Cagliari
è una città capoluogo della provincia di Cagliari
e della Regione Autonoma della Sardegna. La sua area metropolitana
comprende i comuni conurbati di Cagliari, Monserrato, Selargius,
Quartucciu, Quartu Sant'Elena, Capoterra, Elmas, Assemini
e Sestu. È sede dell'Università degli studi
di Cagliari e sede arcivescovile (Arcidiocesi di Cagliari).
La città di Cagliari è situata nella zona
meridionale della Sardegna. Si trova in mezzo al Golfo degli
Angeli, e si sviluppa intorno alla Sella del Diavolo, e
ad est i monti dei Sette Fratelli, ad ovest i monti di Capoterra
e a nord la pianura del Campidano. Ha inoltre in comune
con Roma, Lisbona e Istanbul il fatto di essere stata costruita
su 7 colli. Il clima della città è tipicamente
mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e siccitose.
I valori estremi estivi talora superano di poco i 40 °C
(a volte con tassi di umidità contenuti), mentre
quelli invernali, solo in condizioni particolari e rare,
scendono leggermente sotto lo zero. Leggermente più
continentale il clima della pianura del Campidano, evidenziato
delle rilevazioni della Stazione meteo di Decimomannu.
ETIMOLOGIA
In passato Cagliari era chiamata in greco antico Kalares
e in latino Càralis. Intorno al XVI secolo Roderigo
Hunno Baeza, un umanista sardo, affermò che Karalis
derivasse dal greco, col significato di "testa",
poiché Cagliari era il principale centro dell'Isola.
Il semitista Guglielmo Gesenius fece derivare il nome della
città da Kar Baalis, che in fenicio significa "città
di Dio". Questa derivazione venne, seppur con qualche
differenza, accettata da Giovanni Spano; egli, infatti,
sostenne che Cagliari derivi dal nome fenicio Kar-El, che
significa anch'esso "città di Dio".
DA
VEDERE
Oltre al museo archeologico nazionale, il più importante
al mondo per la civiltà nuragica e ricco anche di
collezioni fenicio-puniche, si segnalano l'Anfiteatro romano,
del II secolo; la Basilica di San Saturnino, la più
antica chiesa della Sardegna di cui si abbia notizia, fondata
nel V secolo e rimaneggiata in età romanica, oggi
ristrutturata e riconsacrata di recente; il quartiere fortificato
di Castello, che fino alla seconda guerra mondiale, fu la
residenza dei nobili. Da visitare sono anche i quartieri
di Stampace, Marina e Villanova. Il primo era il quartiere
dei borghesi e dei mercanti, il secondo era il quartiere
dei pescatori e marinai, il terzo quello dei pastori e dei
contadini.
Necropoli
punica di Tuvixeddu
Sepolcro romano di Aptilia Pomptilla ("Grotta della
Vipera")
Villa romana di Tigellio
Fullonica
Chiesa della Purissima
Cattedrale di Santa Maria
Chiostro di San Domenico
Mura e torri pisane
Castello di San Michele
Santuario di Nostra Signora di Bonaria
Complesso
paleocristiano di San Lucifero.
Chiesa di Sant'Agostino
Chiesa di Sant'Anna
Chiesa di Sant'Efisio
Chiesa di San Michele
Chiesa di Santa Restituta
Palazzo civico "Ottone Bacaredda"
Palazzo reale (o viceregio)
IL
POETTO
lI Poetto è la principale spiaggia di Cagliari che
si estende per circa otto chilometri, dalla Sella del Diavolo
sino al litorale di Quartu Sant'Elena.
IL
BASTIONE DI SAINT REMY
Il Bastione di Saint Remy venne costruito alla fine del
XIX secolo sulle mura antiche della città, risalenti
agli inizi del XIV secolo, collegando fra loro i tre bastioni
meridionali della Zecca, di Santa Caterina e dello Sperone,
per unire il quartiere Castello con quelli sottostanti di
Villanova e Marina.
MANIFESTAZIONI
Il 1º maggio si celebra un evento religioso e culturale
di grande importanza nella Sardegna: la festa di Sant'Efisio,
una processione annuale che si svolge per sciogliere il
voto fatto dai Cagliaritani durante l'epidemia di peste
del 1656. Per l'occasione, nel capoluogo si riversano molti
gruppi folcloristici dell'isola, che partecipano alla sfilata
in costume che precede il cocchio con l'effigie del santo.
Sempre i primi di Maggio si svolge la Fiera campionaria
della Sardegna, tappa obbligata per tutti coloro che desiderano
curiosare nellassortito panorama sardo ed estero.
La città è stata capitale della moda a livello
nazionale nel 2002.
Il Patrono della città è San Saturnino, che
si festeggia il 30 ottobre.
Festarch è un festival internazionale di architettura,
che si svolge ogni anno presso le ex Manifatture Tabacchi
situate in viale Regina Margherita.
MUSEI
Collezione
sarda "Luigi Piloni"
Museo archeologico nazionale di Cagliari
Museo d'arte siamese "Stefano Cardu"
Museo del tesoro di Sant'Eulalia
Museo sardo di antropologia ed etnografia
Museo sardo di geologia e paleontologia "D. Lovisato"
Orto botanico di Cagliari
Pinacoteca nazionale
Galleria comunale d'arte
Museo di fisica di Sardegna
ORIGINI
E STORIA
La città era stata abitata fin dall'età nuragica
dal popolo sardo-nuragico e vi sono non pochi ritrovamenti
di reperti che presentano una datazione anteriore al VI
millennio a.C., il che prova che i suoi porti godevano già
allora di vita e di frequentazione.
I Fenici, che frequentarono i porti di Cagliari e di altre
zone della Sardegna sin dall'VIII secolo, o in periodo comunque
antecedente alla fondazione di Roma, si stanziarono all'imboccatura
dello stagno di Santa Gilla.
Passata ai Cartaginesi nel V secolo a.C., la città
conobbe un rapido sviluppo, testimoniato tra l'altro dalle
necropoli di Tuvixeddu, ritenuta la più vasta necropoli
fenicia del Mediterraneo, e di Bonaria: questi furono gli
estremi dell'espansione urbana di quei secoli, che vide
l'abbandono degli insediamenti nuragici sui colli ed il
concentrarsi lungo la costa dell'abitato, che assumeva un
carattere decisamente mediterraneo. Il centro cittadino
fortificato era nel sito oggi occupato dal quartiere della
Marina, affiancato dall'area sacra nell'attuale zona di
Stampace, e chiuso tra i due quartieri portuali delle zone
di Sant'Avendrace e di Bonaria. Divenuta il centro principale
dell'isola, ormai completamente punicizzata, passò
ai Romani con tutta la Sardegna e la Corsica, nel 238 a.C.,
all'indomani della I guerra punica. L'aspetto dell'abitato
non sembra essere cambiato molto durante la lunga dominazione
romana, di cui sono notevoli resti l'anfiteatro e le ville
suburbane note come la Villa di Tigellio. Nei secoli successivi
la Karalis romana mantenne il suo ruolo di metropoli sarda
e nel 48 a.C. Cesare la premiò per averlo sostenuto
nello scontro con Pompeo concedendole lo stato giuridico
di municipio. Alla morte di Cesare i cittadini gli rimasero
fedeli e si schierarono dalla parte del figlio Ottaviano
Augusto, prima contro Sesto Pompeo, poi contro Antonio.
Dopo la vittoria di Ottaviano ci fu un lungo periodo di
tranquillità politica e di grande sviluppo economico,
prima di cadere sotto l'occupazione dei Vandali d'Africa
nella metà del V secolo. Sul finire dello stesso
secolo fu conquistata da Giustiniano ed entrò nel
sistema amministrativo bizantino come sede del preside,
funzionario imperiale a capo di tutta la Sardegna, e sottoposto
all'esarcato d'Africa.
Con la divisione dell'isola in quattro giudicati, la città,
da secoli in fortissima recessione e ormai ridotta al borgo
di Santa Igia o Santa Gilla, rimase a capo del giudicato
che ne prese il nome. Intanto aveva subìto secoli
di incursioni saracene, contrastate dal principio dell'XI
secolo con l'aiuto delle potenze navali di Pisa e Genova.
È nota la progressiva ingerenza che le due città
marinare esercitarono da allora sulla Sardegna. Il Giudicato
cagliaritano, fin dalle sue più antiche attestazioni,
rientrò nell'orbita dei Pisani, che finirono con
l'impadronirsi del titolo giudicale con Guglielmo di Lacon-Massa
(1187). Dopo meno di trent'anni, nel 1215, di fronte alla
possibilità di un'alleanza tra la nuova giudicessa
Benedetta e Genova, il pisano Lamberto Visconti ottenne
con la minaccia delle armi la cessione del colle che sarebbe
stato detto di Castello: infatti, quasi a guardia della
capitale giudicale, vi venne presto costruita una città
fortificata interamente pisana: il Castellum Castri de Kallari.
Essa era destinata a divenire la nuova capitale, quando
nel 1258 i pisani, ormai forti della loro rocca, palesata
la loro intenzione non solo di governare di fatto il giudicato,
ma di conquistarlo, rasero al suolo Santa Gilla. Da allora
il Castellum Castri fu identificato con la stessa Cagliari,
come mostra ancora l'attuale nome sardo della città,
Casteddu. Nondimeno attorno ad esso si formarono i sobborghi
di Bagnaia oggi detta Marina, zona portuale
regolata dal Breve del porto di Cagliari; della fortificata
Stampace (toponimo che si riscontra anche a Pisa); e infine
di Villanova; in queste appendici trovarono asilo i sardi,
esclusi dal Castello, che aveva invece un ordinamento comunale,
regolato dal Breue Castelli Castri de Kallari, e dipendeva
direttamente da Pisa. Non
passarono cent'anni e un'altra dominazione sopraggiunse.
Questa volta furono gli Aragonesi che, nella loro guerra
di conquista della Sardegna, assediando Cagliari, edificarono
una loro roccaforte su un altro colle, ancora più
meridionale: quello di Bonaria. Essi tuttavia non distrussero
la città nemica, come avevano fatto i Pisani con
Santa Gilla; ma anzi, ottenuta la vittoria, lasciarono il
Castello infeudato a Pisa. I toscani però non sopportavano
la concorrenza del nuovo borgo aragonese di Bonaria, col
suo fiorente porto: ripresero le armi e furono costretti
ad abbandonare per sempre la città. Sotto la dominazione
iberica Caller, città reale non sottomessa a un feudatario,
tornò ad essere la capitale della Sardegna riunificata,
e fu sede del viceré.
Il
Castello continuò ad essere interdetto ai sardi,
ma fu fortificata anche Bagnaia, dagli Aragonesi chiamata
Llapola (pola significa 'marina' in latino medievale; la
lappula o leppula portus Bagnarie dei documenti medievali
sembra essere stato un luogo o un oggetto posto nel porto
di Cagliari, il cui nome fu esteso al quartiere). La vita
intellettuale fu relativamente vivace e nel XVII secolo
venne fondata l'Università. Tuttavia pian piano la
città, pur fortemente ispanizzata, cominciò
a provare una certa insofferenza per la dominazione iberica:
sentimento che culminò nell'assassinio del viceré
Camarassa (1666). Così nel 1708 i cagliaritani non
opposero resistenza all'assedio anglo-olandese, che pose
fine all'età spagnola. Dopo la breve parentesi austriaca
(1712-18) e l'effimera occupazione del cardinale Alberoni,
che cercava di riconquistare la Sardegna agli spagnoli,
Cagliari passò con tutta l'isola sotto il dominio
sabaudo (1720).
L'età
di riforme che seguì in tutta Europa vide un relativo
rilancio della città, con la riorganizzazione dell'Università
e dellospedale, la creazione dell'Archivio di Stato
e della Biblioteca universitaria, di una scuola di Chirurgia
e della Stamperia reale. Anche i piemontesi furono tuttavia
non ben tollerati e quando, dopo che Cagliari aveva stavolta
resistito con vigore all'assedio navale dei francesi rivoluzionari
(1793), i sardi videro rifiutare la loro richiesta di una
maggiore autonomia e del rispetto degli antichi privilegi,
la città insorse (27 aprile 1794) e cacciò
temporaneamente i piemontesi; ma la rivolta, pur propagatasi
subito al resto dell'isola, dove prese una piega anti-feudale,
fu alla fine soffocata.
Cagliari, rioccupata, ospitò addirittura nel Palazzo
reale (oggi detto spesso Viceregio) la corte sabauda, cacciata
da Torino da quei francesi che non avevano potuto conquistare
la Sardegna. Nella prima metà dell'Ottocento, l'età
d'oro della cultura sarda, si registrò il declino
dell'aristocrazia feudale a favore di un'aristocrazia culturale
che, con l'abolizione del feudalesimo e la concessione dello
Statuto Albertino (1848), divenne la classe dirigente. Con
le nuove tecniche belliche a Cagliari, privata del ruolo
di piazzaforte all'indomani dell'Unità d'Italia,
furono abbattute le mura e si posero le basi per la grande
espansione dell'ultimo secolo. Nel XX secolo, durante la
seconda guerra mondiale, Cagliari subì numerosi bombardamenti
(l'80% della città venne raso al suolo, tanto che
Cagliari fu dichiarata Città Martire e ricevette
una medaglia d'oro al valore militare) dei quali possiamo
ancora vedere i segni in alcune zone del centro storico.
Nel
1948 Cagliari diventa ufficialmente capoluogo della Sardegna
secondo l'articolo 2 dello Statuto della Regione autonoma
della Sardegna. Nel XX secolo il centro urbano si è
esteso fino al litorale del Poetto e alla zona di Monte
Urpinu facendo sorgere i quartieri di San Benedetto, Bonaria,
La Vega, Tuvumannu e San Michele.