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Capo
d'Orlando è un comune della provincia di Messina.
Centro con una superficie di 14 chilometri quadrati
per una densità abitativa di 930 abitanti al
chilometro quadrato, confina con i comuni di Capri
Leone, Mirto, Naso e Torrenova. Centro a prevalente
vocazione balneare del comprensorio dei Nebrodi, del
quale è uno dei poli, insieme a Sant'Agata
di Militello e Patti, è nato come borgo di
pescatori. Originariamente frazione di Naso, il paese
ha raggiunto l'autonomia il 25 giugno 1925, dopo uno
sviluppo legato principalmente all'attività
dei pescatori. A Capo d'Orlando visse fino alla sua
scomparsa Lucio Piccolo, cugino di Giuseppe Tomasi
di Lampedusa (v. "Il Gattopardo"). Altri
illustri orlandini sono il regista Vittorio Sindoni
e la giornalista del TG3 Giuseppina Paterniti. È
sede di attività artistiche (pinacoteca comunale,
museo Villa Piccolo), di svago (Tv locale, cinema,
teatro, porto, club Blues).
ETIMOLOGIA
Il nome di Capo d'Orlando risale all'epoca normanna,
quando fu battezzata così in onore di una presunta
sosta del paladino Orlando durante una crociata in
Terra santa.
MUSEI
Museo Fondazione "Famiglia Piccolo" di Calanovella
Chiese e altri edifici religiosi orlandini
Santuario Santa Maria di Capo d'Orlando.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Secondo la leggenda sarebbe stata fondata da Agatirso,
figlio di Eolo, re dei venti e delle isole Eolie (da
non confondere con Eolo, dio dei venti presso i greci,
con il quale viene spesso confuso, a partire nell'Eneide
di Virgilio, opera nella quale le due figure mitologiche
vengono sovrapposte per laprima volta nel libro I).
La fondazione, secondo la leggenda, risalirebbe a
tempi non lontani dalla guerra di Troia, intorno al
1183 avanti Cristo e da principio il paese avrebbe
conservato il nome di Agatirso, "colui che porta
lo splendido tirso": dunque sarebbe stata in
origine una città sacra al culto di Dioniso,
simboleggiato appunto dal tirso. Nove secoli più
tardi, nel 209 a.c., secondo le cronache di Tito Livio,
Agatirso o Agatirno, "società di ladri,
esuli e malfattori", subì una massiccia
deportazione: circa 4.000 persone furono deportate
in Calabria dal console Levino, forse proprio per
effetto dei culti dionisiaci. È questa l'ultima
traccia della storia di Capo d'Orlando prima dei Normanni:
la testimonianza successiva è di Goffredo da
Viterbo, cappellano di Carlo Magno, che riferisce
la decisione dell'imperatore del Sacro Romano Impero
di ribattezzarla col nome attuale (probabilmente anche
per rimuovere quel nome paganeggiante). Durante il
Vespro siciliano il 4 giugno 1299, Capo d'Orlando
torna nelle cronache con una battaglia navale tra
Giacomo II e Federico III per la reggenza degli Aragonesi
in Sicilia, nel contesto della disputa fra Aragonesi
e Angioini per il trono siciliano. Quasi un secolo
più tardi, nel 1398, Capo d'Orlando è
di nuovo citata nelle cronache per l'assedio di Bernardo
Cabrera, conte di Modica, che insegue Bartolomeo di
Aragona, traditore del re Martino I rifugiatosi nel
Castello che si trova sul promontorio dal quale Capo
d'Orlando prende il nome. In questa occasione il Castello,
utilizzato fino ad allora come roccaforte di guardia
contro i pirati, viene distrutto: iniziano così
le incursioni dei pirati, due delle quali testimoniate
nel 1589 e nel 1594, fino alla realizzazione di una
postazione di guardia, nel 1645. Nel 1600 il ritrovamento
vicino al Castello di una piccola statua della Madonna,
che secondo la leggenda sarebbe stata portata da San
Cono Abate, porta la comunità locale a costruire
il Santuario di Maria Santissima, tuttora simbolo
del paese. I secolisuccessivi, segnatamente il XVIII
e l'inizio del XIX, sono anni di lunghe e dannose
alluvioni, che spingono i conti d'Amico, antichi proprietari
del latifondo, a cederne la proprietà al Comune
di Naso. Ma le alluvioni sono un'occasione di nuova
fortuna per Capo d'Orlando: per effetto dell'azione
del mare nasce una pianura molto fertile, e le filande
- attive già dal XV secolo in contrada Malvicino
insieme alla coltura della canna da zucchero - vivono
una fase di sviluppo. Capo d'Orlando affianca dunque
le coltivazioni all'attività dei pescatori,
e per proteggere il centro dalle scorribande dei pirati
e sfruttare le nuove risorse i baroni di Naso realizzano
una torre fortificata e un trappeto per lavorare lo
zucchero. Nello stesso periodo, nella zona di San
Gregorio nasce una tonnara: è così che
Capo d'Orlando - e più nello specifico il borgo
marinaro di San Gregorio, vero cuore pulsante del
paese fino alla fine del XIX secolo - raggiunge una
forte indipendenza economica e inizia a crescere demograficamente,
anche per effetto del completamento, nel 1895, della
ferrovia che attraversa il centro e delle statali
113 Messina-Palermo e 116 Capo d'Orlando-Randazzo.
A cavallo fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo
iniziano così le agitazioni popolari per rivendicare
l'autonomia da Naso, che ormai ha la stessa rilevanza
economica e demografica della frazione e per tenere
l'avamposto a mare concede porzioni di territorio
agli orlandini. Ma le agitazioni proseguono, fino
a quando, il 25 giugno 1925, Capo d'Orlando ottiene
l'autonomia, suggellata il 27 settembre dello stesso
anno dall'inaugurazione del municipio.
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Popolazione
Residente 12.710 (M 6.045, F 6.665)
Densità per Kmq: 872,9
CAP
98071
Prefisso Telefonico 0941
Codice Istat 083009
Codice Catastale B666
Numero
Famiglie 4.886
Numero Abitazioni 7.351
Denominazione Abitanti: orlandini
Il
Comune di Capo d'Orlando è:
Località balneare segnalata con due vele
nella Guida Blu di Legambiente
Il Comune di Capo d'Orlando fa parte di:
Regione Agraria n. 8 - Colline litoranee di Patti
Località e Frazioni di Capo d'Orlando
contrade collinari: Bastione, Forno Alto, Certari,
Catutè, San Martino, Marmaro, Scafa;
contrade in pianura: Forno Medio, Malvicino, Piscittina,
Santa Lucia, Masseria, Vina, Bruca;
contrade balneari: San Gregorio, S. Carrà,
Forno Marina, Tavola grande (Trazzera Marina)
Comuni Confinanti
Capri Leone, Mirto, Naso, Torrenova
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