Belpasso
è un comune della provincia di Catania. Gli
abitanti sono detti belpassesi (malpassoti in siciliano).
ETIMOLOGIA
In passato era identificato con il nome di Malpasso
e Fenicia Moncada. In seguito dell'eruzione dell'Etna
e del terremoto che colpirono il paese rispettivamente
nel 1669 e nel 1693 fu ricostruito e fu riassegnato
il nome di Belpasso con scopo augurale. "Passo"
ha il significato di "passaggio".
ORIGINI
E CENNI STORICI
La prima menzione del paese, con il nome di Santa
Maria del Passo risale al 1305. Il successivo toponimo
di Malpasso (Malupassu) derivava dalle caratteristiche
della zona: passu indica, infatti, una zona con frequente
passaggio, mentre malu, aggiunto all'inizio, si riferiva
a luogo pericoloso e disagevole (dal latino malus)
o, più probabilmente, alla presenza di alberi
di mele (da malum). Gli abitanti del paese presero
il nome di malpassoti. A Malpasso appartenevano una
serie di borghi e villaggi: Guardia di Malpasso e
Bottighelle, a nord-ovest, Nicolosi, a nord-est, Sant'Antonio,
a sud, e ancora, Annunziata di Malpasso, Fallachi,
Misericordia di Malpasso, Fondaco Vecchio e Fondaco
Nuovo. Il paese venne distrutto dall'eruzione dell'Etna
del 1669, che interessò in parte anche Catania,
coperto il paese da uno spesso strato di lava fuoriuscita
da un cratere, apertosi a nord dell'abitato di "Mompilieri"
(Monti Rossi). Gli abitanti superstiti lo rifondarono,
in una zona piuttosto distante dall'originario abitato,
all'epoca denominata "contrada Grammena".
Il nuovo centro prese il nome di Fenicia Moncada,
derivata dall'araba fenice e dalla potente famiglia
dei Moncada, feudatari della zona, e gli abitanti
ebbero nome di "fenicioti". Anche questo
centro venne tuttavia abbandonato, a causa delle distruzioni
subite con il terremoto del 1693. Il paese attuale
venne rifondato una seconda volta in una zona ancora
diversa, all'epoca conosciuta come "Piano Garofalo",
a cura della locale famiglia Bufali con il beneaugurante
nome di Belpasso. Il paese è caratterizzato
da una pianta a scacchiera, insolita, per la Sicilia,
adottata al momento della ricostruzione: questa si
basò infatti su uno schema razionale, con isolati
simmetrici di forma quadrata, disegnato dal mastro
Michele Cazzetta. Quasi tutte le vie non hanno nomi
specifici ma si distinguono semplicemente in "rette"
e "traverse", seguite da un numero.
Chiesa
madre di Santa Maria Immacolata
Si trova nel quartiere "Matrice" e vi viene
venerata anche Santa Lucia. Vi viene esposta ogni
anno, dalla domenica delle Palme a Pasqua una Crofissione
di Cristo (detta a Tila), grande tela di 15 m per
10 m, dipinta nel 1896 dal pittore Zenone Lavagna
e rimasta incompiuta. La sua campana è la sesta
per grandezza in Italia. Da segnalare il crocifisso
ligneo risalente alla fine del cinquecento, raffigurato
morente, nell'atto di rendere lo spirito.
Chiesa
di Sant'Antonio da Padova (ex convento)
Edificata nella seconda metà del XVIII secolo,
è un edificio ad un'unica navata. Conserva
dipinti di Giuseppe Zacco e Michele Vecchio e un pregevole
portale settecentesco in pietra lavica.
"Cisterna
della Regina", situata a nord-est del paese,
fece parte di una residenza edificata dalla regina
Eleonora d'Angiò dopo la morte del marito Federico
III d'Aragona (1337, presso il monastero benedettino
di San Nicola.
ALTRI
EDIFICI STORICI
Palazzo Bufali
Palazzo Cantarella
Palazzo Scrofani
Palazzo Spampinato
ALTRI
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa Sant'Anna
Chiesa Madre
Chiesa Cristo Re
Chiesa Sant'Antonio di Padova
TEATRI
Teatro Comunale Nino Martoglio
GASTRONOMIA
La gastronomia belpassese trae le proprie origini
dalla cultura contadina ed è basata su piatti
semplici e genuini ove prevalgono i sapori della tradizione,
forte di influenze greche, romane, francesi, spagnole
e arabe.
Tra i primi piatti, caratteristiche le paste con i
legumi, con il finocchietto selvatico, i broccoli
, il cavolfiore , gli asparagi. Tra i secondi piatti
, tipica la carne di vitello Agrassata
con cipolla, pomodoro e prezzemolo; il Falsomagro
(una grossa braciola ripiena carne trita, uova,formaggio,cipolla
e aromi); lagnello al forno , il coniglio in
agrodolce, le sarde a beccafico e i mascolini
(alici) marinati. Nelle zone altomontane si preparano
pietanze a base di funghi, pasta fresca a volte ripiena.
Squisiti i dolci: biscotti di mandorla profumati alla
vaniglia, torroncini morbidi, gelati alla frutta,
granite. Altre specialità vengono preparate
in occasione delle feste: alla tradizione natalizia
e pasquale sono legate le Raviole" fritte
ripiene di ricotta, le Cassatele, le Mostarde di fichi
dIndia, i Mustazzoli ripieni, u
Ciciliu.
RIEPILOGO
DOLCI TIPICI
Biscotti bersaglieri (ricoperti di cioccolata o glassa
bianca)
biscotti di mandorla profumati alla vaniglia
cassatelle al forno (condite con zucchero, cannella
e prezzemolo)
i mustazzoli (ripieni di mandorle e vino cotto)
I Tatò
raviole fritte ripiene di ricotta
u ciliu (una sfoglia biscottata con uova fresche decorate)
torroncini morbidi (noti quelli del cav. Condorelli).