Calatafimi
Segesta è un comune di oltre 7.000 abitanti
in provincia di Trapani distante 40 km da Trapani,
85 da Palermo e 128 da Agrigento. In origine solo
Calatafimi, nel 1997 ha assunto il nome attuale, grazie
a una legge regionale voluta dall'allora presidente
dell'Assemblea Regionale Siciliana Nicola Cristaldi,
che è stato sindaco dal 1997 al 2007. In tale
occasione, l'allora sindaco Nicola Cristaldi negò
l'indizione di un referendum popolare affiché
la cittadinanza potesse liberamente esprimere il suo
consenso o meno al cambio del nome del paese. Dal
dicembre del 2007, le tre parrocchie del centro storico
sono gestite da un parroco Don Francesco Campo e da
un vicario parrocchiale don Giuseppe Giacomelli.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nell'antichità fu definita Acesta, di origine
troiana. Nel territorio del comune si trovano i resti
dell'antica città greca di Segesta, con cui
fu in guerra. Calatafimi fu all'inizio un castello
saraceno, che vi si stabilirno intorno all'860. Divenne
poi feudo di Federico di Aragona. Nel 1693 fu quasi
completamente distrutta a causa di un terremoto. Il
15 maggio 1860 si svolse la battaglia di Calatafimi
tra i Mille guidati da Giuseppe Garibaldi e l'esercito
borbonico; primo scontro vittorioso per la conquista
del Regno delle due Sicilie, e i caduti riposano nel
sacrario di Pianto Romano, costruito da Ernesto Basile.
SEGESTA
Segesta è una città storica non più
abitata, fondata dagli Elimi e situata nella parte
nord-occidentale della Sicilia. La vecchia città
sorge sul monte Bàrbaro, nel comune di Calatafimi-Segesta,
a una decina di chilometri da Alcamo e da Castellammare
del Golfo. Di particolare bellezza sono il tempio,
in stile dorico, e il teatro, in parte scavato nella
roccia della collina. La data della fondazione non
è conosciuta, ma da documenti risulta che la
città era abitata nel IV secolo a.C.. Lo storico
greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando
il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono
Segesta ed Erice. Questi profughi presero il nome
di Elimi. Secondo il mito, Segesta sarebbe stata fondata
da Aceste (che ne fu il primo re), figlio della nobile
troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso. Segesta
fu distrutta dai Vandali nel V secolo, e mai più
ricostruita nelle dimensioni del periodo precedente.
Ciononostante, vi rimase un piccolo insediamento e,
dopo la cacciata degli Arabi, i Normanni vi costruirono
un castello. Questo, ampliato in epoca sveva, fu il
centro di un borgo medievale. Se ne perse poi quasi
il nome fino al 1574, quando lo storico domenicano
Tommaso Fazello, artefice dell'identificazione di
moltissime città antiche della Sicilia, ne
localizzò il sito.
IL
TEMPIO E IL TEATRO DI SEGESTA
Si pensa che il tempio di Segesta, di stile dorico,
non sia mai stato terminato, anche perché non
presenta resti della cella e della copertura. Si è
allora pensato che potrebbe esser stato costruito
per ospitare riti indigeni; o che la cella e la copertura
fossero stati costruiti in legno; o, ancora, che la
terminazione della costruzione sarebbe stata impedita
a causa della guerra contro la rivale Selinunte nel
416 a.C. Si tratta di un tempio periptero esastilo
(ossia con sei colonne sul lato più corto,
non scanalate). Sul lato lungo presenta invece quattordici
colonne. Il tempio è stato costruito, probabilmente,
intorno alla seconda metà del V secolo a.C.,
sulla cima di una collina a ovest della città,
fuori dalle sue mura. Per la sua fattura e per il
suo attuale stato di conservazione, può considerarsi
uno fra i templi più belli dell'antichità.
Il teatro, che può datarsi intorno alla metà
del III secolo a.C., è posto sulla collina
opposta a quella del tempio, a circa 440 metri di
altezza. Sette cunei dividono i posti degli spettatori.
Le separazioni sono fatte in travertino. La divisione
orizzontale del teatro (diazoma) permetteva lo spostamento
degli spettatori da una sezione all'altra del teatro.
La zona superiore purtroppo è semidistrutta,
e assai poco resta anche della scena, che secondo
gli studiosi sarebbe stata decorata da colonne e pilastri.
Il teatro poteva ospitare oltre 3000 persone.
FESTE
Festa religiosa in onore di Cristo Crocifisso, la
cui devozione nella cittadina è collegata ad
un antico crocifisso ligneo di autore ignoto, cui
sono attribuite numerose guarigioni avvenute nel 1657.
In tale anno il crocifisso, che si trovava nella sagrestia
della chiesetta di Santa Caterina d'Alessandria, fu
portato per la prima volta in processione con autorizzazione
del vescovo di Mazara. La festa si svolge ogni 3-5
anni nei giorni dall'1 al 3 maggio. La popolazione
calatafimese, divisa in ceti, sfila per tre giorni
in processione lanciando confetti, cucciddati e fiori.