Caltagirone
soprannominata La Regina dei Monti è un comune della provincia
di Catania, capoluogo del comprensorio del calatino. Situato nella Sicilia
centrale, è famoso per la produzione della ceramica, sviluppatasi
nei secoli a partire dai tempi della Magna Grecia. Dopo un passato glorioso
che la vide, già da oltre due millenni, roccaforte privilegiata
per bizantini, arabi, genovesi e normanni che controllavano le due piane
quella di Catania e di Gela, oggi Caltagirone vive un periodo di rinnovato
sviluppo, grazie alle sue risorse principali come il turismo e la produzione
della ceramica. E' ricca di monumenti come le chiese, pregevoli palazzi
e ville settecentesche, fa parte dei comuni della Val di Noto, Patrimonio
Mondiale dell'umanità. Ha dato i natali a Don Luigi Sturzo ed
al politico Mario Scelba. Aspira da tempo a diventare capoluogo di provincia
dei 15 comuni del calatino. La città è ubicata sulla sella
di collegamento tra gli Erei e gli Iblei in cui passa la Strada Statale
417, che la collega a Catania e a Gela. Caltagirone si trova a poco
meno di 70 km a sud-ovest del capoluogo. La città (610 s.l.m.)si
sviluppa su tre colli adiacenti della catena dei monti Erei e presenta
un assetto urbanistico in cui la parte del centro storico, collocata
più in alto, è nettamente distinta dalla zona di nuova
espansione, più a sud-est. Presso la parte nuova della città
si trova la nuova stazione ferroviaria della linea a binario unico Catania-Gela.
La precedente stazione venne disattivata alla fine degli anni settanta
in concomitanza con l'attivazione della nuova linea per Gela e la costruzione
della nuova grande stazione. La linea ferroviaria a scartamento ridotto
che collegava il centro con Piazza Armerina (EN) e la Stazione di Dittaino
era già stata disattivata negli anni '60. La città sorge
al margine occidentale della provincia, a 608m di altitudine, adagiata
su tre colli che formano un anfiteatro naturale e che costituiscono
lo spartiacque tra le valli del fiume Maroglio, che sfocia nel golfo
di Gela, e il fiume Caltagirone che scende verso la piana di Catania.
Il comune di Caltagirone rientra tra i primi 30 comuni più estesi
d'Italia: Il territorio di Caltagirone con i suoi 382km² è
il più esteso della Sicilia dopo quello di Monreale e Ragusa;
il territorio è prevalentemente collinoso con ampie vallate al
sud, al nord vicino al confine territoriale di Mineo e quasi pianeggiante.
Nella parte meridionale si trova un piccolo altopiano sabbioso dove
sorge il piccolo borgo di Santo Pietro con la sua riserva naturale,
nell'altopiano si può godere il panorama del golfo di Gela. Sempre
nella parte meridionale sorge il piccolo centro di Granieri, situata
a 351m di altitudine, era un feudo fin quando nei primi anni del novecento
entrò a far parte nel territorio di Caltagirone. Facevano parte
del territorio le borgate di Mazzarrone, Botteghelle, Cucchi, Leva e
Grassura, elevate a comune autonomo nel 1976 e costituenti l'attuale
comune di Mazzarrone. Già nel 1937 era stato ceduto, al comune
di Chiaramonte Gulfi, l'esteso territorio dell'ex feudo Mazzarronello,
posto a sud di Mazzarrone.
STEMMA
Il simbolo di Caltagirone risale al 1030, anno della liberazione della
città da parte dei genovesi dal dominio saraceno. I calatini,
per riconoscenza, avrebbero adottato nel loro stemma, nel petto dell'aquila
che tiene tra gli artigli un osso, lo scudo crociato rosso sostenuto
da due grifoni, per ricordare l'antica origine, quella della Repubblica
marinara.
ORIGINI
Sin dall'antichità la località fu scelta per la sua posizione
privilegiata che essendo sullo spartiacque che divide le due più
vaste pianure della Sicilia, la Piana di Gela e la Piana di Catania,
le consentiva di controllare e difendere un vasto territorio. I primi
insediamenti stabili nel territorio dell'odierna Caltagirone risalgono
alla preistoria, come testimoniano gli scavi archeologici effettuati
in contrada Sant'Ippolito - alle sorgenti del fiume Caltagirone - che
hanno portato alla luce i resti di un villaggio neolitico abitato ininterrottamente
sino all'arrivo dei Greci. Poco distante, in contrada Montagna, vi è
una necropoli risalente alla prima età del bronzo. Meritano particolare
attenzione le ricche tombe della struttura a tholos. Sulle colline che
dominano la vallata del fiume Maroglio si trova il grande centro greco
di Monte San Mauro con costruzioni in muratura. Gli archeologi, inoltre,
hanno trovato tracce della presenza umana in epoca remota nelle contrade
Moschitta, Paradiso, Piano dell'Angelo e nella stessa Caltagirone.
CENNI
STORICI
Scavi archeologici hanno dimostrato anche la presenza dei Romani nel
territorio, scelta avvenuta per la sua posizione privilegiata che le
consentiva di controllare un vasto territorio.
Durante la dominazione araba fu una delle fortezze più importanti
della Sicilia orientale e da essi proviene l'attuale nome della città.
Fonti storiche riportano il nome all'espressione araba Qal'at Ghiran,
"rocca delle grotte", forse proprio in relazione alle tombe
preistoriche di contrada Montagna o alle abitazioni scavate nella roccia.
Per il fatto che gli abitanti erano specializzati nella lavorazione
dell'argilla e, in particolare, di contenitori adatti ad esportare la
notevole produzione di miele, gli Arabi sembra introducessero nuove
tecniche nella lavorazione dell'argilla, dando quindi un importante
impulso all'artigianato della ceramica. L'espansione vera e propria
dell'abitato e il fiorire della sua economia avvennero comunque durante
il periodo normanno.
Nel 1154 Edrisi, il celebre geografo arabo alla corte di Ruggero il
Normanno, descrive così Hisn al-Genun (Castello dei Genovesi):
Il castello di Caltagirone sorge imponente sulla vetta di un monte inaccessibile;
nel suo territorio si estendono campi coltivati a perdita d'occhio.
Questo nome deriva probabilmente dalla presenza di una nutrita colonia
di Genovesi giunti intorno al 1040.
Il primo documento certo in cui compare il toponimo Caltagirone, ed
in cui sono elencati i possedimenti della città è datato
1160 ed è emanato da re Guglielmo 1° - il Malo-.
La fiorente comunità ligure diede manforte al conte Ruggero contro
i musulmani durante l'assedio di Rocca di Judica. Quest'aiuto valse
alla città di Caltagirone i possedimenti dei territori di Judica,
Fetanasimo, Regalsemi e Camopietro ed è all'origine della ricchezza
feudale della città.
Nel XIII secolo Caltagirone partecipò alla rivolta contro gli
Angioini nei cosiddetti Vespri Siciliani.
Fu il nobile Gualtiero di Caltagirone a sollecitare l'avvento di re
Pietro d'Aragona nel corso dell'assedio di Messina. Deluso nelle sue
aspettative dal nuovo monarca, Gualtiero cospirò contro di lui
e fu per questo decapitato in Piazza San Giuliano nel 1283.
In seguito allo sviluppo dell'artigianato e del commercio, legati alla
produzione della ceramica, nacque una classe di ricchi commercianti
che si stabilirono qui provenendo anche da altre parti d'Italia.
Il benessere di cui godette la città è facilmente ravvisabile
anche nel centro storico di Caltagirone che presenta edifici sacri e
pubblici di pregevole fattura, la cui costruzione e il cui rifacimento
fu affidato, com'era in uso, ad abili e famosi architetti ed artisti
dell'epoca.
Nel 1400 a Caltagirone viveva una piccola comunità ebraica, nel
1492 con la dominazione spagnola decretò la scomparsa degli ebrei
in Sicilia.
Nel 1458 sorgeva in cima alla collina maggiore un castello dove si incoronò
re di Sicilia Giovanni di Castiglia, per gratitudine dei soccorsi ricevuti
nelle varie imprese da lui compiute, tornò a dichiarare Caltagirone
città demaniale. Anche Giovanni dAragona e Ferdinando il
Cattolico le concedettero e confermarono altri privilegi, tra cui quello
del "mero e misto imperio".
Nel 1900 Caltagirone fu città simbolo del popolarismo italiano
di Don Luigi Sturzo. Caltagirone fu anche il simbolo del movimento anti-fascista
infatti Don Luigi Sturzo si oppose al fascismo e dovette per tale motivo
rifugiarsi prima a Londra e poi a New York.
Nella seconda guerra mondiale Caltagirone ha sofferto dei pesanti bombardamenti
da parte degli angloamericani che distrussero alcuni monumenti significativi
per la città.
Dagli anni sessanta agli anni settanta, a causa dell'insufficiente sviluppo
economico, Caltagirone subì un massiccio esodo di popolazione
verso le regioni del nord, finché nel decennio successivo si
ebbe una nuova crescita dell'economia, dovuta allo sviluppo dell'attività
artigianale e dell'edilizia con l'espansione della città nuova.
Oggi Caltagirone è una delle più importanti destinazioni
turistiche della Sicilia, grazie al suo patrimonio artistico e maiolico,
come per le sue tradizioni uniche, per la bellezza dei suoi belvederi
e monumenti.
Tra le sue risorse importanti, ci sono i musei(museo regionale della
ceramica, Mostra dei pupi siciliani, Galleria Civica d'Arte Contemporanea,
e molti altri), le chiese, infatti a Caltagirone si contano più
di 50 chiese, ville (Villa Patti, Villa Milazzo, e molti altri).
ECONOMIA
Caltagirone è un importante centro agricolo (si annoverano coltivazioni
di uva, olive, mandorle, pesche, querce da sughero)(Quercus suber) ma
è noto soprattutto per la millenaria tradizione della produzione
di ceramica. La produzione ceramica, sviluppatasi nel corso dei millenni,
ha portato ad una fiorente attività che si manifesta nelle innumerevoli
botteghe in cui la produzione tradizionale di stoviglie e manufatti
vari si va evolvendo sempre più verso forme artistiche decorate
a mano. Oltre al vasellame, elementi di spicco nella produzione locale
sono le figure in terracotta ed i fischietti. A questo proposito, la
città è dotata di un proprio museo specializzato, il Museo
della ceramica, che raccoglie oggetti che documentano l'evoluzione dei
manufatti del settore a partire dalla preistoria e dal periodo della
Magna Grecia attraendo numerosi visitatori e turisti. In tempi recenti
si è sviluppata una forma di attrattiva turistica costituita
dai presepi artistici nei quali le figure in terracotta inserite all'interno
costituiscono uno degli aspetti più rilevanti dal punto di vista
artistico: al presepe sono dedicate numerose caratteristiche esposizioni
sia permanenti che temporanee nei mesi di dicembre e gennaio. Recentemente,
nei locali della ex biblioteca comunale, è stato istituito il
Museo internazionale del presepe, che vanta una collezione di oltre
mille pezzi, i quali abbracciano un percorso storico che va dal Settecento
fino ai giorni nostri. La città festeggia come patrono San Giacomo
ed in occasione della festività, la scala monumentale viene illuminata
con un sistema tradizionale di coppi colorati disposti in modo da riprodurre
un disegno stilizzato dal notevole effetto scenico. I principali punti
di interesse turistico del centro storico sono la lunga Scalinata di
Santa Maria del Monte, in cui ognuna delle 142 alzate è decorata
con un differente motivo di piastrelle in ceramica che riprendono gli
stili del passato, e il ponte di S.Francesco che collega i due colli
su cui si sviluppa il centro storico. Distrutta quasi completamente
nel 1693 dal Terremoto del Val di Noto, Caltagirone venne interamente
ricostruita: i principali edifici pubblici sono infatti in stile barocco.
La città è stata a ragione inserita tra le città
tardo barocche del Val di Noto, che costituiscono uno dei Patrimoni
dell'Umanità dell'UNESCO.
EVENTI
Ricordo del terremoto, 11 gennaio, una delle pagine più brutte
della storia di Caltagirone
A giunta Pasqua
Festa di Maria Santissima Di Conadomini, 31 maggio
festa di San Giacomo il Maggiore patrono della città, 25 luglio
solennità di Maria SS. del Ponte, 14 e 15 Agosto
solennità di Santa Lucia, 13 dicembre
La passione di Cristo (domenica delle palme)
Scala infiorata (maggio)
A Rusedda (maggio)
Scala illuminata (24-25 luglio e 14-15 Agosto)
Sagra dell'uva da tavola fraz. Granieri (26 Agosto)
biennale della ceramica (dal 20 dicembre al 24 febbraio)
Presepi di Caltagirone (dal 1 dicembre al 31 gennaio)
MUSEI
Museo della Ceramica di Caltagirone
Museo Civico al Carcere Borbonico
Museo delle Ville Storiche Caltagironesi e Siciliane
Museo d'Arte Contemporanea
Museo Internazionale del Presepe
Mostra dei Pupi Siciliani
GASTRONOMIA
La cucina calatina è stata fortemente influenzata dalle tradizioni
culinarie dei vari popoli succedutisi in Sicilia nel corso dei secoli:
Arabi, Normanni, Spagnoli e Francesi.
Provengono dai maestri dolciari arabi i segreti per lavorare le mandorle
tostate con la chiara d'uovo e il miele.
Ricordiamo a pasta reali, i cuddureddi ri Natali, (pastafrolla con ripieno
di vin cotto, miele o mandorle), i panareddi ri Pasqua (forme tradizionali
di pane dolce), i cassateddi (saccottini ripieni di ricotta), i Totò,
le cutumele (frittelle dolci a base di ricotta e miele, i cannoli, i
gelati e le granite.
Non sono da dimenticare a cubbàita (torrone di ceci, canditi
d'arancia e miele) e a giuggiulena (torrone a base di sesamo e miele).
I piatti poveri, invece, richiamano con i loro ingredienti le antiche
tradizioni contadine; le terre di Caltagirone producevano e producono
agrumi, uva da tavola, olive e cereali e su questi prodotti si basava
l'alimentazione degli antichi abitanti calatini.
Pasta cu maccu (condita con purea di fave), pasta chi mirangiani (con
melanzane e ricotta salata), piruna (calzoni ripieni di spinaci o altre
verdure), pani ri casa cunzatu, scacciati, cuccia (grano cotto), ngucciata
(polenta di semola di grano duro), e pasta ri casa (semola di grano
duro con acqua) sono alcuni piatti tipici della tradizione culinaria
caltagironese.
Le muffuredde (panini di grano duro con l'aggiunta di semi di finocchio)
sono associate alle festa della Madonna Immacolata e vendute casa per
casa da ambulanti all' alba;la cuccìa (grano bollito) è
una specialità tipicamente associata alla festa di Santa Lucia.