Tuglie
è un comune della provincia di Lecce, posto
a 35 km a sud-ovest del capoluogo.
ETIMOLOGIA
Le opinioni riguardo alle origini del nome Tuglie
e dell'abitato, che ne ha preso il nome, sono alquanto
discordi, dovute soprattutto a ricerche non sempre
attendibili e comprovate da documenti. Certo è
che Tuglie, nella toponomastica salentina, ha una
speciale e particolare caratterizzazione: non è
assimilabile a nessun nome dei paesi vicini proprio
per la sua desinenza GLiE che indica chiaramente l'origine
non romana del nome, in quanto se fosse derivato da
un certo Tullio romano, avremmo dovuto avere Tulliano
che tra l'altro in latino vuol dire podere, feudo,
così come è avvenuto per molti paesi
vicini.
MUSEI
Museo della Radio, inaugurato nell'aprile del 2004
Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni
Popolari
FESTA
PATRONALE
La "Madonna Annunziata", patrona di Tuglie,
si festeggia generalmente dal 24 al 26 marzo di ogni
anno, con grandi e variegati festeggiamenti civili
e religiosi. Tale festività si sposta, se cade
nel periodo pasquale.
E
la prima festa popolare dellanno ed include
anche la Festa in onore di San Giuseppe, compatrono
della città. Vi si svolge una importante fiera
del bestiame e degli attrezzi agricoli e il tradizionale
mercato dei prodotti casalinghi il giorno della Nunziateddha.
Da alcuni antichi documenti si apprende che una piccola
cappella rupestre del 1452, sostituita poi dallattuale
Chiesa Matrice, era già dedicata a Maria SS.
Annunziata. Lorigine della festa popolare si
ritiene databile intorno al 1750, quando furono pressoché
completati i lavori di costruzione dellattuale
chiesa e la stessa fu dotata di arredi e statue. E
appunto di quellepoca la statua della Vergine
che oggi veneriamo come nostra Protettrice. Fu probabilmente
lArciprete D. Vito De Sanctis a promuovere listituzione
di una festa in onore dellAnnunziata, visto
che finalmente si disponeva di una statua che poteva
essere portata in processione. San Giuseppe, invece,
fu scelto quale Protettore principale della novella
Magnifica Università di Tuglie
(la denominazione settecentesca del Comune) che ogni
anno metteva a disposizione per i festeggiamenti la
somma di ducati cinque e venti grana. I festeggiamenti
in onore dei Protettori vengono sospesi intorno agli
anni 1858/60, quando, feste e fiere sono vietate dalle
autorità per evitare assembramenti di persone
e leventuale verificarsi di disordini antiborbonici.
Così, anche limportante fiera del bestiame,
istituita a metà del 700 da Carlo III°
di Borbone, abbinata ai festeggiamenti della Protettrice,
venne sospesa per parecchi anni. Solo nel 1870, il
Sindaco Vitantonio Ria istituisce nuovamente la fiera
da tenersi nei giorni 24, 25 e 26 di marzo a partire
dal 1871 e individua come sito il Largo Termiti
che poi diviene Largo Fiera. La fiera
di Tuglie, su pubblicazioni dellepoca, viene
classificata di notevole importanza ed
è specializzata per gli attrezzi agricoli e
casalinghi, ma particolarmente per i volatili da cortile.
Gli animali maggiormente scambiati sono i pulcini.
Da qui deriverebbe lattribuzione del nomignolo
puricini agli abitanti di Tuglie. La Madonna
dellAnnunziata in questo periodo diventa titolare
anche dei festeggiamenti civili e il culto di San
Giuseppe Protettore passa, per così dire, in
secondo ordine. Nel corso degli anni, anche i Tugliesi
emigrati in America contribuirono economicamente alla
sua realizzazione. Con le loro offerte, infatti, ogni
anno si realizzava un grandioso spettacolo pirotecnico:
La Cumparsa. Si trattava di una bengalata
che riproduceva limmagine di un bastimento,
simbolo della loro partenza dallItalia In questultimi
anni la festa sta vivendo i momenti di maggiore splendore
e la ricorrenza è molto sentita. Particolarmente
devote alla Vergine visitata dallArcangelo Gabriele
sono le donne sterili che si rivolgevano a Lei per
avere il dono della maternità. Per grazia ricevuta,
soprattutto nel passato, la popolazione femminile
impreziosiva negli anni la sacra statua della Madonna
con ex-voto anche molto pregiati, alcuni dei quali
risalgono al 1700 e che vengono posti sulla statua
della Madonna nei giorni di festa; le famiglie tugliesi
manifestano la propria devozione dando ai propri figli
il nome di Annunziata o Annunziato,
oggi ingentilito da Nunzia o Nunzio. Attualmente,
le manifestazioni che si organizzano nei tre giorni
di festa sono: Inaugurazione ufficiale della festa
con alzabandiera a cura dei Vigili del Fuoco; Gara
podistica per ragazzi; Solenne processione della Vigilia;
Benedizione dei Campi della Domenica Mattina; Grande
Fiera-Mercato; Mercatino dell'artigianato a cura dell'Associazione
Ekagra; Mercatino della "Nunziateddra";
Raduno di macchine d'epoca; Grandiose gare di fuochi
pirotecnici; Imponenti luminarie artistiche; Concerti
bandistici; Concerti di musica popolare; Concerti
di musica leggera; Grandioso luna park; Bancarelle
di ogni genere nei tre giorni di festa; Gara di Madonnari;
Mostra dell'artigianato locale; Lotteria di beneficenza;
Mostre personali artistiche. Specialità tipica
della festa era lu core te cupeta, un
dolce a forma di cuore, realizzato con zucchero caramellato
e mandorle, che i giovani regalavano alle fidanzate.
Inoltre consuetudine, dopo aver assistito alle celebrazioni
in onore della Nunziata, è quella
di mangiare la banana di gelato, tradizione
questa, che fa giungere a Tuglie, centinai di buongustai
da tutta la provincia. La festa della Madonna Annunziata
è fede, folclore, devozione, tradizione, cultura,
divertimento e, soprattutto, la prima festa di primavera.
GEMELLAGGIO
Tuglie è gemellato con Villaverla, comune in
provincia di Vicenza.
ORIGINI
Non può nemmeno dirsi di origine medioevale
in quanto già a quell'epoca, troviamo ben distintamente
indicato in alcuni documenti del 1373 conservati presso
la Curia di Nardò Tulle e a volte Tulliae.
A nulla, inoltre, vale la teoria secondo cui il nome
deriverebbe da una popolazione stanziata sul posto
in epoca romana antica e chiamata Tulli che sarebbe,
comunque, una popolazione minore di quella più
importante e famosa, stanziata nel Salento, che è
la popolazione dei Messapi Se fosse derivato da Tulli
il nome avrebbe dovuto essere Tullia come Messapia
deriva da Messapi, Peucezia da Peuceti e Ausonia da
Ausoni. La teoria più credibile è invece
quella che, partendo dall'analisi linguistica glottologica
del nome, Tuglie possa essere di origini ben più
antiche di quanto fino ad ora ipotizzato. Tuglie potrebbe
essere la città da Diodoro chiamata Talion
e avrebbe un nome di origine Tirreno etrusca che,
come si sa, prima della conquista romana, avevano
occupato molte terre dell'Italia del sud. Il termine
etrusco indicherebbe l'estremo lembo delle terre da
loro occupate in quanto la parola Tulle vuoi dire
proprio confine, estremo limite della diffusione etrusca.
CENNI
STORICI
Per quanto riguarda la storia scritta noi troviamo
Tuglie in alcuni documenti del 1269 quando Carlo I
d'Angiò dona il casale ad Almerigo di Montedragone,
ufficiale del suo esercito, nativo di Sulmona. Questo
Almerigo sposò poi la contessa Riccarda Maramonte,
sorella del famoso Ruggero, luogotenente di Goffredo
da Buglione, distintosi nelle Crociate e nella conquista
di Gerusalemme. Si dice che fu poi cacciato nel 1280
da Gervaso da Matino che così occupò
il casale. In realtà fu lo stesso Almerigo
che, stanco delle continue scorribande, prima di Giovanni
Autilio poi del suo successore Giovanni di Tiglio
e poi da Gervaso, preferì andarsene cedendo
il casale a Guglielmo Brunella il quale lasciò
la proprietà ai suoi due figli Ugo e Rollone,
nel 1377 . A loro successe la figlia di Ugo, Giovanna
che, per voto, cedette il casale, alla fine del 1300,
all'Ospedale di S. Caterina di Galatina.' Fu Francesco
Montefusco che riscattò il casale e lo lasciò
in eredità al figlio Luigi, il quale sposò
la marchesa Margherita Lubelli dalla quale ebbe tre
figli: Antonia che sposò Alfonso Saraceno,
barone di Andrano; Caterina, sposata con Gabriele
Saraceno, barone di Torella e Nardello che succedette
alla sua morte avvenuta nel 1479. Nardello sposò
una nobildonna di Casa Francone ed ebbe quattro figli:
Hebecca, sposata con Marcantonio Lubelli, Petruccio,
Antonello e Niccolò. A Nardello succedette
suo figlio Niccolò che sposò Margherita,
figlia di Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto
ed ebbe due figli: Gio.Antonio e Francesco che diventa
il primo barone di Salve. Nel 1523 morì Antonello
e gli succedette Gio.Antonio che nel 1517 sposò
Camilla dell'Antoglietta baronessa di Fracagnano.
Egli morì nel 1540, ma nel 1526 aveva venduto
il casale per 2700 ducati ad Alessandro Paladini che
il 25 agosto dello stesso anno lo vende a Federico
Pandone il quale nel settembre del 1531 , per ripagare
alcuni suoi debiti, lo rivende a Bernardino Galgani.
Anche Galgani vende il casale a Giovanni Balduino
il quale lo lascia in eredità al figlio Gio.Francesco
Balduino che, dopo aver appianato i debiti anche quelli
di successione, riceve la regia investitura i1 31
gennaio 1560. Le tasse ed i debiti comunque aumentavano
e la figlia di costui, Aurelia Balduino, ed il figlio
Giacomello, nel 1596, vendono il feudo a Diofebo dell'Antoglietta
il quale, nello stesso anno, lo rivende ad Alfonso
Castriota Scanderberg. Nel1610 Alfonso lo vende a
Bonifacio Venneri con il diritto di riprenderselo.
Cesare Castriota Scanderberg nel 1614 ritorna in possesso
del feudo e lo tiene fino al 1670 quando passa in
proprietà dello zio Giorgio CastriotaScanderberg
che era sposato con Giulia Capece dalla quale ebbe
sette figli. Una di questi, Eleonora, nel 1633, riceve
in dote di nozze il feudo di Tuglie. Eleonora era
sposata con un altro CastriotaScanderberg, Fabio.
Uno dei figli di Eleonora, Domenico Castriota Scanderberg,
riceve in eredità il feudo. Costui, per pagare
i debiti, vende il feudo ad Antonio Cariddi per 8000
ducati nel 1681. Antonio Cariddi muore nel 1683 e
lascia la proprietà al figlio Pietro al quale
succedette il nipote Domenico che, nel 1695, vendette
nuovamente il feudo ad Antonia Prato. La Prato, nata
nel 1635, aveva sposato nel 1650 Gio Ferrante Guarini
e dal quale ebbe nove figli. Alla sua mor!e, avvenuta
ne11715, le succedette il figlio Fabrizio Guarini:
questi morì il 23 settembre 1717 e gli succedette
il fratello Filippo che sposò nel 1720 Isabella
Castriota Scanderberg. Filippo non ebbe figli e alla
sua morte, avvenuta il14 ottobre 1726, donò
il feudo di Tuglie al nipote Ferdinando Venturi al
quale succedette, nel 1740, la sorella Aurelia, che
aveva sposato un altro Venturi, Diego Donato. Da queste
nozze nacquero due figli: Isabella che sposò
Evangelista Lubelli e Ferdinando che, succeduto alla
madre, ebbe il feudo di Tuglie ed il titolo di marchese.
Ferdinando Venturi sposò Costanza Santomango
ed ebbe cinque figli. Uno di questi, Francesco Stefano,
nel 1798 era signore di Tuglie e fu l'ultimo a seguito
delle leggi sulla soppressione della feudalità.
Francesco Stefano Venturi sposò M. Teresa Montoja
de Cardona dalla quale ebbe sette figli. Alla sua
morte succedette, nel titolo puramente nominale di
marchese di Tuglie, il figlio Ferdinando che morì
senza lasciare figli. Gli successe il fratello Luigi
che sposò Giuseppa Palama dalla quale ebbe
due figli: Francesco Stefano e Maria Teresa. Luigi
morì il 17 maggio 1878 e gli succedette il
figlio Francesco Stefano, nato nel 1834, che aveva
sposato Angela Zuccaro. Ebbe sette figli, uno di questi,
Gaetano Stefano, gli successe alla sua morte avvenuta
il 1O settembre 1922. Gaetano Stefano, nato il31 dicembre
1862, morì il2 agosto 1945. Il figlio Antonio
alla morte del padre diviene marchese di Tuglie, sposa
Giuseppina Vergine, dalla quale ha avuto due figli:
Gaetano Luigi nato il21 luglio 1937 e Rita nata il
3 luglio 1938.