Paternò
è un comune della provincia di Catania. Lo
sviluppo urbanistico della città ha avuto una
grande accelerazione negli anni '60 e '70 del secolo
scorso, periodo in cui la "geografia" urbana
e stradale della città si è meglio definita
secondo gli standard moderni e meglio adattata alle
esigenze delle nuove classi emergenti della borghesia
medio-alta. Accanto al "salotto" classico
della antica e suggestiva Via Vittorio Emanuele ricca
di dimore patrizie (detta "strada dritta"
per via della sua struttura lineare) si affianca,
a partire dagli anni '70, la Via Emanuele Bellia (più
larga della "strada dritta") nella quale
si affacciano condomini di lusso di oltre 10 piani
e appartamenti esclusivi. Negli anni '80 la città
subisce nuove spinte centrifughe che la portano ad
una successiva espansione verso il fronte orientale
a partire dal Corso Italia e dal Corso Del Popolo
che vedono il fiorire di nuove palazzine e ampliamenti
delle strade con l'aggiunta di viali alberati e giardini.
Il complesso di Piazza Della Repubblica ospita poi
l'edificio del municipio (costruito in stile moderno
ricorda vagamente i grattacieli americani) e i relativi
uffici nelle vicinanze della scuola media statale
Don Milani e del suo ampio auditorium. Gli ultimi
anni '90 hanno visto lo sviluppo delle più
lontane periferie e la riqualificazione di alcuni
spazi della ricca Via Emanuele Bellia (come lo spazio
verde con parcheggio creato nella Piazza dei Caduti
di Nassiriya dietro Piazza Della Regione).
ETIMOLOGIA
Deriva dal latino Paternum, attraverso il bizantino
Paternon.
MONUMENTI
Di notevole interesse architettonico sono alcuni edifici
della Collina Storica tra cui la Chiesa Madre eretta
nel 1342 e intitolata a S. Maria dell'Alto, ma profondamente
modificata agli inizi del XVIII secolo, periodo in
cui fu variato l'orientamento dell'ingresso e gli
interni vennero adeguati allo stile dell'epoca, il
barocco. Molto interessante anche il complesso di
San Francesco alla Collina, del 1346, con una pregevole
chiesa con delle caratteristiche architettoniche marcatamente
gotiche, brevi lacerti di pregevoli affreschi e alcuni
residui dell'apparato decorativo barocco. Poco lontana,
la chiesa di Cristo al Monte modificata nel XVIII
secolo secondo lo stile rococò. Sulle pendici
del colle si trova la chiesa di S. Maria della Valle
di Iosaphat (o della Gancia) fatta edificare nel 1072
dalla contessa Adelasia con uno splendido portale
gotico. Il monumento più rilevante dell'intero
territorio è sicuramente il Castello Normanno
fatto erigere nel 1042 dal conte Ruggero e in seguito
più volte rimaneggiato. Realizzata nel XVIII
sec., risulta di grande impatto scenografico la Scalinata
della Matrice, che collega il sagrato della Chiesa
Madre con la Porta del Borgo, che è ubicata
nella parte mediana della collina storica ed era l'antico
ingresso principale alla cinta muraria medievale.
Appena fuori dalla Porta del Borgo si trova il Palazzo
Moncada appartenuto alla potente famiglia di origine
spagnola che per molto tempo fu la feudataria della
Città. Nella città bassa, che si sviluppò
a partire dal XIV sec. alla base del colle, sorgono
altri importanti monumenti tra i quali spiccano il
complesso dell'ex monastero della Santissima Annunziata,
la chiesa di Santa Barbara e la chiesa di Santa Caterina
d'Alessandria.
Castello
Normanno
Chiesa Madre di Santa Maria dell'Alto
Scalinata Settecentesca della Matrice
Porta del Borgo
Ex monastero della Santissima Annunziata
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria
Complesso di San Francesco alla Collina
Chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat
Chiesa di Cristo al Monte
Chiesa di Santa Barbara
Chiesa del Carmine
Chiesa del Pantheon
Chiesa di San Domenico o del Rosario
Chiesa di San Francesco all'Annunziata
Chiesa della Madonna delle Grazie o di San Giuseppe
Cimitero Monumentale
Portale Lascasas
Santuario della Madonna della Consolazione
Chiesa e Torre dell'Itria
CULTURA
Uno dei paternesi che la storia ci tramanda come illustre
protagonista delle vicende a lui contemporanee fu
il geografo Giovan Battista Nicolosi (1610-1670),
che prestò la sua opera di studioso presso
la corte vaticana. Tra i nomi di illustri studiosi
paternesi sono da menzionare Mons. Gaetano Emanuele
Savasta (1865-1922), sacerdote e studioso, massimo
storiografo di Paternò. Scrisse le "Memorie
Storiche della città di Paternò"
-Paternò civile- (1905), opera ancor oggi consultata,
nonchè la prima biografia su geografo Giovan
Battista Nicolosi, uno studio critico su Giordano
Bruno, saggi sulla democrazia ed il cristianesimo,
innumerevoli monografie di storia, politica e teologia
nonchè numerose poesie. Molti dei suoi scritti
sono ancora inediti, come "Paternò sacro":
seconda parte delle "Memorie Storiche".
Fu stretto collaboratore del cardinale Giuseppe Francica
Nava, arcivescovo di Catania, che lo nominò
penitenziere della Cattedrale. Recentemente gli è
stata dedicata la sezione archeologica del Museo civico
di Paternò. Emanuele Rapisarda (1900-1989)
insigne latinista e docente all'Università
di Catania. Altro insigne studioso e docente universitario
contemporaneo è Salvo Randazzo (1960), storico
del Diritto romano e professore di Fondamenti del
diritto europeo e Antropologia giuridica. Insegna
nell'Università di Bari 'Jean Monnet' ed è
stato visiting professor presso università
americane ed australiane. Tra i figli dimenticati
dalla natia patria ricordiamo anche Michele Carascosa
(1774-1853), a soli 22 anni era già capitano
dell'esercito borbonico per diventare successivamente
generale di quello napoleonico, servì sotto
il comando di Murat, la sua figura è da ricordare
tra le più valorose del sud Italia agli albori
del risorgimento. Tra le figure più rilevanti
anche lo storico Vincenzo Fallica (1940), noto per
i suoi studi sulla Sicilia, in particolar modo sulla
Regina Bianca di Navarra. Molto apprezzate, inoltre,
le sue ricerche sulla Catania Risorgimentale. Un aspetto
che i libri di storia non trattano. Di prossima presentazione
un importante studio sui Monasteri Benedettini della
Provincia di Catania. Notevole è poi l'attività
letteraria di altre figure: Barbaro Conti (1930) è
poeta e ricercatore, autore di vari libri relativi
a personaggi e vicende della città («Canto
per il mio paese», «I castelli di Paternò,
Adrano, Motta S. Anastasia»; «Umili e
illustri, penne e pennelli, onorevoli e poverelli»;
«Il culto ecumenico di S. Barbara»), nonché
di una «Enciclopedia dal paleolitico ai nostri
*giorni» in parecchi volumi; Carmelo Ciccia
(1934), italianista e latinista, è autore di
una serie di pubblicazioni, in cui ha affrontato sia
problematiche relative alla città («I
cognomi di Paternò»; «Il mito d'Ibla
nella letteratura e nell'arte»; «Il suono
delle campane a Paternò intorno alla metà
del sec. XX», «Ioannes Baptista Nicolosius
geographus insignis»), sia scrittori e momenti
della letteratura italiana, con particolare riguardo
a Dante, impegnandosi pure nella narrativa con alcuni
volumi di «Storie paesane», che prendono
lavvio dai bombardamenti di Paternò del
1943 e che sono state tradotte allestero. In
campo musicale meritano una citazione particolare
il tenore Giulio Crimi (1885-1939) e il cantastorie
Ciccio Busacca (1925-1984).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il sito di Paternò è stato occupato
oltre 3500 anni prima della nascita di Cristo, quando
nel vulcanetto preistorico che sovrasta la città
si insediarono i primi abitanti. La cittadina che
sorse era di origine Sicana, nonostante fosse in territorio
dei Siculi, e fin dall'inizio prese il nome di Inessa.
Relativamente poco tempo dopo, alcuni abitanti provenienti
da Catania, che in quel tempo si chiamava Aitna, chiamarono
l'antica Paternò Inessa-Aitna. Da qui il nome
Paternò che forse deriva da Paeter Aitnaion,
cioè la "Rocca degli Etnei". Nel
territorio paternese, però, con molta probabilità
esistevano due città, infatti non c'era solo
Inessa-Aitna, ma molti autori indicano anche la presenza
di Hybla Mayor o Galeatis, che sorgeva nella parte
a Nord-Ovest dell'attuale città. Città
di media importanza durante il periodo greco e romano
si spopolò quasi del tutto nei tre secoli precedenti
l'anno mille. Nel periodo della dominazione saracena
il borgo era chiamato Batarnù. In seguito alla
conquista normanna iniziata negli anni '40 del XI
secolo, il sito venne denominato Paternionis, e iniziò
un periodo di grande splendore civico ed economico,
giacché la città fu sede di re e regine.
I territori di Paternò, infatti, furono inseriti
nella cosiddetta Camera Reginale che venne costituita
da Federico III d'Aragona come dono di nozze alla
consorte Eleonora d'Angiò e che poi venne ereditata
dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione.
Il periodo di magnificenza di Paternò durò
fino al XV secolo, quando la città venne infeudata
e ne iniziò un lento ma inarrestabile declino.
Del periodo medievale sono presenti tuttora interessanti
testimonianze tra cui il magnifico Castello, dalla
carattestica forma a Parallelepipedo, simile ai donjon
francesi ed ai castelli scozzesi fortificati nello
stesso periodo. Caratteristico anche il convento di
S. Francesco, la chiesa della Gancia e tutto il borgo.
Della dominazione normanna si possono, addirittura
intravedere ancora gli influssi in chiave antropologica,
come la presenza di alcuni tratti fisici caratteristici
delle popolazioni nordiche in una parte della popolazione.
Uno dei problemi principali del paese tra fine '800
e inizi '900 era quello di essere una zona malarica,
problema da tempo risolto, giacché ormai sono
state del tutto bonificate le zone paludose nella
Piana di Catania.