Palo
del Colle è un comune della provincia di Bari.
Qualche anno fa anche la cittadina di Palo è
rientrata, assieme ad altri paesi limitrofi, nella
sceneggiatura del film "Tutto l'amore che c'è",
del noto regista e attore pugliese Sergio Rubini.
Tra i vari attori nel cast del film bisogna ricordare
il famoso attore francesce Gerard Depardieu. Oltre
ad alcuni scorci tipici della cittadina, è
possibile notare anche la comparsa di alcuni cittadini
palesi.
ETIMOLOGIA
Deriva dal latino palus (palo) o da pala (monte).
La specifica "del Colle" lascia intendere
la sua collocazione geografica.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Sorse la terra di Palo sulle ultime propagini della
Murgia che digrada al mare, alla sommita' di un colle
alto 177 metri, donde l'occhio spazia per largo orrizonte
di terra e di mare. I primi abitatori fissarono la
loro dimora in cima al colle, perche' l'aria era piu'
pura e piu' lontani gli stagni che a valle l'inquinavano.
Dall'alto poi era agevole srvegliare le mosse dei
nemici, se mai dal mare o dai luoghi circostanti intendessero
assalire la terra; piu' facile la difesa, piu' sicura
a conservare l'indomita indipendenza. Il suo territorio
si estendeva pressappoco come ora. Lunghe e profonde
convalli ' lame ', pingui di ulivi, mandorli, cereali,
di frutteti e di campi per vendemmia festanti, contornavano
la terra. Per i dolci declivi della Murgia, tra il
verde smeraldino dei prati, si infittivano le macchie
di lentischi e di olivastri e i boschi popolati da
armamenti di greggi. L'agro palese, ricco di oltre
venti mila moggi di terreno, pari a undici mila vigne
dell'antica misura napoletana e a otto mila ettari
della nostra, si profondava per nove miglia dalla
parte delle romane Matine. Il primo e piu' sicuro
documento della sua antichita' lo troviamo in Plinio
il Vecchio(m. 79 a.C.) il quale tra i popoli della
seconda regione d'Italia, trova i ' Palionensi '.
Egli infatti enumera: ' Argentini, Butuntinenses,
Deciani, Brumbestini, Norbanenses, Palionenses, etc.'.Nell'atlante
storico del proff. Baratta e Fraccaro, alla tavola
14, ove e riprodotta la seconda Regione dell'Impero,
secondo la ripartizione di Augusto (63 a.C. - 14 d.C.),
tra Butuntum e Grumum, Rubi e Caelia e' segnata '
Palio '. Il nostro Don Felice Sblendorio, che ha il
merito di aver tenute vive nel popolo le notizie piu'
salienti della storia paesana, afferma che di Palo
parla anche Tito Livio, ma a noi non e' riuscito di
accertare questa che pure sarebbe stata assai importante
notizia. Comunque, basandoci sull'autorita' di Plinio,
possiamo dedurre che se egli potette menzionare questo
nostro popolo, quando ne ha trascurati altri, e' da
credere che esso hai tempi di lui avesse una certa
notorieta'. E poiche' i paesi non sorgono in breve
giro di tempo, si puo' ritenere che l'esistenza di
Palo sia di parecchi secoli anteriore a Plinio e per
tanto coeva alle colonie della Magna Graecia. Lo stesso
nome degli antichi abitatori ' Palionenses ' ha una
risonanza piuttosto greca che latina e fa pensare
che la terra dapprima dovesse chiamarsi ' Palion ',
sonde poi piu' tardi ' Palium ' e ' Palum ' con evidente
trasformazione fonologica subita con l'occupazione
romana.Fin dal periodo greco, pero', intorno alla
citta' antica v'erano i diversi borghi dei Palionensi.
Il sistema sparso, in uso nell'edilizia greco-latina,
spiega nel territorio palese la larga zona archeologica
nella quale erano sorti nuclei sparsi di abitanti
come quelli di Marescia, Staglino, Ferro, Auricarro,
Chiano, Bernetto che insieme formavano la colonia
di Palo e la ' Gens palionensis '. Se tutto, pero',
di questa vita e' andato distrutto, il sottosuolo
manda il grido degli evi travolti dal tempo, avendo
pietosamente conservato per lungo ordine di secoli
traccia di mura, case, di pozzi, e poi tombe, tombe
e tombe dappertutto con vasi italo-greci, di rozza
e di elegante fattura. Materiale che, per ignoranza
e ingordigia, e' andato distrutto e disperso e del
poco che ne e' avanzato nessuno ha curato di ordinare,
collezionare, studiare,. Sepolcri, vasi e monete di
quell'eta' sono stati rinvenuti un po' da per tutto,
nel paese come nelle campagne. Palo, pero', non fu
colonia greca vera e propria, perche' verso la fine
del III secolo a.C. la Peucetia rimaneva agli ' italici
indipendenti '. Tuttavia se rimase autonoma non potette
sottrarsi ad avere con le colonie greche relazioni
commerciali, onde lentamente ando' penetrando la lingua
greca fino a diventare lingua comune.
IL
PALIO DEL VICCIO
Palo del colle è famosa per il Palio del Viccio
che si svolge ogni anno il martedi grasso di carnevale:
é una gara tra i rioni del paese. ogni rione
mette in gara un cavallo e un cavaliere che devono
aggiudicarsi il "viccio", il "tacchino".
Vince chi per primo riuscirà a bucare una vescica
piena d'acqua con una lancia stando sul cavallo, mentre
questo galoppa veloce. Il palio si svolge sul corso
del paese, corso Garibaldi che porta direttamente
alla piazza principale: piazza s. croce. Il corso
è in salita e per i cavalli non è facile
reggere l'equilibrio del fantino: scene di comicità
si alternano. Man mano che tutti i fantini provano
a bucare la vescica, essa viene abbassata. Il vincitore
fa vincere il rione per un anno e ha in dono un tacchino,
purtroppo ancora vivo, che per tradizione viene mangiato
la sera da tutta la scuderia, prima d'iniziare il
periodo quaresimale. Alla fine del palio, il paese
si riversa in piazza per la sfilata dei carri allegorici
con seguente premiazione e alla fine serata danzante.
I dolci tipici che troverete in questa sera sono le
"chiacchiere", sfoglie dolci fritte, con
un po' di zucchero a velo. Per il palio e i carri
ci si prepara da mesi prima: è uno degli eventi
maggiori, dopo la festa dell'esaltazione della croce,
che si svolge in settembre.
LA
FESTA DI SANTA CROCE
Il 3 Maggio ad Auricarro, frazione collinare di Palo
del Colle, si svolge la tradizionale processione per
portare il Crocifisso, che nei mesi precedenti è
rimasto custodito nella Chiesa Matrice, dalla Città
al centro di villeggiatura. Il Parco di Auricarro
si trasforma in una festosa trattoria allaperto.
La gente si sistema nei campi e prepara enormi tavolate
a contatto con la natura. Il giorno prima, la sera
del 2 Maggio, per le vie della Città sfilano
i carri trainati ognuno da tre cavalli addobbati con
finimenti particolarmente raffinati e lussuosi. Il
mattino successivo i carri trasportano il pane, che
poi viene distribuito ai fedeli a fine Messa.