Mazara
del Vallo è un comune della provincia di Trapani,
affacciato sul Mar Mediterraneo, alla foce del fiume
Màzaro e distante meno di 200 km dalle coste
tunisine del Nord Africa. Il vecchio "centro
storico", un tempo racchiuso dentro le Mura normanne,
include numerose chiese monumentali, alcune risalenti
all'XI Secolo, e un quartiere a impianto urbanistico
islamico tipico delle "medine", chiamato
"Casbah", di cui le viuzze strette sono
una sorta di marchio di fabbrica. Le attività
economiche che lo contraddistinguono principalmente
sono la pesca, l'agricoltura e l'industria cantieristica
e alimentare, in particolare quella del pesce. Mazara
del Vallo è uno dei più importanti e
noti porti pescherecci italiani, base di armamento
di una flotta di circa 350 grandi motopescherecci
d'altura (con circa 4.000 pescatori imbarcati), che
rientrano ogni 20 giorni. A Mazara risiedono, spesso
con le famiglie, circa 3.000 immigrati, provenienti
in larga parte dal Nord Africa, impiegati da oltre
25 anni nelle attività pescherecce, agricole
e artigianali della città. Essi risiedono principalmente
nel centro storico cittadino di matrice araba. Mazara
è altresì salita alla ribalta delle
cronache nel Marzo 1998, quando un peschereccio locale,
comandato dal capitano Francesco Adragna, ha recuperato,
a circa 480 metri di profondità nelle acque
dello Stretto di Sicilia, una scultura bronzea di
oltre 2 metri, risalente al periodo ellenistico, conosciuta
con il nome di Satiro Danzante. La statua, dopo essere
stata restaurata ed essere stata per un breve periodo
in mostra a Roma, presso Montecitorio, dopo essere
tornata a Mazara del Vallo, è ripartita per
essere esposta all'Expo 2005 ad Aichi, in Giappone,
presso il Padiglione Italia, dal 25 marzo 2005 al
25 settembre 2005. Dalla metà di ottobre 2005
il Satiro danzante è nuovamente esposto a Mazara
nell'omonimo Museo Regionale di Sant'Egidio in Piazza
Plebiscito.
ETIMOLOGIA
Il nome del luogo si riferisce al vicino fiume Mazaro,
forse di origine fenicia. La specifica fu aggiunta
nel 1863 e si riferisce al fatto che per lungo tempo
fu capoluogo di uno dei tre valli in cui fu divisa
amministrativamente la Sicilia.
MONUMENTI
Mazara del Vallo è sede di numerosi luoghi
di interesse storico, che rievocano le diverse influenze
culturali che ne hanno caratterizzato la storia.
La Cattedrale sorse in epoca normanna, al posto di
una precedente moschea per volere di Ruggero I, in
seguito alla creazione nel 1093 della diocesi. Venne
ricostruita completamente alla fine del XVII Secolo
in forme barocche, per opera di Don Pietro Castro.
All'interno si conserva il gruppo statuario rappresentante
la Trasfigurazione di Antonello Gagini.
Il Museo diocesano, inaugurato nel 1993 in occasione
del nono centenario della fondazione della diocesi,
raccoglie il ricco patrimonio di argenti della cattedrale.
Il museo, ospitato nel Seminario vescovile, è
stato intitolato a Vito Ballatore, l'architetto che
ha curato la ristrutturazione dei locali. Nei primi
anni il museo venne curato da una associazione di
volontariato laico (Associazione amici del museo diocesano),
mentre attualmente viene gestito dal parroco della
cattedrale. Gli arredi liturgici che vi sono contenuti
sono tuttora utilizzati per le funzioni nella cattedrale
e durante le processioni. Il percorso espositivo segue
un ordine cronologico.
La chiesa di San Nicolò Regale ("Niculicchia")
del 1124, la chiesa della Madonna dell'Alto e l'Arco
Normanno, che altro non è che ciò che
resta dell'antico castello, sono opere di chiara matrice
normanna.
La chiesa di San Michele, risalente al re Ruggero
II, con annesso convento femminile benedettino, venne
rifatta nel XVII Secolo in forme barocche.
La chiesa di Santa Caterina, risalente al 1318 venne
pure rimaneggiata in epoca barocca.
La chiesa di Sant'Egidio, costruita nel 1424 con cupola
in stile arabo-normanno, oggi sconsacrata, è
adesso sede del Museo del Satiro.
La chiesa di San Francesco è un esempio di
barocco siciliano, ricco di policromia e decorazioni.
Fuori dal centro abitato, nei pressi della città,
si conservano alcuni siti archeologici, fra cui tombe
di epoca neolitica a Roccazzo e resti di una villa
romana imperiale a Costa di Piraino.
Le aree naturali comprendono i Gorghi Tondi e il lago
Preola (oasi del WWF) e la riserva di Capo Feto (LIPU).
MUSEI
Museo Diocesano
Museo Civico
MANIFESTAZIONI
U Fistinu di Santu Vitu (penultimo giovedì
e domenica di agosto), con quadri viventi.
CENNI
STORICI
Per la strategica posizione geografica, (e per l'interesse
per la foce navigabile del fiume Màzaro), Mazara
del Vallo nel corso dei secoli ha conosciuto numerose
dominazioni, come ogni altra città di frontiera:
Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi,
Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Borboni.
L'origine dell'insediamento, come dimostrano alcuni
reperti risalenti al 12.000 a.C., è databile
al Paleolitico superiore.
I Fenici, popolazione dedita ai commerci marittimi,
fanno di Mazara un importante emporio mercantile nel
IX Secolo a.C., e la battezzano con il nome Mazar,
ovvero la "rocca".
Nel VII Secolo a.C. entra nell'orbita della vicina
colonia greca di Selinunte, di cui diviene importante
avamposto.
Nel 406 a.C. passa ai Segesta, che con l'aiuto dei
Cartaginesi guidati da Annibale si impongono su Selinunte.
Nel 392 a.C. Mazara passa sotto il dominio di Siracusa,
ma nel 378 è riconquistata dai Cartaginesi
che vi rimangono fino al 210 a.C.
In seguito alla prima guerra punica il territorio
mazarese viene amministrato dai Romani.
Prima di passare sotto la dominazione bizantina (535
d.C.) Mazara conosce anche l'occupazione dei Vandali
e dei Goti.
Nell'827 la conquista della Sicilia da parte degli
Arabi inizia da Capo Granitola nel territorio di Mazara
del Vallo. La Sicilia viene divisa in tre circoscrizioni:
Val di Mazara (la più estesa territorialmente),
Val Demone e Val di Noto. Grazie all'introduzione
di nuove colture portate dagli Arabi, quali limoni
e aranci e alle nuove tecniche d'irrigazione riprende
lo sviluppo dell'agricoltura. L'attività portuale
torna agli antichi fasti per la ripresa degli scambi
commerciali con i paesi africani e spagnoli. Sotto
il governo di Ibn Mankut, Mazara diventa un importante
centro di studi islamici per l'insegnamento della
letteratura, della poesia, del diritto e delle religione.
L'impianto viario del centro storico, la Casbah, ancora
oggi visibile, rileva la matrice araba.
Con l'occupazione dei Normanni (1072) per opera di
Ruggero d'Altavilla, viene istituita la Diocesi di
Mazara (un territorio che comprendeva l'attuale territorio
della Provincia di Trapani e parte della Provincia
di Palermo).
Alla morte di Federico II di Svevia (1250) Mazara
passa in mano agli Angioini. Ai francesi subentrano
successivamente gli spagnoli Aragona.
L'età aragonese (1282-1409) è caratterizzata
dalla decadenza politica, economica e demografica
del territorio mazarese. In virtù della pace
di Utrecht, la Sicilia e quindi Mazara, nel 1713 passa
ai Savoia. I piemontesi manterranno la signoria dell'Isola
per appena cinque anni.
Nel 1718, gli spagnoli intraprendono una campagna
di riconquista, bloccati dagli Austriaci. Dopo sedici
anni di dipendenza austriaca, Carlo di Borbone riunisce
le sorti della Sicilia e quelle di Napoli, vincendo
sugli austriaci nella battaglia di Bitonto del 1734.
Durante il dominio borbonico sorgono numerosi insediamenti
residenziali lungo le "trazzere" regie,
mentre sulle sponde del Màzaro, già
impegnate nei lavori di ammodernamento del porto,
si incrementano gli stabilimenti per la lavorazione
del pesce e dell'uva.
Mazara oggi è il porto peschereccio più
importante d'Italia, avvalendosi quasi esclusivamente
di manodopera maghrebina. L'economia cittadina è
trainata dal comparto pesca (lavorazione e conservazione
del pesce, costruzioni navali, ecc.). Ricca la produzione
di uve (inzolia, cataratto, zibibbo), agrumi e olive.