Olbia
è una città della provincia di Sassari
in Sardegna. È stata l'antica capitale del
Giudicato di Gallura e la prima sede vescovile della
Gallura (Diocesi di Civita - Ampurias sino al 1839).
La città, una delle principali della Sardegna,
è una realtà industriale e commerciale
in piena espansione. Ha conosciuto negli ultimi decenni
un rilevante aumento demografico ed uno sviluppo assai
rapido della sua economia. Il numero degli abitanti
infatti è raddoppiato tra gli anni 1951 ed
il 1981. Il territorio comunale, con una superficie
di 376,10 km², si pone al 24° posto tra i
Comuni italiani per estensione. Ricca di insediamenti
turistici molto conosciuti, tra i quali Porto Rotondo
e Portisco, è dotata di infrastrutture che
ne fanno, attualmente, un polo turistico molto importante
per l'intera Isola. Olbia è il motore economico
della provincia e uno dei più importanti della
regione. Nell' aeroporto Olbia-Costa Smeralda, infatti,
sono transitati nel 2006 1.765.507 passeggeri, secondo
aeroporto isolano, (fonte ENAC) mentre il porto dell'Isola
Bianca, assicura i collegamenti quotidiani con la
penisola ed è il primo porto italiano per traffico
passeggeri. L'autorità portuale comprende anche
lo scalo di Golfo Aranci, distante 15 chilometri.
La città si è notevolmente espansa durante
il suo sviluppo, dal nucleo storico del corso Umberto
I, a causa di un notevole incremento demografico.
I problemi di viabilità sono stati contrastatati
con la creazione di una circonvallazione e delle sue
relative sopraelevate, di un tunnel sottostante l'area
del porto vecchio e di numerose rotatorie all'interno
e fuori del centro urbano.
TRASPORTI
Grazie alla sua posizione geografica che ne fa uno
dei punti più vicini alla penisola, Olbia costituisce
il principale punto di collegamento con il continente
italiano dal quale dista meno di 300 km. Tale distanza
viene coperta dai moderni traghetti veloci in circa
cinque ore ed il suo porto passeggeri, chiamato ("Olbia-Isola
Bianca"), negli ultimi 30 anni è cresciuto
tanto da far diventare lo scalo gallurese il primo
(Fonte) porto passeggeri in Italia. Il porto è
collegato alla rete viaria extraurbana con un tunnel
e strade sopraelevate. Il porto collega Olbia con:
Civitavecchia con le compagnie Snav e Tirrenia (tutto
l'anno), Moby Lines (primavera - estate). Genova con
Tirrenia (tutto l'anno), Moby Lines e Grandi Navi
Veloci (primavera - estate). Livorno e Piombino con
la Moby Lines. Anche il suo aeroporto, chiamato ("Olbia-Costa
Smeralda"), recentemente ampliato e riammodernato,
è considerato (Fonte Enac) uno dei più
importanti e all'avanguardia del Paese. La sua torre
di controllo è la terza in Italia per modernità,
grandezza e tecnologia. L'aeroporto di Olbia è
collegato con le città di Bari, Bologna, Cagliari,
Catania, Firenze, Genova, Milano, Roma, Napoli, Palermo,
Torino, Venezia e Verona dalle compagnie Meridiana
(con sede Olbia), Alpi Eagles, Easyjet e Airvallee.
Oltre ai collegamenti nazionali vi sono quelli internazionali:
la compagnia TUlfly.com collega Olbia tutto l'anno
con Amburgo, Berlino, Colonia, Düsseldorf, Francoforte,
Hannover, Stoccarda, la compagnia Easyjet collega
Londra, Milano Berlino, Basilea e Ginevra. La compagnia
Meridiana effettua voli verso Parigi e, in estate,
verso Londra. A questi si aggiungono altri voli per
le principali capitali e località europee.
PORTISCO
Portisco è una località che fa parte
del Comune di Olbia, in Provincia di Olbia-Tempio,
e caratterizzato da un mare particolarmente pulito.
Essa si trova in prossimità del Golfo di Cugnana
e a poche centinaia di metri linea-mare da Porto Rotondo.
Benché non fosse una località molto
popolata, negli ultimi anni Portisco si è fatta
conoscere a livello nazionale grazie alla costruzione
del moderno e attrezzato porto turistico(Marina di
Portisco) formato da 564 posti barca e che viene utilizzato
anche dai mega-yacht che navigano per la Costa Smeralda.
Ma lo sviluppo ha riguardato anche le abitazioni ad
uso turistico, grazie soprattutto alla posizione strategica
di Portisco, a metà strada tra le due località
più importanti della Costa, vale a dire Porto
Rotondo e Porto Cervo.
DA
VEDERE
Complesso nuragico Riu Mulinu a Cabu Abbas;
Nuraghe Putzolu, nella omonima località, detto
anche lu naracu;
Villaggio nuragico Belveghile, sul prolungamento della
sopraelevata nord in direzione Arzachena;
Nuraghe Mannazzu o Mannacciu, sulla statale 127 in
località maltana;
Nuraghe Siana o Zucchitta, nelle vicinanze della stazione
ferroviaria di Enas;
Nuraghe Sa prescione 'e Siana, su una altura che domina
la piana di Olbia, vi si accede dalla strada vicinale
di aratena;
Pozzo sacro di Sa Testa, risalente al periodo compreso
tra l'VIII e il VI secolo a.C., strada per Golfo Aranci;
Tomba di Giganti di Su Monte 'e s'Ape, sepoltura megalitica
collettiva ad alleè couvert originaria dell'età
del bronzo antico (1600 a.C.) ma rimaneggiate in periodo
nuragico, mancante della stele centrale, lungo la
strada per Loiri
Resti delle mura puniche in via Torino ed in via Acquedotto,
quest'ultime visibili attraverso due piramidi di vetro
nella piazzetta di un complesso residenziale;
Resti di un isolato punico in via Nanni e dell'acquedotto
romano (I secolo);
Resti dell'Acquedotto Romano in località Tilibbas,
edificato tra il I e il II secolo per trasportare,
su un percorso di 7 km circa, l'acqua delle sorgenti
sulla montagna di Cabu Abbas alle terme della città
antica;
Resti della villa rurale romana di s'Imbalconadu,
risalente al 150 a.C. circa nell'età repubblicana,
lungo la strada per Loiri dopo il rio Oddone;
Parco
di villa Tamponi.
Foro romano vicino al Municipio.
Resti dell'acquedotto romano vicino al vecchio ospedale.
Basilica di San Simplicio, realizzata tra l'XI e il
XII secolo, monumento di maggior pregio della Gallura,
al di fuori delle mura urbane, notevole testimonianza
dell'architettura romanico-pisana e interamente realizzata
in blocchi di granito da mestranze toscane e lombarde,
è stata , sino al 1621, la cattedrale della
diocesi di Civita; l'edificio di culto era originariamente
circondato da un'ampia necropoli, utilizzata fin dal
periodo punico IV secolo a.C.;
Castello di Sa Paulazza, fortificazione del periodo
bizantino sita in regione monte a Telti, sulla statale
127 a circa 5 km dal centro abitato;
Castello medioevale di Pedres, fortilizio di cui si
hanno notizie tra il 1296 ed il 1388 realizzato probabilmente
da maestranze pisane, un tempo costituito da due piazzali
cinti da mura turrite, lungo la strada per Loiri;
Chiesa di San Paolo Apostolo, probabilmente risalente
all'epoca bassomedievale ma pesantemente rimaneggiata
nel XVIII secolo (un'epigrafe all'interno riporta
l'anno 1747), nella parte più alta del centro
storico della città, sorta sui resti di quella
che forse era l'antica cappella palatina del palazzo
dei Giudici di Gallura e precedentemente su un tempio
di epoca punica e romana forse dedicato alla divinità
Melqart-Ercole; La cupola maiolicata risale alla metà
del XX secolo;
Villa Tamponi, edificata nel 1870 in forme neoclassiche
con parco circostante; Olbia, Museo archelogico nazionaleComplesso
dello "Scolastico" (scuole elementari) in
Corso Umberto, realizzato nel 1911, nel quale avrà
sede il nuovo municipio di Olbia;
Municipio, risalente all'inizio del XX secolo in forme
liberty e neogotiche;
MANIFESTAZIONI
La festa del santo patrono di Olbia e della gallura,
San Simplicio, si celebra il 15 maggio, seguendo il
tipico programma delle feste paesane. Alle celebrazioni
religiose che iniziano nove giorni prima, si affiancano
varie iniziative culturali, sportive, e intrattenimenti
profani(quali concerti, fuochi d'artificio e giostre).
In questa occasione viene anche offerto un assaggio
gratuito del principale prodotto ittico: i mitili.
A cavallo della festa del santo patrono San Simplicio,
va in scena anche l'evento automobilistico più
importante d'Italia dopo la Formula 1, il WRC Rally
d'Italia Sardegna, sesta prova del Campionato del
mondo rally che si disputerà sugli sterrati
del centro-nord della Sardegna dal 15 al 18 maggio.
Nel mese di luglio viene organizzato sull'isola di
Tavolara il festival cinematografico "Una notte
in Italia" che vede la presenza di attori e registi
di primo piano del cinema italiano.
FRAZIONI
Rudalza
è un piccolo centro abitato di 700 abitanti
situato nella costa Nord-orientale della Sardegna.
Frazione del comune di Olbia sotto il nome di Rudalza-Porto
Rotondo.
Si
estende tra la parte occidentale del golfo di Cugnana
e il golfo di Marinella.
Punto
di passaggio lungo la via per il centro turistico
di Porto Rotondo, il luogo è caratterizzato
dalla mancanza di un vero e proprio centro, ma è
dotato di scuole elementari, una chiesa, un supermercato,
un'edicola, un distributore di benzina e diversi bar
e ristoranti.
Rudalza
è raggiungibile anche con ala ferrovia, sulla
linea Olbia - Golfo Aranci. Il piccolo centro gode
di una posizione vicino al mare, in campagna, a 3
Km dalla località turistica di Porto Rotondo,
a 9 dalla città di Olbia e altrettanti dal
paese di Golfo Aranci.
Altre
frazioni di Olbia sono San Pantaleo, paesino incastonato
tra le rocce di granito e vicinissimo alla Costa Smeralda,
Berchiddeddu, Murta Maria, Pittulongu, tutte di notevole
interesse e sviluppo turistico. Appartengono altresì
al comune di Olbia: l'isola di Tavolara e l'isola
di Molara.
ORIGINI
Frammenti di ceramica ed una caratteristica statuetta
femminile rappresentante la Dea Madre, ritrovato a
Porto Rotondo, fanno risalire al Neolitico Medio (4.000
3.500 a.C.) le prime testimonianze delluomo
in territorio olbiense. Successivamente, durante il
periodo Eneolitico, con ocra rossa furono raffigurate
nelle pareti della grotta del Papa - sullisola
di Tavolara delle figure umane schematizzate,
risalenti al 2.700/2.500 a.C, mentre risale allEtà
del Bronzo antico (1.800 - 1.600 a.C) la tomba dei
giganti che si trova a Su Monte de sApe. Ma
a partire dalla media Età del Bronzo, in concomitanza
della diffusione in tutto lIsola della originale
civiltà nuragica, anche nel territorio di Olbia
si riscontrano insediamenti nuragici, man mano sempre
più numerosi: sono più di 50 quelli
attualmente conosciuti e vanno dai villaggi ai pozzi
sacri alle sepolture megalitiche e tra questi il Pozzo
Sacro di Sa Testa, la sepoltura collettiva di Su Monte
'e s'Abe e il nuraghe Riu Mulinu a Cabu Abbas.
CENNI
STORICI
Dal VII secolo a.C. venne probabilmente frequentato
per un breve periodo dai greci (secondo la tradizione
greca citata da Diodoro, Strabone e Pausania) e precedentemente
anche dai Fenici. Ma, contrariamente a quanto possa
lasciar supporre l'origine del suo nome (Olbia deriverebbe
dal greco ??ß???/Olbiòs (felice)), le
prime tracce di un vero insediamento urbano, databile
tra il V e il IV secolo a.C., sarebbero, secondo gli
ultimi ritrovamenti, da attribuire ai punici. I cartaginesi
la cinsero di mura e di torri, edificando nella parte
più alta un'acropoli con un tempio dedicato
a Melqart. La città punica occupava un'area
compresa, ai giorni nostri, tra Via Asproni e Piazza
Matteotti e parte delle antiche mura sono ancora visibili
in Via Torino. Negli scavi archeologici, effettuati
nell'aprile del 2007, è emerso parte dell'abitato
punico nella centralissima via Regina Elena. Nel mese
di luglio 2001, in via Nanni, era stato riportato
alla luce parte del vecchio insediamento di epoca
punica e romana, utilizzato dal IV al I secolo a.C.
In quel periodo poi, nel 535 a.C., nelle acque comprese
tra il Golfo e la Corsica, una flotta di sessanta
navi focesi della colonia di Alalia si scontrarono
con una flotta di navi etrusche e puniche, coalizzatesi
per sbarrare la strada alla penetrazione greca nel
mar Tirreno. Il violento scontro, conosciuto come
la battaglia del Mare Sardo (o battaglia di Alalia),
è ritenuto da molti la prima grande battaglia
navale nei mari dell'occidente. Quando i Romani occuparono
la Sardegna nel 238 a.C., la città non divenne
solamente un centro commerciale, ma anche una importante
base navale militare. Fu collegata con il resto dell'Isola
da tre importanti arterie stradali utilizzate dalle
legioni ma anche per il trasporto di ogni mercanzia.
Riorganizzata sull'impianto punico, la città
divenne il più importante centro della costa
orientale sarda e dal suo porto (il più vicino
alla penisola), partivano le navi cariche di materie
prime verso la capitale. La città, il più
importante avamposto romano della Gallura, fu minacciata
nei primi anni della conquista romana, dalle incursioni
dei, cosiddetti, Corsi della gallura e dai Balari
del Montacuto, l'Olbia romana (talvolta trascritta
sui miliari nella forma "Olvia" o "Olbi")
stimava una popolazione di oltre 5000 abitanti ed
era dotata di un foro, di strade lastricate, di terme
pubbliche ed acquedotto (proveniente dal monte Cabu
Abbas, dal latino caput aquarum). Vi risiedeva, inoltre,
e possedeva vasti latifondi e una fabbrica di laterizi
(riportanti il bollo Actes Aug[usti] l[iberta]), la
liberta di Nerone, Atte, esiliatavi dopo il matrimonio
dell'imperatore con Poppea. Al 304 d.C., sotto il
regno dell'imperatore Diocleziano vi è attestato
il martirio di San Simplicio, trafitto da una lancia
e morto dopo tre giorni di agonia insieme ai suoi
tre compagni Rosola, Diocleziano e Fiorenzo, e poi
sepolto nella necropoli romana fuori dalle mura. In
tale necropoli, durante gli scavi effettuati nel 1904,
fu scoperto un tesoro contenente 871 monete d'oro
di diverso taglio e portanti il marchio di 117 diverse
famiglie romane. Da segnalare i ritrovamenti avvenuti
nel 1999 nell'area del porto vecchio durante i lavori
per la costruzione di un tunnel. In quell'occasione
ritornarono alla luce 24 relitti di navi romane e
medievali; furono i Vandali ad affondare alcuni dei
relitti portando alla distruzione dell'abitato ed
al crollo della città antica che comunque continuò
a sopravvivere. La caduta dell'Impero Romano d'Occidente,
nel V secolo, marca l'inizio di un lungo periodo di
decadenza. La città romana cadde per un attacco
compiuto dai Vandali dal mare; fu incendiata e distrutta
insieme alle navi ormeggiate in porto. Il colpo subito
fu terribile e alla fine del VI secolo la città
appare con un nuovo nome: Phausiana; secondo alcuni
storici questo nome è dovuto all'allontanamento
dal nucleo originario verso la campagna, ma recenti
studi ipotizzano che la Phausiana potesse essere ubicata
nel colle di San Simplicio. Gli scavi e gli studi
degli ultimi anni, fanno propendere, al contrario,
per una continuità abitativa nel sito della
attuale. La città non scomparve, subì,
sicuramente una contrazione in termini demografici
e come dimensioni.come testimoniano i relitti dei
recenti scavi del tunnel. Di notevole importanza per
conoscere meglio la storia di quel periodo sono gli
scavi, iniziati nel 2006 per il rifacimento delle
reti idriche nella zona prospiciènte il molo
Benedetto Brin, da cui è emerso quello che,
presumibilmente, doveva essere il foro, resti di templi
monumentali e botteghe artigiane, che contribuiranno
a conoscere meglio un periodo della storia della città.
Un tratto di selciato di epoca tardo imperiale verrà
preservato e integrato nell'arredo urbano. In questo
periodo il porto della città non cessa di vivere
e continua a commerciare anche se in modo ridotto
rispetto all'età romana e punica. Dall'VIII
al XII secolo gli Arabi tentano la conquista della
Sardegna attratti dalle miniere d'argento, ed e proprio
in questo periodo di perdurante allerta che la Sardegna
si separa dall'impero bizantino e si divide in quattro
parti chiamati Giudicati (Cagliari, Torres, Arborea
e Gallura). Olbia, che ora si chiama Civita, ricopre
il ruolo di capitale del Giudicato di Gallura, ed
è menzionata per la prima volta con questo
nome nel 1113. Tra la fine del XI e gli inizi del
XII secolo, sotto il giudice Costantino, viene edificata
la chiesa di San Simplicio, in stile romanico, l'edificio
religioso di maggiore bellezza della Gallura. Nel
1296, morto il giudice Nino Visconti, citato da Dante
nella Divina Commedia come Giudice Nin gentil, il
Giudicato gallurese cade in mano pisana; per iniziativa
dei pisani stessi venne quindi ribattezzata in Terranova
(mentre il termine Civita rimarrà esclusivamente
ad individuare amministrativamente la diocesi). Sul
periodo giudicale, purtroppo le fonti sono poche e
frammentarie. Citando Francesco Ignazio Mannu (nato
a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari nel
1839) "...S'isula hat arruinadu, custa razza
de bastardos; Sos privilegios sardos Issos nos hana
leadu, dae sos archivios furadu, nos hana sas mezzus
pezzas et che iscritturas bezzas las hana fattas bruiare...
Hanno rovinato l'isola questa razza di bastardi, i
privilegi sardi li hanno portati via; hanno rubato
dagli archivi i documenti più importanti, e
come scritti inutili li hanno fatti bruciare..."
a parte gli scritti di Dionigi Panedda poco è
stato pubblicato sul giudicato di Gallura. Nel repartimiento
de Cerdeña del 1358, Terranova, capitale giudicale,
dopo un lungo periodo di guerre, rivolte e pestilenze,
contava 132 capifamiglia soggetti al testatico , tale
dato riferito ai contribuenti fa desumere su una popolazione
di circa 800 abitanti, nello stesso periodo a Sassari
erano attestati non più di 700 uomini in armi,
circa 4000 abitanti. Alcune fonti riportano come parte
della città fosse in rovina e che ne venissero
prelevati i resti anche per l'erezione del complesso
della Piazza dei Miracoli a Pisa, tra i quali l'architrave
di un tempio dedicato a Cerere e il portale della
stessa cattedrale di San Simplicio. I diritti storici
della capitale giudicale restano comunque a Terranova.
Il pesante vincolo pisano nella conduzione del Giudicato
ne limitava fortemente l'autonomia. A questo periodo
risale comunque il fortilizio del Castello di Pedres,
di cui si hanno notizie tra il 1296 ed il 1388. Nel
1323 la Sardegna viene conquistata dagli Aragonesi
e sotto questa dominazione vi venne istituito il regime
feudale che comportò la disgregazione del Giudicato
di Gallura, con il solo mantenimento dell'organizzazione
territoriale in Curatorie (ribattezzate Incontrade):
Terranova fu prima nell'omonima Signoria, poi della
baronia di Terranova, e quindi Marchesato dal 1579.
Di fatto XIII al XVI secolo la città decade
lentamente per problemi legati alla mutazione dell'asse
dei traffici marittimi, che spostandosi verso la Spagna,
favoriva le città della costa occidentale sarda.
L'insalubrità ambientale e la presenza della
malaria, uniti all'esposizione a scorrerie piratesche
ottomane ( nel 1553 il corsaro Dragut ne devasta il
centro), causano la decadenza della città.
Nella seconda metà del '500 la città
è scarsamente abitata: nel 1559 a Olbia vengono
attribuiti non più di 90 fuochi ( circa 360-400
abitanti ), alla fine del '600 appena 240 abitanti.
Il processo di spopolamento delle coste avviene in
concomitanza con il ripopolamento delle zone interne
della Gallura, che beneficiano, anche, delle migrazioni
di popolazioni in fuga dalla Corsica. Il declino di
Terranova comportò nel 1568 l'accorpamento
della sede vescovile prima a Castellaragonese (oggi
Castelsardo) con la denominazione di "Civita
e Ampurias" sino alla soppressione che avvenne
nel 1839, con la nascita della diocesi di "Tempio-Ampurias".
Nel 1614 il vescovo Giacomo (Diego) Passamar ordina
una ricognizione dei resti dei martiri Olbiesi (Rosola,
Diocleziano, Fiorenzo e Simplicio) i cui resti vennero
traslati dalla cripta presso la cattedrale (fuori
le mura) al centro nella chiesa di San Paolo dentro
le mura di Terranova. Ancora tra il 1826 e il 1828
Antoine-Claude Pasquin Valery nel suo "Voyage
en Sardaigne" scriveva "Il villaggio marittimo
di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila
abitanti, occupa il sito dell'antica e celebre Olbia.
L'aspetto delle case è quello delle grandi
fattorie, (...); Nella campagna, la chiesa di San
Simplicio, che risale ai Pisani, è press'a
poco abbandonata (...)", ma anche "Questa
bella pianura di Terranova, un tempo tanto fiorente
da contare dodici città e settanta comuni,
così felicemente situata in riva al mare, riparata
dalle montagne e con un così buon clima, potrebbe
nutrire più di 50.000 abitanti; infatti possiede
ancora tutti gli elementi dellantica prosperità".
Mentre il Generale Alberto La Marmora, nel suo celeberrimo
"Itinerario dell'isola di Sardegna" scriveva:
Lattuale paese di Olbia è costruito a
filo, con una certa regolarità. Le strade sono
parallele e tagliate ad angolo retto. Le case sono
costruite come la chiesa di San Simplicio con cantoni
di granito estratti sul posto o nei dintorni; questa
roccia assume una colorazione rosata simile al più
bel granito dei monumenti egizi. Ai viaggiatori europei
dell'800, tra i quali John Warre Tyndale, il paese
di Terranova appariva così: Le case, nessuna
delle quali si presenta decente o pulita, sono per
lo più fatte di granito ed imbiancate, quasi
ad offrire un contrasto maggiore con la sporcizia
generale ed il sudiciume che sta allinterno
e attorno ad esse. Il processo demografico sì
invertì solo nella seconda metà dell'800:
la città che nel 1799 contava appena 2000 abitanti,
viene rinominata, con regio decreto nel 1862, in "Terranova
Pausania". Furono determinanti la riqualificazione
del porto di Terranova (nel 1870, a cui contribuirono
anche i comuni della Gallura) e l'arrivo della ferrovia
(la linea Cagliari-Chilivani-Terranova venne inaugurata
nel 1881, cui si aggiunse il prolungamento a Golfo
Aranci), che portarono alla rinascita urbana del centro,
che allora contava circa 3000 abitanti, in prevalenza
pescatori (con una nutrita comunità di origine
ponzese) e contadini. Tuttavia, le difficoltà
dovute all'interramento della canaletta di accesso
al golfo di Olbia, spinsero il generale La Marmora
a proporre l'idea di costruire un nuovo porto presso
Capo Figari, con la fondazione di un nuovo nucleo
abitato chiamato "Olbia Nova". Nel 1880
il servizio regolare di linea (passeggeri e postale)
per Civitavecchia mediante piroscafi venne spostato
da Terranova alla vicina Figari (oggi Golfo Aranci),
prolungandovi la ferrovia, lasciando alla prima il
solo traffico merci e militare. Solo nel 1920, a seguito
di una insurrezione popolare e delle incessanti battaglie
parlamentari dell'on. Giacomo Pala, in seguito conosciuto
come onorevole Terranova venne riattivato il servizio
a Terranova, il che diede un impulso maggiore alla
rinascita economica, commerciale e demografica del
centro che era iniziata dagli ultimi anni del secolo
precedente, mentre, a seguito dei lavori di ampliamento
e banchinamento del porto, nel 1930 venne inaugurata
la Stazione Marittima. Nel corso del periodo fascista
nel 1939 viene ripristinato l'antico nome romano (Olbia),
le viene inoltre aggregata la frazione di San Pantaleo
staccata dal disciolto comune di Nuchis e vengono
realizzati regolari collegamenti aerei con la penisola
a mezzo di idrovolanti. Il 14 maggio 1943 Olbia viene
duramente bombardata dagli alleati, almeno 22 persone
muoiono sotto le macerie del municipo e del centro.
Insieme a Cagliari la città paga un alto tributo
di sangue alla seconda guerra mondiale. Bonificato
il territorio e debellata la presenza della malaria,
nel corso della seconda metà del XX secolo
e in particolare dagli anni sessanta la città
cresce economicamente e demograficamente sotto la
spinta della scoperta turistica della costa nord orientale
della Sardegna (Costa Smeralda, Arcipelago della Maddalena,
Santa Teresa), della quale diviene il principale riferimento
e centro di servizi. La città passa dai 14700
abitanti del 1951 ai 45400 del 2001, con un incremento
senza eguali tra le realtà urbane dell'isola.
Primo porto passeggeri in Italia, nel 1974 viene realizzato
il nuovo aeroporto "Costa Smeralda" che
sostituisce il precedente scalo di "Venafiorita".
L'aeroporto internazionale Olbia-Costa Smeralda ,
forte di un consolidato flusso turistico, è,
con i suoi 1.765.507 passeggeri, il secondo aeroporto
della Sardegna per traffico complessivo ed il primo
per traffico internazionale, grazie anche alle compagnie
low-cost che collegano la città con il nord
europa (Londra, Berlino, Colonia, Hannover, Stoccarda,
Monaco e Zurigo). È il 16° scalo italiano
per numero di passeggeri (dati 2006).
Olbia è sede di un corso di laurea (gemmato
dall'Università di Sassari con corso di laurea
della Facoltà di Economia in "Economia
e imprese del turismo" presso l'Aeroporto Olbia
- Costa Smeralda), scuole superiori, Ospedali Civili
( Nosocomio "San Giovanni di Dio" in zona
Ospedale e nosocomio "Giovanni Paolo II"
in località Maltana ), sede locale dell'Agenzia
delle Entrate, sede staccata del Tribunale di Tempio
Pausania, Azienda Sanitaria Locale (ASL) n. 2 di Olbia
(che accorpa dal 1996 le precedenti ASL n. 3 di Tempio
e n. 4 di Olbia e con competenza estesa all'intera
provincia), Capitaneria di Porto, Autorità
del Porto di Olbia-Golfo Aranci, Area Marina Protetta
di Tavolara-Capo Coda Cavallo (comprendente territori
situati nei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo
e San Teodoro), nonché sede degli uffici previdenziali
(INPS - che dal 15\11\2007 ha attivato la Direzione
Provinciale, Direttore Salvatore Sanna, INAIL) e del
Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Per quanto
riguarda la sanità privata è in costruzione
un ospedale della fondazione San Raffaele. Dal 2005
vi è insediata la sede provvisoria della Provincia
di Olbia-Tempio ( dapprima nella sede della Comunità
Montana "Riviera di Gallura" in via Nanni,
ora nella nuova sede, sempre in via Nanni), in cui
attualmente ha sede la presidenza e dove si riuniscono
la Giunta e il Consiglio dell'Ente. Importante il
riconoscimento dell'EURISPES per Olbia. Infatti il
comune di Olbia è stato votato nel 2006 come
"comune d'eccellenza del sistema amministrativo
italiano" per capacità amministrativa
e gestionale.