Belmonte
Mezzagno è un comune della provincia di Palermo
in Sicilia. Fa parte dell'Area metropolitana di Palermo.
Belmonte fu fondata da Giuseppe Ventimiglia Principe
di Belmonte nel XVIII secolo. Belmonte Mezzagno è
una cittadina situata ai piedi del pizzo "Belmonte"
(ad ovest) dal quale prende il nome. Dista circa 13
km dal centro del capoluogo. È anche circondata
dai rilievi di Pizzo Neviera a sud-ovest, dalle colline
delle Montagnole ad est e dal rilievo di Monte Santa
Caterina, prolungamento del Monte Grifone a nord,
che contribuiscono a creare una sorta di anfiteatro
naturale intorno al centro urbano. Nel territorio
di Belmonte Mezzagno negli ultimi anni, ha avuto sviluppo
il settore terziario e industriale: quest'ultimo consiste
principalmente nelle aziende specializzate in ceramica
e nell'utilizzo e raffinazione di materiali estratti
a fini edilizi, vi è presenza di onice. Il
territorio ha una diversa orografia del terreno. A
volte è impervia. Fra le essenze coltivate
in prevalenza vi è l'olivo per la produzione
di Olio di oliva anche se mai si è puntato
alla valorizzazione; altre colture in atto sono le
mandorle, i mandarini nella valle del Landro e radi
sono i Fichi d'India. In passato sviluppati erano
il frassino da manna e il sommacco per la produzione
di tannini e coloranti. L'unico accesso al paese era
dato una volta da una mulattiera che percorreva la
valle nota come la Scala la quale collegava Belmonte
a Palermo. Il paese è attraversato dal torrente
Landro o Oleandro che confluisce più avanti
nel fiume Eleuterio. Nelle vicinanze della cittadina
siciliana si trovano le località di soggiorno
di Gibilrossa e Piano Stoppa appartenenti per la maggior
parte al comune di Misilmeri, mentre parte integrante
del territorio belmontese, adiacente a Gibilrossa,
è la località del "Fortino"
nota anche per una certa presenza di archeologia bellica
risalente all'ultimo conflitto mondiale. Altre località
di soggiorno nell'ambito comunale sono la valle di
Piano Casale - il cui territorio è estensivamente
coltivato ad ulivi - e SS.Salvatore (il cui originario
nome dialettale è "U Sarbaturi" che
vuol dire "Il Serbatoio", benché
in siciliano si sia confuso con l'omofono "U
Sarbaturi" che vuol dire "Il Salvatore",
acquistando perciò significato religioso; il
serbatoio in questione è una gebbia utilizzata
a scopo di approvvigionamento idrico), che offre un
superbo panorama sulla città di Palermo e il
suo golfo.
CHIESA MADRE
La chiesa Madre (1752) (1756) del paese è dedicata
al SS. Crocifisso e si trova in piazza Garibaldi (la
piazza principale del paese). Oltre alla chiesa Madre
è da citare la chiesa delle Anime Sante del
Purgatorio, (1843) con l'attiguo convento delle Suore
Francescane di Madre Maria di Gesù Santocanale.
Altre costruzioni rilevanti sono la cappella del Rosario,
alla periferia Sud-Ovest, e la chiesetta della Madonna
dei Poveri, già sede di sepolture per i cittadini
nei secoli scorsi.
LO STAGNONE
Lo Stagnoneera un importante opera idraulica ipogea
del XVIII Secolo. Serviva per approvvigionare il paese.
Costruito a ridosso della matrice e progettato da
Giovanni Battista La Licata per volere del Principe
Giuseppe Emanuele Ventimiglia .Oggi è un vano
libero di 350 m² ed è stato restaurato
dal comune che ha provveduto a creare pure un accesso
indipendente da via Stagnone; in futuro dovrebbe ospitare
il Museo dell'Acqua.
L'ABBIVIRATURA VECCHIA
Abbiviratura vecchia risale al 1902 ed è sita
in piazza Tenente Chinnici.
LE GROTTE
Nel territorio belmontese sono presenti diverse grotte
di origine carsica, Antro scala dei Muli, Grotta dei
Laghetti, Pozzo Fiandra, Pozzo Landro, Sette Camere,
Zubbietto Pizzo Neviera, Zubbio.
TRADIZIONI
Belmonte Mezzagno è di fondazione più
recente rispetto ad altri comuni contigui (seconda
meta del '700) e questo ha significato che il centro
del palermitano ha gradualmente assorbito popolazione
dall'esterno anche grazie alla prossimità del
capoluogo regionale mantenendo tuttavia una propria
atmosfera peculiare. A causa di questo anche le tradizioni
sono abbastanza recenti (ad esempio mancano riti ancestrali
o leggende misteriose di origine rurale presenti altrove
in Sicilia) e sono state preservate dagli abitanti
perché considerate parte del proprio patrimonio
culturale nonostante la trasformazione da centro prevalentemente
agricolo a centro ad economia diversificata.
Una tradizione locale vuole
che i cittadini si rechino il 3 maggio di ogni anno
sul Pizzo Belmonte (detto la Santa Croce a causa della
presenza di una Croce sulla vetta) per ricordare il
Calvario di Gesù Cristo. Si tratta di una vera
e propria escursione di tipo alpinistico data la natura
impervia del Monte, il quale è cosparso di
13 cappelle che fungono da tappe della Via Crucis.
Altri due pellegrinaggi tradizionali
erano quello del 7 ottobre alla Cappella del Rosario
e quello alla Chiesa di Madonna dei Poveri (attualmente
non agibile) in maggio.
Belmonte conserva anche diverse
tradizioni ormai non più molto comuni nel resto
della Sicilia, come la tradizione della Vampa di San
Giuseppe, che consiste nell'accensione di una catasta
di legna che viene piazzata in un ampio luogo appropriato;
(piazza Giuseppe Mazzini) durante il rito vengono
pronunciate delle invocazioni scandite ripetutamente
in lingua siciliana locale rivolte proprio al Santo
come omaggio devozionale finché la catasta
non viene consumata dal fuoco. Ciò avviene
la vigilia del 19 marzo. Organizzato dalla confraternita
di San Giuseppe.
Il centro del Palermitano mantiene
anche la tradizione delle Confraternite o Congregazioni,
associazioni cattoliche consacrate a diverse figure
religiose come santi o rappresentazioni varie di Gesù
Cristo o di Maria di Nazareth le quali sono molto
presenti nella vita sociale di molti cittadini. Queste
si occupano, fra l'altro, dell'accompagnamento (obbligatorio)
dei defunti appartenenti alla propria congregazione
lungo il corteo funebre dalla Parrocchia del SS.Crocifisso
al Cimitero Comunale, una pratica molto comune a Belmonte,
snodandosi quindi per le vie principali del centro
urbano e di alcuni compiti legati al funerale della
persona deceduta. Esse precedono il feretro nel corteo
funebre, appena dopo la banda musicale (con una marcia
funebre) che a sua volta apre il corteo funebre. Le
confraternite diffondono anche l'annuncio dei compiti
ed obblighi dei confratelli attraverso un banditore
che gira per le vie del paese. I membri della Confraternita
del Crocifisso (o in dialetto, I Fratelli r'u Signuri)
hanno il compito particolare di presiedere ad alcuni
momenti religiosi della Settimana Santa in parrocchia,
a turno e in maniera continuata durante la giornata,
indossando un cappuccio appuntito che ricopre interamente
il volto e che lascia scoperti solo gli occhi, oltre
agli indumenti propri della Confraternita a cui appartengono.
Tale copricapo è analogo a quelli portati delle
Confraternite Spagnole durante la Settimana Santa,
specialmente quelle di Siviglia.
I Tamburinai sono delle figure
ancora molto vive nel folklore belmontese e annunciano
con la loro presenza, determinandolo, il percorso
di processioni che si svolgeranno per le vie nei giorni
seguenti alla loro comparsa.
Il Corteo Nuziale dalla casa
della sposa alla Parrocchia per le principali strade
belmontesi, già caduto per qualche decennio
in disuso, è stato ripreso recentemente in
diversi casi da giovani coppie.
Nella settimana che comprende
il 4 ottobre, festa di San Francesco D'Assisi è
ormai tradizione portare i propri animali domestici
alla celebrazione della Benedizione degli Animali,
evento che riscuote grande apprezzamento in particolare
da parte dei più piccini.
Nei giorni precedenti alle
festività dell'Immacolata Concezione e del
Santo Natale, nelle chiese belmontesi vengono inoltre
eseguiti due rispettivi lunghi canti religiosi dialettali
molto caratteristici prima delle Sante Messe (le Novene).