Acireale
è un comune della provincia di Catania. Di
incerta origine, oggi l'impianto urbanistico è
quello tipico delle città tardo-medievali della
Sicilia. Sorge a metà della costa jonica siciliana
a 15 km da Catania. I suoi abitanti si chiamano acesi
(jacitani in siciliano). È sede della diocesi
di Acireale.Nel territorio di Acireale ricade l'area
in cui sorgeva il bosco d'Aci, oggi ridotto solamente
alle frazioni di Santa Maria degli Ammalati e San
Giovanni Bosco. Un tempo si estendeva in tutta la
zona orientale dell'Etna e ospitava soprattutto querce
e castagni. Claudiano lo citò nel mito del
ratto di Proserpina e durante la dominazione romana
era conosciuto come rifugio per i briganti. Disboscato
a partire dal Quattrocento per ricavarne legname,
si è ulteriormente ridotto per far spazio alle
costruzioni cittadine. La Timpa è un promontorio
di circa 80 m di altezza a ridosso della costa di
Acireale. Dal 1999 è diventata riserva naturale
orientata. È caratterizzata da rocce di origine
vulcanica a gradinate e da diverse faglie nelle quali
cresce una fitta vegetazione; il territorio della
riserva si presenta conservato ed in larga parte incontaminato,
pur se inserito in un contesto particolarmente antropizzato,
come la costa orientale a nord di Catania.
ETIMOLOGIA
Il nome della città deriva dalla mitologia
greca, in cui vi era posto per una divinità
chiamata Aci. Questi era un pastore di cui si innamorò
Galatea, di cui a sua volta era innamorato il ciclope
Polifemo che schiacciò il rivale sotto un masso.
Dal sangue del pastore nacque un fiume chiamato Akis
dai greci, oggi "scomparso" sottoterra,
ma che riaffiora come sorgente nei pressi di Santa
Maria la Scala in una sorgente chiamata " u sangu
di Jaci" ( il sangue di Aci). Il nome della città
ha subito dunque una lenta evoluzione: diventò
Jachium sotto i bizantini, Al Yag con gli arabi e
quindi Aquilia con gli spagnoli.
DA
VEDERE
Il centro di Acireale è la Piazza del Duomo,
su cui si affacciano alcuni degli edifici più
importanti della città, tra cui la Chiesa Cattedrale,
la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il Palazzo del
Comune, il Palazzo Modò. La Cattedrale è
dedicata a Maria Santissima Annunziata, ma è
comunemente attribuita al culto di Santa Venera, la
patrona. L'impianto originale risale al XV secolo
ed è stato rimaneggiato nei secoli successivi.
All'interno si trovano opere di Pietro Paolo Vasta,
Antonio Filocamo, Giuseppe Sciuti, Vito D'Anna e Giacinto
Platania. La Basilica dei Santi Pietro e Paolo fu
costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha un prospetto
barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile
è del XIX secolo; un secondo campanile, pur
se progettato non venne mai realizzato. L'interno,
a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto
del 1818. Vi si trovano alcune tele del Vasta, di
Giacinto Platania ed una statua del Cristo alla Colonna,
di autore ignoto, molto venerata in città e
tradizionalmente portata in processione ogni 70 anni.
La Loggia Giuratoria o Palazzo del Comune, di chiaro
impianto scenografico barocco, fu progettata dopo
il 1640, rimaneggiata nel XVIII secolo e danneggiata
dai terremoti nel 1783 e 1818. Da ammirare i mascheroni,
le mensole che reggono le balconate, e le opere in
ferro battuto e il balcone ad angolo. All'interno,
vi è una esposizione di divise militari d'epoca.
Il Palazzo Modò (ex Teatro Eldorado) è
un palazzo, che non prospetta direttamente sulla piazza
ma ne è defilato. Della originaria struttura
rimangono due balconi con reggimensole baroccheggianti,
dei mascheroni ed il nome del teatro Eldorado, realizzato
al suo interno nel 1909 ed attivo sino al primo dopoguerra.
CENTRO
STORICO
Nel centro storico vi sono altri palazzi, chiese e
monumenti di grande interesse. La Biblioteca e Pinacoteca
Zelantea è un'istituzione del XVII secolo,
ospitata in un palazzo neoclassico realizzato nel
XIX secolo dall'Ingegnere Mariano Panebianco, che
raccoglie alcune collezioni d'arte e di testi antichi.
È visitabile su richiesta al personale. La
Basilica Collegiata di San Sebastiano è la
chiesa più importante di Acireale, dichiarata
monumento nazionale. Realizzata a partire dal Settecento,
presenta una facciata a più ordini, preceduta
da una balaustra. L'interno è ricco di affreschi
di Paolo Vasta. La Chiesa di Sant'Antonio da Padova
è la più antica chiesa della città,
forse l'unica che risale al periodo di Aquilia Nuova.
Rimaneggiata nei secoli, anche a causa dei terremoti,
conserva un bel portale in stile gotico. La chiesa
era inizialmente intitolata a san Sebastiano e sede
dell'antica confraternita dedicata al santo. Solo
dopo la costruzione della nuova chiesa di San Sebastiano,
venne dedicata al culto di sant'Antonio. Al suo interno
si possono ammirare affreschi e tele di Alessandro
e Pietro Paolo Vasta. Lo stesso Paolo Vasta, mentre
lavorava al suo interno, colto da malore cadde da
una impalcatura subendo l'incidente che gli costò
la paralisi. La Chiesa di Santa Maria del Suffragio
appare quasi asimmetrica rispetto alla strada ed ha
la facciata rivolta al mare. Tradizionalmente la necessità
della costruzione della chiesa è attribuita
alle mogli dei pescatori, che poco abbienti si trovavano
a disagio nelle ricche e sontuose chiese frequentate
dalla nobiltà cittadina. La chiesa fu realizzata
nel XVII secolo. L'interno è ricchissimo di
affreschi, tra cui Il Mistero dell'Eucaristia di Pietro
Paolo Vasta sulla volta. La Chiesa di San Camillo
ha una facciata esterna molto scarna, ma è
riccamente decorata all'interno. Realizzata nel 1621
a navata unica, fu affrescata da Paolo Vasta con le
Storie del Vecchio Testamento con soggetto femminile
e, per questo, definita da alcuni come la Chiesa delle
Donne. Il Corso Umberto è il passeggio della
città, via lungo la quale prospettano i diversi
palazzi nobiliari. Svoltando a sinistra, dopo circa
350 m, si arriva in Piazza Garibaldi (detta 'la piazzetta',
dagli acesi), dove è collocata al centro la
statua dedicata ai caduti dello scultore acese Michele
La Spina. Inoltre nel lato ovest della piazza prospetta
il Teatro Maugeri, molto in voga negli anni Sessanta.
Proseguendo in Corso Umberto, per altri 500 m, si
raggiunge Piazza Indirizzo, dove sulla destra si trova
l'ingresso alla Villa Belvedere, inaugurata nel XIX
secolo e nel lato a nord il prospetto della Chiesa
dell'Indirizzo, in stile neoclassico. Sono di minore
importanza i palazzi nobiliari Musumeci (con portale
d'ingresso in pietra lavica scolpita) e Calanna e
le chiese di San Biagio, Santa Maria degli Angeli,
dellla Madonna del Carmelo nel quartiere Carmine,
San Domenico, San Filippo Neri, Santo Rocco, Maria
Santissima Odigitria e Maria Santissima Maddalena.
Altre chiese si trovano dislocate nei vari quartieri
del Comune e il numero totale giustifica l'appelativo
di città dai cento campanili.
MUSEI
La Biblioteca e Pinacoteca Zelantea istituzione del
XVII secolo, raccoglie collezioni d'arte, testi antichi
e reperti archeologici.
Nel Museo delle Tradizioni Contadine di Aci Platani
si trova la ricostruzione di una tipica abitazione
di una famiglia contadina etnea del XIX secolo.
Il Museo delle Uniformi, ospitato presso il Palazzo
del Comune in piazza Duomo raccoglie una collezione
di uniforme storiche a partire dalla fine del XVIII
secolo.
Il Monetario Floristella, che attualmente si trova
presso il Museo Archeologico Regionale di Siracusa
ed è in attesa di una collocazione in città,
raccoglie la collezione numismatica di Agostino Pennisi
di Floristella.
Il Teatro dell'Opera dei Pupi di Capomulini, condensa
negli spazi espositivi la importante tradizione dei
pupari acesi tramandata per generazioni.
MANIFESTAZIONI
La prima manifestazione di grande rilievo che si svolge
ogni anni ad Acireale è la Festa di San Sebastiano,
il 20 gennaio. La festa religiosa consiste in una
processione che parte in mattinata dalla Basilica
con in testa la statua di San Sebastiano e si sposta
per la città toccando i quartieri storici e
quelli più moderni.
A febbraio, è il turno del Carnevale, considerato
una naturale continuazione della festa religiosa.
La festa è considerata tra le più importanti
della Sicilia ed è abbastanza conosciuta anche
in Italia. Il primo carnevale di cui si abbia notizia
si tenne nel 1594 e si è proseguita la tradizione
ogni anno, salvo nei periodi bellici e dopo il terremoto
del Val di Noto. Oggi è accompagnato da una
competizione per i carri allegorici, infiorati e in
miniatura più belli. In estate, la festa più
importante è quella della santa patrona, Santa
Venera, che si svolge il 26 luglio. La festa del Natale
è inoltre molto sentita e viene onorata con
delle feste in piazza.
GASTRONOMIA
La granita, ottimo alimento rinfrescante dall'afa
estiva ad Acireale è considerato quasi un rito.
Nato probabilmente dalla tradizione dei «nevaroli»
che dall'Etna trasportavano la neve sino in riva al
mare, quando ancora non esisteva il frigorifero, in
città l'invenzione della granita è attribuita
a Francesco Procopio dei Coltelli un ingegnoso trezzoto
che con il café «le Procope» fece
successo nella Parigi del XVII secolo. Generalmente
viene servita nella sua ricetta di base al gusto di
mandorla ed accompagnata da brioche. Un altro alimento
tipico dell'estate acese è il seltz con limone
e sale, venduto dai numerosi chioschi che si trovano
per le vie della città. Inoltre, è rinomata
la pasticceria, che ha nelle zeppole di riso con miele
(definite anche crispelle di San Giuseppe in altri
comuni), nei cannoli ripieni con crema di cioccolato,
crema o ricotta, nei prodotti di pasticceria mignon
e nella gelateria artigianale le sue punte di diamante,
e la tavola calda con prodotti freschi di forno (arancini,
"cartocciate", "cipolline" ecc.)
nonché prodotti da colazione dolci (cornetti,
panzerotti, "raviole" con ripieno di ricotta,
"iris" con ripieno di crema di cioccolato
o crema) . Nelle borgate marinare vi sono molti ristoranti
che propongono menu a base di solo pesce fresco.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Si narra che Acireale e le altre Aci trassero la propria
origine da Xiphonia, una misteriosa città greca
oggi del tutto scomparsa. I poeti Virgilio e Ovidio
fecero risalire il mito della fondazione alla storia
d'amore tra Galatea e Aci, ucciso per gelosia dal
ciclope Polifemo. In epoca romana nello stesso territorio
nacque una città chiamata Akis, e che storicamente
partecipò alle guerre puniche. Nel Medioevo
il borgo si consolidò attorno al castello di
Aci e solo nel Trecento una decina di nuclei familiari
si spostò più a nord, dove nacque Aci
Aquilia o Aquilia Nuova, primo punto stabile dell'odierna
città. Il Cinquecento fu importantissimo per
Aquilia Nuova, dove si consolidò un forte ceto
mercantile che portò una notevole ricchezza
alla città e si insediarono diverse corporazioni
ed ordini religiosi lasciando una impronta indelebile
tanto chee ancora oggi spesso viene citata come «la
città dalle cento campane». Nel 1528
l'imperatore Carlo V la eresse a comune. Nel Seicento,
il territorio di Aquilia perse molti territori (divenuti
universitas, cioè città) ma ottenne
il nome odierno, grazie all'intervento del re Filippo
IV nel 1642. L'11 gennaio 1693 la città fu
distrutta dal terremoto, che sconvolse tutta la Sicilia
sud-orientale. Nel 1848 fu uno dei principali centri
dei moti in Sicilia. Nel 1873 con l'apertura dello
stabilimento termale S. Venera e l'inaugurazione dell'annesso
Grand Hotel des Bains Acireale divenne un centro termale
di una certa notorietà.