Biancavilla 
Sicilia

Biancavilla è una cittadina a 513 m di altitudine sulle falde dell'Etna, 32 Km a Ovest di Catania.

DA VEDERE
Le architetture religiose di Biancavilla si rifanno essenzialmente allo stile barocco siciliano:

Chiesa di Santa Maria dell'Elemosina, chiesa madre della città e santuario mariano, risalente all'inizio del XVI secolo e rimaneggiata nei secoli XVII, XVIII e XIX.
Chiesa di Santa Maria del Rosario
Chiesa di Santa Maria Annunziata
Chiesa del Cristo Re
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa della Badia, antica chiesa abbaziale oggi abbandonata
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Chiesa di Santa Maria della Mercede, ad un'unica navata interamente affrescata nel Settecento da Giuseppe Tamo da Brescia
Chiesa di Santa Maria dell'Idria

Da ricordare anche alcuni monumenti civili:

Villa delle Favare, settecentesco palazzo al limite del centro storico un tempo appartenuto ai marchesi delle Favare, oggi in restauro; alla sua riapertura, la dimora gentilizia ospiterà la biblioteca comunale, un museo dell'arte contadina e alcune sale per conferenze
Palazzo Bruno, elegante edificio ottocentesco di Via Vittorio Emanuele, casa natale del poeta Antonio Bruno
alcuni palazzi sette-ottocenteschi del centro storico
Biancavilla vanta anche la presenza di un antico orto botanico, oggi privato, a pochi passi da piazza Roma.

MANIFESTAZIONI
Sono patroni della città Maria santissima dell'Elemosina, festeggiata l'ultima domenica di agosto e il 4 ottobre, San Zenone, festeggiato il 14 febbraio e il 3 ottobre e san Placido, la cui festa si svolge 5 e 6 ottobre]] Durante la festa, un tempo, la statua del santo veniva portata in processione su un antico "fercolo" che spesso veniva fatto passare a forza nei vicoli più stretti; la processione si arrestava davanti alle case delle persone che la popolazione riteneva dovessero fare un'offerta e aspettava finché l'offerta non veniva effettivamente versata. La statua rimaneva sul sagrato della chiesa anche in caso di pioggia. A questi eccessi fu messo un freno nel 1746 facendo divenire la festa una regolare processione con l'intervento del clero e del capitolo collegiale. Durante la sera le vie venivano illuminate da lumi lungo il percorso principale. Alla festa si affiancano una fiera, concerti, fuochi di artificio, musiche della banda e un trofeo podistico.

Vi si svolge il 5 ottobre una processione con la statua e le reliquie del santo, che compie un giro esterno per le vie cittadine. Il giorno successivo, recentemente in gemellaggio con il comune di Castel di Lucio, che ha pure come patrono san Placido, si tiene una messa comune e si svolge una seconda processione serale, seguita dai fuochi d'artificio.

La festa della Madonna dell'Elemosina è preceduta da una novena e si svolge con una solenne processione nell'ultima domenica di agosto preceduta da una messa solenne in piazza fatta da cardinale e arcivescovi. Nel corso della festa patronale di ottobre, in onore della Madonna viene detta una messa dall'arcivescovo di Catania e si svolge anche una processione la sera del 4 ottobre lungo il cosiddetto "giro dei santi", a cui partecipano le associazioni, gli ordini cavallereschi e le confraternite.

La Settimana Santa
Assai suggestivi sono gli antichi riti che ogni anno caratterizzano la Pasqua biancavillese.

Le celebrazioni si aprono con la processione mattutina della Domenica delle Palme.
La sera del mercoledì viene messa in scena per le vie del centro storico la suggestiva Via Crucis vivente che si conclude a tarda sera con la rappresentazione della Resurrezione.
Il Giovedì santo dopo la solenne concelebrazione eucaristica "in coena Domini", si tiene la processione de "I cruciddi", ovvero la visita ai "sepolcri" delle chiese cittadine che si conclude in nottata.
Il Venerdì Santo, alla 6.00 del mattino, dalla chiesa del Purgatorio prende avvio la lunghissima processione del simulacro settecentesco in cera dell'Addolorata, che, lungo il tragitto, fa sosta in tutte le chiese del centro urbano, nella casa di riposo e nei locali dell'ospedale. La processione si conclude intorno alle 13.00, quando, all'interno della Chiesa Madre, la Madre Addolorata trova il Figlio morto adagiato in un'urna di cristallo.
Poche ore dopo, intorno alle 19.30, prende avvio la suggestiva processione (un unicum in tutta la provincia di Catania) dei "Tri Misteri": all'inizio del '700, infatti, i simulacri che vi prendevano parte erano tre; più tardi divennero sette. Le statue, quasi tutte portate a spalla dai devoti, escono una alla volta dalle chiese in cui sono custodite durante l'anno; il corteo si completa di tutti i suoi elementi in piazza Roma.

La processione è così strutturata:

-Simulacro di Gesù all'orto (confraternita di Sant'Antonio), il primo dei sette ad uscire dalla rispettiva chiesa

-Simulacro del Cristo alla colonna (arciconfraternita del Rosario)

-Simulacro dell'Ecce homo (confraternita dell'Annunziata)

-Simulacro del Cristo con la croce (confraternita della Mercede)

-Simulacro della Pietà o della "Madonna dello Spasimo" (confraternita di San Giuseppe)

-Simulacro del Cristo morto (arciconfraternita del SS. Sacramento - Circolino di S. Placido martire)

-Simulacro dell'Addolorata (arciconfraternita dei Bianchi)

-Torcia lignea (arciconfraternita del SS. Sacramento), cereo in legno scuro

-Croce lignea con i simboli della Passione (associazione di Maria SS.dell'Elemosina)

-Clero, Capitolo con la reliquia della Santa Croce - servizio d'onore alla reliquia curato dall'Associazione "Maria SS. dell'Elemosina"

-Autorità civili e militari

-Corpo bandistico

Nella piazza centrale il coro polifonico della chiesa Madre esegue canti sacri. La processione segue poi il cosiddetto "giro dei santi", accompagnata dalle marce funebri della banda. Quindi, a tarda sera, i primi simulacri iniziano a rientrare nelle rispettive chiese con il caratteristico passo della annacata (consistente nel percorrere alcuni passi avanti e altri indietro a ritmo molto lento). Entrano per ultimi, nella prima nottata, il Cristo alla Colonna, il Cristo morto, la torcia e la Vergine Addolorata, che attende in silenzio il passaggio degli altri due fercoli dinanzi al sagrato della Chiesa del Purgatorio.

Il Sabato Santo non si svolgono celebrazioni esterne: i principali appuntamenti sono invece all'interno della Chiesa Madre e della Chiesa dell'Annunziata, intorno alle 22.30; durante le solenne veglia pasquale, al canto del gloria e al suono delle campane, le grandi tele raffiguranti scene della Passione che avevano coperto gli altari maggiori delle due rispettive durante la Settimana Santa chiese vengono fatte cadere al suolo per scoprire i simulacri del Cristo risorto; questo spettacolare rito è detto "a cascata 'a tila" ("la caduta della tela").
La domenica di Pasqua le celebrazioni esterne giungono ai momenti conlusivi: intorno alle 10.30 prende il via dalla Chiesa dell'Annunziata la processione del simulacro dell'arcangelo Gabriele, che, muovendosi al ritmo di una frenetica corsa ("a ballata"), percorre più volte la strada che separa la chiesa dell'Annunziata dalla Chiesa Madre. A mezzogiorno, infine, l'angelo ritorna davanti al sagrato della matrice insieme al simulacro della Madonna: quando le due statue si sono posizionate ai piedi della basilica, il simulacro del Cristo Risorto varca la porta centrale della Chiesa e va incontro alla Madre gioiosa: la due statue si avvicinano fino a che le labbra della Madonna sfiorano il costato del Figlio fra la folla festante, in un tripudio di applausi, scampanii e colpi di mortaretto. Questa spettacolare manifestazione religiosa, soprannominata "a paci" (la pace), si ripete circa un'ora dopo in piazza Annunziata, subito prima del rientro della Madonna. L'Angelo sarà l'ultimo a rientrare in Chiesa dopo aver riaccompagnato il Cristo Risorto con l'andamento festoso che lo contrattiddistingue.

ORIGINI E CENNI STORICI
Fu fondata l'8 gennaio 1488, quando una colonia di profughi albanesi, guidati da Cesare Masi, ottennero il permesso di abitare nel sito, assai prossimo all'antica città di Adernò, oggi Adrano dal conte Moncada, il quale chiese ed ottenne la "licentia populandi" dai presidenti del Regno di Sicilia Santapau e Centelles. La colonia fu insediata nella zona allora chiamata Callicari (o Pojo Rosso).
Secondo la tradizione popolare i profughi avrebbero portato con sé un'immagine bizantina della Madonna dell'Elemosina (della Misericordia), detta "di San Luca" e con volto dal colorito bruno, e inoltre un reliquiario d'argento di san Zenone, una croce di legno e una campana. Sostati nella località di Callicari o Pojo Rosso, secondo la leggenda, avrebbero appeso l'icona della Madonna ad un fico, ma il giorno successivo questa sarebbe divenuta inamovibile per un groviglio di rami attorcigliati. L'evento fu ritenuto miracoloso e considerato il segno che la Vergine desiderava in quel luogo lo stanziamento del gruppo. Questo tuttavia si divise: una parte proseguì fino a fondare Piana degli Albanesi, mentre altri si fermarono nel luogo indicato dalla Vergine e fondarono il nuovo insediamento. Questo prese il nome di "Casale dei Greci", quindi di "Albavilla" e dal 1599 Biancavilla, forse in omaggio alla regina Bianca di Navarra. Il culto di san Placido, martire benedettino canonizzato nel 1631, si diffuse a Biancavilla alla fine del XVII secolo, quando la cittadina, risparmiata più di altri centri alle falde del vulcano dalle eruzioni dell'Etna, vide una certa immigrazione.
All'intercessione della Madonna dell'Elemosina fu anche attribuita la liberazione della città dal fuoco dell'Etna, da epidemie, siccità e vicende belliche e il 3 ottobre 1948 l'icona venne solennemente incoronata e il consiglio comunale deliberò l'atto di consacrazione della città alla Vergine.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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ISTITUTO PARITARIO SAN GIUSEPPE - CATANIA (CT)
Hotel Scrivano - Randazzo - CT
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