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Lipari
Sicilia

Lipari è un comune della provincia di Messina. Il suo territorio comunale si estende su sei delle sette Isole Eolie: Lipari, Vulcano, Panarea, Stromboli, Filicudi, Alicudi. Solo l'isola di Salina è amministrativamente autonoma. Essendo Lipari un comune sparso su sei isole, le frazioni sono numerosissime. Nell'isola di Lipari annoveriamo i paesi di Canneto e Acquacalda sul litorale, Pianoconte e Quattropani sui monti. Sull'isola di Vulcano gli abitanti risiedono prevalentemente a Vulcano Porto e Vulcano Piano (il primo sul mare, il secondo sull'altopiano nel sud dell'isola). A Stromboli i due paesi principali sono S.Vincenzo e Ginostra (da notare che a causa dell'attività vulcanica non è possibile costruire una strada, e i collegamenti tra i due borghi sono solo via mare). A Panarea le case si concentrano nelle borgate di Drauto e San Pietro. A Filicudi sorge Pecorini a Mare, un antico quanto caratteristico borgo di pescatori insediato in una baia naturale racchiusa tra i promontori di "Orani" ad ovest e "Stimpagnatu" ad est. Dalla parte opposta dell'isola vi è invece un gruppo di case attorno al porto (Filicudi Porto). Ad Alicudi le case sono invece sparse su tutte le pendici dell'isola. Il simbolo dell'isola di Lipari è un decoro del periodo barocco, caratteristico degli angoli dei balconi in ferro battuto, a cui viene tradizionalmente attribuito un importante potere protettivo. È rappresentato da due spade normanne che tagliano i quattro venti (raffigurate nei punti cardinali da mezzelune arabe), unite da un chiodo centrale (o "grande spillo"). A quest'ultimo risale la traccia del decoro barocco che ornava gli scudi degli spagnoli.

ISOLA DI STROMBOLI
L'isola di Stromboli fa parte dell'arcipelago delle Isole Eolie, nel bacino Tirreno del mare Mediterraneo occidentale. Il nome proviene dal greco antico dato alla montagna per le sue forme sinuose (in siciliano, "strumbulu" significa trottola). Si tratta di un'isola vulcanica. Il flusso turistico verso l'isola, che costituisce attualmente la principale risorsa economica di Stromboli, fino agli anni settanta fu rappresentato soprattutto da persone alla ricerca di un ambiente particolare, ancora naturale ed integro e non privo di scomodità (mancanza di elettricità, scarsità d'acqua). Nei decenni successivi le scomodità sono molto diminuite e il turismo è molto cresciuto, anche se resta limitato prevalentemente ai mesi centrali dell'estate. Stromboli è nota, frequentata ed abitata fin dall'antichità remota, e la sua economia si è sempre fondata sulle produzioni agricole tipicamente mediterranee: olivo, vite (malvasia coltivato basso in giardini terrazzati), fichi - e poi sulla pesca e sulla marineria. Fino al XIX secolo questa economia fu fiorente e Stromboli arrivò a contare fino a circa 4.000 abitanti.
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ISOLA DI VULCANO
L'Isola di Vulcano (frazione di Lipari) è un'isola di 21 km quadrati facente parte delle Isole Eolie. Gli abitanti vengono chiamati vulcanari. Situata 20 km a nord della Sicilia (Golfo di Patti, Mar Tirreno). Le Bocche di Vulcano, un braccio di mare largo 750 m circa, la separano da Lipari. L'isola deve in effetti la sua esistenza alla fusione di alcuni vulcani di cui il più grande ed attivo è il Vulcano della Fossa. Gli altri sono il Vulcanello (123 m) a nord; il meridionale Monte Aria (500 m), completamente inattivo, che forma un vasto altopiano costituito da lave, tufo e depositi alluvionali olocenici e il Monte Saraceno (481 m). Il principale vulcano, a occidente, sembra essersi formato dopo l'estinzione del vulcano meridionale; con lave molto acide, ha generato il monte detto Vulcano della Fossa (o Gran Cratere o Cono di Vulcano), alto 386 m, con pendici molto ripide, con a nord un cratere spento, detto Forgia Vecchia. A nord-ovest si trova una recente colata di ossidiana del 1771, detta le Pietre Cotte. Il cratere attivo è situato alquanto spostato a nord-ovest. Attualmente l'attività vulcanica è data da fenomeni di solfatara e da frequenti eruzioni, generalmente esplosive. Sebbene l'ultima eruzione sia avvenuta nel 1888 - 1890, il vulcano non ha mai cessato di dare prova della propria vitalità ed ancora oggi si osservano differenti fenomeni: fumarole, getti di vapore sia sulla cresta che sottomarini e la presenza di fanghi sulfurei dalle apprezzate proprietà terapeutiche. A nord numerose fumarole continuano ad emettere acido borico, cloruro di ammonio, zolfo, che alimentano un complesso industriale per la produzione di zolfo. Prima dello sviluppo turistico degli anni Ottanta, l'economia dell'isola era essenzialmente basata sull'agricoltura. Fanghi a VulcanoOggi, a parte il turismo (che è di gran lunga la fonte di reddito più consistente), l'attività principale consiste nella coltivazione dei vigneti.

ISOLA DI SALINA
Salina misura 26,4 km² ed è la seconda per estensione e per popolazione dopo Lipari. È divisa in tre comuni della provincia di Messina: Santa Marina, Malfa e Leni (fino al 1909 il comune era unico) e conta complessivamente circa 2.300 abitanti. Formata da sei antichi vulcani, possiede il primo e terzo rilievo più alto dell'arcipelago: il monte "Fossa delle Felci", 962 m e il "Monte dei Porri", 860 m, che conservano la tipica forma conica. Da questi due vulcani spenti, visti da nord-est, deriva il suo antico nome greco antico (Didyme da didymos, "gemello"). L'attuale nome deriva invece da un laghetto presente nella frazione di Lingua del Comune di S. Marina di Salina, dal quale si estraeva il sale. Dagli scavi sono emersi insediamenti risalenti all'età del bronzo e un'alternanza di periodi di completo abbandono con altri di forte sviluppo. Ritrovamenti presso Santa Marina mostrano un notevole insediamento attorno al IV secolo a.C. Attorno al VII secolo d.C. Salina fu una delle Eolie più popolate, perché i vulcani di Lipari erano in attività. Le invasioni arabe la resero deserta finché, attorno al XVII secolo, tornò a popolarsi. Salina è l'isola più fertile delle Eolie e ricca d'acqua; vi si coltivano uve pregiate dalle quali si ricava la "Malvasia delle Lipari", un vino di sapore dolce, e capperi che sono esportati in tutto il mondo. Un'altra importante risorsa per l'isola è il turismo. Nel 1980 è stato istituito il parco regionale di Salina e nel 1981 la riserva naturale dei due monti. È stata il set de Il postino (1994), l'ultimo film interpretato da Massimo Troisi. Dal 2007 è sede del SalinaDocFest, festival internazionale del documentario narrativo.

ISOLA DI PANAREA
Dal punto di vista geologico Panarea è la più antica isola delle Eolie, con gli isolotti circostanti quel che resta di fenomeni eruttivi di un unico bacino vulcanico, oramai quasi del tutto sommerso ed eroso dal mare e dal vento. Divisa nel senso della lunghezza da un'elevata dorsale, rimane soltanto la parte orientale e meridionale dell'isola originaria, con coste relativamente limitate in altezza, caratterizzate da piccole spiagge e vaste zone pianeggianti, anticamente coltivate a vigne ed oliveti e di cui ancora oggi si notano i terrazzamenti che erano adibiti alle colture, oramai abbandonate. Il lato occidentale e settentrionale è caratterizzato da alte coste inaccessibili e molto frastagliate, un continuo succedersi di terrazzamenti, crepacci e suggestive formazioni di lava solidificata. Il condotto principale dell'originario complesso vulcanico è situato all'incirca nel tratto di mare compreso tra lo scoglio La Nave e lo scoglio Cacatu. Sempre dal mare, sulla costa occidentale (Cala Bianca), sono invece visibili i resti di un camino vulcanico secondario dalla forma di grosso imbuto. Sul lato nord-est dell'isola, sulla spiaggia della Calcara è tuttora possibile scorgere fumarole di vapori che si levano dalle fessure fra le rocce (dai suggestivi colori sulfurei), ultime tracce di attività vulcanica con temperature fino ai 100 °C. In alcuni punti fra i ciottoli in riva al mare, per effetto di queste sorgenti di calore, l'acqua ribolle fino ad essere ustionante. Altri fenomeni eruttivi subacquei (recentemente alla ribalta della cronaca per un'improvvisa aumentata attività) sono evidenti nel ribollire delle acque fra l'isolotto di Bottaro e Lisca Bianca. Non sono invece più identificabili le sorgenti termali segnalate sulla carta poco a nord della punta Peppe Maria.

ISOLA DI FILICUDI
E' un'isola appartenente all'arcipelago delle isole Eolie. Amministrativamente fa parte del comune di Lipari (ME) e vi si trovano due località abitate: Filicudi Porto e Pecorini a Mare. Anticamente l'isola era nota come Phoinicussa, dal sostantivo Phoinix che in greco antico indica la palma nana, assai diffusa in epoca antica ed oggi ancora presente sui promontori dell'isola. L'isola di Filicudi è la quinta isola in ordine di grandezza dell'arcipelago delle Eolie e la seconda isola più occidentale dell'arcipelago (dopo Alicudi); è situata a circa 24 miglia nautiche a ovest di Lipari. È dominata dal monte Fossa Felci, un vulcano spento alto 773 m. Oltre ad esso, di vulcani ce ne sono ben altri sette, tutti spenti da molto tempo e di conseguenza fortemente segnati dall'erosione. La popolazione, circa 200 abitanti (che diventano 3000 nella stagione estiva), è distribuita tra i centri di Filicudi Porto, Valdichiesa, Pecorini, Pecorini a mare, Canale e Rocca di Ciavoli, collegati tra loro dall'unica strada asfaltata dell'isola e da una fitta trama di mulattiere. La località di Stimpagnato, nel sud-est dell'isola, è abitata da turisti soltanto durante l'estate. Gli abitanti si chiamano filicudari[2] ed il loro dialetto è il filicudaro. Molto interessanti sono le rovine del villaggio Neolitico sul promontorio di capo Graziano. I reperti ritrovati testimoniano la presenza sull'isola, durante il Neolitico, di una fiorente industria e lavorazione dell'ossidiana. È presente sull'isola una sezione del Museo archeologico eoliano, con reperti provenienti dagli scavi di capo Graziano e da altre zone delle isole Eolie. Ad oggi i principali prodotti agricoli dell'isola sono i capperi ed i fichi. La principale voce dell'economia locale è il turismo. La pesca non è praticata intensamente, mentre lo è quella amatoriale o comunque non professionale.

ISOLA DI ALICUDI
Alicudi è un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia. Amministrativamente appartiene a Lipari, comune italiano della provincia di Messina in Sicilia. Gli abitanti dell'isola sono chiamati in siciliano arcudari. Anticamente era nota come Ericussa, dal greco antico «ricca di erica»). L'isola di Alicudi è la più occidentale dell'arcipelago eoliano e si trova a circa 34 miglia marine (quasi 63 km) a ovest di Lipari. È dominata dal monte Filo dell'Arpa; la pianta è quasi circolare, con superficie di circa 5 km², con coste ripide ed aspre, e costituisce la parte emersa, dai 1.500 m di profondità del fondo del mare fino ai 675 m s.l.m del punto culminante, di un vulcano spento, sorto attorno a 150 milioni di anni fa e rimodellato da successive eruzioni e fenomeni quaternari. L'isola è abitata solo sul versante meridionale, digradante verso il mare in lenze (stretti appezzamenti), sostenute da muri a secco. Questo versante, significativamente antropizzato a scopi abitativi e colturali, risulta meno scosceso di quello opposto, battuto dai venti e continuamente soggetto a fenomeni erosivi e conseguenti frane, dette sciare (dal plurale sciari in lingua siciliana). L'Isola dell'erica era abitata nel dopoguerra da oltre 600 persone, in gran parte poi emigrate in Australia. Attualmente la popolazione conta meno di cento residenti che, però, diminuiscono notevolmente nel periodo invernale. In quest'isola di natura vulcanica la terra è particolarmente fertile. Non deve dunque stupire se ad Alicudi è possibile ancora ammirare i terrazzamenti che spezzano il versante del vulcano ed hanno permesso per decenni agli abitanti di vivere dell'attività agricola. È interessante ricordare che la pesca, nei secoli passati, non ebbe mai uno sviluppo significativo, a causa del pericolo dei predoni, che rendeva di fatto tale attività poco conveniente rispetto all'agricoltura. I principali prodotti dell'isola sono l'ulivo, la vite, i capperi e la pesca. Il turismo rappresenta una voce importante dell'economia dell'isola, anche se in misura minore rispetto alle altre isole. Gli abitanti sono molto versatili: così, molti di quelli che in estate pescano, d'inverno eseguono lavori di ristrutturazione edilizia; altri accompagnano i turisti in escursioni in barca, o affittano loro imbarcazioni, o cucinano in spiaggia il pesce. Le spiagge dell'isola sono a ciottoli e scogli e le mareggiate invernali le fanno arretrare o avanzare, lasciando a volte pochi lembi di rena scura. Il giro dell'isola è possibile, ma presenta il rischio della caduta di pietre, smosse dal vento o dalle capre brade, e richiede l'aggiramento a nuoto di alcune formazioni rocciose. Risalendo, invece le ripide mulattiere, attualmente ben mantenute in estate dai volontari di Legambiente, ci si immerge nei mille colori delle stagioni, offerti da agavi, opunzie (fichi d'India), capperi smeraldini, finocchi selvatici e finocchietto verde-tenero, bouganvillee rosse, rosa, viola, salmone e bianche, assenzio bianco-argento, gialle ginestre, solano e cardi spinosi, e poi ulivi, ligustri, carrubi. Nella zona del vecchio cratere e sui fianchi sommitali l'ambiente, più fresco, presenta felci, distese di asfodelo (cipuddazzu), pochi castagni residui, erica ed altri arbusti. Le case tradizionali hanno il tetto piano per la raccolta dell'acqua piovana, che viene convogliata in grandi cisterne poste a fianco e al disotto, e camere intercomunicanti affiancate, che si aprono su terrazzi con sedute in muratura (bissuoli) e tipiche colonne a tronco di cono (pulere), sulle quali si appoggiano le travi in legno dei pergolati, sostegno di viti ombreggianti. In molte case sono ancora sfruttati, per conservare gli alimenti, i rifriggiraturi, piccoli vani con una porticina, posti allo sbocco di cunicoli di comunicazione ipogea, da cui fuoriescono soffi d'aria alla temperatura costante di una decina di gradi. Accanto alle abitazioni si trovano ancora numerose mànnare, costruzioni di pietre naturali a secco, a pianta circolare, coperte con falsa cupola, a cui si accede da bassi ingressi privi di serramento, con pavimento in terra battuta, destinate un tempo a ricovero di ovini. Sull'isola non esistono grotte in cui entri il mare; invece sul fianco ovest, a mezza altezza ma impossibile da raggiungere in sicurezza se non con tecniche alpinistiche, si trova una grotta popolata da allegri chirotteri. Altre conformazioni geologiche tipiche, oltre alle sciare, sono il Perciato e lo Scoglio Galera, alta quinta naturale che si inabissa e riemerge pericolosamente a pelo d'acqua sul lato occidentale. Rappresentano variegate opere d'arte naturali gli scogli e le bancate di rocce, dal colore grigio scuro al bruno-arancio che sconfina anche nel rosso vinaceo, granulose o lisce al tatto, trabecolate o semplicemente solcate da fessure. L'isola è in parte protetta, essendo inserita in un Parco naturale con percorsi segnalati; ci si affida alla sensibilità dei visitatori per l'attenzione da prestare ai rischi di incendi estivi e alla salvaguardia di fiori, essenze, insetti e animali selvatici.

MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE EOLIANO
Il Museo archeologico regionale eoliano è ubicato nel complesso del Castello che domina l'isola di Lipari. Il museo è stato realizzato nel secondo dopoguerra e contiene, per la maggior parte, reperti archeologici provenienti da sistematiche campagne di scavo, condotte dagli archeologhi Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, nel territorio delle isole Eolie.
È costituito da oltre 40 sale, ubicate in diversi edifici del complesso del Castello, e suddiviso in diverse sezioni:
- Preistoria
- Epigrafia
- Isole minori (reperti trovati sulle altre isole dell'arcipelogo)
- Ellenismo
- Vulcanologia
- Paleontologia
nelle quali sono esposti corredi funerari, vasi, cippi, steli tombali e sarcofagi in pietra che testimoniano dell'evoluzione del culto dei defunti. Inoltre ceramiche di tipi e fogge varie, maschere teatrali e statue fittili. Esistono poi due sezioni staccate del museo ubicate sulle isole di Panarea e Filicudi. I materiali, datati dalla preistoria ai nostri giorni, sono molto ben catalogati e ciascun reperto è dotato di adeguata descrizione, in lingua italiana e inglese, che rende fruibile la conoscenza dello stesso contestualizzata al luogo del ritrovamento.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 10.554 (M 5.257, F 5.297)
Densità per Kmq: 119,1

CAP 98055
Prefisso Telefonico 090
Codice Istat 083041 Codice Catastale E606

Numero Famiglie 4.211
Numero Abitazioni 8.222
Denominazione Abitanti liparesi o liparoti
Santo Patrono San Bartolomeo
Festa Patronale 24 agosto

Il Comune di Lipari è:
Località balneare segnalata con tre vele nella Guida Blu di Legambiente

Il Comune di Lipari fa parte di:
Regione Agraria n. 11 - Isole di Lipari
Associazione Italiana Città del Vulcano
Associazione Città Italiane Patrimonio Mondiale Unesco
Patto Territoriale Eolie

Località e Frazioni di Lipari :
Pianoconte, Quattropani, Acquacalda, Lami, Canneto, Pirrera, Serra, Stromboli, Ginostra.

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