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Oliveri
Sicilia

Oliveri è una tranquilla località costiera, che riposa in una magnifica insenatura, ai piedi del promontorio di Tindari, tra Falcone e Patti. L'abitato si stende placido in un piana ubertosa, con la sua ricca flora di piante sempreverdi, che vanno dagli oliveti agli agrumeti, dai canneti ai cipressi. Oliveri è quindi il paese dell'eterna verzura, il paese della perenne primavera, il paese che non conosce gli squallori del freddo inverno, ne i palpiti languidi del malinconico autunno. Ad Est Oliveri è chiuso dal fiume omonimo, ad Ovest invece, lo domina il nuovo Santuario di Tindari, che alza al cielo la sua bianca mole, fra sorrisi di verde, di cielo e di mare.Le origini di Oliveri rimontano all'epoca dell'antica città di Tindari, e cioè a metà del I secolo a. C. A quel tempo, come attesta Plinio il Vecchio nell'opera "naturalis Historia", una frana distrusse i quartieri orientali della città, e cosi "in una terribile notte, notte di spavento e di morte, che nessuno storiografo ha saputo fissare e nessuno scrittore descrivere, una parte del colle sul quale Tindari ergeva precipitò subitamente nel mare sottostante trascinandovi, con gli abitanti, se non la maggiore, certamente la parte più cospicua della città". Fu certamente allora che avvenne il primo esodo degli abitanti di Tindari, scampati alla catastrofe, i quali si rifugiarono nei luoghi vicini, dove trovarono dimora, prima provvisoria, e poi definitiva, formando i primi nuclei di abitazioni, che in seguito ebbero nome Patti, Oliveri, Mongiove, Sant'Anna ed altri. Due sono le opinioni più ricorrenti dell'etimologia del nome "Oliveri"; una ne attribuisce la derivazione ai molti oliveti che circondano l'abitato; l'altra ad Oliverio, uno dei capitani di Carlo Magno, che un tempo approdò in questo sito.In età medievale, Oliveri era una semplice Fortezza, che si ergeva sopra una rupe, attorno alla quale venne crescendo il Borgo per molte famiglie di marinai che si raccolsero, attratti dalla cospicua pesca, specie del tonno. In epoca Aragonese, Oliveri fu prima alle dipendenze di Ferraris De Abbellis,e poi di Vinciguerra d'Aragona. Sotto re Martino, la Fortezza e il Borgo passarono a Federico Spadafora, il quale ne godette il possesso per molti anni. Per molti anni la signoria di Oliveri fu tenuta da Bartolomeo Gioieni, dal quale, per dote di figlia, passò a Francesco Ardoino. Gli ultimi signori di Oliveri furono i Paratore, barone di Tripi.Oliveri ha dato i natali al prof. Giuseppe Ziino, eminente igienista. A soli 24 anni, ottenne la Cattedra di medicina Legale all'Università di Messina, e vi insegnò ininterrottamente per 44 anni, sino al 24 Novembre 1968, anno in cui si trasferì a Palermo. Lasciò centinaia di pubblicazioni scientifiche. Situato alle pendici del promontorio di Tindari, tra Capo Calavà e Capo Milazzo,ha una superficie di kmq.10,46 e i suoi abitanti "Oliveresi" sono circa 2.100. Le sue origini antichissime, sono legate alla distruzione della città di Tindari. Si stende su una vasta pianura verde, incorniciata dallo splendore delle Isole Eolie e dalle creste tondeggianti dei Monti Nebrodi. Offre una natura meravigliosa, una vita semplice ed i silenzi e le voci di un mare incontaminato. Il turista che arriva ad Oliveri per Ia prima volta, rimane colpito e vi ritorna volentieri.Le strutture che offre sono molteplici e bene organizzate: ristoranti, bar, campeggi, campi da tennis, campi di calcio e pallavolo.Le strade ampie e pianeggianti, adornate di piante e fiori, danno un aspetto giovanile e signorile al piccolo centro.L'unica parrocchia esistente risale a circa un secolo fà.E’ dedicata al Patrono "S. Giuseppe" la cui festa si celebra la seconda domenica di Ottobre, preceduta dalla fiera del bestiame.Sul lungomare, esiste ancora una tonnara, secondo voci popolari risalente al 1.100 circa, oggi ristrutturata e destinata a "Complesso Turistico". In prossimità della strada statale 113, trovasi un Castello Feudale, di proprietà del Principe "Carlo Bonaccorsi", risalente al 1100 circa, restaurato e modificato nel corso dei secoli.Oliveri basa gran parte delle proprie risorse sul turismo, sulla pesca e sull’agricoltura. Il comprensorio di Oliveri costituisce una delle testimonianze storico-artistiche-culturali più significative di tutta la SICILIA: Patti con la sua " Villa Romana", l'antica Tyndaris con il famoso "Santuario della Madonna Nera", la sua vasta zona archeologica ed il "Teatro greco" dove si organizzano spettacoli teatrali, Milazzo con il suo Castello costruito in epoca angioino-aragonese, Montalbano Elicona con il maestoso " Castello di Federico II di Aragona" del XIV secolo, le Isole Eolie con il Museo Archeologico di Lipari.

ORIGINI E CENNI STORICI
Primo a tramandare un nome per questo paese è stato, su incarico del Gran Conte Ruggero, lo scrittore Edrisi (1099 - 1164) che scrisse di "Labiri (Oliveri) come di un bello e grazioso casale, con un grande castello in riva al mare, un bagno, delle case, delle buone terre da seminare, dei ruscelli perenni sulle sponde dei quali erano impiantati alcuni mulini e con un bel porto nel quale si faceva copiosa pesca di tonno". L'attuale denominazione dal nome del condottiero de Carlo Magno "Oliveris" del quale si son volute ricordare ed onorare eroismo e cortesia, risale certamente all'epoca in cui, mancando la scrittura, il compito di esaltare e tramandare le gesta eroiche e gloriose dei paladini di Carlo Magno e di Re Artù era affidato ai poeti popolari che, passando da una piazza all'altra, scatenavano la fantasia e l'entusiasmo popolare e strappavano onori anche ai più potenti.Per effetto della spartizione operata dal Gran Conte Ruggero il territorio compreso tra i fiumi Elicona (Oliveri) e Montagna fino al mare era rimasto assegnato, per decreto del 1088 dato a Melito (Reggio Calabria) ai monaci Benedettini di Patti.Nel 1360 Re Ferdinando di Aragona ridimensionò questa concessione distaccando dalla regia sacrezia di Patti il "feudo", il " CASTELLO", e la "tonnara" di Oliveri per farne dono al secondogenito. Situato ai piedi di un bellissimo santuario, TINDARI, circondato,alle spalle dalle catene montuose degli Iblei e di fronte dal mare che ci offre una bellissima visione,durante le belle giornate,delle ISOLE EOLIE che sembrano quasi attaccate.Non vi è una data precisa che ci conferma la nascita del comune di Oliveri ma è ragionevole presumere sia avvenuta dopo il 1810 e prima del 1815 ed è certo che ebbe inizialmente aggregati i limitrofi villaggi di Falcone e di Casino di Falcone che poi si separarono nel 1857 fondendosi per formare,come formano ancora, il Comune di Falcone.Molte sono state le risorse economiche del nostro paese sin dai tempi antichi,primi a sperimentare la pescosità del nostro mare sono stati certamente i greco-dorici che,dopo essersi insediati sul colle del Tindari, hanno dovuto sentire il bisogno di ricorrere alla pesca per assicurare sufficienti approvvigionamenti ai nuovi insediati che,data la lontana provenienza e la scarsezza dei mezzi,avevano potuto trascinarsi dietro viveri per breve periodo.Ma la grande pescosità del golfo è divenuta storicamente certa durante la dominazione romana avendo lasciato scritto Cicerone che ad Ostia aveva visto scaricare, da navi provenienti dal porto di TINDARI (Oliveri) il tonno di cui i romani erano ghiotti e che,compariva nei banchetti di celebri ghiottoni come Appiccio,di celebri personaggi come Lucullo famoso per i lauti banchetti che offriva agli invitati e persino di imperatori come Nerone.

LA TONNARA
Mancano notizie certe sul'epoca in cui l'amo primitivo è stato soppiantato da un sistema di reti fisse "TONNARA" capaci di intrappolare contemporaneamente tonni anche numerosi,ma è presumibile che il nuovo sistema di pesca sia stato introdotto durante la dominazione musulmana(816 d.C.) conservandosi ancora nel gergo di tonnara parole e nomo sicuramente arabi come "rais" per indicare il capo,"ciurma" per indicare il gruppo di marinai addetti alla pesca del tonno,"coffa" per indicare la sporta di cui si serviva ogni tonnaroto,"sciabica" per indicare una rete da pesca a strascico...La tonnara era in realtà una sorta di trappola tesa sul cammino dei tonni,fatta di reti distinte in due complessi principali di cui uno "pedale" partiva dalla spiaggia,si spingeva molto a largo e si proponeva di intercettare il cammino dei tonni dirigendoli verso il secondo complesso "isola delle reti" nel cui interno i tonni venivano catturati. Un'apparecchiatura di reti suggerita alla ingegnosità umana da osservazioni ed esperienze raccolte sulle abitudini del gigante del nostro mare che si avvicinava annualmente alle nostre coste,in maggio,a piccoli gruppi per poi scomparire a fine giugno dopo aver lasciato in acque tranquille e pulite,uova numerosissime destinate ad assicurare la continuità della specie.

LA MATTANZA
La mattanza rappresentava di certo l'evento più atteso e più elettrizzante che si potesse vivere in tonnara,esso aveva di certo dello spettacolare ma anche del penoso.Vedere volteggiare o sfrecciare questi colossi del nostro mare in un ampio specchio di mare dalle acque tranquille e pulite era uno spettacolo meraviglioso,ma vederli poco dopo dibattersi in convulse agitazioni asfittiche,una volta arpionati per essere issati in definitiva cattura sul palischermo,perdere fiotti di sangue che arrossavano abbondantemente le acque aveva di sicuro del penoso col quale l'uomo si è abituato a convivere nella lotta per la sopravvivenza

IL DECLINO
Ma venne il declino anche per la tonnara di Oliveri;la sua pescosità, infatti,che si era mantenuta alta nel primo ventennio del secolo con un pescato medio annuale di circa 1350 esemplari adulti si era abbassata nel secondo ventennio ad un pescato annuale medio di 730 esemplari adulti ed è crollato nel terzo ventennio fino al ritiro definitivo degli impianti per improduttività.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 2.099 (M 1.015, F 1.084)
Densità per Kmq: 204,0
Numero Famiglie 837
Numero Abitazioni 2.043
Denominazione Abitanti oliveresi

CAP 98060
Prefisso Telefonico 0941
Codice Istat 083063
Codice Catastale G036

Numero Famiglie 837
Numero Abitazioni 2.043
Denominazione Abitanti oliveresi

Il Comune di Oliveri fa parte di:
Regione Agraria n. 9 - Colline litoranee di Milazzo

Comuni Confinanti :
Falcone, Montalbano Elicona, Patti

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