San Cataldo
Sicilia

San Cataldo è un comune in provincia di Caltanissetta, situato nella Sicilia centrale; è posto a 625 metri slm ed è tra i comuni più popolosi della provincia. Dista circa 8 km dal capoluogo e ha una superficie di 7.224 ettari per una densità abitativa di 309 abitanti per chilometro quadrato. Con R.D. 18 settembre 1865 il Comune di San Cataldo venne elevato al rango di Città in riconoscimento delle sue benemerenze contro l'oppressione borbonica. Sorge in una zona collinare interna che si estende a nord del centro abitato, tra i comuni di Serradifalco, Mussomeli, Caltanissetta, collocato all'interno del comprensorio dell'altipiano Solfifero Siciliano, un'antica area mineraria. All'interno del territorio vi sono testimonianze, nei pressi di Vassallaggi, di insediamenti umani risalenti al VI-V secolo a.C., benché l'attuale centro abitato abbia origini relativamente recenti. Il Comune fu fondato infatti dal principe Nicolò Galletti nel 1607 quando lo stesso ottenne la licenza di edificare e popolare l'antico Casale Calironi sito all'interno della Baronia di Fiumesalato, dedicandolo a San Cataldo. Nel corso degli anni San Cataldo ha subito parecchi rimaneggiamenti dal punto di vista urbanistico, al punto che oggi appare come una città nuova, nella quale prevalgono costruzioni recenti e pochissime costruzioni possono vantare una discreta valenza storica. Ormai uniche testimonianze culturali del passato sono alcune chiese e costruzioni signorili.

EDIFICI RELIGIOSI
1) La Parrocchia Chiesa Madre intitolata precedentemente alla Natività di Maria, (cronologia A.D. 1633). Fu iniziata dal barone Vincenzo Galletti di Fiumesalato e marchese di San Cataldo. La bolla vescovile agrigentina riporta la data del 18 agosto del 1632. Possiede il titolo di Arcipretura, per cui i parroci che la reggono assumono il titolo di Arciprete. Nel 1695, a causa di un crollo del transetto destro, che interessò la cappella di San Cataldo e del Crocifisso, la Chiesa si ricostruì ex novo così come oggi appare. I lavori furono voluti dal principe Giuseppe Galletti, il quale invitò per la Consacrazione suo fratello Pietro Galletti, Arcivescovo di Catania. Per l'occasione la Chiesa Madre fu re-intitolata all'Immacolata Concezione, ma la vecchia dedicazione non si perse del tutto in quanto sull'Altare Maggiore rimase il dipinto della Natività di Maria (detto di S. Anna). La Chiesa si presenta a croce latina a tre navate, divisa da arcate, con volta a botte e cupola centrale. Anticamente dotata di 14 Altari. La tradizione vuole che il progetto della Chiesa fosse attribuito all'architetto Vaccarini, chiamato dall'Arcivescovo di Catania Pietro Galletti (fratello del Principe di San Cataldo Giuseppe Galletti), per ricostruire il Duomo della città di Catania. Dopo la Consacrazione della Chiesa Madre, la famiglia Galletti continuò ad occuparsi della Chiesa abbellendola con i dipinti, la statuaria, suppellettili, e paramenti per le liturgie, molti fedeli lasciarono i loro beni alla Chiesa. Nel 1788 ci fu un terribile incendio che causò maggiori danni nella sacrestia in particolare all'archivio, al punto che l'anagrafe parrocchiale prende avvio solo dalla seconda metà del Settecento e gran parte delle carte dell'Amministrazione prodotte nel Sei-Settecento non è più consultabile. Un altro evento che procurò tanti danni fu la chiusura della Chiesa dall'aprile del 1965 al dicembre del 1979, con decreto del Sindaco Maiorana, dovuta all'instabilità delle strutture portanti. La Chiesa Madre restò chiusa 15 anni e le funzioni si svolsero nella Chiesa di San Giuseppe trasportanto statue e paramenti.

Chiese succursali nel territorio della Chiesa Madre:
- La chiesetta dell'oratorio del Ss.mo Sacramento (U ratò) di origine settecentesca è ubicata accanto la Chiesa Madre (sono unite). Questo piccolo tempio è stato completamente ricostruito nella seconda metà del novecento e le soluzioni formali del prospetto sono in totale disarmonia con il contesto della piazza e della Chiesa Madre. Questa Chiesa è la sede della Confraternita del Santissimo Sacramento, fondata nel 1654.

- La Chiesa S. Antonio Abate è dedicata alla Madonna del Carmelo, che viene festeggiata il 16 luglio. Attestata per la prima volta nel 1669, la Chiesa fu interdetta da Lorenzo Gioeni, Vescovo di Agrigento nel 1745. Precedentemente, nel 1740, l'Arciprete di San Cataldo, Isidoro Amico volle innalzare un tempio, a croce greca. Quando il tempio era già in costruzione, nel 1773 Amico morì, e i lavori per lungo tempo rimasero fermi. Nel 1818 le pietre furono portate in Piazza Madrice e, nel 1820 vennero utilizzate per la facciata della Chiesa Madre. L'area risultante dalla demolizione della Chiesa non portata a termine, fu espropriata dagli eredi dell'Arciprete Amico, i quali vi fabbricarono dei mulini, detti volgarmente "centimoli", dai quali il nomignolo degli Amico: "i centimolari. Nel 1853 Luigi Amico e i suoi congiunti, quasi a sconto della espropriazione operata, costruirono una chiesetta dedicata alla Madonna Addolorata, detta Chiesa di S. Antonio (chiesa di Santantunu), denominazione che rimane ancora oggi. Nel 1900/904 o 905 il sacerdote Cataldo Mistretta ricostruendola, la dedicò alla Madonna del Carmelo, titolatura ben presto andata in disuso a favore di quella originale. La Chiesa è molto semplice, a una sola navata, ed è quasi rustica.

- La Chiesa di San Giuseppe si presenta con un campanile a vela. Fatta costruire intorno al 1660 per volontà di un certo Raffaele lo Puzzaro, fu successivamente ampliata da Onofrio Poletti nel 1713 ed infine ulteriormente ingrandita qualche decennio dopo da Isidoro Amico. La navata centrale della Chiesa nel 1854 fu arricchita da decorazioni con stucchi, realizzati da Ferdinando e Filippo Rini, è valorizzata da un circolo da un ciclo di affreschi del pittore gelese Emanuele Catanese. Nel 1856, il procuratore della Chiesa, il sacerdote Giuseppe Santangelo, chiese al pittore di illustrare la vita di San Giuseppe.

- La Chiesa del Signore dei Misteri (S. Francesco d'Assisi) è situata difronte al Calvario. Durante la seconda guerra mondiale fu distrutta e ricostruita dal terz'ordine francescano che ancora oggi ne garantisce la custudia. Questa chiesetta porta la bolla vescovile del 29 giugno 1970, in realtà essa fu edificata nel 1770 per rispettare le disposizioni di Giuseppe Lo Monaco e intitolata al Signore del Mestiere che si festeggia la seconda domenica di agosto. Per dare maggiore prestigio alla ricorrenza si allestiva una fiera di bestiame.

2)'' La Parrocchia S. Stefano intitolata al Santo Diacono primo Martire cristiano, Stefano. La Chiesa si aprì al culto nel 1725, costruita grazie alle donazioni elargite da Francesco Amico. All'interno si conservano alcuni dipinti di autori locali: un Cuore di Gesù, opera di Carmelo Riggi, un San Filippo Neri, opera di Michele Butera e una Madonna che intercede presso la Trinità per le anime del purgatorio, opera di Raimondo Butera.

Chiese succursali nel territorio della parrocchia S. Stefano:
- La Chiesa della Madonna della Catena voluta dal notaio Salvatore Baglio. Nel 1949 fu elevata a parrocchia e nel 2000 il Vescovo di Caltanissetta Alfredo Maria Garsia decise che la Chiesa dovesse ritornare Rettoria.

- La Chiesa di San Francesco d'Assisi Ex Cappuccini fu eretta per volontà del Principe Giuseppe Galletti, annessa all'ex convento dei cappuccini, i lavori per la costruzione ebbero inizio nel 1724 e si protrassero per circa sei anni. Il 7 luglio del 1736 il Vescovo Pietro Galletti consacrò solennemente la Chiesa intitolata a San Giuseppe. I cappuccini rimasero in paese fino alla soppressione degli ordini religiosi avvenuta nel 1866. Dopo di che, il convento si trasformò in ospizio per anziani e la Chiesa divenne comunale e continuò ad accogliere i defunti fino alla fine dell'Ottocento, nonostante fosse stato aperto nel 1840 il cimitero comunale per motivi igienico-sanitari. L'Altare della Chiesa secondo il restauratore Rosario Prizzi, potrebbe attribuirsi al frate Giuseppe di Sambuca. Nella Chiesa sono presenti quattro Altari laterali in legno intagliato: il primo a destra custodisce la statua della Madonna Assunta del 1957 che viene condotta in processione il 15 agosto e sostituisce l'opera in cera della Madonna dormiente.

- La Chiesa di Sant'Anna nel nuovo quartiere di Piazzo Carano. Aperta in un garage negli anni '80, la Chiesa ricade nel nuovo Quartiere di "Pizzo Carano". La titolatura a Sant'Anna la si deve al primo sacerdote Calogero Milazzo.

3) La Parrocchia S. Maria del Rosario risale al Seicento. È situata lungo l'asse viario principale del paese. Nei primi del Settecento fu ricostruita. La Chiesa rimase ad un'unica navata. Nell'Ottocento fu affrescata la volta da Calogero Seste di Serradifalco e il pittore Emanuele Catanese di Terranova oggi Gela a quest'ultimo fu affidato l'affresco della volta. Nel 1854 la Chiesa fu finita. Il pittore Catanese di Terranova (Gela) dipinse 13 riquadri.

Chiese succursali nel territorio della parrocchia Madonna del Rosario:
- La Chiesa di Santa Lucia. Probalbimente fu fondata i primi anni del Settecento. Forse qualcosa esisteva già nella seconda metà del Seicento visto che in alcuni documenti notarili si faceva accenno al Quartiere Santa Lucia. Il documento più antico che parla della presenza della Chiesa risale al 1710.

- La Chiesa del Purgatorio. La tradizione vuole che sia la Chiesa più antica del paese, però non è così. Da alcuni documenti si sa che nel 1669 nella prima Visita Pastorale compiuta dal Vicario Generale Calogero Termine, viene riportata l'esistenza di questa Chiesa. Nel settecento vi si riunivano i componenti della Confraternita del Signore del Mestiere e acora è possibile visitare la cripta, un tempo adibita a cimitero. Ad un'unica navata, fu ricostruita negli anni '40 dell'Ottocento a causa delle precarie condizioni.

- La Chiesa di Borgata Favarella.

- La Chiesa di S.Michele (vicino Borgata Favarella).

4) La Parrocchia Santa Maria delle Grazie (Santuario Maria Ss.ma delle Grazie-Chiesa della Mercede). Antico convento con annessa aula liturgica, la Chiesa fu in seguito intitolata alla Madonna della Mercede ed elevata a parrocchia nell'anno 1954, dopo essere stata qualche anno prima ricostruita. Ad un unica navata.

5) La Parrocchia di Cristo Re. I lavori per la costruzione dell'edificio iniziarono nel 1963. Dai documenti esistenti si legge che dopo l'abbattimento degli anni '50 del quartiere di Santa Fara, dovuto alla frana, ne venne costruito uno nuovo per gli sfollati, quello di Cristo Re, dove vi sorse una Chiesa nel 1956.

6) La Parrocchia di S. Alberto Magno fu fondata nel 1969 a motivo del prolungamento del corso principale che diede orgine ad un nuovo assetto urbanistico.

MANIFESTAZIONI RELIGIOSE
1° gennaio: Gesù Bambino.
La statua del Bambin Gesù, di 80 cm., si trova nella Chiesa dell'Oratorio del Ss.mo Sacramento. Al braccio, il Bambinello porta il "Cucciddatu" o "Bucciddatu", il classico dolce di Natale, ripieno di marmellata e di fichi, finemente lavorato e decorato, dalla forma di un grande anello frangiato. Dopo la Messa serale del 1° gennaio, la statua esce dalla Chiesa Madre, accompagnata dal clero, dalle confraternite, dalla banda musicale e anche di cornamuse, tamburelli e cerchietti. Con un congengo appositamente preparato, il Bambinello, in tre punti della città dove passa in processione, gira su se stesso, dando l'impressione che benedica il mondo all'inizio del nuovo anno.

17 gennaio: S. Antonio Abate.
Un tempo era davvero festa grande per onorare Sant'Antonio Abate. Dopo la celebrazione della Messa, nell'omonima Chiesa, fuori, nel sagrato, veniva uscita la statua e venivano benedetti gli animali. Oggi il tutto si è ridotto con un semplice Triduo che preparara la festa e la Messa solenne nel giorno della festa, il tutto si svolge in Chiesa.

19 marzo: San Giuseppe.
Un tempo questa festa era davvero grande, oggi si è ridotta con una semplice processione nel giorno della ricorrenza liturgica del Patriarca e Protettore della Chiesa Universale. Un tempo questa festa era organizzata dalla Confraternita di San Giuseppe (oggi inesistente) e veniva celebrata con sfarzo: musica, fuochi artificiali e processione con la statua dono del Principe Galletti. La statua di San Giuseppe di scultura romana, essendosi invecchiata nel tempo, nel 1908 fu ritoccata dal prof. Cardella di Agrigento, il quale si dice, abbia tolto dalla statua il Bambin Gesù originale, sostituendolo con l'attuale. Ma non se ne conoscono le ragioni. Si mantiene ancora oggi la tradizione della Tavolata di San Giuseppe, ossia, il pranzo offerto ai poveri.

10 maggio: San Cataldo.
Il culto di San Cataldo è antico. Prima della fondazione del paese c'era una contrada e una chiesetta nella baronia di Fiumesalato che prendevano tale nome. La festa del Patrono si celebrava in due date e cioè l'utima domenica di maggio e la domenica dopo l'8 marzo, giorno in cui si commemora la nascita del Santo. In occasione di quest'ultima ricorrenza, detta di "San Catallu di li faviani, ancora nell'Ottocento si svolgeva la processione mattutina; mentre nei primi decenni del secolo successivo la festa si ridimensionò celebrandola solo in Chiesa. L'altra, dal 1980, si festeggia il 10 maggio in ricordo del rinvenimento del corpo del Santo avvenuto nella citta di Taranto. La festa del 10 maggio inizia con il Triduo (preparazione 3 giorni prima della festa) e i primi Vespri solenni del 9 maggio. La mattina del 10 maggio la città viene svegliata da colpi di cannone che annunciano la festa, e in Chiesa Madre è un susseguirsi di Sante Messe, fino a quella solenne del pomeriggio, dove a seguire c'è la solenne processione per le vie principali della città e a cui prendono parte le autorità comunali, militari e civili.

Quarta Domenica di Pasqua: Crocifisso di Padre Pirrelli.
Padre Pirrelli fu un personaggio molto singolare, ricco di fascino e con una forte personalità. Tipico esempio di predicatore itinerante, seppe interpretare le istanze pastorali post-tridentine. Per convertire i cuori più duri erano il suo Crocifisso, la parola e la gestualità. Nel 1856 Papa Pio IX concedette l'Indulgenza Plenaria per il suo Crocifisso. Ritornando alla festa, la domenica mattina, al suono della banda, la commissione preposta all'organizzazione della festa, va in giro per il paese a raccogliere con muli bardati a festa, offerte in denaro; dopodiché, in processione, attraversato l'intero corso principale, raggiunge la parrocchia di Santo Stefano, dove è conservato il Crocifisso e dove riposa il corpo di Padre Pirrelli. Nel pomeriggio, il piccolo Crocifisso, viene posto sul fercolo e dopo la Santa Messa viene portato in processione per le vie del centro storico, mentre il pellegrinaggio a piedi scalzi alla tompa di padre Rosario Pirrelli, non viene più praticato.

Giugno: Corpus Domini.
In occasione della solennità del Corpus Domini, la Domenica, dopo la solenne Messa concelebrata da tutti i sacerdoti della Cittò, si porta solennemente Gesù Eucaristico in processione per le Vie principali della Città. A questa processione prendono parte anche le massime autorità della città. Il Santissimo Sacramento, viene accompagnato da tutte le Confraternite e Sodalizi della Città e da vari gruppi, associazioni e comunità. Il lunedì seguente ha inizio l'Ottava del Corps Domini, ogni parrocchia della Città fa la sua processione Eucaristica entro il territorio parrocchiale.

16 luglio: Madonna del Carmelo.
Un tempo festeggiata solennemente, con processione, spari, musica e giochi. Oggi la festa è celebrata in Chiesa.

15 agosto: Madonna Assunta.
La festa è organizzata dall'Ex convento dei Cappuccini. La processione si svolgeva con l'urna della Vergine dormiente, nel 1957, per il percorso processionale, si sostituì con una statua lignea. Questa festa viene collocata intorno alla metà del Settecento. Il culto all'Assunta era talmente diffuso in Città che nel 1808 fu fondata l'omonima Confraternita, grazie all'interessamento del Principe Salvatore Galletti, oggi non più esistente.

Prima domenica di settembre: Madonna delle Grazie.
In passato veniva celebrata il 2 luglio; poi, in un periodo imprecisato, la data si spostò alla prima domenica di settembre. È organizzata dalla parrocchia della Madonna delle Grazie (Convento dei Mercedari). Nel giorno della festa, si porta in processione il simulacro della Vergine (restaurato nel 2006), e dopo nel cortile vicino la parrocchia, viene celebrata la Messa all'aperto.

Seconda domenica di ottobre: Santissimo Crocifisso.
Ancora oggi, la speciale devozione dei sancataldesi verso il Santissimo Crocifisso (Protettore della Città), viene manifestata con il Triduo che apre ufficialmente le celebrazioni in suo onore. Il momento più importante è la processione per le "vie dei santi" (cioè l'itinerario tradizionale delle processioni). In questo giorno, è allestita una grande fiera merceologica detta "fera ranni", che fino alla prima metà del Novecento era allestita nel <<Piano Madrice>>; sempre nel Novecento, la fiera trovo ospitalità in Via Garibaldi, Via Umberto e via Vittorio Emanuele ed in Corso Sicilia. L'importanza della fiera, oltre alla funzione associativa, risiedeva nel provvedere all'acquisto di beni difficilmente il loco. Oggi è tutto moderno, con luna park e attrazioni varie.

8 dicembre: Immacolata.
Nel 1689 Vincenzo Galletti, moglie e figlio, commissionarono una bella statua lignea policroma rappresentante l'Immacolata e fu donata alla Chiesa Madre, con la "clausola" che permanesse otto giorni (l'Ottava dell'Immacolata), nel convento dei mercedari, per poi far ritorno in Chiesa Madre. Tutt'oggi viene mantenuto tale impegno. Per le principali vie cittadine - si rinnova il rito solenne della processione. Ad accompagnare la Madonna sono le Confraternite che aprono il solenne corteo. Attualmente la statua è posta sull'Altare Maggiore della Madrice (originariamente dimorava nel transetto di destra). Questa festa apre il gioioso periodo natalizio, caratterizzato dalla novena di Natale, dai canti, e dal suono della banda musicale che, davanti alle edicole addobbate con ghirlande intrecciate con alloro e arricchite da frutta, arance, mandarini, mirto e nespole, rendono allegro e vivace questo bel periodo dell'anno.

Alle feste, dobbiamo anche aggiungere la Settimana Santa e prima ancora il sentitissimo triduo Eucaristico delle Sacre Quarantore svolte in tutte le Chiese della Città, con inizio dopo Natale per concludersi il martedì che precede il Mercoledì delle Ceneri.

LA SETTIMANA SANTA

Quella della Settimana Santa sancataldese, è tra le rare manifestazioni pasquali più belle della Sicilia. I riti della Settimana Santa, sono preceduti dai "Sabatini" in onore della Madonna, un tempo organizzati dai vari ceti sociali. Ogni ceto sociale aveva ed ha un titolo della Madonna (con rispettiva statua). Il primo sabato è assegnato al clero. La protettrice è la Madonna sotto il titolo dell'Immacolata. La festa si svolge in Chiesa; La Madonna della Mercede, appartiene al ceto dei "civili" (2° sabato); Gli artigiani con la Madonna del Rosario (3° sabato); I "borghesi", coltivatori diretti, con la Madonna delle Grazie (4° sabato); I "braccianti" devoti alla Madonna del Carmelo (5° sabato); L'ultimo sabato è quello dei "carrettieri, viani e cordai" con devozione alla Madonna Addolorata nel 6° ed ultimo sabato di Quaresima. Ogni venerdì di Quaresima, la statua del ceto cui appartiene la festa, conservata per un anno intero da una famiglia della categoria in Città, viene portata, tra i rami di alloro, nella Chiesa Madre. Il sabato pomeriggio (un tempo il sabato mattina con la "Messa cantata") dopo la Celebrazione Eucaristica, ha luogo la processione, con musica e sparo di mortaretti. Il simulacro, seguito un tempo da numerosi fedeli, viene accompagnato fino alla casa della famiglia devota che la terrà per un altro anno. Quel giorno la famiglia che riceve il simulacro della Madonna è in festa e distribuisce a parenti, amici e convenuti "ciciri" e "vinu", ossia ceci e vino.

Dopo i sabatini, con la Domenica delle Palme, iniziano i veri e propri riti della Settimana Santa. In tutte le Chiese della Città, la Domenica delle Palme si commemora l'Ingresso trionfale di Gesù Cristo a Gerusalemme con la processione liturgica. Il lunedì, martedì e mercoledì santo, hanno luogo le recite della passione davanti il monumento ai caduti, rievocando scene del Vangelo come ad esempio "la notte dell'Azzima", "Trenta denari" e il "processo a Gesù", quest'ultimo anticipato da un lungo corteo che parte dalla parte opposta della città, composto da personaggi che indossano sfarzosi costumi romani, sfilando per il corso principale, giungono in Piazza degli Eroi, dove avviene la drammatizzazione del Processo a Gesù".

Giovedì Santo
In tutte le Chiese della Città, viene celebrata la Messa in "Coena Domini" e viene riposto il Santissimo Sacramento nell'Altare della Reposizione, dove i fedeli adorano Cristo Eucarestia per tutta la notte, proprio in questa notte del giovedì santo, le statue dell'Addolorata e di San Giovanni, posti sui fercoli, vanno in cerca di Gesù per le chiese della Città. Il corteo parte dalla Chiesa di San Giuseppe alle 21.00, seguendo un percorso tradizionale. Ogni portone della Chiesa dove passano i fercoli di San Giovanni e l'Addolorata, vengono "sbattuti" (chiusi) e il corteo riprende la marcia fino ad arrivare alle ore 24.00 davanti la chiesetta del Ss.mo Sacramento "U Ratò" (accanto la Chiesa Madre dove è adagiato il Cristo morto sul cataletto), Maria e Giovanni provano ad entrare, ma la porta viene sbattuta e facendo un inchino, mentre la banda musicale intona il drammatico e straziante "Pianto di Maria", l'animo dei presenti è invaso da un'emozione indescrivibile. Maria e Giovanni ritornano nella Chiesa di San Giuseppe dove il mattino seguente usciranno di nuovo verso il Golgota (Calvario).

Alle 24.00 nella chiesetta "U Ratò" si svolge la veglia di preghiera e i tradizionali "ladati" (lamenti), davanti al cataletto del Cristo, fino alle 7 del mattino del Venerdì Santo.

Venerdì Santo
Alle 7 del mattino (un tempo alle 6), il Cristo posto sul cataletto nella chiesetta di "Lu Ratò", viene portato a spalla dai confrati del Ss.mo Sacramento, verso il Calvario. In Piazza San Giuseppe le statue dell'Addolorata e San Giovanni lo attendono. Il silenzio che scende tra la moltitudine, si trasforma in preghiera che esprime autentica devozione cristiana e tradisce la commozione collettiva, sottolineata dalle note della banda musicale intonanti il drammatico e straziante "Pianto di Maria"; dopo un breve pensiero dell'Arciprete o del Vescovo se è presente, il corteo riprende la via del Calvario. Giunti sul luogo, il Cristo viene posto nella cappella debitamente preparata, e per tutto il giorno sarà meta di pellegrinaggi. Nel frattempo, alle 11.30, nei pressi del Municipio, si prepara un secondo incontro. Da li, si avvia il corteo costituito dai gruppi statuari della Via Crucis e da personaggi viventi che tengono in mano i simboli della passione: chiodi, martelli e altro. Alle ore 12.00 sotto l'arco del Palazzo dei Baglio, nei pressi della Parrocchia del Rosario, Gesù Nazareno che porta sulle spalle la Croce, giunge in Via Saetta, da sotto l'arco escono l'Addolorata e San Giovanni ("u 'ncuntru di mazziurnu"), Maria incontra il suo diletto Figlio. La processione si rimette in moto e va al Calvario, dove il Cristo alle ore 13.00 viene crocifisso. Fino alla sera, questo luogo è meta di pellegrini. Nel pomeriggio in tutte le Chiese della Città, si svolge l'azione liturgica della Passione. Alle 19.00 la Sacra Urna, esce in processione dalla Chiesa Madre e si dirige verso il calvario, dove alle 20.00 si svolge la rappresentazione sacra della "Scinnenza" (nota ormai in tutto il mondo). Il dramma molto toccante si chiude con la crocifissione e la deposizione di Cristo nella Sacra Urna. Uno stuolo di confrati, seguito dai fedeli, accompagna insieme all'Addolorata e San Giovanni, il Cristo Morto in Chiesa Madre, li si svolge un breve momento di preghiera. Successivamente i simulacri dell'Addolorata e di San Giovanni, fanno rientro nella Chiesa di San Giuseppe.

I riti della Settimana Santa, un tempo più ricchi e sfarzosi, si concludono con la Domenica di Pasqua.

Sabato Santo
E' il giorno del silenzio, della preghiera e della riflessione. Non ci sono manifestazioni in Città, tutto tace. Nella notte, intorno alle 23.00, ha inizio la Veglia di Pasqua e alle 24.00 - a mezzanotte, si sente un unico suono, le campane di tutte le Chiese che annunciano la Resurrezione di Gesù Cristo ed ha inizio la Santa Messa di Resurrezione (in tutte le Parrocchie della Città).

Domenica di Pasqua
Grande gioia nella Domenica di Pasqua. Dalle 9.30 alle 12.30, i "Sampauluna" (giganti in cartapesta a mezzo busto raffiguranti gli Apostoli, manca Giuda Iscariota perché si è impiccato per aver tradito Cristo), visitano vari posti significativi della Città, nel 2008 il Carcere. Anche in questo giorno si impianta una rappresentazione lungo il Corso Vittorio Emanuele, tra il Convento dei mercedari e la Società dei contadini Berta, dove, fino a qualche anno fa, vi era la Cappella del "Signore Resuscitato". Il Cristo Risorto e i "Sampauluna" entrano in scena per partecipare all'annuncio della resurrezione. Alle 18.30 si svolge la solenne processione del Cristo Risorto.

Per assistere a queste manifestazioni, molti vengono dai paesi limitrofi e addirittura da altri Stati.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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LICEO ARTISTICO REGIONALE LUIGI E MARIANO CASCIO - ENNA - SAN CATALDO - EN
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