciascuno sperone si ergono le casematte, a protezione dei soldati di guardia. Le feritoie sottostanti venivano usate come saetterie in occasioni di assalti al castello. Il fossato che lo circonda è ancor oggi contornato da un robusto muro di cinta. Il Castello è stato recentemente restaurato a cura della Soprintendenza per i beni ambientali di Catania e successivamente dalla Soprintendenza di Messina, dopo l'acquisizione della Regione Siciliana.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE
Costruita intorno alla fine del '500, la chiesa di San Giuseppe era originariamente la cappella di famiglia dei Principi Spadafora. In anni successivi subì modifiche ed ampliamenti nel corso delle quali furono costruite la volta e la sacrestia. La statua di San Giuseppe, scultura in legno, è sicuramente antecedente al ‘900. La statua dell’Immacolata è anch’essa in legno, mentre le statue del Sacro Cuore di Gesù, di Sant’Antonio, di San Giovanni Battista e della Madonna del Rosario sono realizzate in cartapesta.

CHIESA DEL SACRO CUORE DI GESU'
La chiesa del Sacro Cuore di Gesù deve il suo nome all'episodio di cui fu testimone Santa Maria Margherita Lacoque, cui apparve Gesù con il cuore in mano. L'apparizione è rievocata dal pittore Bonanno di Messina nel 1945 su una tela posta sopra l'altare maggiore. La chiesa è stata realizzata tra il 1937 ed il 1939 dall'ing. Barbaro di Messina, su proprio progetto, in stile romanico. L'apertura al culto è del 1940. Originariamente fu costruito solo l'altare maggiore; solo successivamente furono realizzati l'altare di destra sormontato da un crocifisso ligneo, opera di scultori di Ortisei, e quello di sinistra, dedicato alla Madonna di Lourdes, la cui statua è opera degli stessi scultori ed è circondata da una grotta realizzata in cemento da un mastro muratore di Giarre nel 1947. Risale allo stesso periodo la realizzazione degli altari laterali, sormontati dalle icone di Sant'Antonio, della Madonna del Carmine, della Sacra Famiglia, di Santa Teresa del Bambino Gesù e di Santa Rita.

MANIFESTAZIONI
San Giuseppe, patrono di Spadafora, si celebra con festeggiamenti la domenica successiva al terzo giovedì di luglio per 4 giorni, in coincidenza con la tradizionale fiera del bestiame. Durante questo periodo, specialmente il Sabato e la Domenica, la città viene invasa da venditori ambulanti, giostre e giochi, visitatori e turisti provenienti da tutto il litorale tirrenico della provincia. Fin dal primo giorno vengono organizzati giochi tradizionali, gare sportive, spettacoli, concerti, intrattenimenti sociali che hanno il loro culmine nel fantasmagorico ed esplosivo spettacolo dei giochi pirotecnici, la Domenica notte, che conclude entusiasticamente la festa del santo.

Domenica pomeriggio la statua di S. Giuseppe ornata di fiori, accompagnata dalla banda musicale, viene letteralmente contesa per il trasporto. Dopo aver fatto un lungo giro per le vie del paese, viene rivolta verso il mare e benedetta, dopo di che fa ritorno nella chiesa di San Giuseppe, di fronte al castello, mentre le campane suonano a festa.

ORIGINI E CENNI STORICI
Le sue origini di centro abitato e di luogo di ferventi attività agricole, commerciali e marinare risalgono a tempi molto più lontani, ad insediamenti primitivi coincidenti con la nascita dell'agricoltura terra terra. La sua principale vocazione divenne, però, ben presto quella marinara. Pare che la sua spiaggia fosse molto frequentata dai fenici, data la sua posizione strategica tra Capo Milazzo e le coste della Calabria. Nel periodo deli insediamenti greci, alla popolazione indigena si unirono gli elleni, creando un grosso centro sicilioto non molto distante da Imera, importante centro di cultura e di commercio fondato dai greci. Sotto i romani le vaste colture a grano scomparvero e la zona divenne quasi deserta. Patì, con il resto dei paesi del litorale tirrenico, le incursioni dei barbari; poi conobbe una lunga fase pacifica nell'epoca bizantina. Il periodo più ricco per il territorio di Spadafora fu indubbiamente quello arabo. I fenici ed i greci avevano fatto di Spadafora un centro di cultura. Gli arabi lo portarono al massimo splendore e valorizzarono le campagne con la costruzione di acquedotti che trasportavano l'acqua dei torrenti nei campi coltivati. La città divenne anche un importante centro d'importazione delle mercanzie arabe. Con la dominazione normanna, Spadafora divenne il centro abitato di una baronia, elevata in seguito a principato sotto i principi Spadafora, che diedero anche il nome alla cittadina. Con gli svevi, Spadafora mantenne le caratteristiche dell'epoca precedente; la sua decadenza iniziò durante il periodo angioino. Nella lotta contro i francesi diede il suo contributo inviando numerosi volontari alla difesa di Messina. Come il resto della Sicilia decadde nell'epoca aragonese e del vicereame. A causa del trasferimento del principe a Palermo, allora luogo di delizie della nobiltà sicula, il suo vasto territorio fu affidato ai gabelloti, con conseguenze nefaste per l'agricoltura e per la vita sociale. Dopo il terremoto di Messina del 1783, gruppi di valorosi spadaforesi, via mare, portarono aiuto al derelitto capoluogo. Da quanto si è potuto rilevare dagli archivi comunali, risulta che Spadafora si costituì a comune autonomo nell'anno 1817; prima di allora era una frazione di San Martino, diventato oggi frazione del Comune di Spadafora. Il primo registro dello Stato civile del Comune risale, infatti, proprio al 1817. Nel 1848 anche Spadafora partecipò al tentativo di liberazione dalla tirannide borbonica. Nella notte del 28 gennaio una squadra a cavallo e bene armata di "picciotti", guidata dai maggiorenni del paese, fu inviata a Messina, dove si distinse in famose giornate di battaglia fino allo sfortunato epilogo che vide la caduta di Messina, il 7 settembre 1848. Fra i cittadini di Spadafora si distinsero il dottor Antonino Giunta ed il fervente patriota Francesco Maniscalco. Nel 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi, giovani volontari spadaforesi si nascosero in un luogo tra Santa Lucia del Mela e San Filippo, attendendo l'esercito garibaldino, nel quale si arruolarono partecipando alla grande battaglia di Milazzo il 20 Luglio 1860, che aprì la via all'unità d'Italia.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 5.234 (M 2.506, F 2.728)
Densità per Kmq: 508,2

CAP 98048
Prefisso Telefonico 090
Codice Istat 083096
Codice Catastale I881

Numero Famiglie 1.913
Numero Abitazioni 2.951

Denominazione Abitanti : spadaforesi
Santo Patrono : San Giuseppe
Festa Patronale : terza domenica di luglio

Il Comune di Spadafora fa parte di:
Regione Agraria n. 9 - Colline litoranee di Milazzo
Patto Territoriale Tirreno Gallo Niceto

Comuni Confinanti
Roccavaldina, Rometta, Venetico.

.
RISTORANTE LA CORTE DEI PRINCIPI - Spadafora (ME)