Terlizzi
è un comune della provincia di Bari e dista
dal capoluogo 30 km. È stata denominata città
dei fiori, considerata l'importanza dell'attività
florovivaistica per l'economia della Città.
Situata nella Murgia bassa su un rilievo del primo
gradino murgiano della provincia di Bari, è
fra i primi centri floricoli d'Italia. Nel periodo
medioevale era circondata da selve boscose, di cui
si hanno riscontri sia nelle testimonianze scritte,
sia in quelle toponomastiche (Sovereto, frazione di
Terlizzi, deve il suo nome al latino Suberito, che
ricorda gli alberi di sughero, suber, che circondavano
le località).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini di Terlizzi si perdono nel VI secolo d.C.,
nonostante le prime testimonianze della sua esistenza
risalgono alla Donazione di Wacco (VIII sec.), feudatario
longobardo che dona il suo possedimento di Trelicium
al Monastero di Montecassino. Dopo la dominazione
bizantina, a partire dall'XI secolo Terlizzi rientra
nella sfera d'influenza di Giovinazzo, sotto il dominio
del normanno conte Amico, artefice delle fortificazioni
in entrambe le città (ed a Terlizzi, del poderoso
castello con tre torri, che ha dato origine sia allo
stemma cittadino sia al toponimo latino di Trelicium
, ancora identificata come castellum). Nel 1123 acquisì
il titolo di città (come testimonia una stele
affissa alla Torre Maggiore del Castello Normanno,
unica superstite della struttura, in gran parte crollato
tra XVIII e XIX secolo). Nel Duecento fu capoluogo
di contea infeudata alla famiglia Tuzziaco; in seguito
fu dominio di Federico Wrunfort, degli Orsini di Taranto
e dei Grimaldi. Nel 1779, dopo aver riscattato la
condizione feudale, divenne città demaniale.
Diventata libero comune dopo l'Unità d'Italia,
ebbe un considerevole sviluppo demografico: contava
18.000 abitanti.
DA
VEDERE
Portale di Anseramo da Trani
Proviene dall'antico duomo cittadino distrutto nel
1782 e attualmente si trova incastonato sulla vecchia
facciata della chiesa del Rosario. Costituisce una
delle testimonianze più belle nel panorama
pugliese della scultura svevo-angioina. La scena è
dominata dall'Ultima Cena, da cui prendono significato
le altre raffigurazioni intestate al classico ciclo
cristologico (Annunciazione, Natività e Crocifissione).
Chiesa
di S. Maria delle Grazie
Periferica rispetto al centro della città,
conserva con i suoi quattro altari i tratti discreti
del fascino francescano, offrendo un clima di grande
serenità. L'interno presenta un colpo d'occhio
che svela un panorama artistico di grande attrazione.
Da notare sull'altare maggiore un elegante tabernacolo
finemente lavorato in noce.
Cattedrale
di S. Michele Arcanagelo
Costruita a cavallo del XVIII e XIX secolo secondo
canoni neoclassici sulle fondamenta dell'antico duomo
romanico (XIII sec). Conserva preziose tele e una
buona raccolta di statue lignee. Il culto dell'Arcangelo
è stato inaugurato a Terlizzi dai Normanni
(XI sec.), che vollero anche l'edificazione della
prima chiesa entro le mura della città, il
cui nome si è conservato nel corso dei secoli.
Chiesa
del Purgatorio
È presente una "Natività"
di Corrado Giaquinto.
Palazzo
De Gemmis
Palazzo nobiliare del Settecento, edificato dall'omonima
famiglia.
Centro
storico
Coincide con la cittadella medievale. Un insieme di
case e viuzze disposte a raggiera convergenti verso
la cattedrale di S. Michele Arcangelo.
Torre
dell'Orologio
Simbolo della città. Possente e ultima testimonianza
dell'antico castello, dall'alto dei suoi 31 metri,
domina tutto lo scenario circostante. La torre, sormontata
da un'elegante edicola campanaria, mostra sulla facciata
orientale il maestoso orologio che con un diametro
di 3.45 metri trova pochi eguali in tutta Europa.
Chiesa
di S. Maria la Nova
Di notevole interesse artistico. La storia di questa
chiesa, costruita ai primi del '500, si intreccia
da un lato con quella dei Frati Minori Osservanti,
dall'altro con il locale patriziato che la elevò
a proprio panteon, erigendovi lussuose cappelle gentilizie
quasi a consacrare un dichiarato bisogno di eternità.
Ha pianta basilicale a tre navate. Restaurata nel
1619 conserva iscrizioni lapidarie, stemmi e pregevole
pulpito ligneo del 1714 e due altari settecenteschi
dedicati all'Immacolata e al SS. Rosario.
Chiesa
di S. Maria di Cesano
A 1 km da Terlizzi. Eretta nel 1055 al posto di un'antichissima
e fatiscente cappella. Nel corso di alcuni lavori
di restauro è stato rinvenuto nello spazio
absidale un pregevole affresco di sicura matrice bizantina
raffigurante al centro il Cristo nel tradizionale
atteggiamento del Pantocrator. Ai lati la Madre e
San Giovanni Battista.
Santuario
di Sovereto
È leggendario il rinvenimento, poco dopo l'Anno
Mille, in una grotticella del Sovero a 3 km da Terlizzi,
della sacra icona raffigurante la Vergine con il Bambino,
più conosciuta sotto la denominazione di Madonna
di Sovereto, divenuta poi patrona della città.
Della chiesa primitiva è rimasta intatta l'abside
d'epoca medievale con monofora a spina di pesce, mentre
nell'atrio compreso fra il santuario e gli edifici
adiacenti si possono ammirare testimonianze epigrafiche
ed eleganti bifore. Sono, inoltre, presenti preziosi
stucchi rococò che rivestono le pareti e incorniciano
archi e finestre.
CERAMICA
L'arte della ceramica a Terlizzi ha origini molto
antiche. Una tradizione che, di generazione in generazione,
si perpetua dai primi dell'Ottocento e che ancora
oggi, con una decina di aziende, riesce a meravigliare
per il gusto caratteristico delle forme e dei colori.
I vasai più anziani ricordano con orgoglio
le vecchie affumicate fornaci, rinomate in tutta la
provincia, dove l'argilla veniva forgiata con precisione
e fantasia trovando adeguata collocazione in vari
settori di mercato, soprattutto in quellli del vasellame
da cucina e dell'arredo decorativo.
ECONOMIA
L'economia della città è caratterizzata,
appunto, dallo sviluppo, iniziato negli anni Cinquanta,
della floricoltura, che si è affiancata alle
tradizionali coltivazioni di olivo, vite, mandorli
e cereali, favorendo una rapida espansione del settore
commerciale. Ci sono industrie tessili, dei materiali
da costruzione e di trasformazione dei prodotti agricoli
(oleifici, aziende enologiche e molitorie). Attivo
l'artigianato, con produzione di ceramiche e terrecotte.
Dall'agricoltura trae reddito il 19% della popolazione.
Si stima che il fatturato complessivo superi i 400
miliardi, con una produzione per ettaro superiore
ai 4000€ (la più alta della Puglia, dopo
Palagiano). La gran parte del fatturato proviene dalla
floricoltura. Le aziende agricole a conduzione diretta
sono oltre 4.400, quelle con salariati circa 220.
La superficie coltivata è dominata dall'olivicoltura
(67%); seguono la coltivazione di mandorle e la viticoltura.
L'altro ramo economico importante è quello
industriale; vi operano una cinquantina d'aziende,
con circa 500 addetti. Le costruzioni sono rappresentate
da una trentina di imprese, con una settantina di
addetti. Il commercio è presente con circa
500 ditte; gli addetti sono più di 800, che
rappresentano un quarto degli occupati nei settori
non agricoli. Nel ramo dei servizi è rilevante
la presenza della pubblica amministrazione, che dà
lavoro a un migliaio di persone. Nei servizi privati
prevale il settore dei trasporti e quello delle attività
immobiliari. Nei circa 260 laboratori artigiani, rinomata
la produzione di ceramiche dipinte a mano, lavorano
oltre 550 persone. Nella composizione socioprofessionale
della popolazione risaltano due caratteristiche: il
bassissimo numero delle casalinghe e l'alto numero
dei lavoratori dipendenti. Si tratta evidentemente
di due fenomeni correlati, per la presenza di un'alta
quota di lavoro femminile dipendente nelle attività
agricole (floricoltura) e in quelle manifatturiere
collegate.