Giarre
Sicilia

Giarre è un comune della provincia di Catania. La città è posta a metà strada tra Catania e Taormina e forma un importante polo urbano con la vicina Riposto con cui venne unita e chiamata Jonia durante il periodo fascista. Gli abitanti sono noti come giarresi in italiano e giarroti in siciliano.

TERRITORIO
Giarre si trova sulla costa orientale della Sicilia, tra l'Etna e il mar Ionio, in declivio verso il mare, ad un'altitudine di 81 metri s.l.m., in posizione ventilata e panoramica. La città è uno dei migliori punti d'osservazione della caldera di collasso della Valle del Bove, nella quale si versano la maggior parte delle colate laviche del versante orientale del vulcano. Giarre è stata sempre risparmiata dalle colate in epoca storica, non venendo mai minacciata direttamente grazie anche alla sua relativa distanza dal vulcano. La colata del 1928 investì la vicina Mascali, giungendo alle porte della frazione giarrese di Santa Maria la Strada. Il territorio comunale è privo di sbocchi a mare e si sviluppa tra la fertile piana costiera e le prime propaggini dell'Etna, ad un'altitudine che va dai 15 ai 601 metri s.l.m. e ricade in parte nel Parco dell'Etna (un ettaro). È attraversato dal torrente Macchia, unico corso d'acqua, seppur stagionale, rilevante, che si insinua in un'ampia frattura di origine sismica a nord-ovest di Giarre. La zona nei pressi del confine con i comuni di Santa Venerina e Acireale è interessata da una serie di faglie sismiche attive che nel XX secolo hanno dato origine a terremoti che hanno devastato diverse contrade come il terremoti del 1911, che danneggiò gravemente la frazione di Macchia, del 1952 e del 1971.

ETIMOLOGIA
Giare significa "contenitori di terracotta".

ORIGINI E CENNI STORICI
È opinione diffusa che sull'odierno territorio di Giarre, in epoca antichissima sorgesse la città di Kallipolis, fondata dai calcidesi nel VII secolo a.C. e distrutta nel 403 a.C. ad opera di Dionisio I, ma ad oggi, non esiste alcuna fonte certa o testimonianza storico-archeologica che attesti la correlazione tra Kallipolis e la cittadina jonica.
L'attuale Giarre nacque quindi nel XVI secolo come borgata in seno alla Contea di Mascali e grazie alle concessioni enfiteutiche di terreni coltivabili ricavati dal disboscamento, crebbe gradualmente e venne popolata principalmente da acesi e messinesi. Giarre conobbe quindi un rapido sviluppo grazie allo spostamento a valle dell'antica via consolare, avvenuto a seguito del terremoto del Val di Noto del 1693, divenendo punto di passaggio obbligato per i viaggiatori che si spostavano tra Catania e Messina. Tale strada d'origine romana, infatti, prima di questa data attraversava gli abitati di Macchia e Mascali. Nel 1815, la città, forte della propria vivacità culturale ed economica, dopo numerosi tentativi ottenne l'autonomia da Mascali insieme ai borghi di Riposto, Torre Archirafi, Macchia, San Giovanni Montebello, Dagala del Re, Sant'Alfio e Milo; alcuni di essi, in seguito, si costituirono in entità amministrative autonome. Durante il fascismo, con decreto del maggio 1939 i due comuni di Giarre e Riposto vennero riuniti e assunsero prima il nome di Giarre-Riposto e poi, nel 1942, quello di Jonia o Ionia. Un successivo decreto del 1945 ripristinò la situazione precedente con i comuni di Giarre e di Riposto divisi.

CENTRO STORICO
Nonostante la storia di Giarre sia relativamente recente, il centro storico, sviluppatosi nei secoli scorsi lungo le due direttrici perpendicolari delle attuali Via Callipoli e Corso Italia, rappresenta la maggiore attrattiva turistica della città, e Piazza del Duomo ne è sicuramente il cuore pulsante. L'intera zona è costituita da strade lastricate ed edifici patrizi sette-ottocenteschi; tra questi risaltano alcuni prospetti liberty come quelli di Palazzo Bonaventura e Palazzo Quattrocchi. A pochi metri dal Duomo, in piazza Monsignor Alessi, è ubicato il monumento ai caduti della prima e seconda guerra mondiale, eretto negli anni '30, sul luogo che aveva ospitato, anni prima, una fontana artistica, opera dello scultore Giuseppe Di Francesco, oggi modificata e trasferita nell'area di Villa Margherita.
Il duomo di Giarre, magnifico ed imponente edificio neoclassico, a tre navate e a croce latina è dedicato a Sant'Isidoro Agricola, protettore della città (nonché patrono di Madrid). L'inizio dei lavori per la sua costruzione, su progetto di Pietro Valente, ebbero inizio nel 1794, sul luogo di una preesistente chiesa dedicata a Sant'Agata oltre che al santo madrileno. Essa venne aperta al culto nel 1818, ma solo settant'anni più tardi, l'opera poté dirsi conclusa. Costruito interamente in pietra bianca di Comiso, il tempio massimo della città di Giarre presenta una facciata, progettata dall'architetto lombardo Carlo Sada, sormontata da due campanili a base quadrata.
Al suo interno sono esposte numerose tele di illustri pittori siciliani del Settecento ed Ottocento, fra le quali una del grande artista acese Pietro Paolo Vasta, raffigurante l'Immacolata e i Santi. Si conserva inoltre un pregevole arazzo in velluto rosso con ricami in fili d'oro, raffigurante un'aquila con una croce sul petto, uno stemma borbonico, le iniziali C.G. (città di Giarre) e la raffigurazione di sette torri, simbolo, questo, che fu già della città di Mascali.
Sull'abside centrale, appena dietro l'altare maggiore, impiantato in una preziosa cantoria lignea, è posto un grandioso organo ottocentesco, opera dei F.lli Serassi da Bergamo, oggi considerato uno dei più grandi esistenti in Sicilia.
Strettamente legato alla chiesa è il cosiddetto Camposanto Vecchio, ipogeo costituito dalle antiche cripte della chiesa di Sant'Agata e Sant'Isidoro. Da molti anni è in corso un'opera di restauro e di messa in sicurezza affinché il sito archeologico possa divenire accessibile al pubblico.

Oltre al duomo, numerosi sono i luoghi di culto presenti sul territorio di Giarre e delle sue frazioni. Si citano di seguito quelli che presentano una particolare rilevanza artistica.
La chiesa dell'Oratorio dedicata a San Filippo Neri, rappresenta l'unico esempio di barocchetto siciliano esistente nella zona. La sua costruzione, che risale a metà '700, fu strettamente legata all'insediamento dei Padri Filippini a Giarre. Costituita da una sola navata, al suo interno è possibile notare alcuni dipinti di notevole interesse artistico fra i quali la "Vergine della Purità" a cui la chiesa è dedicata ed un quadro raffigurante Sant'Isidoro in preghiera.
La chiesa degli Agostiniani Scalzi, detta anche Chiesa del Convento è sicuramente la più antica della città, ma purtroppo, sinora, anche la più trascurata. Risalente al '600, deve la sua denominazione al fatto che, adiacente ad essa, sorgeva il convento dei padri padri Agostiniani di Valverde, oggi divenuto il Palazzo delle Culture. Essa è da lungo tempo interdetta al culto. Nel corso di alcuni rilevamenti recenti, sono state rinvenute le cripte quasi certamente coeve alla costruzione dell'edificio.
La chiesa di San Francesco al Carmine, dedicata alla Madonna del Carmelo, risale al 1857.
Degne di nota sono inoltre le chiese madri delle frazioni di Santa Maria la Strada, San Giovanni Montebello, Macchia, Trepunti e San Leonardello.

LOCALITA'
Nella zona collinare pedemontana, prevalentemente coltivata a frutteto (agrumeti, vigne, ecc.) ad ovest della città, si trovano le frazioni di San Giovanni Montebello, Miscarello e Sciara. Dirigendosi quindi verso il centro cittadino si incontra Macchia, che rappresenta la frazione più popolosa del comune, oggi unita urbanisticamente a Giarre grazie ai quartieri popolari sorti negli anni '60 (Quartiere Regina Pacis). Le frazioni di Altarello, Carruba e Trepunti, a sud di Giarre, rappresentano un triangolo di recente forte espansione edilizia che preallude alla prossima trasformazione delle prime due in ulteriori quartieri cittadini. Santa Maria la Strada e San Leonardello si trovano rispettivamente all'ingresso nord e sud del territorio comunale lungo la Strada Statale 114.

MANIFESTAZIONI
Le antiche tradizioni, legate al mondo contadino e menzionate anche da Giuseppe Pitrè, sono ormai quasi del tutto scomparse. Nell'odierna città, infatti, tradizioni come la benedizione dei cavalli del 17 gennaio non avrebbero più l'antico valore della società rurale. Oggi l'usanza più viva e sentita è certamente ''u zuccu, ovvero un grande ceppo sulla Piazza Duomo, acceso la vigilia di Natale, a cui la gente assiste numerosa ogni anno.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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ISTITUTO PARITARIO SAN GIUSEPPE - CATANIA (CT)
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