Olbia
Sardegna

Olbia è una città della provincia di Sassari in Sardegna. È stata l'antica capitale del Giudicato di Gallura e la prima sede vescovile della Gallura (Diocesi di Civita - Ampurias sino al 1839). La città, una delle principali della Sardegna, è una realtà industriale e commerciale in piena espansione. Ha conosciuto negli ultimi decenni un rilevante aumento demografico ed uno sviluppo assai rapido della sua economia. Il numero degli abitanti infatti è raddoppiato tra gli anni 1951 ed il 1981. Il territorio comunale, con una superficie di 376,10 km², si pone al 24° posto tra i Comuni italiani per estensione. Ricca di insediamenti turistici molto conosciuti, tra i quali Porto Rotondo e Portisco, è dotata di infrastrutture che ne fanno, attualmente, un polo turistico molto importante per l'intera Isola. Olbia è il motore economico della provincia e uno dei più importanti della regione. Nell' aeroporto Olbia-Costa Smeralda, infatti, sono transitati nel 2006 1.765.507 passeggeri, secondo aeroporto isolano, (fonte ENAC) mentre il porto dell'Isola Bianca, assicura i collegamenti quotidiani con la penisola ed è il primo porto italiano per traffico passeggeri. L'autorità portuale comprende anche lo scalo di Golfo Aranci, distante 15 chilometri. La città si è notevolmente espansa durante il suo sviluppo, dal nucleo storico del corso Umberto I, a causa di un notevole incremento demografico. I problemi di viabilità sono stati contrastatati con la creazione di una circonvallazione e delle sue relative sopraelevate, di un tunnel sottostante l'area del porto vecchio e di numerose rotatorie all'interno e fuori del centro urbano.

TRASPORTI
Grazie alla sua posizione geografica che ne fa uno dei punti più vicini alla penisola, Olbia costituisce il principale punto di collegamento con il continente italiano dal quale dista meno di 300 km. Tale distanza viene coperta dai moderni traghetti veloci in circa cinque ore ed il suo porto passeggeri, chiamato ("Olbia-Isola Bianca"), negli ultimi 30 anni è cresciuto tanto da far diventare lo scalo gallurese il primo (Fonte) porto passeggeri in Italia. Il porto è collegato alla rete viaria extraurbana con un tunnel e strade sopraelevate. Il porto collega Olbia con: Civitavecchia con le compagnie Snav e Tirrenia (tutto l'anno), Moby Lines (primavera - estate). Genova con Tirrenia (tutto l'anno), Moby Lines e Grandi Navi Veloci (primavera - estate). Livorno e Piombino con la Moby Lines. Anche il suo aeroporto, chiamato ("Olbia-Costa Smeralda"), recentemente ampliato e riammodernato, è considerato (Fonte Enac) uno dei più importanti e all'avanguardia del Paese. La sua torre di controllo è la terza in Italia per modernità, grandezza e tecnologia. L'aeroporto di Olbia è collegato con le città di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Roma, Napoli, Palermo, Torino, Venezia e Verona dalle compagnie Meridiana (con sede Olbia), Alpi Eagles, Easyjet e Airvallee. Oltre ai collegamenti nazionali vi sono quelli internazionali: la compagnia TUlfly.com collega Olbia tutto l'anno con Amburgo, Berlino, Colonia, Düsseldorf, Francoforte, Hannover, Stoccarda, la compagnia Easyjet collega Londra, Milano Berlino, Basilea e Ginevra. La compagnia Meridiana effettua voli verso Parigi e, in estate, verso Londra. A questi si aggiungono altri voli per le principali capitali e località europee.

PORTISCO
Portisco è una località che fa parte del Comune di Olbia, in Provincia di Olbia-Tempio, e caratterizzato da un mare particolarmente pulito. Essa si trova in prossimità del Golfo di Cugnana e a poche centinaia di metri linea-mare da Porto Rotondo. Benché non fosse una località molto popolata, negli ultimi anni Portisco si è fatta conoscere a livello nazionale grazie alla costruzione del moderno e attrezzato porto turistico(Marina di Portisco) formato da 564 posti barca e che viene utilizzato anche dai mega-yacht che navigano per la Costa Smeralda. Ma lo sviluppo ha riguardato anche le abitazioni ad uso turistico, grazie soprattutto alla posizione strategica di Portisco, a metà strada tra le due località più importanti della Costa, vale a dire Porto Rotondo e Porto Cervo.

DA VEDERE
Complesso nuragico Riu Mulinu a Cabu Abbas;
Nuraghe Putzolu, nella omonima località, detto anche lu naracu;
Villaggio nuragico Belveghile, sul prolungamento della sopraelevata nord in direzione Arzachena;
Nuraghe Mannazzu o Mannacciu, sulla statale 127 in località maltana;
Nuraghe Siana o Zucchitta, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Enas;
Nuraghe Sa prescione 'e Siana, su una altura che domina la piana di Olbia, vi si accede dalla strada vicinale di aratena;
Pozzo sacro di Sa Testa, risalente al periodo compreso tra l'VIII e il VI secolo a.C., strada per Golfo Aranci;
Tomba di Giganti di Su Monte 'e s'Ape, sepoltura megalitica collettiva ad alleè couvert originaria dell'età del bronzo antico (1600 a.C.) ma rimaneggiate in periodo nuragico, mancante della stele centrale, lungo la strada per Loiri
Resti delle mura puniche in via Torino ed in via Acquedotto, quest'ultime visibili attraverso due piramidi di vetro nella piazzetta di un complesso residenziale;
Resti di un isolato punico in via Nanni e dell'acquedotto romano (I secolo);
Resti dell'Acquedotto Romano in località Tilibbas, edificato tra il I e il II secolo per trasportare, su un percorso di 7 km circa, l'acqua delle sorgenti sulla montagna di Cabu Abbas alle terme della città antica;
Resti della villa rurale romana di s'Imbalconadu, risalente al 150 a.C. circa nell'età repubblicana, lungo la strada per Loiri dopo il rio Oddone;
Parco di villa Tamponi.
Foro romano vicino al Municipio.
Resti dell'acquedotto romano vicino al vecchio ospedale.
Basilica di San Simplicio, realizzata tra l'XI e il XII secolo, monumento di maggior pregio della Gallura, al di fuori delle mura urbane, notevole testimonianza dell'architettura romanico-pisana e interamente realizzata in blocchi di granito da mestranze toscane e lombarde, è stata , sino al 1621, la cattedrale della diocesi di Civita; l'edificio di culto era originariamente circondato da un'ampia necropoli, utilizzata fin dal periodo punico IV secolo a.C.;
Castello di Sa Paulazza, fortificazione del periodo bizantino sita in regione monte a Telti, sulla statale 127 a circa 5 km dal centro abitato;
Castello medioevale di Pedres, fortilizio di cui si hanno notizie tra il 1296 ed il 1388 realizzato probabilmente da maestranze pisane, un tempo costituito da due piazzali cinti da mura turrite, lungo la strada per Loiri;
Chiesa di San Paolo Apostolo, probabilmente risalente all'epoca bassomedievale ma pesantemente rimaneggiata nel XVIII secolo (un'epigrafe all'interno riporta l'anno 1747), nella parte più alta del centro storico della città, sorta sui resti di quella che forse era l'antica cappella palatina del palazzo dei Giudici di Gallura e precedentemente su un tempio di epoca punica e romana forse dedicato alla divinità Melqart-Ercole; La cupola maiolicata risale alla metà del XX secolo;
Villa Tamponi, edificata nel 1870 in forme neoclassiche con parco circostante; Olbia, Museo archelogico nazionaleComplesso dello "Scolastico" (scuole elementari) in Corso Umberto, realizzato nel 1911, nel quale avrà sede il nuovo municipio di Olbia;
Municipio, risalente all'inizio del XX secolo in forme liberty e neogotiche;

MANIFESTAZIONI
La festa del santo patrono di Olbia e della gallura, San Simplicio, si celebra il 15 maggio, seguendo il tipico programma delle feste paesane. Alle celebrazioni religiose che iniziano nove giorni prima, si affiancano varie iniziative culturali, sportive, e intrattenimenti profani(quali concerti, fuochi d'artificio e giostre). In questa occasione viene anche offerto un assaggio gratuito del principale prodotto ittico: i mitili.
A cavallo della festa del santo patrono San Simplicio, va in scena anche l'evento automobilistico più importante d'Italia dopo la Formula 1, il WRC Rally d'Italia Sardegna, sesta prova del Campionato del mondo rally che si disputerà sugli sterrati del centro-nord della Sardegna dal 15 al 18 maggio.
Nel mese di luglio viene organizzato sull'isola di Tavolara il festival cinematografico "Una notte in Italia" che vede la presenza di attori e registi di primo piano del cinema italiano.

FRAZIONI

Rudalza è un piccolo centro abitato di 700 abitanti situato nella costa Nord-orientale della Sardegna. Frazione del comune di Olbia sotto il nome di Rudalza-Porto Rotondo.

Si estende tra la parte occidentale del golfo di Cugnana e il golfo di Marinella.

Punto di passaggio lungo la via per il centro turistico di Porto Rotondo, il luogo è caratterizzato dalla mancanza di un vero e proprio centro, ma è dotato di scuole elementari, una chiesa, un supermercato, un'edicola, un distributore di benzina e diversi bar e ristoranti.

Rudalza è raggiungibile anche con ala ferrovia, sulla linea Olbia - Golfo Aranci. Il piccolo centro gode di una posizione vicino al mare, in campagna, a 3 Km dalla località turistica di Porto Rotondo, a 9 dalla città di Olbia e altrettanti dal paese di Golfo Aranci.

Altre frazioni di Olbia sono San Pantaleo, paesino incastonato tra le rocce di granito e vicinissimo alla Costa Smeralda, Berchiddeddu, Murta Maria, Pittulongu, tutte di notevole interesse e sviluppo turistico. Appartengono altresì al comune di Olbia: l'isola di Tavolara e l'isola di Molara.


ORIGINI
Frammenti di ceramica ed una caratteristica statuetta femminile rappresentante la Dea Madre, ritrovato a Porto Rotondo, fanno risalire al Neolitico Medio (4.000 – 3.500 a.C.) le prime testimonianze dell’uomo in territorio olbiense. Successivamente, durante il periodo Eneolitico, con ocra rossa furono raffigurate nelle pareti della grotta del Papa - sull’isola di Tavolara – delle figure umane schematizzate, risalenti al 2.700/2.500 a.C, mentre risale all’Età del Bronzo antico (1.800 - 1.600 a.C) la tomba dei giganti che si trova a Su Monte de s’Ape. Ma a partire dalla media Età del Bronzo, in concomitanza della diffusione in tutto l’Isola della originale civiltà nuragica, anche nel territorio di Olbia si riscontrano insediamenti nuragici, man mano sempre più numerosi: sono più di 50 quelli attualmente conosciuti e vanno dai villaggi ai pozzi sacri alle sepolture megalitiche e tra questi il Pozzo Sacro di Sa Testa, la sepoltura collettiva di Su Monte 'e s'Abe e il nuraghe Riu Mulinu a Cabu Abbas.

CENNI STORICI
Dal VII secolo a.C. venne probabilmente frequentato per un breve periodo dai greci (secondo la tradizione greca citata da Diodoro, Strabone e Pausania) e precedentemente anche dai Fenici. Ma, contrariamente a quanto possa lasciar supporre l'origine del suo nome (Olbia deriverebbe dal greco ??ß???/Olbiòs (felice)), le prime tracce di un vero insediamento urbano, databile tra il V e il IV secolo a.C., sarebbero, secondo gli ultimi ritrovamenti, da attribuire ai punici. I cartaginesi la cinsero di mura e di torri, edificando nella parte più alta un'acropoli con un tempio dedicato a Melqart. La città punica occupava un'area compresa, ai giorni nostri, tra Via Asproni e Piazza Matteotti e parte delle antiche mura sono ancora visibili in Via Torino. Negli scavi archeologici, effettuati nell'aprile del 2007, è emerso parte dell'abitato punico nella centralissima via Regina Elena. Nel mese di luglio 2001, in via Nanni, era stato riportato alla luce parte del vecchio insediamento di epoca punica e romana, utilizzato dal IV al I secolo a.C. In quel periodo poi, nel 535 a.C., nelle acque comprese tra il Golfo e la Corsica, una flotta di sessanta navi focesi della colonia di Alalia si scontrarono con una flotta di navi etrusche e puniche, coalizzatesi per sbarrare la strada alla penetrazione greca nel mar Tirreno. Il violento scontro, conosciuto come la battaglia del Mare Sardo (o battaglia di Alalia), è ritenuto da molti la prima grande battaglia navale nei mari dell'occidente. Quando i Romani occuparono la Sardegna nel 238 a.C., la città non divenne solamente un centro commerciale, ma anche una importante base navale militare. Fu collegata con il resto dell'Isola da tre importanti arterie stradali utilizzate dalle legioni ma anche per il trasporto di ogni mercanzia. Riorganizzata sull'impianto punico, la città divenne il più importante centro della costa orientale sarda e dal suo porto (il più vicino alla penisola), partivano le navi cariche di materie prime verso la capitale. La città, il più importante avamposto romano della Gallura, fu minacciata nei primi anni della conquista romana, dalle incursioni dei, cosiddetti, Corsi della gallura e dai Balari del Montacuto, l'Olbia romana (talvolta trascritta sui miliari nella forma "Olvia" o "Olbi") stimava una popolazione di oltre 5000 abitanti ed era dotata di un foro, di strade lastricate, di terme pubbliche ed acquedotto (proveniente dal monte Cabu Abbas, dal latino caput aquarum). Vi risiedeva, inoltre, e possedeva vasti latifondi e una fabbrica di laterizi (riportanti il bollo Actes Aug[usti] l[iberta]), la liberta di Nerone, Atte, esiliatavi dopo il matrimonio dell'imperatore con Poppea. Al 304 d.C., sotto il regno dell'imperatore Diocleziano vi è attestato il martirio di San Simplicio, trafitto da una lancia e morto dopo tre giorni di agonia insieme ai suoi tre compagni Rosola, Diocleziano e Fiorenzo, e poi sepolto nella necropoli romana fuori dalle mura. In tale necropoli, durante gli scavi effettuati nel 1904, fu scoperto un tesoro contenente 871 monete d'oro di diverso taglio e portanti il marchio di 117 diverse famiglie romane. Da segnalare i ritrovamenti avvenuti nel 1999 nell'area del porto vecchio durante i lavori per la costruzione di un tunnel. In quell'occasione ritornarono alla luce 24 relitti di navi romane e medievali; furono i Vandali ad affondare alcuni dei relitti portando alla distruzione dell'abitato ed al crollo della città antica che comunque continuò a sopravvivere. La caduta dell'Impero Romano d'Occidente, nel V secolo, marca l'inizio di un lungo periodo di decadenza. La città romana cadde per un attacco compiuto dai Vandali dal mare; fu incendiata e distrutta insieme alle navi ormeggiate in porto. Il colpo subito fu terribile e alla fine del VI secolo la città appare con un nuovo nome: Phausiana; secondo alcuni storici questo nome è dovuto all'allontanamento dal nucleo originario verso la campagna, ma recenti studi ipotizzano che la Phausiana potesse essere ubicata nel colle di San Simplicio. Gli scavi e gli studi degli ultimi anni, fanno propendere, al contrario, per una continuità abitativa nel sito della attuale. La città non scomparve, subì, sicuramente una contrazione in termini demografici e come dimensioni.come testimoniano i relitti dei recenti scavi del tunnel. Di notevole importanza per conoscere meglio la storia di quel periodo sono gli scavi, iniziati nel 2006 per il rifacimento delle reti idriche nella zona prospiciènte il molo Benedetto Brin, da cui è emerso quello che, presumibilmente, doveva essere il foro, resti di templi monumentali e botteghe artigiane, che contribuiranno a conoscere meglio un periodo della storia della città. Un tratto di selciato di epoca tardo imperiale verrà preservato e integrato nell'arredo urbano. In questo periodo il porto della città non cessa di vivere e continua a commerciare anche se in modo ridotto rispetto all'età romana e punica. Dall'VIII al XII secolo gli Arabi tentano la conquista della Sardegna attratti dalle miniere d'argento, ed e proprio in questo periodo di perdurante allerta che la Sardegna si separa dall'impero bizantino e si divide in quattro parti chiamati Giudicati (Cagliari, Torres, Arborea e Gallura). Olbia, che ora si chiama Civita, ricopre il ruolo di capitale del Giudicato di Gallura, ed è menzionata per la prima volta con questo nome nel 1113. Tra la fine del XI e gli inizi del XII secolo, sotto il giudice Costantino, viene edificata la chiesa di San Simplicio, in stile romanico, l'edificio religioso di maggiore bellezza della Gallura. Nel 1296, morto il giudice Nino Visconti, citato da Dante nella Divina Commedia come Giudice Nin gentil, il Giudicato gallurese cade in mano pisana; per iniziativa dei pisani stessi venne quindi ribattezzata in Terranova (mentre il termine Civita rimarrà esclusivamente ad individuare amministrativamente la diocesi). Sul periodo giudicale, purtroppo le fonti sono poche e frammentarie. Citando Francesco Ignazio Mannu (nato a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari nel 1839) "...S'isula hat arruinadu, custa razza de bastardos; Sos privilegios sardos Issos nos hana leadu, dae sos archivios furadu, nos hana sas mezzus pezzas et che iscritturas bezzas las hana fattas bruiare... Hanno rovinato l'isola questa razza di bastardi, i privilegi sardi li hanno portati via; hanno rubato dagli archivi i documenti più importanti, e come scritti inutili li hanno fatti bruciare..." a parte gli scritti di Dionigi Panedda poco è stato pubblicato sul giudicato di Gallura. Nel repartimiento de Cerdeña del 1358, Terranova, capitale giudicale, dopo un lungo periodo di guerre, rivolte e pestilenze, contava 132 capifamiglia soggetti al testatico , tale dato riferito ai contribuenti fa desumere su una popolazione di circa 800 abitanti, nello stesso periodo a Sassari erano attestati non più di 700 uomini in armi, circa 4000 abitanti. Alcune fonti riportano come parte della città fosse in rovina e che ne venissero prelevati i resti anche per l'erezione del complesso della Piazza dei Miracoli a Pisa, tra i quali l'architrave di un tempio dedicato a Cerere e il portale della stessa cattedrale di San Simplicio. I diritti storici della capitale giudicale restano comunque a Terranova. Il pesante vincolo pisano nella conduzione del Giudicato ne limitava fortemente l'autonomia. A questo periodo risale comunque il fortilizio del Castello di Pedres, di cui si hanno notizie tra il 1296 ed il 1388. Nel 1323 la Sardegna viene conquistata dagli Aragonesi e sotto questa dominazione vi venne istituito il regime feudale che comportò la disgregazione del Giudicato di Gallura, con il solo mantenimento dell'organizzazione territoriale in Curatorie (ribattezzate Incontrade): Terranova fu prima nell'omonima Signoria, poi della baronia di Terranova, e quindi Marchesato dal 1579. Di fatto XIII al XVI secolo la città decade lentamente per problemi legati alla mutazione dell'asse dei traffici marittimi, che spostandosi verso la Spagna, favoriva le città della costa occidentale sarda. L'insalubrità ambientale e la presenza della malaria, uniti all'esposizione a scorrerie piratesche ottomane ( nel 1553 il corsaro Dragut ne devasta il centro), causano la decadenza della città. Nella seconda metà del '500 la città è scarsamente abitata: nel 1559 a Olbia vengono attribuiti non più di 90 fuochi ( circa 360-400 abitanti ), alla fine del '600 appena 240 abitanti. Il processo di spopolamento delle coste avviene in concomitanza con il ripopolamento delle zone interne della Gallura, che beneficiano, anche, delle migrazioni di popolazioni in fuga dalla Corsica. Il declino di Terranova comportò nel 1568 l'accorpamento della sede vescovile prima a Castellaragonese (oggi Castelsardo) con la denominazione di "Civita e Ampurias" sino alla soppressione che avvenne nel 1839, con la nascita della diocesi di "Tempio-Ampurias". Nel 1614 il vescovo Giacomo (Diego) Passamar ordina una ricognizione dei resti dei martiri Olbiesi (Rosola, Diocleziano, Fiorenzo e Simplicio) i cui resti vennero traslati dalla cripta presso la cattedrale (fuori le mura) al centro nella chiesa di San Paolo dentro le mura di Terranova. Ancora tra il 1826 e il 1828 Antoine-Claude Pasquin Valery nel suo "Voyage en Sardaigne" scriveva "Il villaggio marittimo di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila abitanti, occupa il sito dell'antica e celebre Olbia. L'aspetto delle case è quello delle grandi fattorie, (...); Nella campagna, la chiesa di San Simplicio, che risale ai Pisani, è press'a poco abbandonata (...)", ma anche "Questa bella pianura di Terranova, un tempo tanto fiorente da contare dodici città e settanta comuni, così felicemente situata in riva al mare, riparata dalle montagne e con un così buon clima, potrebbe nutrire più di 50.000 abitanti; infatti possiede ancora tutti gli elementi dell’antica prosperità". Mentre il Generale Alberto La Marmora, nel suo celeberrimo "Itinerario dell'isola di Sardegna" scriveva: L’attuale paese di Olbia è costruito a filo, con una certa regolarità. Le strade sono parallele e tagliate ad angolo retto. Le case sono costruite come la chiesa di San Simplicio con cantoni di granito estratti sul posto o nei dintorni; questa roccia assume una colorazione rosata simile al più bel granito dei monumenti egizi. Ai viaggiatori europei dell'800, tra i quali John Warre Tyndale, il paese di Terranova appariva così: Le case, nessuna delle quali si presenta decente o pulita, sono per lo più fatte di granito ed imbiancate, quasi ad offrire un contrasto maggiore con la sporcizia generale ed il sudiciume che sta all’interno e attorno ad esse. Il processo demografico sì invertì solo nella seconda metà dell'800: la città che nel 1799 contava appena 2000 abitanti, viene rinominata, con regio decreto nel 1862, in "Terranova Pausania". Furono determinanti la riqualificazione del porto di Terranova (nel 1870, a cui contribuirono anche i comuni della Gallura) e l'arrivo della ferrovia (la linea Cagliari-Chilivani-Terranova venne inaugurata nel 1881, cui si aggiunse il prolungamento a Golfo Aranci), che portarono alla rinascita urbana del centro, che allora contava circa 3000 abitanti, in prevalenza pescatori (con una nutrita comunità di origine ponzese) e contadini. Tuttavia, le difficoltà dovute all'interramento della canaletta di accesso al golfo di Olbia, spinsero il generale La Marmora a proporre l'idea di costruire un nuovo porto presso Capo Figari, con la fondazione di un nuovo nucleo abitato chiamato "Olbia Nova". Nel 1880 il servizio regolare di linea (passeggeri e postale) per Civitavecchia mediante piroscafi venne spostato da Terranova alla vicina Figari (oggi Golfo Aranci), prolungandovi la ferrovia, lasciando alla prima il solo traffico merci e militare. Solo nel 1920, a seguito di una insurrezione popolare e delle incessanti battaglie parlamentari dell'on. Giacomo Pala, in seguito conosciuto come onorevole Terranova venne riattivato il servizio a Terranova, il che diede un impulso maggiore alla rinascita economica, commerciale e demografica del centro che era iniziata dagli ultimi anni del secolo precedente, mentre, a seguito dei lavori di ampliamento e banchinamento del porto, nel 1930 venne inaugurata la Stazione Marittima. Nel corso del periodo fascista nel 1939 viene ripristinato l'antico nome romano (Olbia), le viene inoltre aggregata la frazione di San Pantaleo staccata dal disciolto comune di Nuchis e vengono realizzati regolari collegamenti aerei con la penisola a mezzo di idrovolanti. Il 14 maggio 1943 Olbia viene duramente bombardata dagli alleati, almeno 22 persone muoiono sotto le macerie del municipo e del centro. Insieme a Cagliari la città paga un alto tributo di sangue alla seconda guerra mondiale. Bonificato il territorio e debellata la presenza della malaria, nel corso della seconda metà del XX secolo e in particolare dagli anni sessanta la città cresce economicamente e demograficamente sotto la spinta della scoperta turistica della costa nord orientale della Sardegna (Costa Smeralda, Arcipelago della Maddalena, Santa Teresa), della quale diviene il principale riferimento e centro di servizi. La città passa dai 14700 abitanti del 1951 ai 45400 del 2001, con un incremento senza eguali tra le realtà urbane dell'isola. Primo porto passeggeri in Italia, nel 1974 viene realizzato il nuovo aeroporto "Costa Smeralda" che sostituisce il precedente scalo di "Venafiorita". L'aeroporto internazionale Olbia-Costa Smeralda , forte di un consolidato flusso turistico, è, con i suoi 1.765.507 passeggeri, il secondo aeroporto della Sardegna per traffico complessivo ed il primo per traffico internazionale, grazie anche alle compagnie low-cost che collegano la città con il nord europa (Londra, Berlino, Colonia, Hannover, Stoccarda, Monaco e Zurigo). È il 16° scalo italiano per numero di passeggeri (dati 2006).
Olbia è sede di un corso di laurea (gemmato dall'Università di Sassari con corso di laurea della Facoltà di Economia in "Economia e imprese del turismo" presso l'Aeroporto Olbia - Costa Smeralda), scuole superiori, Ospedali Civili ( Nosocomio "San Giovanni di Dio" in zona Ospedale e nosocomio "Giovanni Paolo II" in località Maltana ), sede locale dell'Agenzia delle Entrate, sede staccata del Tribunale di Tempio Pausania, Azienda Sanitaria Locale (ASL) n. 2 di Olbia (che accorpa dal 1996 le precedenti ASL n. 3 di Tempio e n. 4 di Olbia e con competenza estesa all'intera provincia), Capitaneria di Porto, Autorità del Porto di Olbia-Golfo Aranci, Area Marina Protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo (comprendente territori situati nei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro), nonché sede degli uffici previdenziali (INPS - che dal 15\11\2007 ha attivato la Direzione Provinciale, Direttore Salvatore Sanna, INAIL) e del Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Per quanto riguarda la sanità privata è in costruzione un ospedale della fondazione San Raffaele. Dal 2005 vi è insediata la sede provvisoria della Provincia di Olbia-Tempio ( dapprima nella sede della Comunità Montana "Riviera di Gallura" in via Nanni, ora nella nuova sede, sempre in via Nanni), in cui attualmente ha sede la presidenza e dove si riuniscono la Giunta e il Consiglio dell'Ente. Importante il riconoscimento dell'EURISPES per Olbia. Infatti il comune di Olbia è stato votato nel 2006 come "comune d'eccellenza del sistema amministrativo italiano" per capacità amministrativa e gestionale.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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