Pachino
è un comune della provincia di Siracusa. Pachino
è situata nell'estremo sud est della Sicilia,
a 51 chilometri da Siracusa. I comuni limitrofi sono:
Noto a nord, Portopalo di Capo Passero a sud e Ispica
a ovest. Posta a 65 metri sul livello del mare, nella
parte sud-orientale della provincia di Siracusa, a
cavallo del mar Mediterraneo e dello Ionio, ha un
clima dolcissimo dall'autunno alla primavera, un cielo
sempre terso nel corso dell'intero anno ed un clima
caldo in estate. La neve e un fenomeno assai raro,
essendo gli episodi piu significativi occorsi nel
gennaio 1905 e nel febbraio 1956.
LE
SPIAGGE
Le
spiagge del territorio di Pachino modellano la costa
per un totale di 8 chilometri. Le più conosciute
sono quelle di Spinazza, Lido, Cavettone e Morghella
sulla costa ionica (a partire da Marzamemi verso sud),
mentre sulla costa mediterranea ci sono quella di Cuffara
(conosciuta anche come Carratois) e la Costa dell'Ambra,
in zona Contrada Concerie, Scarpitta, Chiappa e Raneddi
(Granelli), fino al porto Ulisse. Il mare, limpido e
di un intenso azzurro sulla costa ionica, anche in considerazione
dei fondali, è invece di colore verde smeraldo
sulla costa mediterranea. Il mare, ricco di fauna ittica,
è assai pescoso, il che rende la zona un importante
riferimento commerciale, soprattutto per il mercato
ittico catanese. La ristorazione a base di pesce e il
mare assai pulito fanno della zona di Pachino un luogo
turistico molto apprezzato, con un flusso di stanziali
e di turisti piuttosto rilevante, anche considerando
l'interesse dei surfisti per una zona che, con le sue
correnti ventose, si rivela particolarmente adatta alla
pratica sportiva del wind-surf.
ETIMOLOGIA
Il nome deriverebbe dal fenicio pachum, che significa
"guardia". Secondo il Fazello, l'origine
deriverebbe invece dal greco paxus, che significa
"fertile". Esistono però altre teorie:
secondo monsignor Sultano, il significato risale al
nome greco Paxus Oinos, che significa "terra
abbondante di vino"; il Figura, riferendosi all'isola
di Capo Passero, lo fa derivare dal greco Paxeia Nesos,
ovvero "isola dalla larga circonferenza".
IL
BORGO - MARZAMEMI
Marzamemi è il borgo marinaro di Pachino. Il
suo nome deriva dallarabo Marsa-al-haman, che
significa "rada delle tortore", ultima frontiera
dellisola, punta estrema della Sicilia. In principio
fu un villaggio arabo. Il centro di Marzamemi, con
le sue architetture (tra cui le saline, la tonnara
e le prime "casuzze arabe" risalgono a questo
primo insediamento. L'attuale Marzamemi ha preso forma
e una veste ufficiale nel 1752, quando il Principe
di Villadorata fece costruire il palazzo, la loggia,
la nuova tonnara e la chiesetta.
DA
VEDERE
Chiesa Madre SS. Crocifisso: edificata nel 1790 dal
marchese Vincenzo Starrabba per la comunità
cristiana, si presenta con una semplice struttura
comprendente una sola navata con una cappella a destra
dellabside; vi si conservano i resti di Gaetano
e Vincenzo Starrabba
Torre Scibini: fatta costruire nel 1439 dal conte
Antonio de Xurtino per rimediare alle scorrerie dei
pirati saraceni
Tonnara di Marzamemi: risale al tempo della dominazione
degli arabi in Sicilia; nel 1630, venne venduta dal
proprietario al Principe di Villadorata
Palazzo e Chiesa della tonnara: edificati nel 1752
Palazzo Tasca: costruzione ottocentesca, che ospita
un suggestivo cortile pavimentato con basole di pietra
calcarea.
ARCHEOLOGIA
Grotta Corruggi (paleolitico)
Fosse per la raccolta delle acque piovane (paleolitico)
Grotta del Fico (mesolitico)
Grotta Calafarina (neolitico)
Necropoli (tombe a forno), dolmen e forno (neolitico)
Basamenti di capanne (neolitico)
Tempio greco (basamento per le colonne) (III secolo)
Villaggio romano - III o IV secolo.
ECONOMIA
Pachino è un paese che fonda la sua economia
essenzialmente sull'agricoltura. Nel XIX secolo, si
era diffusa la coltivazione del cotone, ma già
dalla fine dell'Ottocento si diffuse e si consolidò
la coltura della vite: il territorio pachinese aumenta
l'importanza dell'esportazione di mosti e vini destinati
ai mercati del nord Italia e della Francia come vini
da taglio. Fino alla fine degli anni sessanta infatti
dalla Stazione di Pachino partivano per le dette destinazioni
numerosi carri ferroviari cisterna carichi del robusto
ed apprezzato vino locale. Negli anni '70, la viticultura
pachinese ha attraversato un periodo di crisi, che
ha portato all'abbandono e all'estirpazione di molti
vigneti, sostituiti da colture in serra di prodotti
ortofrutticoli, che costituiscono oggi la produzione
prevalente. Questo mercato genera un elevatissimo
fatturato e occupa almeno 4000 persone solo nel circondario
pachinese. Come negli altri casi, anche l'ortofrutta
sta vivendo momenti di difficoltà, dovuta a
crisi di mercato e infrastrutturali. Si assiste ad
una ripresa dei vigneti, dedicati però a produzioni
di qualità come il Nero d'Avola e altri vini
DOC. Famosa è anche la produzione locale della
bottarga di tonno rosso, che viene prodotta artigianalmente,
secondo antiche tradizioni arabe, a Marzamemi. Sviluppata
è anche la conservazione, artigianale, di prodotti
ortofrutticoli, e del pescato locale, custode di tradizioni
culinarie antiche, e oggi molto ricercate. Sostanzialmente
la maggior parte dell'economia è ancora vincolata
alla produzione dell'ortofrutta, nella quale spiccano
il ciliegino di Pachino (IGP) e il "costoluto",
ma le speranze degli agricoltori sono indirizzate
alla ripresa della viticultura e, soprattutto, alla
produzione di vini di qualità.
Il comune fa parte dell'associazione Città
del Vino.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il promontorio di Pachino si è formato nel
periodo del Cretaceo (più di 70 milioni di
anni fa). Pare che il Promontorium Pachyni fosse abitato
sin dalle prime epoche preistoriche, anche se di queste
presenze non restano molte testimonianze: circa 10.000
anni fa fu abitata la grotta Corruggi, nella quale
vennero rinvenuti moltissimi reperti archeologici,
che si trovano conservati in gran parte presso il
Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.
Si tratta di raschiatoi, coltelli, lance, punteruoli,
aghi e altri oggetti di uso quotidiano. Dalle grotte
Corruggi e del Fico, durante il periodo neolitico
(tra l'8000 e il 1500 a.C.), l'uomo passò a
vivere nelle grotte (una delle più note di
questa zona è quella di Calafarina). Successivamente,
nell'età del ferro, del rame e del bronzo,
fino all'arrivo dei siculi, le abitazioni rupestri
si spostarono nella vicina zona denominata "Cugni
di Calafarina". Qui nacquero villaggi e necropoli,
un dolmen per i defunti ed un forno sotterraneo per
la lavorazione dei metalli, i cui resti, portati alla
luce da Paolo Orsi, sono tuttora ben visibili e discretamente
conservati. Nel 750 a.C., il territorio di Pachino
fu abitato da fenici, punici e greci. Dal 200 al 400
d.C., a dominare la zona furono i romani, che ne fecero
un centro di attività commerciali e di colonizzazione.
Con loro si sviluppò notevolmente l'agricoltura,
e specialmente la coltivazione della vite e del frumento.
Nel periodo ellenistico, furono edificati alcuni templi,
di cui uno dedicato ad Apollo Libystino. Ancora oggi
rimangono i resti di un tempietto votivo agreste in
contrada Cugni, località nella quale furono
tracciate le rotaie della via Elorina, tuttora ben
visibili sulla roccia. La contrada Cugni, per l'alta
concentrazione di resti antichi, risulta essere una
sorta di "parco archeologico". Dopo
i romani, arrivarono i bizantini (dal 300 all'800),
quindi gli arabi (dall'800 al 1090) ed, infine, i
normanni. Gli arabi diedero il nome alla frazione
di Marzamemi, nella quale costruirono la tonnara,
rimasta funzionante fino agli anni '50, introdussero
la coltivazione degli agrumi, bonificarono le campagne,
completarono l'acquedotto della Torre Xibini, costruirono
le saline e i pozzi Senia per l'irrigazione dei campi
(tuttora funzionanti), di cui uno alle porte di Marzamemi,
detto u puzzu de quattru uocchi, utilizzato nei secoli,
anche a livello industriale, da popoli diversi, pirati
compresi. Il declino della città inizia con
i normanni, gli aragonesi ed gli angioini. In questo
periodo furono erette le fortificazioni di Torre Xibini
e Torre Fano contro le invasioni piratesche dei turchi.
Dal 1583 al 1714, nascono in Sicilia un centinaio
di nuove terre feudali. In questo periodo si determina
un sostanziale cambiamento della geografia dell'agro
netino, con la fondazione, nella fascia costiera tra
le tonnare di Marzamemi e Capo Passero e dei porti
di Portopalo e della Marza, di Pachino e Portopalo.
La storia dell'attuale Pachino ha inizio quando, nel
1734, gli Starrabba di Piazza Armerina, proprietari
dei feudi Scibini e Bimmisca e, come tali, aventi
il titolo baronale oltre a quello di principi di Giardinelli,
decisero di risiedere sul territorio per meglio curare
i loro interessi ed al fine di acquisire altresì
il titolo di conte. A tal fine, i fratelli Gaetano
e Vincenzo Starrabba chiesero, nel 1758, a Carlo III
di Borbone e, successivamente, nel 1760, a Ferdinando
I delle Due Sicilie l'autorizzazione a fondare una
città (licentia populandi), decreto che fu
emesso a Napoli, in data 21 luglio 1760, e che fu
reso esecutivo in data 1° dicembre 1760.