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San
Salvatore di Fitalia |
Sicilia
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San
Salvatore di Fitalia è un comune della provincia
di Messina in Sicilia.
ETIMOLOGIA
Precedentemente denominato Santissimo Salvatore, si
riferisce al santo a cui è intitolata la chiesa
parrocchiale. La specifica si riferisce al limitrofo
torrente Fitalia (dal greco phutalia, vigna). Il toponimo
infatti trova vari riscontri etimologici nel greco
classico. I Greci arrivati in questa vallata, trovarono
un terreno adatto alla coltivazione e lo chiamarono
Fytalìa, ossia terreno produttivo o adatto
alla coltivazione di alberi da frutto. Il nome Fitalia
viene fatto risalire anche alla leggenda dei fitalidi,
famiglia ateniese il cui eponimo era Fitalo.
EDIFICI
STORICI
Palazzo Baronale Grasso (oggi Ciminata)
Palazzo del peculio Frumentario
EDIFICI
RELIGIOSI
Santuario di San Calogero Eremita
Chiesa Madre del SS. Salvatore
SANTUARIO
DI SAN CALOGERO EREMITA
Fortemente provata dai movimenti franosi che si svolgevano
nell'area vicina, verso la seconda metà del
XIX sec., cadde l'antichissima cappella del glorioso
San Calogero. La statua, allora, trovò ricovero
in una ricca cappella della chiesa del SS. Salvatore.
Questa situazione, però, non poteva durare
a 1ungo e, nel 1885, veniva progettata la costruzione
di un santuario, in area vicina a quella della chiesa
antica. Si demolirono alcune casupole e si ricavò,
tramite un riempimento, una vasta zona per la costruzione
del nuovo edificio. La struttura, come nel progetto,
prevedeva una pianta a croce latina, navata unica,
transetto, abside centrale e due campanili agli angoli
del transetto. La costruzione venne iniziata ed interrotta
alla navata, che venne chiusa con l'abside, omettendo
la costruzione di transetto e campanili. Nel 1900
i lavori si conclusero. Nel 1901, al suono delle bande
musicali di Naso e Ficarra, il nuovo santuario venne
aperto per la festa. Lesionato dal terremoto che distrusse
Messina, il santuario venne restaurato nel 1911. Nel
1922, fu fatta rifare la volta della Chiesa, arricchendo
il centro di essa con un affresco raffigurante San
Calogero con cerva e cacciatore, opera del professore
Giuseppe Ferraù. Nel 1925, fu fatto costruire
il campanile e rifondere la vecchia campana. Nel 1947,
dopo la crisi del periodo bellico, si pensava di migliorare
il prospetto del santuario, tuttavia il progetto dell'opera
non veniva eseguita.
Un recente restauro della struttura, accoglie i sempre
più numerosi pellegrini che vengono a venerare
il Santo.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Si presume che il mare occupasse parte della vallata
del Fitalia, qui nel punto di confluenza delle due fiumare,
chiamate del "Fitalia" e del "Panaghia",
in una posizione strategica per la comunicazione ed
il commercio (punto di contatto tra i Greci provenienti
dal mare, ed i Siculi dell'entroterra), sorge Fitalia.
Questo primo insediamento abitativo, ebbe anche la funzione
di confine naturale tra i territori delle due città
sicule Aluntium (oggi S. Marco D'Alunzio) e Agatyrnon
(Capo D'Orlando). Quando le truppe normanne a seguito
di Ruggero irruppero nella vallata, la realtà
abitativa di questo territorio era particolarmente fiorente.
Dal luogo di confluenza delle due fiumare, guardando
l'attuale paese di San Salvatore di Fitalia, all'epoca
si trovavano: a sud il villaggio SS. Salvatore che in
seguito diede l'origine ed il nome al castello; ad oriente,
in contrada Rocca del Fitalè, vi era il villaggio
del Fitalia anch'esso successivamente divenuto castello;
a poca distanza dal villaggio Fitalia, sul versante
sinistro della collina, vi era il villaggio Kami o Cuma
(poi chiamato Santa Maria di Cuma ed oggi S. Maria di
Roma); nel territorio dell'attuale comune, si trovavano
anche i villaggi di S. Giorgio, Fani, Kubli, Kallegra;
ed in fine sorgevano numerose torri di avvistamento.
Tre torri erano in contrada Rocca di Fitalè,
poi, la torre di Kami o Cuma, la torre di Castinnuzzu
(nell'attuale territorio di Castell'Umberto - contrada
Colamarco); sempre sul versante sinistro della collina
vi erano le torri di Sant'Adriano Vecchio, Ruggeri e
quella di Callegra o Giugà o Villa; altre tre
torri in contrada Vischetto o Boschetto proprio al confine
con il comune di Tortorici. Mentre ad occidente, a partire
da Fitalia verso Galati, si trovavano la torre di Daino
chiamata anche Torre D'Amato e poi la torre in contrada
Casteddu, in contrada Kimera o Kiumera, in contrada
Torre Capitano, in contrada Scrisera e al confine con
Galati la Torre di contrada Fani o Bufana. Nei documenti
scritti, Fitalia compare per la prima volta, in uno
dei primi diplomi del conte Ruggero, quando nel 1082,
istituì la diocesi di Troina. Da quel momento,
le vicende del popolo del Fitalia furono strettamente
legate alla politica del tempo ed alla risistemazione
della Chiesa siciliana. In questo periodo medievale
il territorio venne diviso tra le due diocesi, ognuna
delle quali aveva una entità giuridica propria,
possedeva villani e gestiva il territorio. Questo comportò
anche la separazione della popolazione che venne divisa
in base al cognome all'una o all'altra giurisdizione.
Il popolo del Fitalia fu sottoposto a continue vessazioni
quali: "...a l'obbligo di portare lo zucco in collo,
lo porcello, la gallina, l'ova, le nove giornate di
zappare, et altre angarie come villani e vassalli (...)
non possono andar ad habitar in altre parti senza licenza
del Vescovo". L'habitat del Fitalia cessò
definitivamente sul finire del XIV secolo e si sviluppa
così la terra del SS. Salvatore, questa, viene
riconosciuta giuridicamente da parte della corona per
opera di Vinciguerra Aragona. Il 28 dicembre 1828, un
Diploma Apostolico del Pontefice Pio VII, pose fine
alla spartizione del territorio a scapito delle due
diocesi, per la gestione del potere temporale il territorio
del Fitalia venne interamente assegnato alla Diocesi
di Patti, ma la "cura delle anime" veniva
assegnata a due Parrocchie interamente indipendenti
l'una dall'altra ognuna con il proprio Arciprete e Clero:
quella del SS. Salvatore e quella di Santa Maria. Oggi,
di molte vicende se ne ha memoria scritta grazie alle
pazienti ricostruzioni archivistiche e bibliografiche
del geometra Antonello Pettignano, attento studioso
e grande conoscitore della storia di S. Salvatore di
Fitalia. La storia del paese di S. Salvatore di Fitalia
è, strettamente legata al culto del Santo patrono
S. Calogero, e dei fasti della terra del S.S. Salvatore
ne resta poca testimonianza. La maggior parte dei monumenti
sono andati perduti come il Palazzo dell'Universitas,
la Badia, il Peculio Frumentario, il Convento di San
Francesco con annessa cappella di San Calogero (fondato
nel 1615 e distrutta da una frana nella metà
dell'ottocento), il Monastero di San Bartolomeo dell'ordine
di S. Benedetto (fondato presumibilmente verso il '500
e andato distrutto verso il 1880), la Chiesa di Santa
Margherita (del 1537 d.C.) e la Chiesa di Santa Caterina
D'Alessandria, il Monte di pietà (fondato nel
1816)la cinta muraria ecc... Fortunatamente, altri monumenti
restano a testimoniare gli antichi splendori, come la
Villa di Sant'Andrea, la Villa Barone, il "Casino"
di Santa Maria di Roma, Duruso, i ruderi di Torre del
Capitano e poi il tessuto urbano rimasto quasi invariato,
il palazzo Catalano dell'800, il palazzo del Vescovo,
palazzo Stazzone, la Chiesa di Santa Maria Assunta (del
500) e la maestosa basilica del "Salvador Mundi"
(fondata in epoca bizantina), a questi si aggiunge "l'ospedale"
intestato a San Calogero (costruito nei primi anni del
'900 sul luogo dove sorgeva il vecchio convento con
l'annessa cappella di San Calogero). Queste opere hanno
resistito alle incurie del tempo e alle continue modifiche
dell'assetto urbanistico, per testimoniare i tempi che
videro il mutare del territorio da un insieme di piccoli
villaggi a centro urbano.
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Popolazione
Residente 1.463 (M 675, F 788)
Densità per Kmq: 98,3
CAP
98070
Prefisso Telefonico 0941
Codice Istat 083082
Codice Catastale I147
Denominazione
Abitanti fitalesi
Santo Patrono San Calogero
Festa Patronale 20 agosto
Il
Comune di San Salvatore di Fitalia fa parte di:
Regione Agraria n. 8 - Colline litoranee di Patti
Associazione Nazionale delle Città della
Nocciola
Comuni
Confinanti
Castell'Umberto, Frazzanò, Galati Mamertino,
Mirto, Naso, Tortorici.
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